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lato ben sapendo a qual punto si avanzavano le cose e voglioso d’ispirare sempre più nei cittadini la fiducia

nella lorocausa, e diprepararsialla lollaedalla bat-taglia,milleproclamicircolarefacevanelle città e nelle

campagne

dell’Isola col solitogeneroso linguaggio:

Palermitani!

Inostrifratelli,cheneilunghiannidiesiliohannosospirato ilmomentodiveniresullaloro terranatale, e dividere'i peri-glidottalotta,controilBottone, sonogià inarmieconnoi.

Lavittoriacisorrido, eleregiemiliziesono statobattuteil) Vicari* sconfitte inAlcamo,trucidale iaBanccllana: erano essi

icommilitonidicolorochetanta, gloriaacquistaronsisuicampi diVenezia contro i Tedeschi;

ma

che, impegnaliora inuna guerra fratricida, pugnano col rimorso di Caino nell’animo portandolamaledizionediDio.

Fratelli,glisguardidituttisonorivoltisopraPalermo, il di cuiimpavido contegno spaventalasbirraglia insolente, e sfida l’iradeiduevigliacchiche, rannicchiali,ne sonoacapo.

Hgridoche solleva dall’intimodi ogni cuoreben fatto, risuona formidabilealla presenza dei nostri oppressori, come appiè degli altari

essotrova un eco su peicampi, dove lottanoinostrifratelli, e lirincora l’unanime nostro sentire poichénel pensiero dell’amor di patria, enel grido di viva l’Italiasicongiungonoglianiminostri.

IsateliitticiManiscalcohannofalloaprire colia forza,non v’èchilosappia,lebotteghedi Toledo:noi rispondemmo col lasciarlodeserto,eperpietà delloroobbrobrio risparmiamo i

nomidiquei pochissimichevisividero.11consiglioprovinciale si èriunito ieri colla forza, perchè renda grazieall’augusto monarca, emostri lieta fronte a chiha cercato stamparciil

marchiod’infamia:noirisponderemoasiffattoinsulto e fra Donmolto1I giannizzeridi l’alermq avranno parila sorte ai giannizzeridiCostantinopoli... schiacciali dall’impelo popolare.

Si durinellalotta,evinceremo:

essaè1’ultima, siaperciù ostinatae fatale.Cadute lemaschere,scelgaognunolavia del-l’onoreodell’infamia:

ma

vi incedasicuro,cheil titubare è propriodegli inetti.

Sienolodali i nobili sforzideigiovanicombattenti:serbila patriailoronomi,egliaddilicomeesempli dieroica virtùe

CAPITOLOIV

«•

disublime annegazione.Noistaremo fermial nostro posto,ci aspettipurelaprigioneoilcarnefice,staremo fermi ripetendo leparolediunillustregenerale:

«Fratelli! seavanziamo,seguiteci; secadremo, correte innanzi ecalpestateci!!»

Vival'Italia!VivaVittorioEmanuele!

Palermo,8maggio1860.

Nè scordavano

icomitatiquelcleroinsigne per citta-dinevirtù chesullebarricate siciliane, dal convento della

G

anciaallagiornatadi

Palermo

sicoprivadi glo-riaimmortale,aluidirigendo

magnanime

parole

degne

dichileaveasi

santamente

meritatecollacroce

da una mano

colfucile dall’altra:

Al

PRETI

RUOTI.

Comunquesia

comunque vadanole sorti dell’ Italia

il clero faoggicausacomunecoinostrinemici,checomprasoldati stranieripercombattereItaliani.Saràmaledettodatutte le ge-nerazioni.

Ciòche consolaperò, eche promettenonesser perduta la verareligione di Cristo,sièvedere in Sicilia ipreti marciare allatestadelpopolopercombattereglioppressori.

GliUgoBassi,iVerità,iGusmarolli,iBianchinon sonotutti morti;

cildìchesiaseguitol’esempiodiquesti martiri,di questicampionidellacausa nazionale

lostranieroavrà ces-satodi calpestarelanostraterra,avrà cessato di esserepadrone de’ nostri figli, delle nostre donne, del nostro patrimonio e dinoi!

