57 Figura 2 – Previsioni del PRG del Comune di Duino Aurisina per la cava sita nella Baia di Sistiana
2.5.7 La cava in località Pintixedda, Comune di Gonnesa (Sardegna)
La cava in località Pintixedda è localizzata nel Comune di Gonnesa, in un’area di grande valore naturalistico, dentro la “fascia costiera” tutelata dal PPR e all’interno di un Sito di Importanza Comunitario (“Costa di Nebida” ITB040029). La cava risulta in attività dagli anni Sessanta e si sviluppa su una superficie complessiva di 27 ha di cui circa 19 ha sono stati oggetto di coltivazione (sabbie silicee e argille). La coltivazione è eseguita a cielo aperto, con metodo a gradoni coltivati in sequenza discendente. La cava presenta un caso significativo di sito estrattivo localizzato in ambito costiero, la sensibilità dell’area ha portato alla progressiva cessazione dell’attività di cava, tali valori sono risultati non negoziabili e prevalenti rispetto all’esercizio dell’attività produttiva nonostante la presenza di un volume del giacimento residuo da asportare di circa 600.000 mc51.
Figura 10 – Cava in località Pintixedda, inquadramento territoriale52
La cessazione dell’attività di cava porta ad interrogarsi sul futuro di tale area, la destinazione finale del sito deve essere opportunamente calibrata in relazione alla opportunità di
51 Deliberazione della Giunta Regionale n. 59/4 del 29 Ottobre 2008 “Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.), ai sensi dell’art. 31 della legge regionale 18 gennaio 1999 n. 1 e s.m.i. e dell’art. 8, comma 2, della L.R. n. 15/2002, relativa al progetto “Autorizzazione attività di cava di sabbie silicee e argille, in località Pintixedda, nel Comune di Gonnesa”. Proponente: Ditta CO.PR.I.ED. S.n.c. di Locci Italo e Pramaor Carlo”.
Documenti disponibili su internet all’indirizzo: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_73_20081223173617.pdf; [ultimo accesso: settembre 2011].
52 Vista aerea, elaborazione da Google Earth 2010.
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riconversione funzionale e alla presenza di habitat sensibili e in particolare di una elevata biodiversità. Lo strumento urbanistico vigente (PUC, 2005) prevede per l’area interessata da attività di cava una riqualificazione in senso naturalistico tramite il ripristino di tipo ambientale o la forestazione produttiva. Il PUC (2011) adottato in adeguamento al PPR inserisce l’area di cava all’interno di un progetto di valenza strategica ai sensi della Legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 “Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del
settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo” 53. Il progetto è esteso ad una porzione più ampia di territorio e si propone di superare
alcune criticità rilevate, tra le quali si riscontra la presenza delle cave di sabbia da riqualificare, e di promuovere le aree nell’ottica della sostenibilità ambientale e paesaggistica; il PUC a tal fine prevede specifiche linee di indirizzo atte ad orientare il progetto. Nella fase di adeguamento al PPR sono conferiti alla pianificazione urbanistica di livello comunale contenuti paesaggistici finalizzati ad indirizzare la progettazione verso la riqualificazione e la valorizzazione dei paesaggi.
2.5.8 Casi di studio a confronto
La riqualificazione d’uso dei siti estrattivi si configura come una politica perseguita sia tramite gli strumenti di settore sia tramite gli strumenti di governo del territorio alla scala locale; i casi di studio mostrano la forte vocazione al recupero funzionale dei siti estrattivi dismessi in ambito costiero e le opportunità derivanti da tale approccio.
Si passa da un livello di progettazione territoriale a quello puntuale del singolo paesaggio, da soluzioni progettuali condivise a proposte che suscitano grande clamore, da interventi catalizzatori di finanziamenti privati a politiche inefficaci rispetto alla capacità di attivare processi di riconversione delle aree.
I siti estrattivi posti in ambito costiero rappresentano un caso significativo in relazione alla particolare condizione localizzativa che li rende particolarmente vocati alla riqualificazione funzionale di tipo urbanistico. Esempi in tal senso sono rappresentati dagli interventi che riguardano la cava situata nella Baia di Sistiana, nei pressi di Trieste, e la cava sita nel Comune di Finale Ligure interessate da progetti di riqualificazione oggetto di importanti riflessioni. I tentativi di rendere appetibili all’investitore privato le aree di cava dismesse, con l’obiettivo finale di incentivarne il recupero, in alcuni casi risultano dal punto di vista della sostenibilità ambientale altrettanto negativi quanto l’attività di cava e l’abbandono, in particolare se tali scelte
53 “Articolo 12 Programmi, piani e progetti di valenza strategica per lo sviluppo del territorio
1. La Regione, le province ed i comuni, anche con il concorso di altri soggetti pubblici e privati, individuano ed attivano programmi, piani e progetti aventi carattere strategico per promuovere lo sviluppo del territorio regionale in un'ottica di sostenibilità ambientale e paesaggistica.
