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5.La lotta alla migrazione irregolare e la salvaguardia dei diritti del migrante con Euromed

Migration

Un tema che ha sempre contraddistinto il dialogo tra le due sponde del Mediterraneo è quello della migrazione: i Paesi si sono spesso confrontati per capire come rendere più sicuro il flusso migratorio tra i vari Stati e per far sì che si svolga in un ambito di legalità.

A questo obbiettivo punta il programma Euromed Migration, lanciato nel 2004 con un budget di 2 milioni di Euro finanziati dal progetto Meda.

Si articola in 4 fasi: la prima si è occupata di promuovere la collaborazione tra i vari Paesi partecipanti nella regolamentazione dei flussi migratori e nelle politiche di integrazione per i migranti.

Si è puntato inoltre a creare un terreno normativo adatto sradicando le varie forme di immigrazione illegale e traffico di esseri umani.

Il raggiungimento di tali obbiettivi è previsto attraverso la creazione di gruppi di lavoro, di visite di studio per una circolazione delle esperienze e delle buone pratiche nel combattimento delle forme illegali di immigrazioni.

La migrazione viene vista anche come una occasione di sviluppo economico e sociale: i Paesi firmatari della Dichiarazione di Barcellona si impegnano a sviluppare nuove metodologie per rendere più efficiente e sicuro il trasferimento di fondi tra il Paese in cui il migrante attualmente si trova e il suo Paese di origine.

Deve essere garantito il sistema delle cosiddette “rimesse”, caposaldo di molte economie come quella marocchina.

I Paesi partecipanti alla Politica di Vicinato si impegnano in azioni concrete da portare avanti come la creazione di ben 4 gruppi di lavoro in cui vennero coinvolti personalità del mondo accademico, del lavoro e del commercio dei Paesi coinvolti per arrivare a delle proposte in tema di convergenza legislativa in materia di immigrazione.

Si sono inoltre organizzate sessioni informative sulla gestione dei confini, sulla lotta all’immigrazione illegale, sui collegamenti tra immigrazione e sviluppo:queste, insieme alle 10 visite di studio nei Paesi europei, dovevano contribuire a creare una classe di operatori del settore efficiente che potesse lavorare nei Paesi del Nord Africa.

Nel 2008 è stata lanciata la seconda fase del programma Euromed Migration con un budget di circa 5 milioni di euro, sempre finanziati dal progetto MEDA.

Ha seguito le iniziative della prima parte, mirando a rafforzare la capacità dei Paesi extra europei partecipanti di fornire soluzioni rapide ed efficienti ai problemi relativi ai flussi migratori.

Nel 2011 si è aperta la terza fase, destinata a concludersi nell’estate del 2014: il budget rimane sempre di 5 milioni di euro, sempre finanziato dal MEDA.

Si nota la tendenza alla decentralizzazione già notata nelle ultime fasi di altri programmi di intervento: si aiuterà i Paesi extra europei a delineare dei “profili di migrazione” per evidenziare quali sono le problematiche che portano la propria popolazione ad emigrare.

Alle consuete visite di studio e conferenze, si affiancheranno quindi dei gruppi di ricerca che dovranno evidenziare in maniera approfondita i vari aspetti dei fenomeni migratori e come questi si colleghino alla situazione politica ed economica dei vari Paesi di origine dei flussi.

Il progetto Euromed Migration dovrà collegarsi al programma EuroSur presentato recentemente dal Commissario Malmstrõm73:

si tratta del nuovo sistema di sorveglianza e gestione dei confini europei.

Punta a stimolare una ancora più proficua collaborazione tra i membri dell’Unione Europea nella gestione dei flussi migratori e nella lotta all’immigrazione illegale: si vuole inoltre evitare ogni futura morte di migranti nel vano tentativo di raggiungere i confini europei.

Sotto tale nuovo meccanismo, le autorità di frontiera, come la guardia costiera e le forze di polizia dei vari Paesi, potranno collaborare scambiandosi informazioni e, attraverso operazioni congiunte, anche con le Nazioni confinanti dell’Unione Europea potranno lottare contro l’immigrazione illegale e salvare numerose vite.

Gli strumenti offerti da EuroSur dovranno essere utilizzati nel pieno rispetto dei trattati istitutivi dell’Unione Europea e dei diritti umani.

EuroSur viene presentato come un sistema di collaborazione attraverso il quale i vari operatori del settore nella vigilanza dei confini potranno scambiare informazioni ed aggiornare le proprie metodologie di azione di fronte alle nuove problematiche che si prospetteranno nel corso degli anni.

Lo scambio continuo di informazioni potrà facilitare la lotta alla criminalità organizzata e ai trafficanti di esseri umani, dato che sarà possibile identificare le rotte più usate e gli stratagemmi più utilizzati per evitare i controlli.

Il documento emanato dalla Commissione evidenzia inoltre quale posizione fondamentale debbano ricoprire i diritti umani nell’azione sotto EuroSur: si sottolinea l’importanza della tutela dei bambini e dei minori non accompagnati, delle persone malate e bisognose di asilo politico.

Si vuole tutelare la privacy dei migranti.

La Commissione ha inoltre previsto una specifica procedura per la collaborazione con i Paesi confinanti dell’Unione Europea: sarà proprio la stessa Commissione a valutare gli accordi stretti in tale ambito tra gli Stati membri e i loro confinanti.

Si prevede una successiva valutazione di tali accordi, come dell’efficacia dell’intera azione di EuroSur, su basi regolari a partire dal 2016 ad opera del Parlamento Europeo.

Il nuovo sistema di operazione si propone quindi di dare una risposta uniforme per tutta l’Unione Europea al problema dell’immigrazione illegale: il documento della Commissione sottolinea come in diversi Paesi diverse autorità e forze dell’ordine si occupano di sorvegliare i confini.

Questa pluralità di attori rende quindi il servizio inefficiente e un’unica risposta uniforme si rende necessaria.

Ogni Stato partecipante istituirà un centro nazionale per la sorveglianza dei confini che si occuperà di scambiare informazioni con i centri degli altri Paesi attraverso il sistema di comunicazioni assicurato da EuroSur.

L’Unione Europea si occuperà di fornire strumenti tecnologici per garantire una sempre più accurata sorveglianza dei confini: EuroSur riceverà assistenza dal Centro Satelliti europeo e dall’ Agenzia Europea per la Sicurezza in Mare per quanto riguarda la strumentazione, mentre l’EuroPol presterà la propria assistenza per quanto concerne lo scambio di informazione sulle operazioni criminali legate all’immigrazione criminale e allo scambio di droga e armi oltre confine.

Il sistema EuroSur sarà pienamente operativo per ogni Stato europeo con confini sul mare dal Dicembre 2014: il costo previsto sarà di circa 244 milioni di euro per i 6 anni tra il 2014 e il 2020.

6.La cooperazione in ambito economico, con