« Fratelli1Noivinceremol

«Vinceremoperchèuniti,animosi,costanti;vinceremo perchè lottiamoperlacausajdel giusto vilipesoed oppresso... Tanta fedenonèsenzabase...Dioè connoi!

«Nonci lasciamoilluderedalle vane e turpi promesse di perdono....Illabbrodiungendarmevoisapete la fedeche ineriti.

« Fratelli!Ilnemico cede perchè debole

èquesto l'ultimo sforzo,chesaràvanoalpari (deglialtri.

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STORIADELLA RIVOLUZIONEDiSICILIA 81

«Datoappenailsegno, leviamociinmassa...Noi siamoi Si-cilianideiVespri.

« Noi vinceremo... vinceremo.

«VivaVItalia,VivaVittorioEmanuele!

« Palermo, 4maggio4860».

« SicilianiI

« Le nostre armi, protettedalia santità dellacausache difen-diamo,trionfano.Dnatristafatalitàci ha forzatiaspargereil sanguedeinostrifratellidiNapoli,

ma

il dadoègettato, e bi-sogna combattere cvincere.Le nostre catene saranno bentosto infrante. Coinostrieroivisono alcunidegli Italiani (dell’alta Italia) e gli sgherri napoletani li chiamano impudentemente briganti. »

Imaridi Sicilia

erano da

ogni parteeper ogni vento corsidalle

borboniche

squadre. Garibaldi

non

poteva attraversarlosenza caderenelle loro

mani. Ma

lastella d’Italiae vinse ogni cosaeseppe schernire ogni vigi-lanza. Garibalditoccò ilsuolodiSicilia.11geniosolo è capacedi similiimprese,ilgeniochecondusse

Colombo

allaricerca di

un nuovo mondo,

che spinse

Napoleone

in Egitto ed a Frejuz, allapatria dei Faraoniedalla culla diAgricola e diCornelioGallo.

Marsala, città marittimae

commerciante

di

22,000

abitanti,daiSaraceni fabbricatasullerovinedell'antica Lilibeo,Marsala

ebbe

lafortuna di salutareper

prima

intra tuttelecittàsicilianeilsuosalvatore,ilsalvatore dei popoli, e dellapatrialoro. Il di 11 maggio, verso un’ora

dopo

ilmeriggio,tragliapplausi e l’esultanza di

un

popolo che correva

da

ogni parte

onde

vagheg-giareilsuoliberatore,

onde

udire

una

paroladallesue labbra,

onde

stringere la

mano

e baciaresulle

lab-bra

i fratellichegli facevano corona,

onde

offrirgli i

loroaveri e leloro vite,

onde

giuraretralesue

mani

RivoluzionediSicilia. •

82

CAPITOI0IV

odioeternoagli eterninemici,

onde

infineprodigar seco ognicura ed ogniforza.Giuseppe Garibaldicpìppì un’o-peracui laperfidia degli

uomini

o la falcedel

tempo non

vale a recidere,

a

cancellare (ial|astoria:

uon se-conda

a

nessuna

disimilenaturanella gloria enello ar-dire.1

due

vaporidellaregia marina,lo Tancredi edil

Capri, l'uno

comandalo

da Guglielmo

Adone

l’altro

da Marino

Caracciolo,

avevano

inseguito il

Piemonte

edil

Lombardo, ma non

potetteroimpedire diequestisi

an-corasseroinMarsala,eche Garibaldi incominciasselo sbarcodegli

uomini

edei materiali, equestoera già in parte

compiuto

allorchéavvicinatisipotesseromolestare

il

nemico

colfaprire

un

fuocovivo econtinuato.

