2.Gli scopi dell’Unione per il Mediterraneo
2.6 Le energie rinnovabili: il Piano per l’energia solare del Mediterraneo
L’Unione per il Mediterraneo ha ripreso una problematica ben presente ai Paesi membri sia del Processo di Barcellona che della più recente Politica di Vicinato, ossia l’approvvigionamento di risorse energetiche: l’Unione Europea è il più grande importatore di energia e il secondo più grande consumatore dopo gli Stati Uniti.
Si ritiene inoltre che tale dipendenza energetica non farà che aumentare: nel 2008 i Paesi europei hanno importato circa il 50% del proprio fabbisogno energetico, ma nel 2030 si arriverà a circa il 65%42.
Tali dati hanno senza dubbio posto la problematica dell’approvvigionamento energetico al centro dell’agenda politica delle nazioni europee.
Si deve sottolineare inoltre come le maggiori risorse siano in aree politicamente instabili e come la competizione per l’accesso a tali limitate riserve stia diventando sempre più accesa con conseguente aumento dei prezzi .
A tale emergenza ha contribuito anche la crescita dell’industria del principale esportatore di gas verso l’Europa, ossia la Federazione Russa.
Tale crescita ha portato il governo di Mosca a ricalibrare le proprie priorità sia in politica economica che estera dato che lo Stato richiedeva maggiori quantità di energia per il fabbisogno interno: si arrivò così alle dispute internazionali per i gasdotti con l’Ucraina e la Bielorussia che portarono al tagli degli approvvigionamenti di gas per l’Unione Europea nel 2006 e successivamente nel 2007,2009 e 2010.
Questo fu il più evidente segnale di allarme della crescente dipendenza energetica dei Paesi del vecchio continente verso esportatori esteri; tale situazione ha sollevato la consapevolezza nei governanti europei di una nuova politica energetica, più coerente con le nuove necessità dell’Unione Europea.
Si punta a variare in maniera significativa la platea dei fornitori per diminuire quindi la crescente dipendenza dell’Unione dai fornitori principali.
42 A. Aiassoui “European strategy fort the security of energy supply: re-evaluating
relations between the Eu and the producers and transit countries of North Africa” Middle East Economic Survey n1 del 2010
Si evidenzia in questo ambito il ruolo cruciale che vanno a rivestire i Paesi del Nord Africa: già nel 200343 si osservò come
entro il 2014 tali Stati avrebbero rivestito una importanza paragonabile alla Russia e ai Paesi dell’ex Unione Sovietica per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico da parte dell’Europa.
Come si può vedere, un tema fondamentale delle relazioni tra l’Unione Europea e i Paesi del bacino del Mediterraneo è sempre stato il tema delle risorse energetiche: l’istituzionalizzazione di tale mercato non è però ancora stata portata a termine nonostante i ripetuti e numerosi sforzi fatti in tale direzione.
Si possono far risalire i primi tentativi alla “Politica Globale del Mediterraneo” , introdotta e istituzionalizzata negli anni ’70 in risposta alla prima crisi petrolifera di tali anni, per poi proseguire con il “Processo di Barcellona” del 1995.
Sembra non ancora raggiunta una politica energetica uniforme tra le due sponde del Mediterraneo; le proposte europee in tale tema vengono spesse percepite come una sottrazione di sovranità da parte dei Paesi medio orientali e nord africani.
L’Unione per il Mediterraneo sembra però foriera di novità in questo campo operativo per diverse ragioni: le nuove strutture istituzionali dell’organizzazione, già precedentemente analizzate, potranno aiutare l’associazione a un approccio più pratico e attualizzato alle esigenze della situazione.
L’Unione per il Mediterraneo spera quindi di evitare gli ostacoli politici che hanno da sempre caratterizzato le relazioni tra i Paesi dell’Unione Europea e i Paesi del Nord Africa in tale tema, ponendo al centro dell’attenzione progetti concreti a cui le due sponde del Mediterraneo possano collaborare insieme.
43 Si veda la dichiarazione ministeriale del Consiglio dell’Unione Europa del vertice
Al centro di tale piano di azione deve essere posto il piano per l’energia solare del Mediterraneo (Msp), uno dei sei progetti principali dell’intera Unione per il Mediterraneo.
