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“Gli Accordi di Associazione dell’Unione Europea”

1.Una definizione politica e normativa degli Accordi

di Associazione

L’ Unione Europea ha un ulteriore importante strumento per sviluppare una collaborazione con Paesi al di fuori dei confini europei; gli Accordi di Associazione80.

80 L’Unione Europea ha stretto tali accordi con la Tunisia (Decisione 98/238/EC

della Commissione e del Consiglio Europeo), con il Marocco (Decisione

2000/204/EC), con Israele (Decisione 2000/384/EC), con la Giordania (Decisione 2002/357/EC), con l’Egitto (Decisione 2004/635/EC), con l’Algeria (Decisione

Attraverso tale mezzo l’Europa mira a creare un terreno ideale per una collaborazione nelle più diverse aree: economica, culturale, politica, sociale etc.

La previsione di tali accordi era già presente nel Trattato di Roma che stabilì la Comunità Economica Europea: era fondamentale per poter permettere le relazioni tra l’allora CEE e il Regno Unito, che si era ritirato dalle negoziazioni per la creazione della Comunità durante la Conferenza di Messina del 1955.

Come accennato durante l’esame della Politica di Vicinato, la base giuridica degli Accordi di Associazione si può ritrovare negli articoli 216,217 e 218 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

Il primo articolo proclama come possano essere conclusi “accordi con Paesi esterni all’Unione se questi sono necessari

per il raggiungimento degli obbiettivi prefissati dai Trattati costitutivi”.

La relazione diplomatica deve quindi svilupparsi nel terreno istituzionale europeo e perseguendo gli obbiettivi dei Trattati fondamentali.

L’articolo 217 evidenzia come gli accordi possano prevedere

“specifici azioni e obblighi reciproci, azioni comuni e procedure speciali”.

Si nota come non sia specificato in modo particolare e definito cosa gli accordi possano contenere; questo è fondamentale per poter garantire all’Unione Europea e al Paese interessato a tale relazione bilaterale una completa libertà di azione.

Tali accordi vengono solitamente conclusi dall’Unione Europea in cambio di riforme politiche o economiche nei Paesi firmatari. Possono anche essere accordi di agevolazioni doganali: uno degli scopi degli Accordi di Associazione nell’area euro-mediterranea

è anche la creazione di un’area di libero scambio commerciale tra i Paesi partecipanti.

L’articolo 218 si occupa di stabilire la procedura necessaria per la stipula di tali accordi.

Il Consiglio deve autorizzare l’inizio delle negoziazioni su proposta della Commissione Europea o dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e per la Politica di Sicurezza e potrà concluderle solo dopo l’approvazione del Parlamento: tra gli accordi previsti dal presente articolo ci sono anche i cosiddetti Accordi di Associazione che saranno l’oggetto principale dell’analisi.

Per rientrare in quest’ultima categoria, il Servizio per l’Azione Esterna dell’Unione Europea ha previsto81 diverse caratteristiche

da rispettare:

1) l’intenzione di andare oltre a una semplice collaborazione per abbracciare una stretta relazione economica e politica con il Paese firmatario

2) la creazione di organi istituzionali paritari per la gestione della collaborazione

3) l’introduzione di una clausola che impegna legalmente il Paese firmatario al rispetto della CEDU

Gli Accordi di Associazione hanno spesso sostituito gli Accordi di Cooperazione che spesso legavano l’Unione Europea ai Paesi esterni; il cambio di denominazione e la nuova struttura degli Accordi è dovuta al Trattato di Lisbona.

81 Documento dell’11 Maggio del 2011 del Servizio per l’Azione Esterna

I primi Paesi ad aver stipulato simili patti furono la Grecia nel 1961 e la Turchia nel 1963.

Inserendosi a pieno titolo nel sentiero tracciato dal Processo di Barcellona e dalla Politica di Vicinato, gli Accordi di Associazione mirano a promuovere un dialogo regolare tra i Paesi firmatari su questioni di politica e sicurezza comune per promuovere una comprensione reciproca e una più proficua collaborazione su questioni sociali e culturali.

Un altro ambito di lavoro, se non il fondamentale, è quello economico e finanziario dove l’opera comune deve portare a una sostanziale liberalizzazione degli scambi e a una economa sostenibile.

L’obiettivo della creazione di un’area di libero scambio deve essere raggiunto entro la cornice regolamentare del WTO e dopo un periodo di transizione di 12 anni dal momento della conclusione degli Accordi istitutivi.

I passi previsti per il raggiungimento di tale scopo sono quindi la rimozione di tariffe doganali e la proibizione di qualsiasi misura protezionistica sulle quantità di beni oggetto di esportazione e importazione.

La totalità degli Accordi di Associazione prevede comunque la possibilità di derogare a queste procedure nel caso di prodotti particolarmente importanti e rilevanti per la salvaguardia dell’economia locale.

Il diritto di stabilimento industriale viene generalmente regolato dalle norme del GATS82; si prevede inoltre la creazione di un

sistema comune per la risoluzione delle dispute di carattere commerciale.

82“Accordo generale sugli scambi e i servizi” è un accordo firmato nel 2000 dai

partecipanti al Wto con lo scopo di stabilire delle norme comuni in tema di stabilimento industriale e somministrazione di servizi

La generalità degli accordi prevede inoltre la creazione di strutture istituzionali comuni come un Consiglio di Associazione, formato a livello ministeriale, che adotta decisioni e formula raccomandazioni per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, e come un Comitato di Associazione che vigila sull’applicazione degli Accordi e si occupa di risolvere eventuali controversie sull’esecuzione dello stesso.

La necessità di collegamenti con il mercato esterno all’Unione Europea si fa sempre più pressante: secondo la Commissione Europea83 il 90% del Pil globale viene generato al di fuori dei

confini europei.

Questo spiega come mai l’Unione Europea si stia interessando sempre più ai mercati al di fuori dei propri confini, anche attraverso strumenti legislativi come gli Accordi di Associazione: la Commissione sottolinea come, se venissero chiusi tutti gli accordi di libero scambio attualmente in fase di negoziazione, l’Europea vedrebbe un incremento di circa il 2,2% del proprio Pil.

Questo significa, facendo un paragone, che l’economia europea vedrebbe l’aggiunta di una Nazione come la Danimarca o l’Austria.

Spostando l’attenzione sul territorio del Mediterraneo meridionale, si nota come alcuni degli sviluppi più proficui si siano avuti con lo Stato del Marocco: l’Unione Europea ha già concluso con quest’ultimo due tavoli di negoziazioni per arrivare a un trattato di libero scambio generale.

Questo si aggiungerebbe quindi ai trattati già in vigore dal 2012 sul libero scambio di merci agricole e ittiche, sempre conclusi con il regno nord africano.

83 “ The EU’s bilateral agreements: where are we?” memo della Commissione

2.Gli Accordi di Associazione e la creazione di