Fortuna

voilechein quelle

acque

fossela mattinastessa anco-ratalafregala ingleseYArgus,

comandala

dalcapitano Paynter,lacui

memoria

resterà

sempre

vivanegli Ita-liani;venirloa presentarsi pelleviolenze

commesse

dal colonnelloLetizia a sudditi brittanici, e che costrin-geva le regie fregaleadesistere dalfuoco sino a

che

l’equipaggio eh’era sceso a Marsala potesse avere il

tempo

divenirea bordo.

Fu

forzaubbidire

ilfuoco cessò, e Garibaldi approfittando diquel prezioso

frat-tempo

conun’attivitàche sorpassa ogni credere

condusse

a

compimento

losbarcodei suoi,dei

cannoni

edelle munizioni d’ogni genere che seco

conduceva

eallorché

iregipoterono ricominciarele ostilitàpiù

non avevano

a combattereesucui sfogarela lororabbiaed il loro furore cheivuotilegnisucui

compirono

infattila sto-lidavendeita.

Il

domani

all’alba,laschierasimetteinvia.

Dopo IO

oredicontinua marcia arrivano a Robengallo.

Ivi sisenteil

cannone

indirezionediTrapani.

Il

giorno dopo

a marciaforzatasiportano aSalenti, bellae gra-ziosa cittadina,postanel ciglio di

una montagna,

sullo

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STOMADELLA RIVOLUZIONEDISlClClA RjS stradale

da

Trapani a Palermo.

È

luogodalla natura stessafortificato,evisi ascende per rapidaetortuosa via.

Iviil piccolo esercito liberatore

venne

accolto

con

gridadientusiasmo.

Infanto grosse turbedicontadini

muovono ad

incon-trarli; per la

maggior

partesono armatidifucili, -rr Moltisi unisconoaiGaribaldini, equalche

banda

s’in-contra sufficientemente organizzata, con

armi

e cavalli.

Moltefurono le

pene

che ebbe a soffrireil

grande

italiano,molleleavversitàche

amareggiarono

l’anima sua,emolteerano ancoralespinedelsuocuore,molli

i pericolida superare, mollo restava ancora

onde

dirsi contentoefelice,

ma

certamenle cheilgiubilo ch'egli

provò

nel calcare per il

primo

la terra dei Procidae degliArchimedi, nel toccareper il

primo

quellaterra allaquale portavailsuo

nome

elasuavita,echetutta erapienadelsuo

nome,

tutta l’acclamavailsuo salva-tore, eche vide

uomini

d’ognietà econdizione chegli stringevanoleginocchia

spandendo

lagrimedisincera riconoscenza,eche videlaconcordiaelarisoluzione di vincere o morirescrittasullafronte dituttiquegli uo-mini, eche girando intorno a sè lo sguardo videla confidenzae l’ardire diquei valorosiche secolui con-correvano ad incontrare periglie a coronarsi

d’una

gloria immortale; certamentedico,chefuricompensata Ogni sua pena; certamente cheilsuospiritostaccandosi

da

questaterravilesarà spaziatoin

una

regionedivivo splendore,che

un

effluviodi immortale

compiacenza

l’avràinvaso;ebenedicendoallaProvvidenza chefecelo nascereitaliano, benedicendo la suapatriacd isuoi fratelli lontani lesue labbra

avranno

parlato

misterio-samenle

un’addioe

un

saluto

poveracasal...povera patria!...povera Nizza!...

Tale novellaarrivò

come un

colpo di fulmine alla

84

CAPITOLOIV

corte diNapoli,sisbigottì, si tacque, poisidecise

resistenzaa morte;sitentiperòla viadelleconcessioni, ovesiarespintasicada, però sempre,

come sempre

lo furono,lanostracaduta rassomigli quelladegliangioli ribelli;

cadano

anch’essisottolenostrerovine.I consi-gli sisuccesseroaiconsigli:poscia volendochela

somma

degli affarituttadipendessedalladirezioned’

un capo

di

somma

borbonicafiducia, e nellecose militari e ci-viliespertissimo,ed

anima

tale

da

usare ogni passo

onde adempiere

in tutto epertuttoil

mandato

affidatogli,e cheall’

uopo

fossesiffattamenteautorizzalo a

bombar-dare, adistruggere,

ad

improntaretuttoche

condur

po-tesse al

mantenimento

diquel

dominio

fudecretato:

«Considerandoche,dopoIosbarcodeifaziosiin Sicilia, l’or-dine pubblicos’è trovatogravementecompromesso,nell’ inten-zionedifarcessareil più prestopossibile lo stato attualedelle cose,tantodannosoaliapubblicasicurezza,ed agl’interessidei ostri amatissimisudditiaididel Paro.

