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Il campanile della Cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta d

Quando i Normanni conquistarono Palermo, per volere del Gran Conte Ruggero I e del fratello Roberto il Guiscardo, vi fu un ritorno alla matrice cristiana e cattolica della cattedrale che, dalle origini bizantine del IV secolo, era stata riadattata a grande moschea, detta Gami, dagli Arabi nel IX secolo508.

507

Ibidem.

508 «Quivi è la moschea gami che fu un tempo chiesa del Rum; nella quale si vede il gran santuario

[…] che i musulmani hanno tramutato in moschea», Ibn Hawqal, in Giuseppe Bellafiore, La

Cattedrale di Palermo, Palermo: Flaccovio, 1976, p.13. Cfr. L’Italia romanica: La Sicilia, a cura di

G. Cassata, cit., p.127.

Figura 109: Palermo, Cattedrale della Santa Vergine Assunta,veduta meridionale del

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169 Dedicata alla Vergine Assunta, fu edificata per volere dell’arcivescovo Gualtiero Offamilo509, a partire dal 1170-72 circa510; fu solo grazie a Guglielmo II però che, dopo il terremoto del 1169, si decise di ricostruirla interamente.

Consacrata tra il 1184 e il 1185511, la cattedrale subì ulteriori ristrutturazioni e modificazioni a causa dei molteplici terremoti che si susseguirono nei secoli.

Della precedente basilica bizantina faceva parte la grande torre campanaria oggi annessa al palazzo arcivescovile. Questa, un tempo inglobata alla cinta muraria, aveva funzione difensiva oltre che religiosa, ciò è riportato in un documento del 1168512 in cui è nominata la fuga dell’arcivescovo Stefano di Perche513, che vi si barricò insieme ai suoi armati per difendersi.

Non restano fonti sull’edificazione della torre ma siamo a conoscenza dei numerosi restauri al quale fu sottoposta, primo fra questi quello operato per volere di Gualtiero nel 1185514.

509 Fulvio Delle Donne, GUALTIERO, in Dizionario Biografico degli Italiani Treccani, vol.60, 2003, http://www.treccani.it/enciclopedia/gualtiero_%28Dizionario-Biografico%29/. Data di consultazione: Luglio 02, 2019.

510 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p.162. Cfr. G.

Bellafiore, La civiltà artistica della Sicilia dalla preistoria ad oggi, cit., p.28.

511 AA.VV., L'arte siculo-normanna: la cultura islamica nella Sicilia medievale, cit., p.136. Cfr. G.

Bellafiore, La Cattedrale di Palermo, cit., pp.16-20.

512

A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.117.

513 Francesco Panarelli, STEFANO di Perche, in Dizionario Biografico degli Italiani Treccani, vol.94,

2019, http://www.treccani.it/enciclopedia/stefano-di-perche_%28Dizionario-Biografico%29/. Data di consultazione: Luglio 02, 2019.

514

A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.118.

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170 Il Bellafiore515, parlando del campanile, afferma che fu innalzato sulla torre precedente tra il 1310 e il 1350, anno in cui crollò. Questa tesi si basa su dei documenti in cui una certa Palma di Maestro, moglie di Rogero di Mastrangelo, fece una donazione per la costruzione del campanile; altre testimonianze sono riportate nei documenti del Senato palermitano della prima metà del Trecento in cui si attestava la prosecuzione dei lavori nel campanile516.

Oltre a questi interventi, l’edificio subì numerosi altri restauri nel corso dei secoli, dai lavori attuati nel 1358-59 ad opera dell’arcivescovo Ottavio De Labro, alla fondazione del palazzo arcivescovile per merito dall’arcivescovo Bologna nel 1460; inoltre a causa di un fulmine che la colpì nel 1657, la torre venne nuovamente restaurata dal canonico Giovanni Magrè della Maramma che la dotò di un coronamento piramidale con piastrelle di maiolica, poi sostituito da archi, che sostenevano la campana, realizzati nel 1714517.

L’edificio contemporaneo è il risultato dei lavori di restauro del 1825 in stile neogotico, su progetto di Emanuele Palazzolo518.

La torre è collegata alla cattedrale tramite degli archi-ponti ogivali aerei, usati in epoca medievale come via di fuga, che dalla cripta, grazie ad una serie di passaggi, consentivano di ripararsi nel vicino Palazzo dei Normanni senza essere notati519. Degli archi-ponti originali di via Bonello, costruiti secondo alcuni studiosi520 durante il restauro della torre del 1185, oggi non resta più nulla; attualmente sono visibili le riproduzioni di queste stupende arcate ogivali di cui solo quella settentrionale aveva funzione di collegamento.

