Un ambito fondamentale per la stabilità socio politica dell’area nord africana e medio orientale è senza dubbio il settore energetico e questa consapevolezza è senza dubbio presente nelle relazioni tra l’Unione Europea e i Paesi del Bacino del Mediterraneo.
L’ Europa è fortemente dipendente dalle risorse energetiche provenienti dai Paesi confinanti sia sul fronte orientale che meridionale: l’Algeria e la Libia detengono congiuntamente circa
l’80% delle risorse petrolifere dell’area mediterranea nonché il 70% delle riserve di metano.74
Notevoli risorse energetiche provengono anche dall’Egitto e in misura minore dalla Tunisia.
Tale situazione ha notevolmente influenzato non solo le relazioni economiche, ma anche quelle politiche e sociali tra l’Unione Europea e i Paesi a lei confinanti: è stato inoltre necessario creare una fitta rete di infrastrutture per rendere possibile ed efficace tale commercio energetico.
Dal 1983 è attivo il Transmed che trasporta il gas algerino in Italia attraverso la Tunisia, mentre il Galsi, il gasdotto diretto dall’Algeria alla Sardegna, dovrebbe entrare in servizio nel tardo 2014.
Sul versante occidentale operano invece il MEG, dal 1996, che passando per il Marocco porta il gas algerino verso la Spagna, e dal 2011 il Medgaz che attraverso condotte sottomarine, lunghe 210 chilometri, raggiunge direttamente la costa meridionale spagnola.
Di particolare importanza per gli approvvigionamenti energetici dell’Italia è il Greenstream, il gasdotto che trasporta oltre 20 milioni di mc/giorno di gas naturale libico e fornisce il 10% del fabbisogno annuale italiano.
Questa situazione è stata però profondamente influenzata dai recenti sconvolgimenti politici che hanno attraversato il territorio del Nord Africa e del Medio Oriente.
Il nuovo scenario mutuato dalla cosiddetta Primavera Araba ha evidenziato ancora una volta come i programmi di integrazione politica ed economica tra le due aree
in questione non si siano ancora appieno realizzati.
74 V.Talbot,”Europa e Mediterraneo oltre la crisi” pubblicato il 9 Novembre 2012
Si evidenzia come le relazioni tra Unione Europea e i Paesi del Mediterraneo siano state fino ad adesso caratterizzate quasi esclusivamente da un’ottica economica, mancando una visione politica comune tra le due zone: se questa non verrà adeguatamente riformulata e implementata altri attori della scena internazionale, segnatamente la Federazione Russa e l’India, potrebbero soppiantare l’Europa dal suo ruolo di potenza “regina” dell’area.
Uno studio75 dell’Istituto Superiore per la Politica Internazionale
dell’agosto del 2013 evidenzia come la crisi economica che ha colpito considerevolmente il mercato europeo e mondiale, nonché la già citata Primavera Araba, abbiano avuto notevoli ricadute su tali rapporti: lo studio propone anche quattro possibili scenari economici che vale la pena analizzare.
Il primo di questi è quello più ottimistico che vede una possibile ripresa economica sia dell’Unione Europea che dei Paesi a lei confinanti al meridione.
Tale situazione porterebbe a una maggiore uniformità decisionale sia dei governi europei che soprattutto degli Stati nord africani e medio orientali che devono innanzitutto consolidare la loro posizione.
L’aumento delle capacità di investimento resa possibile da un clima politico stabile, una maggiore circolazione di beni, servizi, capitali e cittadini, e una maggiore omogeneità dei processi decisionali potrebbero favorire il buon funzionamento delle iniziative di cooperazione euro-mediterranea.
Ad una ripresa economica del vecchio continente potrebbe però non corrispondere una altrettanto proficua crescita dei paesi del bacino del Mediterraneo portando l’Unione Europea a dirottare la propria attenzione su altri territori come i Balcani, ritenendo che
le energie spese nel processo di cooperazione euro-mediterraneo non possano essere proficuamente ripagate.
Come precedentemente accennato, altri attori della scena internazionale sono interessati alle economie dei Paesi del Mediterraneo e potrebbero proporsi come nuovi interlocutori privilegiati se persistesse la crisi economica europea e se la situazione politica nord africana si stabilizzasse.
L’ultimo scenario è quello più pessimistico, ma anche quello più probabile data la situazione attuale: l’Ue ancora alle prese con la crisi economica mentre i paesi del Nord Africa e del Vicino Oriente, impegnati a contenere gli effetti dell’instabilità politica, potrebbero subire un ulteriore esacerbarsi del disagio sociale che alimenterebbe da un lato fenomeni di estremismo e dall’altro atteggiamenti di chiusura internazionali verso progetti di cooperazione reciproca.
In Nord Africa, l’incremento del tasso demografico accompagnato da aumenti generalizzati dei beni di prima necessità e da un rialzo dei tassi di disoccupazione e di inflazione potrebbero favorire nuovi e violenti movimenti di protesta a cui potrebbe corrispondere una dura risposta da parte degli apparati governativi.
