• Non ci sono risultati.

Caratteristiche strutturali e strumenti per la rilevazione dei dat

Domande I risultati corrispondono

MATRICE BINARIA MATRICE PESATA

5.5 La figura del tutor nei progetti Iris e Grisù

5.5.1 Caratteristiche strutturali e strumenti per la rilevazione dei dat

L’attività dei tutor risulta fondamentale per l’attuazione degli interventi previsti nell’ambito dei progetti finanziati dal Programma regionale. Il tutor, come è emerso dalle interviste ai coordinatori dei progetti finanziati, è colui che “insegna alla madre come comportarsi con il proprio bambino e come svolgere le diverse pratiche quotidiane”; “accompagna la famiglia nella sua crescita e fa da filtro tra istituzione e famiglia”; e “funziona come antenna sociale segnalando situazioni di nuclei familiari a rischio”. Il lavoro di tutoraggio domiciliare è, pertanto, essenziale per “realizzare un sistema di dimissione protetta attraverso progetti familiari individualizzati che definiscano, dall’immediato post- partum sino al compimento dei 3 anni dei nuovi nati, il percorso di protezione e di sorveglianza sanitaria e sociale in grado di contenere e/o rimuovere le cause di esclusione” (Obiettivo n.4 Progetti Iris e Grisù).

Attraverso le attività di tutoraggio domiciliare previste nei progetti individualizzati delle U.V.M. per le famiglie a rischio entrate nel programma, il tutor deve svolgere i seguenti compiti: individuare e sviluppare le potenzialità genitoriali; svolgere azioni volte a favorire la relazione madre-bambino, nonché creare un clima familiare quanto più sereno possibile. L’attività di tutoraggio rappresenta, quindi, una sorta di ponte tra la parte progettuale e la parte attuativa degli interventi previsti nei due progetti.

L’analisi di seguito condotta ha un duplice obiettivo. Da un lato si vuole ricostruire il profilo socio-demografico del tutor, le motivazioni che lo hanno spinto ad aderire ai progetti; dall’altro si è interessati a descrivere il ruolo che riveste la formazione76 iniziale ricevuta nello svolgimento delle attività domiciliari presso le famiglie in carico. Particolare interesse è rivolto alle dinamiche relazionali che si attivano tra i tutor (o con altri attori coinvolti nei

76

I progetti Iris e Grisù prevedono dei percorsi formativi iniziali che permettano ai tutor di acquisire le competenze necessarie per svolgere il proprio lavoro presso i nuclei familiari a rischio presi in carico. Il percorso formativo ha una durata di 30 ore complessive suddivise in 6 moduli teorici nei quali diverse figure professionali (sociologo, pediatra, pedagogista, psicologo) forniscono un bagaglio di conoscenze pratiche e teoriche fondamentali per lo svolgimento delle attività di educativa domiciliare presso le famiglie. I moduli trattano diversi argomenti: 1) Il Piano triennale relativo ai Progetti Iris e Grisù; 2) Il Tutoraggio Domiciliare: Cos’è, ruoli, funzioni e contenimento del burn-out e del conflitto; 3) Rischio sociale e prevenzione; 4) Elementi di Pedagogia e Psicologia dell’Età Evolutiva (Stadi di sviluppo evolutivo 0-3 anni); 5) Conoscenza della rete dei servizi territoriali sociali e socio-sanitari; 6) Tecniche relazionali per lavorare all’interno di sistemi già strutturati (famiglia e istituzioni).

141 progetti) e in che modo le strutture di rete che si costituiscono possono favorire o meno l’attuazione degli interventi.

La raccolta delle informazioni per ricostruire la figura del tutor nei due progetti di interesse è stata molto articolata, prevedendo la consultazione di archivi amministrativi (in formato cartaceo) (analisi desk); e di un’indagine realizzata mediante la somministrazione di un questionario e la conduzione di tre focus group ai 32 tutor.

L’analisi desk ha riguardato la consultazione dei verbali relativi agli incontri di supervisione indetti dal coordinatore per la verifica delle attività di tutoraggio presso i singoli nuclei familiari. Tali incontri avvengono con scadenza mensile e rappresentano un momento di condivisione importante in cui restituire un feedback sulle esperienze vissute. Si tratta di un’opportunità sia per il coordinatore che può, attraverso il dialogo con i tutor, informarsi sull’andamento delle attività di tutoraggio, sia per i tutor che possono esprimere al coordinatore le principali criticità incontrate nel rapporto con la famiglia presa in carico, nel dialogo con le istituzioni e con tutti gli attori (le scuole, gli assistenti sociali, i Presidi Ospedalieri) con i quali entrano in contatto durante lo svolgimento dell’attività. La supervisione rappresenta, inoltre, un momento importante di socializzazione attraverso la condivisione delle singole esperienze lavorative.

L’indagine ha previsto in primo luogo la somministrazione di un questionario77 che ha consentito di ricostruire il profilo dei 32 tutor a partire dalle caratteristiche socio- demografiche, dalle motivazioni alla partecipazione ai progetti, dalle esperienze lavorative passate e dalle competenze acquisite sia durante il percorso formativo iniziale, sia attraverso il contatto diretto con le famiglie prese in carico. Inoltre, nel questionario sono state inserite domande per rilevare informazioni sui legami attivati tra i tutor (fiducia, amicizia, sostegno) e tra i tutor e gli altri attori coinvolti nei due progetti e per valutare la possibilità che le azioni dei tutor possano incidere sulle modalità con cui vengono realizzati gli interventi e sul loro esito.