La torre campanaria si sviluppa subito sopra l’imponente corpo, a pianta rettangolare, inserito nel palazzo arcivescovile e riprende lo stile delle torri angolari della cattedrale.

515 G. Bellafiore, La Cattedrale di Palermo, cit., pp.39-40. 516

Ibidem.

517 A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., pp.118-119. 518 Ivi, p.119.

519 Ivi, p.180. 520

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Figura 112: Palermo, particolare degli archi-ponti che collegano la cattedrale al

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173 Anche se la funzione di campanile è rivestita dalla grande torre del palazzo arcivescovile, essenziali sono le quattro torri scalari agli angoli della cattedrale. La prima ad essere edificata fu la torre di sud-ovest, datata dal Krönig alla fine del XII secolo521 venne datata dallo Zanca al XIII secolo522, al quale sicuramente saranno seguite a breve le altre.

Concepite con la funzione di torri scalari, queste, a pianta quadrata, furono costruite in fasi successive; dall’epoca gualtieriana, dopo una fase di stallo, i lavori ripresero nel 1220 con elementi nordici portati dalla dinastia Hohenstaufen, fin dal completamento del prospetto occidentale dopo il XIV secolo523.

Esaminando le torri in facciata si osservano, nei primi due ordini, delle grandi finestre cieche ogivali a doppia ghiera decorate con piccoli elementi a dadi piramidali detti a testa di chiodo524, con colonne di spoglio inserite nelle nicchie agli angoli; queste hanno nel primo ordine capitelli l’uno diverso dall’altro, decorati con elementi vegetali, teste leonine o umane, mentre nell’ordine superiore presentano capitelli corinzi.

Questi ordini sono aperti da feritoie trilobate, leggermente strombate presenti all’interno delle finestre cieche di ogni ordine unico elemento di illuminazione interna.

Il secondo ordine, ridotto di dimensioni rispetto al primo, è più riccamente decorato sia nella muratura, con motivi geometrici, che nelle lunette delle finestre cieche, dove sono presenti degli oculi con archi intrecciati formanti stelle a sei e otto punte.

Rombi, cerchi, quadrati, croci e motivi vegetali si ripetono in serie per creare fasce decorative risalenti, secondo il Bellafiore525, alla tendenza decorativa affermata in Sicilia già dalla fine del XII secolo in accordo con quanto avveniva in Spagna, Africa e nelle regioni tirreniche dell’Italia.

I primi due ordini terminano con una serie di archetti acuti pensili trilobati, la cui lunetta è decorata con elementi vegetali, poggianti su colonnine marmoree con capitelli ornati tutti in modo diverso, sostenute da mensole anch’esse decorate. Sopra gli archetti, le due torri hanno elementi decorativi differenti; nella torre meridionale i

521 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p.166. 522 A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.134.

523

Ivi, p.138.

524 Questo elemento, affermatosi in epoca sveva, si svilupperà nel XIV e nel XV secolo fino ad

assumere la forma di bugne a punta di diamante. A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.149.

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174 vuoti sono colmati dalla terminazione degli archetti stessi incrociati, mentre in quella settentrionale terminano con teste umane caricaturali, teste leonine e una testa bovina.

Questo livello, all’interno, termina con scale a chiocciola che conducono ai camminamenti sui tetti.

La decorazione delle torri angolari palermitane fin qui descritta sembra rifarsi ai campanili del duomo di Gaeta, di Amalfi e di Salerno per via dell’impiego di colonne di spoglio che in quest’ultime sono inserite negli angoli del primo ordine dei rispettivi campanili526.

Procedendo in alzato fino alla sommità s’innestano delle torrette angolari, come in Santa Maria dell’Ammiraglio, nel quale sono state incassate un fascio di colonnine di marmo e sono inserite decorazioni con motivo a testa di chiodo di dimensioni diverse o altri motivi geometrici.

L’inizio dei lavori nella parte superiore delle torri palermitane risale al 1312 e forse furono ultimate verso il 1320527, per via dei caratteri richiamanti il gotico.

Il terzo ordine è occupato da una bifora cieca a sesto acuto poggiante, sia al centro che agli angoli, su colonnine con capitelli fogliati, di cui alcune tortili; nelle lunette, sopra una cornice con elementi a testa di chiodo che corre lungo tutto il perimetro della torre, sono presenti due archetti ogivali con un tondo, di cui oggi solo alcuni mantengono la decorazione.

