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5.Le nuove linee guida della Politica di Vicinato nelle Comunicazioni del 2011 dell’Alto Rappresentante

Una completa analisi della Politica di Vicinato non può prescindere da un esame della Comunicazione dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza e della Commissione emanata17 nel Marzo 2011 in cui

vengono delineate e rinnovate le linee guida e i principi che guideranno i rapporti tra l’ Unione Europea e i Paesi confinanti. Tale rinnovamento trae origine sia dalle riforme del Trattato di Lisbona per quanto riguarda la Politica Estera che l’Unione deve adottare andando, come dice la stessa Comunicazione, “ad

affrontare le varie sfide che la società attuale pone in una maniera più efficace e concreta”, sia dai continui cambiamenti

socio-economici che i Paesi confinanti all’Unione stanno affrontando.

Il nuovo strumento per il partenariato europeo ha permesso e sta permettendo all’Unione Europea di rafforzare le proprie iniziative nel campo della politica estera spingendo la cooperazione con I paesi confinanti ad un nuovo livello riuscendo a coprire l’ampio spettro di problematiche che si possono presentare.

L’Alto Rappresentante sottolinea come la Politica di Vicinato sin dalle sue prime applicazioni abbia sostenuto diverse iniziative in diversi campi “permettendo all’Europa di stringere relazioni

sempre più stabili con i Paesi confinanti”

I recenti cambiamenti storico-sociali che stanno tutt’ora colpendo i Paesi confinanti all’Unione hanno reso quindi necessario un

17 Comunicazione COM(2011)200 dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli

Affari Esteri e per la Sicurezza Comune “Una collaborazione per la democrazia e la prosperità comune con il Mediterraneo del Sud”

cambiamento dell’ottica di applicazione della Politica di Vicinato.

Questo mutato scenario ha portato a rivalutare “ il sostegno alle

riforme politiche che L’Unione ha incentivato negli Stati confinanti, le quali hanno raggiunto scarsi risultati: si sente la necessità di una maggiore flessibilità e di una risposta dell’Unione Europea più incentrata sui differenti bisogni di ogni nazione coinvolta. Va quindi implementato il coordinamento tra l’Unione Europea, i Paesi confinanti e gli altri attori internazionali coinvolti”.

Vengono inoltre ribaditi i principali scopi della Politica di Vicinato: “costruire e consolidare stabili democrazie, ricercare

uno sviluppo economico sostenibile e regolamentare in maniera efficiente i commerci transfrontalieri”.

La Comunicazione sottolinea come la Politica di Vicinato porti teoricamente benefici sia all’Unione Europea che ai Paesi coinvolti visto che l’Europa è il mercato principale per la maggior parte degli Stati confinanti con essa e quindi uno sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro in queste nazioni porta immediati benefici anche all’Europa stessa.

Un efficace controllo delle frontiere dovrebbe anche portare a una diminuzione del traffico degli esseri umani e della migrazione irregolare favorendo al contempo la mobilità internazionale di studenti, lavoratori e turisti.

Si riaffermano i valori principali su cui si instaura la Politica di Vicinato e che devono essere quindi condivisi e sottoscritti dai Paesi coinvolti, come lo Stato di Diritto, la tutela dei diritti umani e la democrazia:l’ “Unione Europea si impegna quindi a

garantire maggiore supporto agli Stati impegnati nell’assicurare una più profonda democrazia, quella che si basa su diritti che in Europa sono ormai dati per assodati come la libertà di

espressione, di religione e di pensiero, il diritto al voto, a l’imparzialità della giustizia, ad una burocrazia efficiente e non corrotta”.

Per quanto riguarda l’ambito economico l’ Unione si propone di aiutare “ i Paesi coinvolti a crescere in maniera sostenibile

riducendo le diseguaglianza sociali e garantendo maggiori standard di vivibilità per le proprie popolazioni”

Vengono ribaditi gli indirizzi verso cui la Politica di Vicinato si deve muovere ovvero l’area del Sud-Mediterraneo e l’area dell’ ex Unione Sovietica ricordando come gli interventi debbano essere mirati alle diverse esigenze che i territori coinvolti hanno. Una politica di iniziative comuni senza distinzioni non avrebbe giocoforza le stesse risultanze se non tenesse conto delle diverse problematiche che ogni area ha.