Si punta a incentivare il mercato di risorse energetiche rinnovabili andando progressivamente a diminuire quelle date da combustibili fossili come il petrolio; si mira inoltre a rimuovere eventuali ostacoli normativi tra i vari Paesi coinvolti per creare un mercato unico di tali risorse.
E’ evidente come questo progetto ricalchi le sfide lanciate anche dai progetti in tema di approvvigionamento energetico lanciate sotto l’egida della Politica di Vicinato.
Il Piano prevede anche due obbiettivi complementari, ossia sviluppare circa 20GW di energia solare arrivando quindi a risparmiare notevoli quantità di risorse energetiche entro il 2020. Si possono riportare le parole44 di Marcus Cornaro, responsabile
per la Politica di Vicinato alla Commissione Europea: “ La
Commissione si impegnerà fermamente nel supportare l’Unione per il Mediterraneo nel raggiungimento degli obbiettivi prefissati da tale ambizioso piano anche attraverso i vari strumenti45 di ricerca fondi previsti per tali progetti” .
Le Nazioni sostenitrici di tale piano si impegnano a collaborare anche attraverso le strutture istituzionali già presenti, segnatamente la Politica di Vicinato e il Processo di Barcellona, per arrivare a un sistema giuridico, economico e sociale che permetta un costante sviluppo dell’uso delle energie rinnovabili e il loro scambio tra i vari Paesi coinvolti.
44 Discorso pronunciato alla riunione a Bruxelles del 10 Febbraio 2010 del
Consiglio Europeo
45 Marcus Cornaro qui si riferisce al FEMIP (the European Investment Bank’s
Facility for Euro-Mediterranean Investment and Partnership) e al NIF ( Neighbourhood Investment Facility)
Viene preso inoltre l’impegno formale per la ricerca e la promozione, insieme all’Unione Europea, di ogni possibile forma di sostegno e finanziamento all’utilizzo delle energie rinnovabili. Si sottolinea inoltre l’importanza della cooperazione e dello scambio delle risorse tecnologiche che possono servire per il raggiungimento degli obiettivi del Piano.
Si punta a realizzare un “collegamento verde46” tra le due sponde
del Mediterraneo attraverso l’applicazione di collegamenti elettrici.
I Paesi dell’Unione Europea si impegnano inoltre a iniziare un graduale processo di sostituzione delle risorse energetiche derivanti da combustibili fossili con altre ecologicamente sostenibili.
I primi finanziamenti per il Piano in questione sono nell’ordine dei 10 miliardi di Euro.
L’Unione per il Mediterraneo è sin dai suoi primordi anche occasione di dialoghi informali tra i propri membri: l’ex Presidente francese Sarkozy ha spesso avuto modo di proporre una alleanza franco-algerina come forza promotrice dell’allora nascente Unione per il Mediterraneo come, a suo tempo, la collaborazione franco-tedesca fu fondamentale per la nascita dell’Unione Europea.
L’allora Capo di Stato francese propose, per concretizzare tale intesa tra le due sponde del Mediterraneo, una partnership tra la compagnia energetica di proprietà dello Stato Gaz de France (GDF) e la compagnia nazionale algerina Sonatrach47
L’idea alla base di questa auspicata collaborazione tra i due colossi del mercato energetico sarebbe dovuta essere lo scambio di risorse energetiche algerine con l’esperienza e le tecnologie
46 Così viene presentato nel progetto iniziale del Piano
47 “Sarkozy seeks top air French, Algerian natural gas firms”. Dal Wall Street
francesi in campo nucleare, ma varie difficoltà di ordine politico ed economico hanno impedito la realizzazione di tale progetto. Le attenzioni si sono quindi concentrate ancora di più sul Piano per l’Energia Solare del Mediterraneo che ha sin da subito riscosso una grande partecipazione.
Tale entusiasmo ha anche una origine economica-industriale ossia il lancio, nello stesso anno della nascita dell’Unione per il Mediterraneo, del progetto DESERTEC48 da parte di un
consorzio di imprese europee del settore energetico.