«£volendo ornoi,nellasollecitudine dell’animonostro con-venevolmenteripristinarel’ordineconprovvidiedenergici tem-peramenti governativi, ed accorrere contuttiimezziadattialla naturadegliavvenimenti checolàsisuccedono,

« Sulla proposizionedelnostroconsigliereministro segretario di Statopresidentedelconsiglio de’ ministri,

«Abbiamorisoluto didecretare e decretiamo quanto segue:

« Art.1.Nominiamoiltenente generaleD.FerdinandoLanza nostro commissario straordinarioinSicilia,contuttiipoteri del-l'Alterego,onderecarsiinquellaparie de’nostri realidominj, enei punti dovecrederàmeglio,perristabilire lacalma, ricon-durre l’ordine,animareibuonie tutelare lepersoneele pro-prietà.

Art.2.Egli eserciterà lefunzioniinerenti a taleincarico-fino a che, ripristinato l’ordineinvieremocolà ilre.il principe che abbiamogiàpresceltoper nostro luogotenente generalenei nostri dominiioltreilFaro.

«Art. 3.Accorderàinnostroreainome ampioegenerai per-donoa tuttiinostri sudditi che, or traviati,farannolaior som-messioneallalegittimaautorità.**

\

STOMADELLA RIVOLUZIONEDI SICILIA

85

Indifurimessa dal ministerodegli affari esteri la se-guente nota

a

tuttiirappresentantidellepotenze euro-pee. nellaquale chiaramente si

vede quanto

quel go-vernousi

d’una

logica inconseguente ed assurda

Eccola: ,

Lanotaèprecedala dallaseguente esposizionedi fatto, che riferiamoinsuccinto:

«Dopoil28aprile,ilgovernodelleDueDicilieera avvertito chefacevansiarruolamentiaGenova, LivornoeFirenze edin tutti glistatipiemontesi,per venireinsoccorsodeirivoltosi siciliani.) Sapeva che tutti questimovimenti eranodiretti da Garibaldi, chetrovavasi nel palazzo Passano,a Quarto, presso Genova.

118maggiofuilgiornoprefissoperrimbarcoelapartenza;in falligiunseroda Tunisi, in quel giornoistesso,iduenavigli LombardoePiemonte;icapitanirestaronoaterraedilcomando fu preso dauncertoGiuseppe Arlandy, emigrato palermitano, proprietariodi una fonderia a Genova. L’imbarco segui nella giornatae nella nottedel 8.Ilporto eraingombrodiuomini chearrivavano datuttelepartierecavansi apertamenteabordo.

1naviglipartironoall'albadel8.NellamedesimanotteGaribaldi imbarcavasipureaQuarto;accertasichesirecassearicevere sei cannonisulla riva di Nervi.IlcomandantedeirAmalfiincontrò queilegninellanotte del 6al7.»

Eccolacircolare delministrodegli affariesferni:

«Unfattodellapiùstranapirateriasièconsumatoper parte di un'ordadibriganti,pubblicamentearruolati, organizzati ed armatiinunostatonon nemico, sottogli occhi del governo c malgradolepromesse che avevafatto d’impedirlo. Avvertito de-gliapparecchichefacevansiapertamente peruna spedizione de-stinata controgliStatireali,ilgoverno non tardò a reclamare controunsimile attentatoaldirittodelle gentieagli obblighi internazionali.»

