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IL MEDIO ORIENTE TRA DISENGAGEMENT E INSTABILITÁ Il prossimo capitolo tratterà delle politiche impostate dall’Amministrazione Obama e

2.4 Le cd petromonarchie del Golfo: i difficili rapporti con i Saudit

“Aren’t the Saudis your friends?” Turnbull asked. Obama smiled. “It’s complicated,” he said172. In questo passaggio tra il Primo Ministro Australiano Turnbull e Obama riportato da J. Goldberg è possibile evidenziare i difficili rapporti che sono intercorsi tra l’Amministrazione Obama e l’Arabia Saudita. La riluttanza ad intrattenere stretti rapporti con i sauditi viene da lontano: in un Commentary del 2002 citato da Goldberg,

170https://news.un.org/en/story/2013/03/434552-international-community-must-heed-pakistans-

concerns-over-drones-says-un-expert

171 J. Stern, Obama and Terrorism, Foreign Affairs, 2015

http://www.bths.edu/ourpages/auto/2011/9/14/65205157/OBAMA%20AND%20TERRORISM.pdf

172 J. Goldberg, The Obama Doctrine: https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2016/04/the-

62 il Senatore Obama si scagliò contro i sauditi e gli egiziani che opprimevano i loro cittadini, uccidevano i propri dissidenti, tolleravano la corruzione e le diseguaglianze ed erano caratterizzati da forti politiche misogine.

Obama era convinto che i sauditi dovessero convincersi di condividere la propria influenza regionale con i loro storici nemici iraniani; infatti era opinione del Presidente e dei suoi analisti che tale competizione a distanza avesse favorito la guerra per procura ed il caos conseguente in Siria, Iraq e Yemen. Inoltre, grazie alla pubblicazione di numerosi cable del Dipartimento di Stato ad opera di Wikileaks e al cd. mail-gate di Hillary Clinton, con conseguente pubblicazione di una gran mole di sue email ai tempi in cui serviva il Dipartimento di Stato, dall’agosto 2014 è possibile affermare che il governo statunitense era pienamente a conoscenza che i sauditi e l’Emirato del Qatar finanziassero direttamente lo Stato Islamico, i Talebani ed Al Qaeda173.

Ad ogni modo, la volontà di Obama, Biden, Clinton e Kerry non fu mai quella di rompere i legami storici di alleanza che perduravano da decenni. Al contrario, nell’ultimo viaggio del Presidente a Riyadh, nonostante un acceso dibattito interno sul 9/11 Bill174, il Presidente ha più volte sottolineato di voler proteggere gli alleati del Golfo dalle “Azioni destabilizzatrici dell’Iran”175. In occasione di quel viaggio e della sua partecipazione al Consiglio di Cooperazione del Golfo, Obama spinse i partner sunniti a sostenere fattivamente una transizione politica ed istituzionale in Siria e a sostenere fattivamente il governo di unità nazionale in Libia176.

Oltre alla proxy war precedentemente citata, un altro è stato l’importante filo conduttore che si è dipanato negli anni e che ha guidato in maniera più o meno diretta i rapporti tra gli USA e i paesi del Golfo: la questione energetica. La questione della dipendenza energetica dalle materie prime del Golfo da parte degli USA, risale agli anni ’60; ma è con la crisi petrolifera del ’73 che i paesi occidentali si scoprirono

173https://www.independent.co.uk/voices/hillary-clinton-wikileaks-email-isis-saudi-arabia-qatar-us-

allies-funding-barack-obama-knew-all-a7362071.html

174 Un progetto di legge del Congresso che apriva alla possibilità di riconoscere le responsabilità

dell’Arabia Saudita negli attacchi dell’ 11/9. Obama pose il veto presidenziale che però venne ribaltato nel Settembre 2016 con una schiacciante maggioranza bipartisan in entrambi i rami del Parlamento, causando una pesante sconfitta politica per il Presidente:

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-09-28/usa-congresso-fa-scattare-legge-denunce-all- arabia-saudita-l-11-settembre--214039.shtml?uuid=ADQMwrSB

175 E. Ardemagni, Usa-Arabia Saudita scomodamente alleati, ISPI, aprile 2016

http://www.ispionline.it/it/pubblicazione/usa-arabia-saudita-scomodamente-alleati-15020

176 In realtà come si analizzerà nel quarto capitolo, i Paesi del Golfo erano divisi sull’appoggio alle

63 fortemente dipendenti dal petrolio mediorientale ed in particolare dei paesi del Golfo177.

L’energia è stata da sempre un fattore chiave nei rapporti internazionali e, con le nuove tecnologie degli anni recenti, assieme alla problematica del climate change, nuovi attori si sono affacciati al mercato mondiale dell’energia portandoli a competere con le potenze petrolifere tradizionali, come Russia e Arabia Saudita. Tale corsa alle risorse energetiche aveva, ed ha tutt’oggi, le potenzialità per generare conflitti e mutamenti nei rapporti internazionali significativi.

Con i forti investimenti statunitensi in shale oil and gas, soprattutto durante il primo mandato di Obama, gli USA divennero progressivamente meno legati al petrolio mediorientale, perdendo via via così un fattore fondamentale di dipendenza dall’estero. Parafrasando il motto della Campagna presidenziale di Bill Clinton è possibile affermare “It’s the oil, stupid!”178.

Infatti, nonostante comunemente si possa pensare ad un Obama nemico dei combustibili fossili e del climate change, i dati dell’Agenzia per l’Energia USA sottolineano come la produzione statunitense di barili di petrolio sia aumentata dell’88% con conseguente riduzione delle importazioni del 60%.179 Nel 2013 gli USA hanno superato Arabia Saudita e Russia nella produzione petrolifera e di gas naturale. Anche questo approccio sulla politica di sicurezza energetica va a denotare quale fosse la reale volontà della Presidenza Obama: il disengagement dal Medioriente a seguito della conclusione delle due guerre di Bush, e l’indipendenza energetica statunitense dall’estero, favorendo l’offshore balancing: tale disengagement doveva riguardare anche la storica dipendenza petrolifera dai Paesi del Golfo. Questa nuova autonomia avrebbe agevolato i colloqui diplomatici per il controllo dell’Energia Atomica con l’Iran e, allo stesso tempo, avrebbe finalmente favorito lo spostamento del baricentro strategico degli USA nel mondo dal Medio Oriente all’Asia: il pivot to Asia.

177 La crisi del ’73 fu la risposta dei Paesi arabi dell’OPEC alla Guerra dello Yom Kippur.

E. Di Nolfo, Storia delle Relazioni internazionali: gli anni della guerra fredda 1946-1990, Roma-Bari, Laterza, pp 608-612

178http://time.com/3864061/these-5-facts-explain-the-troubled-u-s-arab-relationship/ 179 Dati al Gennaio 2015: https://www.forbes.com/sites/rrapier/2016/01/15/president-obamas-

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