7.La Dichiarazione di Barcellona: la nascita del Partenariato Euro Mediterraneo
8. Il Congresso di Barcellona del 2005 e il Programma di Lavoro Quinquennale
Il 2005, decennale della elaborazione della Dichiarazione di Barcellona, ha visto il rinnovo degli accordi del partenariato Euro-Mediterraneo con il dichiarato scopo di rilanciarlo ed adattarlo alle problematiche socio economiche che si andavano profilando.
Il Congresso di Barcellona tenutosi in quell’anno a cui hanno partecipato gli Stati che avevano originariamente sottoscritto gli accordi di 10 anni prima ha portato alla redazione di un programma di lavoro quinquennale24 in cui sono elencati gli
obiettivi da perseguire.
23 Per Troika si intende l’organo consultivo non ufficiale formato dal Presidente
attuale del Consiglio dell’Unione Europea, dal suo predecessore e dal suo futuro successore: spesso tale organo viene chiamato a fornire pareri nei casi più problematici di politica estera.
24 Si fa riferimento al programma di lavoro allegato alla Comunicazione della
Sono previste anche modalità di finanziamento attraverso il programma MEDA25, lo sviluppo della Politica di Vicinato e
contribuzioni degli Stati membri dell’Unione Europea.
Il nuovo documento si preoccupa anche di stilare una lista di obiettivi da raggiungere sulle orme della Dichiarazione di 10 anni prima.
Vi è la consapevolezza che il primo passo da compiere per incoraggiare uno sviluppo economico duraturo è raggiungere una situazione di stabilità e sicurezza per cui i Paesi sottoscrittori si sono impegnati a cooperare per risolvere pacificamente la situazione Arabo-Israeliana ed assicurare un governo democratico e rispettoso dei diritti umani in ogni Stato del bacino del Mediterraneo.
Deve essere sottolineato come, tra i vari mezzi per raggiungere tale obiettivo, si proponga di stimolare la partecipazione alla vita politica di categorie finora escluse o perlomeno non
25 Il programma MEDA è volto a attuare misure di cooperazione destinate ad aiutare
i paesi terzi mediterranei a procedere alla riforma delle loro strutture economiche e sociali e ad attenuare gli effetti dello sviluppo economico a livello sociale ed ambientale: è stato varato dall’Unione Europea nel 1996 e successivamente modificato nel 2000
I finanziamenti di MEDA sono costituiti principalmente da:
• aiuti non rimborsabili gestiti dalla Commissione europea e utilizzati per finanziare o cofinanziare attività, progetti o programmi che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del programma MEDA;
• capitali di rischio accordati e gestiti dalla Banca europea per gli
investimenti (BEI) per rafforzare il settore privato, in particolare il settore finanziario;
• abbuoni di interessi per prestiti concessi dalla BEI nell'ambito della cooperazione nel settore ambientale. Il tasso di abbuono non deve superare il 3%.
adeguatamente rappresentate come giovani e donne: tale dato non era presente nella precedente Dichiarazione di Barcellona.
Si propone anche una più efficace decentralizzazione dei processi decisionali per favorire una maggiore efficacia e consapevolezza delle misure prese e di come queste possano risolvere i problemi locali.
Si nota l’influenza del principio di sussidiarietà ripreso anche dai successivi trattati dell’Unione Europea.
Può essere anche funzionale a scavalcare una classe politica centrale spesso inefficiente e corrotta (problematica già notata nella precedente Dichiarazione di Barcellona)
Si ribadiscono inoltre obiettivi fondamentali come l’assicurare la piena libertà di espressione e di pensiero, nonché la libertà di riunione, continuando a rafforzare l’ottica di garantire una maggiore consapevolezza politica e sociale delle popolazioni del bacino del Mediterraneo.
Una problematica che viene affrontata è quella della regolarità del sistema elettorale e della sua funzione dato che numerose volte sospetti di irregolarità sono stati sollevati sulle elezioni dei Paesi coinvolti: i Paesi dell’Unione Europea si propongono come collaboratori nel campo elettorale.
