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La valutazione in itinere: modificare le scelte durante la fase di implementazione

Domande I risultati corrispondono

2.6 La valutazione in itinere: modificare le scelte durante la fase di implementazione

La valutazione in itinere viene effettuata in fase di attuazione di una politica ed ha la funzione di rilevare i meccanismi interni che ne determinano l’esito. E’ un tipo di valutazione che, rispetto a quella ex post, anticipa la rilevazione dei fattori problematici e permette di correggere e modificare gli errori già nel momento in cui emergono.

La valutazione in itinere dovrebbe produrre, di conseguenza, la rimodulazione degli interventi in corso d’opera. Nella fase di attuazione di una politica possono, infatti, attivarsi una serie di fattori inattesi che sono capaci di incidere, positivamente o negativamente, sul buon andamento degli interventi. Per questo motivo molti studiosi definiscono la fase di

53 implementazione di una politica una “scatola nera” (Barrett, Fudge, 1981), che l’analista deve aprire per portare alla luce tutti gli elementi (processi e interazioni tra attori) il più delle volte difficili da controllare.

Ovviamente questo tipo di analisi non si riduce ad un semplice giudizio su quanto ciò che è accaduto è conforme a quanto desiderato inizialmente. Formulare un giudizio sull’attuazione di una politica è un’operazione meno semplice di quanto possa sembrare. Aprire la scatola nera significa dare una spiegazione del perché i programmi funzionano, investigando i meccanismi che operano all’interno dei programmi stessi.

Le difficoltà appaiono già nella fase iniziale, cioè nell’individuazione del “disegno originario della politica” (Martini, Sisti, 2009) che dovrebbe servire da linea guida dell’intero processo di implementazione, ma che risulta spesso confuso e ambiguo. Si pensi, inoltre, all’infinità di attori e di interessi che muovono la politica di intervento e quanto le loro singole azioni, in contesti diversi, abbiano effetti particolari sull’intero processo.

E’ chiaro che una valutazione in itinere, pur essendo molto flessibile ed adattabile a qualsiasi situazione, darà maggiori frutti lì dove esistono delle esigenze conoscitive particolari. Martini e Sisti (2009) individuano quattro casi in cui più di frequente è utilizzata la valutazione nella fase implementativa:

 Introduzione di una riforma. La valutazione è utilizzata per individuare le reazioni e le modifiche negli atteggiamenti di attori coinvolti in una politica di intervento, conseguentemente all’introduzione di una grande riforma che modifica le regole che disciplinano un certo ambito di intervento;

 Utilizzo di finanziamenti. Le pubbliche amministrazioni finanziano soggetti terzi per l’erogazione di uno o più servizi attraverso la partecipazione ad un bando da parte di associazioni, amministrazioni ed enti locali. Sono quest’ultimi, in piena autonomia, ad amministrare e gestire le risorse ricevute. Questo tipo di delega porta l’ente finanziatore a non avere una chiara visione di quanto è realizzato dai singoli soggetti vincitori. In tal caso, l’implementazione risulta utile per rispondere a domande relative all’utilizzo dei finanziamenti e alle modalità di attuazione degli interventi;

 Costruzione di interventi pilota. L’intervento è prima testato su piccola scala per verificarne la sua fattibilità in un contesto più ampio. Ovviamente questa tipologia di implementazione ha in sé non poche difficoltà, dovute soprattutto ai limiti della generalizzabilità dei risultati;

 Conoscenza pregressa del funzionamento di un intervento. A partire dalla conoscenza della capacità o incapacità dell’intervento di produrre i risultati desiderati, si è interessati a

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capire come e perché la politica ha funzionato o non ha funzionato in quel determinato contesto e su quella popolazione di riferimento.

Secondo la classificazione proposta da Werner (2004), gli obiettivi conoscitivi della valutazione in itinere sono: descrivere cosa è stato realizzato nell’attuazione degli interventi e quanti e quali attori hanno attuato o hanno beneficiato delle misure attuate; giudicare se ciò che è stato fatto è quanto previsto dal disegno iniziale costruito dal valutatore e spiegare perché un intervento sta o non sta funzionando nel modo previsto. Un disegno valutativo può considerarsi completo se tali obiettivi coesistono.

Il valutatore può raccogliere le informazioni utili all’analisi sia attraverso il contatto diretto con il committente, sia attraverso il racconto dei diversi attori che prendono parte agli interventi. Inoltre, in base alle finalità della ricerca, egli deve decidere su chi e su cosa concentrare l’attenzione (i soggetti attuatori degli interventi, i trattamenti, le misure e i servizi erogati o i destinatari degli interventi) nonché su come osservare. Se si considerano i destinatari della politica, il riferimento è il singolo trattamento erogato; se, invece, si considerano le altre due unità di analisi, misure e servizi erogati e soggetti attuatori degli interventi, si pone l’attenzione sull’insieme delle procedure e delle azioni scaturite dall’implementazione degli interventi. In tal caso l’interesse è rivolto alle modifiche avvenute nell’organizzazione interna dei soggetti attuatori e alle relazioni formali e informali instaurate. Il modo di osservare le singole unità di analisi (il come osservare) può seguire due strade: da un lato cercare di ridurre la complessità attraverso l’aggregazione dei dati in indici e la costruzione di grafici in modo tale da descrivere la realtà in modo sintetico, dall’altro conservare quanto più possibile le informazioni sulle singole unità raccolte sotto forma di narrazioni e racconti, rinunciando così ad una rappresentazione di tipo quantitativo.

Se per la valutazione ex post ed in parte per quella ex ante si è consolidato un corpus metodologico ben strutturato e riconoscibile, non è avvenuto altrettanto per la valutazione in itinere. In questo tipo di analisi (di implementazione) non esiste un insieme specifico di tecniche in grado di riconoscere le cause di ciò che è avvenuto. In tal caso, il valutatore è libero di scegliere strategie di ricerca e tecniche di analisi che sembrano di volta in volta le più consone a rispondere agli obiettivi prefissati, utilizzando allo stesso tempo metodi quantitativi e qualitativi. Focus group, questionari, interviste in profondità, metodi etnografici, lettura e raccolta di documenti o dati amministrativi saranno utilizzati dal valutatore per generare delle ipotesi sui meccanismi che hanno prodotto uno o più cambiamenti durante la messa in opera degli interventi. In tale scenario sarà possibile individuare, attraverso l’evidenza empirica, quelle che meglio possono cogliere e spiegare le modifiche avvenute e dare indicazioni su

55 cosa cambiare nelle modalità attuative per rimuovere le cause dell’insuccesso di una politica.

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