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I campanili della Basilica Cattedrale della Trasfigurazione di Cefalù

Secondo un diploma dell’Arcivescovo di Messina Ugone440

, la Cattedrale di Cefalù fu edificata per volere di Ruggero II d’Altavilla nel 1131, e già nel 1145 fu stabilita la sua destinazione a mausoleo della famiglia reale441.

Il Krönig442 riporta la data del 7 giugno del 1131, giorno della Pentecoste, come il momento della posa della prima pietra e quindi dell’inizio dei lavori di costruzione.

439

Teresa Pugliatti, Francesco Valenti e il restauro come ricostruzione integrale, in “Archivio storico messinese”, vol. 58, ser. III, Messina: Società messinese di storia patria, 1991, pp.115-119.

440 L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G. Cassata, cit., p.253.

441 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p. 156. 442

Ibidem.

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144 Secondo una leggenda il sito fu scelto da Ruggero II stesso, in occasione di un viaggio per mare da Salerno a Palermo, in cui il sovrano s’imbatté in una forte tempesta e pregando di salvarsi fece un voto al Signore: avrebbe edificato, nel luogo in cui fossero riusciti ad attraccare sani e salvi, una chiesa in suo nome443.

Arrivato a Cefalù, come promesso, iniziò la costruzione della cattedrale dedicata alla gloria del SS. Salvatore e dei Santi Pietro e Paolo, affidata poi ai canonici agostiniani venuti da Bagnara Calabra444.

In realtà le ragioni della costruzione della cattedrale di Cefalù, così come di altre sedi vescovili, furono puramente politiche; Ruggero voleva affermare il proprio potere e il controllo sul territorio appena conquistato e il sito scelto per la costruzione, protetto dal pendio alle spalle, permetteva il controllo sul mare e sull’area circostante.

Ricostruendo cronologicamente le fasi dei lavori del duomo si è cercato di definire una data riguardante la conclusione dell’edificio; la tesi del Samonà445 data il termine della costruzione al 1263, mentre lo Schwarz tenendo conto di un’iscrizione musiva446 nell’abside della chiesa, riteneva che l’edificio doveva essere già concluso nel 1148 e collocava al XIII secolo solo delle opere di rifinitura447.

Per il Krönig448 invece, alla morte di Ruggero II nel 1154, l’attenzione fu spostata verso Monreale, bloccando così i lavori per la cattedrale di Cefalù che rimasero incompiuti fino all’età post-federiciana.

La cattedrale contemporanea, pur mantenendo nell’insieme l’aspetto originario, è frutto di aggiunte e cambiamenti iniziati subito dopo la morte di Ruggero II.

I più rilevanti fra questi sono quelli attuati per volere del vescovo Gonzaga tra il 1587 e il 1593, in cui si operò l’arretramento del coro, l’altare fu allungato verso il

443

Rollus rubeus. Privilegia ecclesie Cephaleditane, a diversis regibus et imperatoribus concessa, recollecta, et in hoc volumine scripta, a cura di Corrado Mirto, Palermo: Società siciliana per la storia

patria, 1972, p.11.

444

Maria Giulia Aurigemma, Il cielo stellato di Ruggero II: il soffitto dipinto della cattedrale di

Cefalù, Milano: Silvana editore, 2004, p.32.

445 Giuseppe Samonà, Il Duomo di Cefalù, Roma: Nuove Grafiche, 1940, pp. 39-40

446 «Rogerius rex egregius plenis pietatis hoc statuit templum motus zelo deitatis hoc opibus ditat

varioque decore ornant magnificat in salvatoris honore ergo structori tanto salvator adesto ut sibi subisso conservet corde modesto anno ab incarnazione domini millesimo centesimo XLVIII indictione XI anno (v)ero regni eius XVIII hoc opus musei factum est». L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G.

Cassata, cit., p.254.

447 L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G. Cassata, cit., p.254. 448

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145 transetto e venne rinnovato il pavimento della navata centrale con l’inserimento dello stemma vescovile449.