Può essere utile presentare alcuni dati di questo ambizioso progetto: con un budget di circa 400 miliardi di euro punta a fornire all’Europa circa il 15% del suo fabbisogno di energia elettrica entro il 2020 traendolo esclusivamente dai deserti nord africani.49
Si può notare quindi come l’Unione per il Mediterraneo abbia contribuito in maniera significativa a incentivare gli operatori del mercato energetico dando loro un terreno istituzionale in cui investire e come, di conseguenza, possa aiutare l’Unione Europea a diminuire sensibilmente la sua dipendenza energetica verso i Paesi dell’ex Unione Sovietica.
Il Piano per l’energia solare del Mediterraneo deve comunque essere ancora compiutamente realizzato e deve essere verificato nel mercato energetico globale per poter definire appieno la sua efficacia.
Dovranno innanzitutto essere eliminate eventuali barriere normative tra i Paesi coinvolti per facilitare le esportazioni di risorse energetiche.
Dovranno essere analizzati e resi competitivi i prezzi di vendita dato l’alto numero e l’alta specializzazione delle infrastrutture
48 Da allora si sono unite anche numerose imprese con base nelle Nazioni del
Mediterraneo del sud come l’algerina Cevital
richieste per il trasferimento delle risorse energetiche in esame dai deserti nordafricani all’Europa e da lì ai vai Paesi acquirenti. Probabilmente l’Unione Europea dovrà proporre incentivi economici per l’acquisto di tali risorse energetiche e tale mossa politica potrebbe essere criticata in tempo di crisi economica. Le prospettive dei piani energetici strutturati nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo non garantiscono devono quindi essere analizzate alla prova del tempo date le numerose incognite, ma il notevole interesse dimostrato dalle parti in causa è senz’altro un segno positivo.
Come si può notare, gli obiettivi dell’Unione per il mediterraneo coprono un vasto campo e possono avere ricadute di diverso tipo sulla vita politica, sociale ed economica dell’area del Mediterraneo.
Si può prevedere un notevole impatto sul lato della sostenibilità ambientale; il progetto legato alla mobilità e ai trasporti mira a ridurre l’impiego di carburanti fossili, il Piano per l’Energia Solare punta a incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili al posto di quelle derivanti da combustibili fossili mentre “Orizzonte 2020” mira a ripulire le acque mediterranee dall’inquinamento.
Il Piano per l’Energia Solare può diminuire la dipendenza energetica dell’Unione Europea e fornire risorse energetiche a prezzi contenuti ai Paesi in via di sviluppo del Nord Africa e del Medio Oriente, la riduzione dell’inquinamento delle acque mediterranee potrà portare a un incremento del turismo nonché dell’attività di pesca mentre lo sviluppo della rete dei trasporti porterà a un incremento della produttività delle industrie dell’area.
Rimane comunque impossibile identificare con accuratezza quali saranno gli effetti concreti dei progetti in corso d’opera; come è
stato osservato, sono diverse le variabili di natura politica ed economica che possono andare ad influenzare l’esito dei programmi.
Una delle variabili principali, se non la fondamentale, è la scarsità di fondi dato che l’Unione Europea si è spesso dimostrata restia a finanziare continuamente i vari progetti; si rende quindi necessario cercare di coinvolgere investitori privati.
Questi ultimi si sono dimostrati particolarmente interessati soprattutto al progetto per le energie rinnovabili, mentre gli altri temi si sono rivelati di minore attrattiva.
Starà all’Unione per il Mediterraneo cercare di attirare ulteriori investimenti mostrandosi come un attore imprescindibile della scena politica e rivelando la propria affidabilità e solidità
E’ proprio su questo punto che l’Unione può e deve migliorare; come è stato precedentemente notato, i primi anni della nuova Organizzazione Internazionale hanno visto notevoli dispute a livello politico che hanno ostacolato lo sviluppo dell’Organizzazione stessa.
Le Nazioni coinvolte devono quindi trovare una spinta ulteriore e una adeguata motivazione nel prendere parte all’attività dell’Unione stessa.
Un’importante novità dell’Unione per il Mediterraneo è l’istituzione di un Segretariato: tale nuova figura istituzionale ha il compito di identificare e proporre i progetti che possono essere concretizzati e attuati nell’ambito dell’associazione.