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PIANO REGIONALE ATTIVITÀ ESTRATTIVE

3.8 Riflessioni di sintes

L’analisi del quadro normativo e pianificatorio vigente nella Regione Sardegna evidenzia l’attenzione mostrata nei confronti dei paesaggi estrattivi tramite la promozione di politiche orientate al recupero e alla valorizzazione delle aree dismesse. Si rileva inoltre la promozione di processi finalizzati ad implementare il quadro conoscitivo territoriale e del patrimonio culturale e in particolare dei beni paesaggistici ed identitari di interesse storico culturale, tra cui si annoverano i paesaggi estrattivi storici. Alle politiche di conoscenza si affiancano strumenti finalizzati alla tutela, valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale ed identitario. Si riscontrano politiche e strumenti finalizzati ad incentivare la progettazione dei paesaggi, nell’ambito di tali iniziative trova spazio la progettazione dei paesaggi estrattivi. Particolarmente significativi appaiono i processi di progettazione paesaggistica attivati tramite le politiche e gli strumenti connessi all’attuazione degli indirizzi del PPR, tuttavia il bilancio mostra una scarsa efficacia degli strumenti e invero anche delle politiche nei confronti del recupero e della valorizzazione dei paesaggi di cava. A fronte di numerose iniziative progettuali gli interventi realizzati risultano limitati.

Il PPR affronta il tema dei paesaggi estrattivi sia fornendo all’interno delle NTA degli indirizzi specifici sia affrontando all’interno della parte progettuale del Piano, costituita dagli Ambiti di paesaggio, alcuni paesaggi estrattivi; si rileva una maggiore attenzione prestata nei confronti dei paesaggi di miniera rispetto ai paesaggi di cava. Il processo partecipativo “Sardegna Nuove

Idee” ha messo in evidenza una certa sensibilità nei confronti dei paesaggi di cava recenti che

necessitano di interventi di riqualificazione.

Gli strumenti di pianificazione non affrontano il tema dei materiali storici pur essendo chiaro a livello regionale l’indirizzo strategico di tutelare e conservare i caratteri peculiari del patrimonio storico costruito anche tramite l’utilizzo dei materiali tradizionali.

L’analisi effettuata mostra l’importanza di condividere ai vari livelli istituzionali un processo metodologico che possa risultare attuabile in un sistema pianificatorio come quello regionale che ha mostrato negli anni di avere poco spazio nei confronti di strumenti e processi flessibili. I processi di pianificazione regionale manifestano un rallentamento da ricondursi anche al mancato aggiornamento del quadro normativo in materia di governo del territorio, capace di supportare e rendere facilmente attuabili le politiche promosse tramite il PPR.

Nel contesto regionale appare di primaria importanza: aggiornare il quadro normativo in tema di governo del territorio e di attività estrattiva; incentivare il processo di adeguamento degli strumenti di pianificazione al PPR; concludere il processo di redazione del PRAE e la sua successiva approvazione. Il ritardo nell’approvazione del PRAE potrebbe risultare un’occasione mancata in relazione alla possibilità di adeguare contestualmente i PUC al PPR e al PRAE stesso.

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I LUOGHI DEL PRELIEVO DI MATERIALE NEL COMUNE DI CAGLIARI

4.1 Premessa

La reinterpretazione dei paesaggi produttivi estrattivi trova efficaci applicazioni nei contesti urbani offrendo importanti occasioni per il progetto della città e per la realizzazione di nuovi spazi dedicati allo svago, ai servizi, alla residenza. L’ambito urbano inoltre acquista una importanza significativa nello studio dei paesaggi estrattivi in relazione alla possibilità data, in numerosi casi, di stabilire una relazione diretta tra i luoghi del prelievo di materiale e il costruito. “Lo spazio urbano superficiale e quello sotterraneo si compongono della stessa materia, l’uno in

positivo, l’altro in negativo e la città manifesta tutto questo in una straordinaria successione di muri dalle diverse tessiture”1 (Montalbano, 2006).

I siti di cava possono risultare completamente inglobati nel tessuto urbanistico o localizzati in prossimità dell’edificato urbano; in numerosi casi il processo di espansione della città raggiunge le ex cave che diventano elementi dello spazio abitato o della periferia.

La città di Siracusa include al suo interno le latomie, antiche cave di pietra utilizzate per la realizzazione della città antica, che rappresentano una suggestiva integrazione tra paesaggio produttivo storico e paesaggio urbano.

La presenza di cave inattive localizzate in ambito urbano ha dato origine nella città di Barcellona ad importanti spazi pubblici2, analogamente nella città di Monaco di Baviera il parco urbano ricreativo Westpark (1983) è realizzato in aree estrattive dismesse, nella città di Milano la presenza di cave abbandonate offre lo spazio per la realizzazione del Parco delle cave (2002). L’utilizzo delle aree estrattive per la creazione di spazi pubblici e in particolare di parchi urbani trova esempi rappresentativi anche nel passato; il Parc des Buttes-Chaumont (1867) localizzato alla periferia di Parigi è il risultato della riqualificazione di cave di pietra.

Imponenti esempi di siti di cava inattivi localizzati alla periferia di contesti urbani sono rappresentati dalla cava di argilla localizzata alla periferia nord-est di Salerno e dalla cava di tufo localizzata a Chiaiano nel Comune di Napoli; per questi siti si ipotizzano soluzioni progettuali finalizzate alla creazione di nuovi scenari tramite la riqualificazione d’uso e l’integrazione funzionale e paesaggistica con i confinanti centri urbani (Cajati e Pastore, 2008). In relazione a tali riflessioni in questa sede si affronta un caso di studio localizzato in ambito urbano costiero. La scelta di occuparsi dei luoghi del prelievo di materiale nel Comune di Cagliari è da ricondursi alla presenza: di un insediamento urbano di origine antica; di un patrimonio architettonico di matrice storica di rilievo realizzato con il materiale lapideo locale; di

1

Montalbano C. (2006), Le aree estrattive nella definizione di un nuovo concetto di paesaggio. Lo studio di un modello architettonico territoriale per la Puglia, in “Le risorse lapidee dall’antichità ad oggi in area mediterranea. Atti del convegno”, Canosa di Puglia (Bari), 25 - 26 settembre 2006, pag. 388.

2 Nella città di Barcellona il Fossar de la Pedrera (1986), spazio commemorativo, il Parc de la Creueta del Coll (1987), parco ricreativo, il parco del Migdia (1992), sono realizzati in aree estrattive dismesse.

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CAPITOLO 4

siti estrattivi databili ai vari periodi storici, a cielo aperto e in sotterraneo, localizzati in ambito urbano e ai margini dell’edificato; di un diffuso stato di abbandono delle aree di cava. Le cave pur rappresentando elementi significativi del contesto urbano e periurbano risultano paesaggi dimenticati dalle potenzialità inespresse.