Altre aggiunte, come le decorazioni barocche e gli altari nelle navate minori, furono inserite tra il XVII e il XVIII secolo, per poi essere rimosse durante i restauri attuati tra il 1925 e il 1932450. Negli anni ottanta un'altra campagna di restauro451, dedicata alle componenti architettonico-decorative dell’edificio, riportò la cattedrale all’originaria bellezza medievale eliminando alcune delle sovrapposizioni successive. La prima cosa a cui assistiamo entrando in piazza del duomo, da qualsiasi strada circostante, è l’imponente facciata della cattedrale messa in risalto dalle due alte torri.

Il prospetto principale della cattedrale è caratterizzato dal portico d’accesso datato al 1471 ad opera di Ambrogio da Como452, costituito da tre arcate a sesto acuto sostenute da colonne di granito con capitelli recanti lo stemma vescovile che sono da base alla volte costolonate; tutto sormontato da due ordini, realizzati da Giovanni Panictera nel 1240, secondo l’iscrizione nella parete accanto alla finestra con il nome dell’artista453

, con una teoria di archi intrecciati interrotti da una finestra centrale nell’ordine inferiore e un motivo ad archetti ciechi poggianti su colonnine di marmo con capitelli decorati in modo alternato con motivo fogliato e a volute, in quello superiore.

I campanili di Cefalù, entrambi a pianta quadrata, hanno la forma di grandi parallelepipedi con, all’ultimo livello, un blocco terminale più piccolo coperto da cuspide.

Imponenti sia per struttura che per altezza, tanto da ricordare delle torri di difesa, i campanili furono elevati in conci di pietra calcarea e si articolano in alzato su sei ordini, senza elementi d’interruzione, ognuno dei quali si ripete sui prospetti esterni. I primi due ordini sono aperti da una stretta feritoia per piano, presente anche all’interno del portico, uniche fonti d’illuminazione per il vano interno dei campanili, il terzo, invece, è aperto da una monofora a sesto acuto con ghiera mentre, nei due ordini superiori, troviamo una bifora acuta poggiante su una colonnina con capitello decorato a motivi fogliati.

449 L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di G. Cassata, cit., p.255. 450

AA. VV., Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale, Palermo: Fondazione patrimonio UNESCO Sicilia, 2018, p.165.

451 Ibidem. 452 Ibidem. 453

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Figura 91: Cefalù, particolare delle colonnine nel registro superiore della facciata.

Figura 92: Cefalù, particolare delle bifore dei campanili, a sinistra il campanile

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147 Il sesto ed ultimo ordine, formato da un blocco di dimensioni ridotte, è diverso nelle due torri; nel campanile settentrionale è aperto da una piccola monofora in facciata ed è costituito da un conglomerato lapideo, mentre la torre meridionale mostra una bifora su ogni prospetto ed ha una muratura formata da conci squadrati.

Le torri di Cefalù sono all’apparenza austere e prive di ornamenti, eccetto che per la cornice con motivo a scacchiera sopra al quinto ordine del campanile settentrionale, ripresa poi nell’ultimo ordine della torre meridionale; altro elemento decorativo è il motivo ad archi intrecciati di derivazione araba, subito sotto la merlatura della torre nord.

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149 Entrambe le torri anche nelle merlature alla sommità mostrano differenze, nella torre meridionale sono presenti merli con forma di fiammelle, simbolo della mitria papale e di conseguenza del potere della chiesa, queste circondano una cuspide piramidale a base quadrata. La torre settentrionale, invece, è coperta da una cuspide a base ottagonale circondata da merli ghibellini legati alla corona reale e al potere temporale; entrambe le cuspidi sono il risultato di un’aggiunta quattrocentesca454. Le campane oggi sono presenti solo nel campanile settentrionale al quale si accede, così come per il meridionale, dall’interno del duomo tramite delle aperture poste ai fianchi della controfacciata.

Studiando l’architettura della cattedrale di Cefalù si apre una riflessione sulle diverse influenze artistiche che influirono sulla costruzione.