QuisiripeteI’esposizionedifattochenoiriferimmoin suc-cinto,eladichiarazioneaver il governo piemontese promesso d'impedire qualunquespedizione,però senza rassicurare comple-tamenteilgovernodelre.Lanota,passandoinseguito all’ordine deifatti,dice:

«IduepiroscafisidiresseroversoilportodiMarsala;ed, al loro arrivoinquel portofuronoassaliti dal Caprie dal Tan-eredi.

Ma

bisognòsospendereilfuoco,per dartempoa due

pi-85 CAPITOLOIV

roscaflinglesi,gidhlivipoche ore prima,diprèndereabordo i

lóro ufficiali,che trovavansiaterra, e che,linavoltaimbarcàti ritornaronoin altomare, ed allmra soltantoricominciò ilfune»

contro queipirati,

ma

senza poterne impedirelosbarcoa Mar-ssIs,

« In vistad’unattentatoscandaloso,di cuilastrettézzadel temponohdipermettediprevedereleconseguenze nellaparte insularedeiregjStati,ove l’insurrezioneeraappenasoffocata...

ilsottoscritto...prega Vostra Eccellenzad’informatileilgovèrno di....perchèqnalunquesianoleconseguenzediquesto attentato contro ognidirittoecontro leggiinternazionali, eper ilquale pItaliapuòtrovarsigettata nellapiù sanguinosa anarchia,la re-sponsabilità di questimisfatti ricada sugli istigatorifautori e complici.»

. i

IntantoGaribaldi,

dopo

aver obtligatatacolonna

mo-bilestanziata a Marsala a deporrele

armi

e fraterniz-zarecolpopolo, il quale tanto

bene

sa perdonare

à chiunque

siconfidi nella

sua

generosità,si

mosse

coi suoi econtutti gliinsorti dellaprovincia verso Palermo, la ricca città dei

130,000

abitanti

prima

cura essen-dogli quèllàdi fare

un

appelloallanazionecuiveniva aliberare:

Siciliani!parlòVeroe:

IOviho guidato unaSchiera diprodi, accorsiall’eroicogrido della Sicilia

resto delle battaglieLombarde

noisiamo con voi!

e noinon chiediamo altrochélaliberazionedellanostra terra. Tuttiuniti,l’operasarà facile ebre\e.

All’armi dun-que!chinonimpugnaunarma,cuncodardo odun traditore dellapatria.Nonvale ilpretesto

dellamancanza<1arar.Noi avremofittili,maper oraun’arma qualunquecibasta

impu-gnaladalladestrad’un valoroso*.

I municipi provvederanno aibittibi,alledonneedaivecchi derelitti.

All’aròntutti!

laSiciliaingegnerà ancora una volta comesi libera nn paese dagli oppressoli, collapotentevolontà d’nn popolounito.

G.Garibaldi.

Poniamo anche

sott’occhio il

proclama

indirizzalo

da

G.

La Masa

aisuoifratelli:

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STORIADUI.ARIVOLUZIONE DIàlOlLU 87

Fratelli!

-Ilvostrogridodidolore,ilpatrio e sovrumano eroismo vo-stro, l'invito allearmi perla nazionale evera rigenerazione, chepartìdavoi,quasi inermi,commossevivamente l’animodei popolituttid'Italia,

IIreprodeegalantuòmo,VittorioEmanueleII,siapparecchia a sostenereinfacciaall’universoidirittivostri,che sonodiritti dellapatriacomune.

L’eroediMontevideo,diRoma,diVarese,generaleGaribaldi, cheèlapiù splendidagloria dell’esercito sardo, elapiù certa ecarasperanzadei soldati patrioti, ècorsosollecitoadajutarvi nellamagnanimaimpresa che,soli espontanei,iniziaste,econ maravigliosacostanza,ancheprividi mezzisostenete.

Enoichesiamovostriantichicompagni iullearmicnel do-lore;cheesulida undici annidellaterra natia,attendemmo sem-prepalpitantil’oradelpatrio appello,perpotere, priadimorire, baciare il nostro lido divino

eccoci alfine fra le brac-cia, adividere convoi ogni periglio,eadabbattereilgiogo inumano.