Anche realtà che si presentano più stabili come Algeria, Marocco o Giordania, che hanno conosciuto solo parzialmente la stagione di proteste del 2011, potrebbero andare incontro ad un pericoloso periodo di turbolenza ed instabilità.
Dopo aver evidenziato i notevoli risvolti non solo economici, ma anche politici che il mercato energetico può avere, si capisce come i Paesi coinvolti nel Partenariato Euro Mediterraneo abbiano deciso di agire e collaborare in tale ambito.
Per questo motivo è stato adottato il “Piano di Azione Prioritario per la collaborazione in campo energetico nel partenariato euro-
mediterraneo”76 che vede coinvolte le Nazioni firmatarie della
Dichiarazione di Barcellona.
Il Piano di Azione è stato ideato dal gruppo di esperti organizzato dal Forum per l’Energia Euro-Mediterraneo77.
Il documento delinea le tre aree di interesse in cui le parti firmatarie si concentreranno, ossia sostenere uno sviluppo energetico rispettoso dell’ambiente circostante, eliminare le barriere normative che possono ostacolare il mercato energetico, promuovere investimenti comuni in aree di comune interesse come le infrastrutture.
Il Piano di Azione ha anche un calendario di attuazione che è partito nel 2008 per terminare nel 2013.
Le Nazioni firmatarie si impegnano quindi in una ottica di collaborazione a lavorare assieme “per allocare in maniera
efficiente le risorse presenti nell’area mediterranea condividendo le soluzioni e le esperienze pratiche nel campo energetico”78.
Si prevede anche il terreno normativo adatto alla creazione di agenzie energetiche indipendenti che possano operare nel regolamentare il settore sul modello già sperimentato delle autorità garanti tipiche di molti sistemi europei.
Un’altra caratteristica fondamentale ben espressa dal documento è la spinta verso la liberalizzazione del settore dell’approvvigionamento energetico cercando di creare un sistema concorrenziale adeguato che possa spingere le aziende partecipanti a fornire un servizio efficiente e a costi contenuti. Gli Stati firmatari si dimostrano consapevoli di come ogni singola nazione possa avere esigenze diverse in questo ambito e
76 Approvato dal Consiglio dell’Unione Europea il 18 Dicembre 2007
77 Il Forum ha origine negli Stati Uniti e vede la prima edizione europea nel 2010
su iniziativa della Fondazione del Principe Alberto II di Monaco
come possa quindi rendersi necessario un approccio diverso per i diversi casi.
Si intende inoltre proseguire e consolidare i progetti portati avanti dai gruppi di lavoro di MEDREG79 sulla regolamentazione
del mercato elettrico e del gas naturale proponendo inoltre un simile lavoro per il mercato petrolifero: si mira a rendere tali mercati ancor più trasparenti ed efficienti.
Lo scopo principale del documento rimane comunque quello di proporre un’alternativa ecologicamente sostenibile all’attuale sistema basato essenzialmente sul petrolio e sul gas.
Tale obiettivo può essere raggiunto anche attraverso la collaborazione con organismi regionali e locali; il documento riporta l’esempio del Centro Regionale per l’Efficienza Energetica e lo Sviluppo Sostenibile de Il Cairo, idoneo per scambiare informazioni sulle migliori pratiche da seguire confrontandosi anche con i centri di eccellenza europei.
Un settore che viene ritenuto giustamente di notevole importanza è quello dell’efficienza energetica delle nuove costruzioni: si punta a ristrutturare i vecchie edifici pubblici e a costruire i nuovi secondo criteri di sostenibilità e risparmio energetico, specificatamente per il condizionamento e il riscaldamento. Come precedentemente accennato, notevoli sono i collegamenti per il trasporto dell’energia tra il vecchio continente e il Nord Africa e il Medio Oriente, ma le parti firmatarie evidenziano come questi possano essere resi ancora più efficienti e sostenibili. Si punta a creare anche nuove forme di investimento finanziario per il sostegno di tali obiettivi, affinchè il raggiungimento di questi ultimi non pesi esclusivamente sul bilancio dell’Unione Europea promuovendo la creazione di fondi di investimento
79 Medreg è l’istituto che si occupa di regolare il mercato nell’area euro-
mediterranea: è nato nel 2007 sotto la legge italiana e ne fanno parte i principali Paesi europei e i loro confinanti.
privati e il sostegno della Banca Europea per gli Investimenti e della Banca Mondiale.
Gli investimenti dovranno essere diretti verso i vari progetti che verranno ideati e concretizzati secondo le diverse esigenze dei vari Paesi coinvolti per raggiungere infine i livelli di sostenibilità e minor inquinamento previsti anche da altri precedenti trattati come il Protocollo di Kyoto.
Gli investimenti saranno essenziali per la modernizzazione delle infrastrutture dei Paesi del Bacino del Mediterraneo per renderle competitive nel mercato globale.