Si rilevano i richiami normanni della struttura: nelle torri con funzione difensiva oltre che religiosa, nel corpo longitudinale tagliato da transetto, mentre troviamo richiami arabi nelle decorazioni ad archi intrecciati con motivi a zigzag e a scacchiera e caratteri lombardi nel portale d’ingresso. Inoltre vi sono anche influenze dall’Asia Minore nella decorazione esterna della facciata e dell’abside principale e rimandi a

454

AA. VV., Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale, cit., p.134.

Figura 95: Cefalù, particolare del sesto ordine e della copertura del campanile

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150 Montecassino per la divisione interna a tre navate tramite colonne e tetto ligneo a vista455.

Sono presenti anche caratteristiche architettoniche legate al gotico nei costoloni delle volte a crociera, dove Lambert456 trovò influenze francesi e normanno-inglesi.

Dello stesso pensiero è il Samonà457 che, nei suoi studi, sancisce la presenza in zona dei monaci di San Leonardo e dei canonici si Sant’Agostino, ordini monastici di educazione francese; difatti i tre vani d’altare paralleli e le tre absidi sono elementi ripresi dall’abbazia di Cluny458, precedentemente affrontata, e da tutte le costruzioni a essa ispirate.

Fra queste l’abbazia di Jumièges, dedicata a Notre-Dame, della quale non restano che delle rovine, fu probabilmente un modello di riferimento nella costruzione del duomo di Cefalù.

Siamo a conoscenza tramite la Vita sancti Filiberti459, contenente una descrizione

dettagliata dell'abbazia carolingia di Jumièges, della distruzione dell’edificio nel corso delle invasioni normanne a partire dall'844 e della sua rioccupazione poi nel 928, ai tempi del duca di Normandia Guglielmo detto Lungaspada.

La costruzione che oggi esaminiamo dalle rovine fu iniziata intorno al 1044 e, dopo un'interruzione dei lavori, venne consacrata nel 1067460.

Qui la facciata è inquadrata, come in Cefalù, da due alte torri scalari con due ordini inferiori a pianta quadrata e due superiori a base ottagonale; queste affiancano un portico voltato a botte, sormontato da tribune, al quale si accedeva dalle torri stesse. Oltre all’abbazia di Jiumièges un'altra rilevante costruzione dalla quale presero riferimento le cattedrali normanne in Sicilia, e ugualmente anche il duomo di Cefalù, è la chieda di Saint-Etienne a Caen.

Iniziata verso il 1066, fatta eccezione per la possente struttura della facciata risalente all'ultimo decennio dell’XI secolo, questa fa parte delle chiese fondate da Guglielmo il Conquistatore e dalla moglie Matilde di Fiandra461.

455 E. Calandra, Breve storia dell’Architettura in Sicilia, cit., p.32.

456 Octave Join-Lambert, Notice sur Cefalù, in, Louise Olivier, En Sicile. Parigi: Ernest Flammarion,

1902.

457 G. Samonà, Il Duomo di Cefalù, cit., pp.39-40. 458

W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p.156.

459 Maylis Baylé, JUMIEGES, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1996, http://www.treccani.it/enciclopedia/jumieges_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Aprile 15, 2019.

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151 La facciata è costituita da un massiccio blocco composto da tre ordini, privi di decorazioni; nel registro inferiore di questo sono presenti i tre portali racchiusi da quattro contrafforti, mentre in alto, i due ordini superiori, sono caratterizzati da cinque grandi finestre a tutto sesto, tre nella parte centrale e una per lato ai fianchi. Le torri, che accompagnano lo sguardo verso l’alto per via di una elevazione notevole, sono ripartite su tre ordini; il primo ordine, privo di aperture, è scandito da una ripetizione di arcate cieche lungo tutto il perimetro, il secondo livello è anche qui occupato da un motivo ad arcate cieche poggianti su semicolonne, a cui però si

461 Andrè Renoux, Caen, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1993, http://www.treccani.it/enciclopedia/caen_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Aprile 15, 2019. Cfr. X. Barral, Romanico: città, cattedrali e monasteri, cit., p.133.