La Commissione delinea come concretamente si può garantire una democrazia stabile e duratura attraverso “Libere e giuste

elezioni, libertà di espressione, associazione e dei mezzi di comunicazione, il diritto a un giusto e imparziale processo, la lotta alla corruzione, riforme nel settore della sicurezza pubblica e un controllo effettivo sulle forze armate e di polizia”.

La concretizzazione di queste riforme porterà alla creazione di uno stabile governo democratico e quindi alla situazione ideale per attirare anche investimenti esteri.

Il passo successivo secondo tale ottica è il “ Rendere effettivo e

vicino alla popolazione il sostegno dell’Unione Europea attraverso la creazione di strutture ad hoc e di un Fondo per la Democrazia con il preciso intento di finanziare le varie parti sociali come i partiti politici, i sindacati e le organizzazioni non governative operanti nel territorio del Paese coinvolto.

L’ Unione Europea punta inoltre a garantire la libertà della stampa e il libero accesso ai vari mezzi di comunicazione come internet da parte della popolazione”.

Una società pluralista e aperta alle varie influenze di pensiero può garantire una democrazia stabile, fine principale della Politica di Vicinato e verrà garantita anche dall’EIDHR (Strumento Europeo per la Democrazia e i Diritti Umani) che opererà anche esso nell’ottica dei principi enunciati dalla presente Comunicazione

Nel 2014 diverrà effettivo lo “Strumento per il Vicinato

Europeo” che andrà a sostituire il regolamento ora esaminato

nell’ottica della rivalutazione e rinnovazione della Politica di Vicinato promossa dalla Comunicazione18 dell’Alto

Rappresentante del Maggio 2011.

La caratteristica principale di questa nuova prospettiva è l’applicazione del principio “a più per il più” ovvero l’Unione Europea migliorerà e renderà più efficace la propria assistenza ai Paesi confinanti che hanno effettivamente intrapreso un percorso di riforme come previsto dai Piani di Azione: aumenta quindi la settorialità dell’azione dell’Unione Europea che verrà incentrata sulle particolarità e sui bisogni dei Paesi coinvolti.

Le iniziative politiche verranno razionalizzate e verranno incentrate sugli obiettivi proclamati dai vari Piani di Azione come le operazioni di “ Cooperazione Transfrontaliera” che mirano a “promuovere lo sviluppo socio-economico nelle aree

confinanti affrontando tematiche comuni, assicurando scambi commerciali e culturali sicuri tra le frontiere”.

Nella Comunicazione del Maggio 2011viene posta particolare attenzione ai rapporti tra Unione Europea e Russia data la

18 Comunicazione COM(2011)303 dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli

Affari Esteri e per la Sicurezza Comune “Una nuova risposta a un vicinato in continuo cambiamento”

complessità delle questioni socio-economiche e culturali che la Federazione Russa propone e come questi siano in continua evoluzione: problemi che vengono affrontanti con un nuovo “Strumento di Partnership” esterno a quello regolamentato dal presente documento, ma a quest’ultimo strettamente collegato con cui si prevede un investimento di circa 1.13 miliardi. Questo nuovo Strumento si propone di affrontare “la dimensione esterna

e rilevante a livello europeo come la competitività, la ricerca scientifica e lo sviluppo economicamente sostenibile, e le maggiori sfide del nostro tempo come la tutela dell’ambiente, il cambiamento climatico e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico”.

I fondi che verranno stanziati sotto l’egida di questo nuovo progetto raggiungono la cifra di 14,1 miliardi di euro per i piani stabiliti per l’arco di tempo 2014-2020 con un incremento di circa il 40% dei fondi stabiliti con il precedente “ Strumento per

il Vicinato e Partnerariato Europeo” .