Potranno quindi aversi programmi di collaborazione e scambio di esperienze su tale piano tra i Paesi coinvolti nel progetto di Barcellona.
Si sottolinea inoltre l’importanza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948 e come questa debba essere riconosciuta e applicata da ogni Nazione coinvolta. Si prevede la possibilità di riunioni informali tra i rappresentanti delle Nazioni coinvolte nella Dichiarazione di Barcellona prima delle Assemblee Plenarie dell’ONU per scambi di visioni e punti
di vista sul tema del rispetto e della salvaguardia dei diritti umani.
Riprendendo lo schema di azione della Dichiarazione di Barcellona, i Paesi partecipanti al Congresso del 2005 affrontano il tema dello sviluppo economico sostenibile: vengono proposte diverse misure come una liberalizzazione nei prestiti bancari per incentivare lo sviluppo di piccole e medie imprese creando al contempo una rete di infrastrutture che possa sostenere una economia in crescita.
Si rende necessario creare poi un sistema di welfare che possa sostenere le fasce deboli della popolazione incentivando il rientro nel mercato del lavoro dei cittadini che ne sono momentaneamente esclusi e creando un sistema di ammortizzatori sociali che possa aiutarli nel periodo di disoccupazione.
Esaminando le peculiarità dell’area mediterranea viene proposto di incentivare investimenti differenziati da quelli tradizionalmente legati all’area in questione come quelli nel settore energetico proponendo scambi culturali e professionali tra gli operatori europei e dei Paesi confinanti per un proficuo scambio di esperienze e conoscenze nei più diversi ambiti lavorativi.
I Paesi presenti al summit del 2005 si propongono quindi di concordare un piano di azione per arrivare nel 2010 ad un’area di libero scambio commerciale agendo quindi per una liberalizzazione degli scambi nel settore del commercio agricolo e ittico tenendo comunque conto delle particolarità e delle caratteristiche dei Paesi coinvolti e delle loro economie.
Si può permettere anche la possibilità di concedere eccezioni a determinati prodotti per la liberalizzazione della loro
commercializzazione se interessi economici nazionali lo richiedono.
Il processo di creazione di un’area di libero scambio si muoverà secondo la traccia degli accordi di associazione Euro- Mediterranei e secondo quanto deciso dagli accordi di Rabat26.
La progressiva abolizione di eventuali dazi doganali tra i Paesi coinvolti deve comunque andare di pari passo a una sostanziale modernizzazione dei settori economici coinvolti affinchè i vari Stati non risentano delle mancate entrate dei vari dazi da abolire. Si deve inoltre puntare ad una armonizzazione normativa per facilitare ancora di più gli scambi commerciali tra i Paesi coinvolti arrivando quindi ad eliminare eventuali ostacoli normativi.
Il programma quinquennale di lavoro sottolinea inoltre l’importanza dello sviluppo sociale e culturale delle popolazioni coinvolte come d’altronde già evidenziava la Dichiarazione di Barcellona del 1995 puntando su una più efficace scolarizzazione delle giovani generazioni.
Gli obiettivi sono quelli già fissati anche dagli Obiettivi del Millennio27 prefissati dall’Assemblea Generale dell’Onu, ma
vengono anche specificati.
Gli Stati aderenti al programma quinquennale si propongono di dimezzare l’analfabetismo infantile nell’area del mediterraneo entro il 2010 assicurando l’accesso e la possibilità di terminare il ciclo di studi primari a tutti i bambini delle Nazioni coinvolte entro il 2015.
26 Gli accordi di Rabat, stipulati nel 2005 tra i Paesi dell’Unione Europea e gli altri
Stati firmatari della Dichiarazione di Barcellona, hanno portato alla stipulazione di un piano di azione per un’area di libero scambio nel settore agricolo.