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152 alternano due strette monofore a mo’ di feritoia, infine il terzo ordine è dotato di due grandi bifore poggianti su colonne, con archivolti provvisti di spesse modanature. In alto entrambe le torri sono coperte da due alte cuspidi gotiche a base ottagonale con otto pinnacoli, del XIII secolo462.

462

X. Barral, Romanico: città, cattedrali e monasteri, cit., p.133.

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153 Come si può osservare, le costruzioni appena trattate mostrano diverse analogie con la cattedrale di Cefalù soprattutto nella scansione della facciata anche se non ho riscontrato fonti su contatti diretti tra chi ha operato nella cattedrale di Cefalù e le costruzioni di Jumièges e Caen appena trattate, ma è logico pensare alla relazione che i sovrani normanni ebbero con quest’area sia prima che dopo la partenza per l’Italia. Inoltre si devono ringraziare anche i monaci che, in area siciliana, seguirono l’esempio di Cluny e delle grandi abbazie normanne nell’edificazione di nuove costruzioni; così i modelli dell’architettura francese e dell’Inghilterra di Guglielmo il Conquistatore si diffusero facilmente nei territori dell’Italia normanna, sia in Sicilia che nelle zone della penisola sotto il loro dominio.

Queste caratteristiche costruttive sono difatti riscontrabili anche nel campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta a Melfi dove la torre resta l’unico elemento del complesso religioso che conserva i caratteri medievali originali, mostrando assonanze con i campanili del duomo di Cefalù.

La cattedrale di Melfi venne edificata per volere di Guglielmo I detto il Malo nel 1155463 , anche se, come detto, venne completamente riedificata durante il Settecento464. Il campanile di Melfi, invece, venne innalzato nel 1153 dall’architetto Noslo di Remerio465 per volere di Ruggero II e di Guglielmo I , come si legge su una lapide di marmo nella muratura466.

La torre, come in Cefalù, mostra una pianta quadrata con alto basamento, coincidente all’interno con tre piani, in cui si aprono delle feritoie, unica fonte luminosa; la parte superiore è costituita da altri due ordini con bifore poggianti su colonnina centrale e capitello decorato. In alto è coperto da una cuspide a base ottagonale ricostruita, per sostituire la precedente, con merli ghibellini, andata distrutta dopo il terremoto del 1851467.

463 L’Italia romanica, La Basilicata, la Calabria, a cura di Chiara Garzya Romano, Milano: Jaca

Book, 1988, p.35.

464 Pio Francesco Pistilli, MELFI, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1997, http://www.treccani.it/enciclopedia/melfi_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Luglio 03, 2019.

465 L’Italia romanica, La Basilicata, la Calabria, a cura di C. G. Romano, cit., p.35. 466

«Hoc opus regium regina celi comendet quos ex precepto et salario invictissimi regis Rogerii et

filii ejus gloriosissimi regis Willelmi presul Rogerius cum fideli populo Melfiensi felici exitu consumavit, Anno Domini MCLIII», in L’Italia romanica, La Basilicata, la Calabria, a cura di C. G.

Romano, cit., p.35.

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154 Il campanile di Melfi, discostandosi da quelli di Cefalù, ha una ricca decorazione a tarsia policroma con motivi geometrici, presente nelle cornici marcapiano, nelle ghiere e nelle lunette delle bifore, e con figure zoomorfe ai fianchi della bifora nell’ultimo ordine; queste sono identificate in due grifoni ed interpretate come emblema araldico normanno468, anche se più simili ad un leone e ad una pantera, che,

468

Ibidem.

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155 nel restauro attuato fra il 1928 e il 1929 circa, furono associati da Edoardo Galli con i due grifoni affrontati sopra una coppia di capitelli del chiostro nel Duomo di Cefalù469. Ciò potrebbe confermare dei contatti diretti fra le due aree, anche se non ho rilevato alcuna fonte relativa a maestranze o artisti che operarono fra i due edifici.