I due ordini superiori sono caratterizzati da bifore archiacute pentalobate su ogni lato, poggianti su colonnine in marmo, alcune tortili, con capitelli decorati con teste antropomorfe e con motivi vegetali; anche qui le lunette sono decorare da tondi con motivi geometrici.

L’ultimo ordine, simile ai precedenti, è occupato però da una trifora ad archetti acuti trilobati su ogni prospetto, con tondi triplici nelle lunette.

Le torrette angolari continuano anche nella copertura, in forma tronco-conica, trasformandosi in contrafforti per la guglia.

I richiami al gotico di questi ordini viene suggerito dalla dimensione delle aperture, più slanciate, dagli archi fortemente acuti e dalle cuspidi, sormontate da un globo in muratura e da una croce in ferro.

526 A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.138. 527

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Figura 115: Gerusalemme, Basilica del Santo Sepolcro, facciata con il particolare

dei portali e delle finestre con motivo a guanciale.

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179 Riguardo alle torri scalari della testata orientale, non conosciamo la data di edificazione. Tuttavia anche se presenta caratteri di gusto normanno del periodo dei Guglielmi, l’ordine subito sopra la merlatura delle navate minori è in realtà riconducibile al 1350, cioè al periodo chiaramontano528.

In questo ordine, su ogni torre orientale, s’inserisce una monofora cieca archiacuta con doppia ghiera e oculo interno ornato con stelle a otto punte e piccola apertura in basso, tutto decorato con tarsia policroma ad eccezione della seconda ghiera che mostra un bugnato a guanciale529, che ritroviamo nel prospetto laterale del Santo Sepolcro a Gerusalemme inserito nelle ghiere delle aperture530.

Proseguendo, negli ordini superiori si sono riproposte la struttura e le caratteristiche delle torri occidentali, mentre il prospetto meridionale della torre Sud è stato arricchito nel 1574 dell'orologio, opera di Vincenzo Gagini531.

Al contrario dello schema costruttivo con due possenti torri in facciata, come in Cefalù e Monreale, e riscontrabile in numerosi esempi di chiese e cattedrali di Francia, Inghilterra e Germania, anche l’impianto della cattedrale di Palermo, con piccole torri scalari, è ugualmente rintracciabile nelle stesse aree.

Un esempio è l’abbazia di San Giorgio di Boscherville del XII secolo532, fornita di due torri annesse agli estremi delle navata centrale in modo da tripartire la facciata; queste alte e snelle conferiscono all’insieme un forte slancio verticale.

Ripartite in tre ordini da fasce marcapiano, le torri esibiscono al primo ordine, comprendente all’interno più piani, delle piccole feritoie; subito sopra una bifora cieca con archi acuti poggianti su colonnine con, anche qui, una piccola feritoia mentre al terzo ordine si aprono alte bifore su ogni prospetto con l’archivolto dotato di modanature e lunetta decorata con un piccolo oculo; entrambe le torri sono coperte da alte cuspidi con quattro piccoli pinnacoli agli angoli.

La cattedrale di Palermo mostra richiami anche con l’abbazia di Santo Stefano a Caen dove, oltre alle due grandi torri in facciata con guglie ottagonali ornate con pinnacoli, precedentemente analizzate, sono presenti altre piccole torrette a pianta quadrata ai fianchi dell’abside e del deambulatorio, richiamanti l’abbazia

528 Ivi, p.183.

529 Motivo di derivazione armena presente in Siria, in Egitto e nei portali e nei finestroni della basilica

del Santo Sepolcro a Gerusalemme. M. K. Guida, Monumenti Normanni Solennità e Fasto, cit., p.21.

530

Forse l’influenza siciliana arrivo a toccare anche la Terrasenta. P. Toesca, Storia dell’arte italiana,

Il Medioevo, cit., p.622.

531 Gioacchino Di Marzo, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI: memorie storiche e

documenti, vol, I, Palermo: Stamperia del Giornale di Sicilia, 1880, p.572.

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180 cluniacense; queste aperte da bifore su ogni lato terminano con alte guglie a base quadrata.

Figura 118: Saint-Martin-de-Boscherville, facciata dell’abbazia di San Giorgio di

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Figura 120: Palermo, cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta, particolare delle

torrette.