Unforte stuolo diprodifratellidelcontinenteciaccompagna, econessibravi e distintiuffizialidiogniarma.Datuttele con-tradedell’alta e inediaItaliacorronoalle spiagge giovani ani-mosi ed innumerevoli, ispirati dal vostrosublime valore, cer-cando imbarco pervolare in vostrosoccorso:

etutticonogni mezzoverranno.

Questa garaammirabile,che solopuò crearel’indipendenza elalibertà dell’intiera famigliaitalianasotto ilgoverno costi-tuzionaledire VittorioEmanueleII, noi Siciliani

spremo

so-stenerla,concordi edenèrgici, afronte di qualsiasi ostacolòe sacrifizio.

Fratelli! èsuonata l’ora incui lecittadiclicgemonoancora oppresse,sirianiminoallavocedeinòstriCompatriotidel conti-nente

insorgano pronte ed audaci

èrompanoinuno slan-ci)magnanimo,comelofecero nel1848,laforzibrutale delti-ranno.Quandoilpopoloèconcorde,elovuole,anche collesole armi della disperazione,sa combatteree vincere. Ipopolidèi Vespri conoscono da grantempoquestaluminosaverità!

L’unione,fiducia,l'organizzazioneela disciplinacreeranno laforzaelavittoria.«Sialeoggisòldati,per esseredomani li-beri cittadini diuna grande nazione.» Queita sentenza, ofratèlli.

88 CAPITOLOIV

noi dobbiamo completamenteillustrarlaalcospettodel

mondo

incivilito;esarà gloriosocompensoaivostri sagrifizj l'aver, soli, con magnanimegesta, rialzatoilsublimedetto delmartiredi Oporto:«PItaliafaràdasè; »

elapatria comunedovràa voilarivendicazionedellapropria dignità

-el'attuazionedel programmadel regalantuomo:

", #

«L’Italiajjegli Italiani. »

Accogliete,o fratelli,queste paroleche, altierodei vostrifatti, iovidirigo,nelriporrelipiedesullespiaggedilette,per com-batterealvostro fianco

da semplice soldato

colmedesimo onoree colmedesimofuciledel 12 gennaio.

W.

L’ITALIA

UNA —

W.V.

EMANUELE

IL Sicilia,maggio1860.

G.LaMasa.

Simili novellevolarono colla rapiditàdell’elettrico sulle terre diSicilia,l’entusiasmodei Siculi fu al

col-mo,

ilcoraggio raddoppiò neiloro petti; e se in quel

momento

solenne avessero avuto a combattere

un ne-mico

diecivolte più

numeroso

sarebbecerto stalo di-strutto

come

Dario

a

Maratona. Infrattanto il

commis-sariostraordinarioD.

Ferdinando Lanza

entrava trion-fantenellesue funzionieilcomitatodi

Palermo

scriveva:

Garibaldiè franoi,seguitoda tremila combattenti,deiquali piùdellametàsonoicacciatoridelleAlpi,innanzia cuii Tede-schifuggironoaComo;elasuaavanguardiaè arrivata aSalemi

letruppediTrapanie di Agrigento hanfraternizzalo. Spe-riamo cheglialtricomunineseguan l'esempio, perchè non ab-bialuogouna guerrafratricida.

Ovunqueeipassi,ricevevaovazionied uomini;ediventi mila fucilinon neèrimasto neppur unsolo. Diecicannonirigatilo seguono,eigeneralicheloaccompagnanosonoMezzacapoe Me-dici

nomigloriosinell’ultimaguerrad’Italia.

Aquestisi uniscono moltissimidei nostri, fraiquali Carini, Castiglia,

Ovunqueeipassi,ricevevaovazionied uomini;ediventi mila fucilinon neèrimasto neppur unsolo. Diecicannonirigatilo seguono,eigeneralicheloaccompagnanosonoMezzacapoe Me-dici

nomigloriosinell’ultimaguerrad’Italia.

Aquestisi uniscono moltissimidei nostri, fraiquali Carini, Castiglia,