2. I programmi, i piani ed i progetti devono essere tali da incidere significativamente sul sistema economico- sociale, sull'organizzazione del territorio e sulla valorizzazione paesaggistico-ambientale. In particolare possono comprendere operazioni di riassetto e riqualificazione degli insediamenti, anche costieri, e la realizzazione di parchi ecologico-ambientali anche di carattere botanico e forestale di elevata valenza scientifica e culturale. Essi in ogni caso perseguono obiettivi di elevata qualità paesaggistica, ecologico-ambientale e urbanistico-architettonica. (…).” C A P IT O L O 2
CAPITOLO 2
non garantiscono l’equilibrio tra interessi privati e benefici alla collettività. Non mancano esempi dove le operazioni pubblico-private non garantendo tale equilibrio risultano per essere poco condivise, osteggiate o inefficaci.
Le politiche di valorizzazione promosse dalla Regione Sardegna hanno incontrato delle evidenti difficoltà nell’attivare meccanismi di compartecipazione pubblico-privata, soprattutto in relazione alla presenza di aree pesantemente segnate dalla pregressa attività di cava e di miniera che necessitano di importanti interventi di bonifica e di recupero ambientale; interventi propedeutici a qualsivoglia intervento. I siti estrattivi in ambito costiero sono sempre meno numerosi, gli strumenti di pianificazione orientati alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio in generale e di quello costiero in particolare tendono a rendere molto difficoltosa l’apertura e la prosecuzione di attività di coltivazione in tale spazio geografico. Le cave costiere attivate in un periodo storico caratterizzato da un sensibilità diversa nei confronti del paesaggio oggi rappresentano delle occasioni uniche per la progettazione urbanistica e per la progettazione paesaggistica fornendo la possibilità di collocare nuove funzioni in aree dove in assenza di una discontinuità paesaggistica derivata dall’attività di coltivazione sarebbe preclusa. La presenza di una compromissione dello stato originario dei luoghi dovuta all’attività di cava tuttavia non necessariamente è correlata a situazioni di degrado da valutare negativamente in senso assoluto, tali situazioni portano a privilegiare, rispetto ad interventi urbanistici, interventi orientati alla valorizzazione in senso naturalistico delle aree.
67
3.
LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE NELLA REGIONE SARDEGNA
3.1 Premessa
L’analisi dello scenario nazionale ha evidenziato l’eterogeneità del quadro normativo vigente riferito all’attività di cava e le numerose criticità connesse all’esercizio di tale attività; le criticità sono da ricondursi in parte alla mancata pianificazione del settore estrattivo e alla presenza di strumenti inefficaci rispetto alla corretta gestione dei processi di trasformazione del territorio. In alcuni contesti locali emerge la volontà di costruire un quadro di riferimento organico per il settore estrattivo affrontando contestualmente sia la valorizzazione della risorsa mineraria sia la tutela dell’ambiente, a tal fine gli strumenti di pianificazione indicano i criteri di buona pratica per la coltivazione e per il recupero ambientale, in particolare indirizzano le modalità di recupero delle aree interessate da pregressa attività di cava attraverso indicazioni in merito ai criteri di progettazione e ai riusi ammissibili da valutare anche in relazione alla vocazione del territorio. La mancata approvazione di strumenti di pianificazione del settore estrattivo dei materiali di seconda categoria si riscontra anche in alcuni territori dove tale attività risulta rilevante in termini economici e di prelievo minerario. La Regione Sardegna rappresenta un caso significativo in questo senso, infatti nonostante l’importanza del settore estrattivo e in particolare di quello dei materiali lapidei di pregio, il territorio regionale non risulta ancora dotato di uno strumento di pianificazione delle attività di cava, la stessa legge regionale (1989) risulta ormai inadeguata; in più occasioni è emersa l’esigenza di pervenire all’approvazione di un dispositivo legislativo maggiormente aderente al contesto territoriale ed economico regionale.
La pianificazione territoriale è chiamata a considerare la tutela del paesaggio e in particolare di quello costiero, ritenuto risorsa strategica, la valorizzazione dei materiali di cava senza trascurare la presenza dei beni, materiali e immateriale, legati alla cultura mineraria che caratterizza l’isola.
Il governo del territorio passa attraverso più livelli di pianificazione, il quadro attuale mostra in particolare la mancata approvazione di alcuni strumenti e la necessità per quelli vigenti di essere aggiornati e allineati rispetto agli scenari contemporanei. La velocità dei processi territoriali ed economici in atto impone un continuo iter di revisione e aggiornamento degli strumenti di pianificazione, la difficoltà di aggiornare questi ultimi rispetto ai mutati scenari rappresenta una delle maggiori criticità del sistema pianificatorio attuale.
Il presente studio analizza il quadro legislativo e pianificatorio vigente nella Regione Sardegna relativo al settore estrattivo senza trascurare i temi della tutela e della valorizzazione dei paesaggi, particolare attenzione è rivolta alla percezione degli stessi da parte della comunità. L’obiettivo è quello di individuare le politiche e gli strumenti interpreti dei paesaggi produttivi estrattivi e di valutarne l’efficacia e le ricadute nel contesto regionale.
C A P IT O L O 3
CAPITOLO 3
Tale analisi si propone di individuare le potenzialità e le relative criticità derivanti dal raccordare gli strumenti di pianificazione delle attività estrattive con gli strumenti di pianificazione paesaggistica e con quelli di pianificazione urbanistica di livello locale, sia in riferimento ai paesaggi produttivi estrattivi storici sia in riferimento ai paesaggi produttivi estrattivi recenti.