Tale rinnovamento della Politica di Vicinato propone ancora una volta l’obiettivo di formare uno spazio economico comune con l’Unione Europea suggerendo come mezzo principale per raggiungere tale fine ultimo “ intese multilaterali dal valore

legale”.

E’ una strategia basata su una integrazione socio-economica tra l’Unione e i Paesi confinanti basata sulla stipulazione di trattati, ma anche su intese tra gli Stati coinvolti stessi per creare un acquis unitario e conforme al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla Politica di Vicinato.

Su questo disegno vengono riproposti e suggeriti “profondi e

rafforzati accordi di libero scambio” secondo la formulazione

precedentemente usate nelle già esaminate Comunicazioni dell’Alto Rappresentante.

Gli accordi in esame sono caratterizzati da 4 elementi: ovviamente la redazione del trattato, doverosamente negoziata e successivamente firmata e negoziata.

Sono caratterizzati da un lessico settoriale mirato a creare le specifiche condizioni giuridiche per una integrazione tra l’Unione e il Paese coinvolto in un determinato settore economico, tralasciando una terminologia più “astratta o valoriale” tipica dei trattati costituenti.

Il terzo elemento da sottolineare è come tali accordi mirino letteralmente a togliere “le barriere economiche” esistenti favorendo una graduale integrazione tra i singoli Paesi coinvolti. L’ultima caratteristica da evidenziare è come questi strumenti siano adattabili ad ogni area coinvolta dalla Politica di Vicinato se l’attuazione della cooperazione bilaterale può aiutare a raggiungere gli obiettivi prefissati.

La sostenibilità di mercati di piccole dimensioni, non rilevanti a livello globale, può essere promossa attivando tali aree di cooperazione e interdipendenza regionale attirando quindi investimenti esteri e rivitalizzando l’economia locale garantendo quindi una maggiore stabilità socio-economica.

Tali strumenti rientrano nell’ottica più volte menzionata nei documenti formativi della Politica di Vicinato della settorialità degli interventi, ritagliati sulle esigenze dei singoli Paesi coinvolti.

La Comunicazione del 2011 riparte da queste basi evidenziando come “l’integrazione economica su base regionale sia un

obiettivo imprescindibile della Politica Europea di Vicinato e come sia necessaria per migliorare e implementare gli scambi commerciali tra i vari Paesi costruendo mercati sempre più ampi”.

La Comunicazione continua sottolineando come “tali risultati

siano possibili esclusivamente nei Paesi che hanno raggiunto uno stabile livello democratico”.

Come già evidenziato, l’Unione Europea oltre all’ambito bilaterale e settoriale, dovrebbe perseguire la costruzione di un ordinamento giuridico-economico multilaterale rafforzando quindi gli strumenti di soft law tipici dell’Unione Europea e favorendo l’integrazione tra i vari Paesi coinvolti.

Si realizzano anche le condizioni prefissate dagli articoli 3,8 e 21 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea per creare un’ area di “buon vicinato” basata sui valori comuni di democrazia e tutela dei diritti umani per rafforzare la stabilità e lo sviluppo dell’Unione stessa.

Un rinnovamento della prospettiva della Politica Europea di Vicinato si era reso necessario per le diverse reazioni che l’implementazione dei Piani di Azione ha causato come anche l’evoluzione della situazione politica europea come l’allargamento dei confini dell’Unione Europea dopo l’adesione di Bulgaria e Romania e della consequenziale crescita di interesse verso l’area del Mar Nero.

Sembrano differenziarsi anche le reazioni dei vari Stati coinvolti nella Politica di Vicinato visto che i Paesi mediterranei devono affrontare principalmente problematiche legate alla sicurezza e alla cooperazione in primo luogo politico culturale non ponendosi per loro un eventuale problema di futura adesione all’Unione Europea.

6.Cenni sul rapporto tra Unione Europea e