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182 Tuttavia le torrette scalari della cattedrale di Palermo sono più comuni nell’Inghilterra normanna di Guglielmo il Conquistatore, che darà il via ad una ricca attività architettonica con la nascita di numerosi monumenti come le cattedrali di Canterbury, Winchester, Rochester, Peterborough e Norwich533, dove molteplici torrette sono inserite nelle facciate, in modo da conferire ritmo e attenzione, all’incrocio del transetto o vicino alle absidi534

.

Anche la cattedrale di Canterbury possiede, ad esempio, due torri scalari all’estremità del prospetto occidentale, quattro negli angoli interni dei bracci dei transetti, due collocate esternamente all’abside e altre due sono poste ai lati del deambulatorio.

533 W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l'architettura normanna in Sicilia, cit., p. 163. 534

X. Barral., Romanico : città, cattedrali e monasteri, cit., p.212.

Figura 121: Winchester, transetto nord, originaria parte normanna della cattedrale

reale della Santissima Trinità.

Figura 122: Rochester, particolari normanni del registro inferiore della facciata

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Figura 123: Peterborough, facciata della cattedrale di San Pietro, San Paolo e

Sant’Andrea.

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184 Oltre ai riferimenti anglo-normanni, la cattedrale di Palermo trova importanti richiami nell’architettura ottoniana535, in particolare nella Renania, caratterizzata da edifici monumentali di tradizione paleocristiana536.

Il duomo di Spira, esempio di stile romanico tedesco, costruita fra il 1030 e il 1061 per volere dell'imperatore Corrado II con la funzione di luogo di sepoltura, ed ingrandita nel 1080 per ordine l'imperatore Enrico IV che affidò la direzione dei lavori ad Ottone di Bamberga537, si pone fra i modelli della Germania che mostrano similitudini con la cattedrale di Palermo.

Questa è provvista di quattro torri scalari ai vertici dell’edificio, tutte a pianta quadrata.

In facciata, il westwerk con la torre d'incrocio e le due torri orientali, fu realizzato fra il 1082 e il 1106 poi coperte, nel XIII secolo, da cuspidi decorate con motivi a rombi di tradizione bassorenana538.

In Spira è presente una bipolarità fra la parte orientale e occidentale tipica delle chiese imperiali, dove questa contrapposizione tra l’abside orientale e il westwerk è legata ad un discorso politico. L’imperatore, difatti, durante le cerimonie risiedeva nel westwerk, luogo privilegiato che si contrappose alla zona del presbiterio e dell’abside, in modo da equiparare potere religioso e potere imperiale. Ciò non

535 A. Zanca, La Cattedrale di Palermo (1170-1946), cit., p.137. 536

X. Barral, Romanico : città, cattedrali e monasteri, cit., p.40.

537 Ivi, p. 197.

538 Detlof von Winterfeld, SPIRA, in Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani, 1999, http://www.treccani.it/enciclopedia/spira_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/. Data d consultazione: Aprile 18, 2019.

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185 avvenne nella cattedrale di Palermo, dove il seggio reale era posto subito oltre la zona del coro, sulla sinistra.

Altro esempio cronologicamente precedente ma meno specifico, è la chiesa di San Michele a Hildesheim, fondata nel 996 da Bernoardo539 precettore di Ottone III e vescovo della città540, fornita di torri scalari composite in facciata, nel coro e alla

539 Ursula Mende, BERNOARDO di Hildesheim, Santo, Enciclopedia dell' Arte Medievale Treccani,

1992, http://www.treccani.it/enciclopedia/bernoardo-di-hildesheim-santo_%28Enciclopedia-dell%27- Arte-Medievale%29/. Data di consultazione: Agosto 31, 2019.

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X. Barral, Romanico : città, cattedrali e monasteri, cit., p.44.

Figura 126: Hildesheim, veduta della chiesa di San Michele.

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186 crociera con la torre-lanterna.

Anche la chiesa abbaziale di Santa Maria di Laach, iniziata nel 1093 e terminata nel XIII secolo541, esibisce lo stesso schema delle due costruzioni precedenti con torrette scalari, a pianta quadrata, contrapposte alle due, cilindriche, poste all’estremità opposta.

Dalle similitudini trovate con gli edifici appena trattati si evince l’importanza che la cattedrale di Palermo rivestiva in epoca medievale; essa riprese modelli dalle costruzioni reali e dalle grandi cattedrali imperiali divenendo anch’essa un’eccezionale costruzione rappresentante il regno normanno in Sicilia.