27 Il secondo degli Obiettivi del Millennio, approvati nel 2000, impegna le Nazioni
Questo è anche l’anno entro il quale le parti firmatarie della Dichiarazione di Barcellona si impegnano a ridurre le eventuali disparità nell’ambito dell’istruzione primaria tra di loro ancora esistenti.
Gli Stati dell’Unione Europea si impegnano inoltre a collaborare con i loro partner del bacino del mediterraneo per migliorare i collegamenti tra le istituzioni universitarie e il mercato del lavoro per un immediato e proficuo impiego dei giovani laureati.
Un aumento dei fondi che l’Unione Europea annualmente impiega per la lotta all’analfabetismo viene quindi ritenuto indispensabile per raggiungere tali obiettivi, migliorando le strutture scolastiche e rendendole alla portata anche delle fasce più bisognose della popolazione.
Verranno anche incentivati programmi per la formazione di una classe di docenti competente stimolando quindi anche la ricerca accademica.
Nell’ottica di rimuovere eventuali ostacoli normativi si propone un gruppo di lavoro per ideare uno standard comune di riconoscimento dei diplomi superiori e universitari per incentivare quindi la mobilità dei lavoratori tra i Paesi dell’Unione Europea e quelli del mediterraneo.
Diviene indispensabile anche un accesso efficiente e veloce alla rete di internet per le popolazioni coinvolte dalla Dichiarazione di Barcellona affinchè il processo di scambio di conoscenze possa avvenire: si propone di creare una sorta di libreria virtuale per rendere possibile la consultazioni di libri di testo per gli studenti dell’area coinvolta dal progetto.
Una possibilità per incentivare la mobilità studentesca potrebbe essere quella di creare un programma di scambio interculturale tra giovani studenti provenienti dall’Unione Europea e coetanei provenienti dai Paesi del bacino del Mediterraneo.
Sulla linea già tracciata dalla Dichiarazione di Barcellona, i Paesi partecipanti al Processo di Barcellona,come rilanciato nel 2005, si impegnano a collaborare anche in altri ambiti strategici per l’area del Mediterraneo come i flussi migratori e la sicurezza reciproca: si cercherà quindi di collaborare per redigere una normativa adeguata a rispondere a tali fenomeni osservando come le migrazioni possano essere anche una occasione di sviluppo reciproco non solo sotto una ottica economica, ma anche sociale e culturale.
Si deve quindi lottare contro i fenomeni di immigrazione illegale andando a colpire alla radice il traffico di esseri umani con normative comuni ed efficienti a tutti i Paesi coinvolti dalla Dichiarazione di Barcellona.
Si rende quindi necessario rivalutare la normativa legata agli aspetti doganali, più specificatamente al trasferimento di persone tra gli Stati28.
Il Programma di Lavoro quinquennale prosegue affrontando una specifica tematica che diverse volte è arrivata sotto i riflettori dei media internazionali con casi particolarmente eclatanti, ma che colpisce diverse famiglie e che merita quindi di essere regolata ossia le eventuali dispute normative dovute a matrimoni tra persone di diversa nazionalità e alla custodia dei figli29 generati
da tali coppie.
Il Piano di Lavoro prosegue elencando alcune misure per raggiungere gli obiettivi prefissati come l’organizzazione periodica di riunioni a livello ministeriale tra i vari Paesi
28 Si nota l’influenza del principio di libera circolazione delle persone di influenza
europea.
29 Il Programma di Lavoro fa riferimento alla Convenzione Internazionale sul Diritto
dei Bambini approvata dalla Assemblea Generale dell’Onu nel 1989 come modello di riferimento da attuare e rispettare.
firmatari per discutere le tematiche rilevanti al problema dell’immigrazione illegale.
Si riafferma la necessità di una cooperazione anche a livello normativo per creare occasioni più agevoli possibili per una migrazione sicura e per una successiva efficiente integrazione negoziando anche eventuali schemi di espulsione e riammissione nel Paese di provenienza.