Lo schema 5.3 riporta le sezioni del questionario e i principali elementi che si vogliono rilevare attraverso le domande rivolte ai tutor.

In particolare nella sezione A si trovano le domande volte a rilevare le caratteristiche socio-demografiche dei rispondenti. La sezione B intende ricostruire le principali esperienze

77

Per una visione completa delle domande inserite nel questionario somministrato ai tutor si rimanda all’Appendice D.

142

lavorative svolte dai tutor in passato, per poi entrare nella sezione C, nel merito del periodo di formazione e dell’attività di tutoraggio presso le famiglie, con particolare attenzione alle difficoltà incontrate ed alle competenze acquisite. Infine, la sezione D è dedicata alla rilevazione dei tipi di legami attivati tra tutor a partire dal supporto professionale richiesto in passato agli altri tutor, a chi si rivolgerebbero in caso di difficoltà nella gestione delle attività di tutoraggio e ai legami di amicizia che sono nati al di là dei rapporti instaurati nella sfera lavorativa.

Schema 5.3 Struttura del questionario rivolto ai tutor dei progetti Iris e Grisù.

Il questionario è stato somministrato in occasione di un incontro di supervisione nel mese di maggio 2011. In questo modo i tutor hanno avuto l’opportunità di chiedere chiarimenti ed ottenere risposte immediate alle eventuali difficoltà incontrate nella fase di compilazione della scheda di rilevazione.

Il focus group78, quale tecnica di rilevazione delle informazioni basata sulla discussione tra individui all’interno di un piccolo gruppo, ha permesso di indagare più in profondità il profilo del tutor. L’interazione che si crea tra i partecipanti all’interno del focus group, attraverso la somministrazione di stimoli sia verbali (domande dirette, frasi, definizioni) che visivi (fotografie, disegni, filmati) e le opinioni espresse in merito ai diversi temi trattati, hanno

78

143 contribuito ad arricchire le informazioni ottenute attraverso la somministrazione del questionario. L’interazione, infatti, permette di ottenere informazioni non raggiungibili in altro modo (con scambi di opinione durante la discussione) legate soprattutto al linguaggio verbale e al linguaggio del corpo (Angotti, Premutico, 2001).

La traccia per la conduzione dei focus contiene una serie di stimoli trattati per ogni dimensione, della formazione, dell’esperienza lavorativa e dell’autovalutazione, volti a favorire le interazioni tra i partecipanti79 (schema 5.5).

 Il primo stimolo vuole far emergere le principali motivazioni che hanno condotto i tutor a partecipare alla selezione indetta dall’Ambito S1 e alle aspettative iniziali rispetto alle attività di tutoraggio da svolgere.

 Il secondo stimolo si focalizza sul percorso formativo a cui hanno partecipato i tutor in differenti periodi. Il primo periodo risale a circa un anno fa, il secondo periodo a circa 8 mesi fa, mentre il terzo periodo a 3 mesi fa. In particolare si è interessati a conoscere le modalità con cui si è svolta la formazione e le competenze teoriche e pratiche che ha fornito. Per conoscere se la formazione è stata caratterizzata da momenti di interazione tra docente e utente, in un processo di insegnamento apprendimento o, piuttosto, da forme di comunicazione avvenute in maniera unidirezionale trasmissive (dal docente verso lo studente) è stato chiesto ai tutor di scegliere tra due immagini che rappresentano, in modo figurato, le diverse modalità di interazione docente-studente.

 Con il terzo stimolo viene approfondita la dimensione esperenziale, attraverso il racconto di esperienze di tutoraggio vissute presso le famiglie in carico. Entra in gioco in questa fase anche l’elemento relazionale e l’approfondimento di una serie di dimensioni già indagate attraverso il questionario. In tal caso, ai tutor viene chiesto di riconoscere o smentire la loro posizione all’interno dei reticoli, rappresentati mediante delle figure, individuati a partire dalle risposte fornite alle domande relazionali inserite nel questionario (richiesta di aiuto in passato, richiesta di aiuto in futuro, relazioni di amicizia).

 L’ultimo stimolo è quello relativo all’autovalutazione, ai cambiamenti personali che ha prodotto l’esperienza lavorativa, alle proposte di miglioramento rispetto alle attività di tutoraggio e alla progettualità futura al termine dell’esperienza fatta.

79

Prima di sviluppare le tematiche, il moderatore che conduce il focus crea un clima quanto più collaborativo possibile, nel quale ognuno si sente nella piena libertà di esprimere le proprie idee e le proprie opinioni e sia consapevole dell’inesistenza di risposte giuste o sbagliate. Segue, poi, la fase di presentazione di ogni singolo tutor.

144

Schema 5.5 Mappa concettuale con aree tematiche sviluppate nei trefocus group rivolti ai

32 tutor dei progetti Iris e Grisù.

I tutor che hanno partecipato ai tre focus condotti nel mese di maggio-giugno 2011, sono stati suddivisi in gruppi di 10 o 11 partecipanti80 tenendo conto delle tre fasi in cui è avvenuta la formazione, che coincidono con l’inizio della loro esperienza lavorativa. In particolare sono stati creati gruppi eterogenei con la presenza di soggetti presi nei diversi periodi della formazione.

5.5.2 Caratteristiche socio-demografiche dei tutor ed esperienze lavorative nel

Outline

Documenti correlati