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Censo Agropecuar

1.5 “La grande produzione dei piccoli produttori”

Grafico 1 Censo Agropecuar

Nel 2006, le famiglie d nazionale di manioca, di mais, il 38% del ca vacca e di capra, e il bestiame. Inoltre, asso agricole del paese (1 familiare è rivelato dal 33% del totale dei rica disponga appena di c accesso a solo il 20% permette un confronto

72 IBGE, Censo Agropecuario

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ario, 2006

e di agricoltori familiari fornirono l’87% de a, il 70% della produzione di fagioli, il 46% caffè, 34% di riso, 21% di frumento, il 5 il 59% di suinicoltura, 50% degli uccelli ssorbe il 75% della popolazione impegn (16,5 milioni di persone). Il potenziale d

al fatto che i redditi generati dalle attività ra icavi e il 38% del valore dell’intera produ circa il 25% della superficie totale del % del credito offerto al settore72. La tabe to immediato dei dati analizzati.

rio (censimento agro zootecnico brasiliano) , 2006.

della produzione % di produzione l 58% di latte di lli e il 30% del gnata in aziende dell’agricoltura rappresentano il duzione, sebbene el paese e abbia abella sottostante

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Il segmento dell’industria agricola – prodotto storico dell’articolazione tra il capitale finanziario, il capitale industriale e la grande proprietà territoriale – si basa su un modello di grande scala, che fa uso di modelli di meccanizzazione e di materie prime convenzionali, come agro-tossici, sementi transgeniche, etc. Il Brasile concentra l’84% delle vendite di prodotti agro-tossici di tutta l’America Latina ed esistono 107 imprese che godono del permesso di utilizzare sostanze bandite in diversi paesi73. Attualmente, la questione agraria si pone sotto forma di un'opposizione tra due modelli di produzione agricola che evocano questi due diversi modelli di sviluppo: il modello agro- esportatore basato su grandi proprietà terriere di monoculture e il modello di agricoltura familiare, basato invece su piccole proprietà con una produzione diversificata e destinata principalmente al mercato interno. Sebbene essi non costituiscano due mondi separati, considerando la varie interfacce esistenti tra

73 BRASIL. Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutrcional. III Conferência Nacional de

Segurança Alimentar e Nutricional. Relatório final 2007. Fortaleza, 2007.

Colture % Familiare % Non familiare

Manioca 87 13 Fagioli 70 30 Riso 34 66 Grano 21 79 Soia 16 84 Latte 58 42 Mais 46 54 Caffè 38 62

Figura 1 Percentuale di partecipazione alla produzione di alimenti basici secondo i due modelli di agricoltura. Fonte: IBGE, 2006

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loro, questi modelli indicano diverse concezioni di occupazione dello spazio agrario, di organizzazione sociale e rapporto con la natura74.

1.5.1 Cosa intende la legge oggi per Agricoltura Familiare

Alla luce di quanto esposto, l’agricoltura familiare riveste una grande importanza strategica nella produzione di alimenti, pertanto il rafforzamento di questa categoria è fondamentale al fine di garantire la sovranità e la sicurezza alimentare e nutrizionale del paese. In questo senso, la legge n°11.326 del 2006 rappresenta una conquista sociale ed economica importantissima, poiché stabilisce le direttrici per la formulazione di una Politica Nacional da

Agricultura Familiar e Empreendimentos Familiares Rurais (politica

nazionale dell’agricoltura familiare e imprese familiari rurali), promulgata proprio con l’obiettivo di soddisfare le necessità dell’agricoltura familiare. La legge è una norma di grande rilevanza, in quanto stabilisce le direttrici, i concetti, i principi e gli strumenti destinati alla formulazione di politiche pubbliche dirette all’agricoltura familiare e alle imprese familiari rurali. L’art.3 della legge riconosce come agricoltore familiare il produttore rurale che: non possegga un’area superiore ai quattro moduli fiscali di estensione; utilizzi mano d’opera prevalentemente familiare nelle attività economica della proprietà, ricavando da esse il suo reddito principale; diriga la sua struttura agricola congiuntamente alla sua famiglia. Il concetto si applica anche ai silvicoltori, acquacoltori, raccoglitori e pescatori, comunità tradizionali di indigeni, quilombolas, a patto che essi rispettino i requisiti previsti dalla stessa legge75. I coloni della riforma agraria costituiscono un gruppo all’interno

dell’universo più ampio della categoria di agricoltura familiare. Oltre agli elementi direttivi volti ad identificare lo specifico pubblico beneficiario delle

74 Konder Comparato B., A açao politica do MST. Sao Paulo, Expressão popular, 2000.

75In accordo con il Censo Agropecuario del 2006, più del 90% degli “assentados sem titulaçao

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politiche pubbliche rivolte all’agricoltura familiare, la legge intende anche portare alla luce principi quali: decentralizzazione, sostenibilità ambientale, sociale ed economica, equità nell’applicazione delle politiche, rispetto agli aspetti di genere, etnia e generazione del reddito. Inoltre, la politica in questione nasce con l’obiettivo di promuovere la pianificazione e l’esecuzione di azioni mirate a facilitare un accesso al credito, alle infrastrutture, all’assistenza tecnica e all’estensione rurale, ai mercati, all’associazionismo, al cooperativismo, etc.

(Art.3 Lei n°11.326/2006) Per effetto di questa legge, si considera agricoltore familiare e imprenditore familiare rurale, chi pratica attività nelle zone rurali, rispondendo, simultaneamente, ai seguenti requisiti:

I. non detenga, a nessun titolo, una superficie maggiore di 4 moduli fiscali;

II. utilizzi prevalentemente mano d’opera appartenente alla propria famiglia, nelle attività economiche del suo insediamento rurale o della sua impresa;

III. che una minima percentuale del reddito familiare provenga dalle attività economiche praticate nel suo insediamento rurale o nella sua impresa, secondo quanto stabilito dal potere esecutivo.

IV. diriga la sua attività economica con la propria famiglia (conduzione familiare).

Sono inoltre considerati beneficiari di questa legge:

I. silvicoltori che contemporaneamente soddisfino tutti i requisiti presenti all’art.3 della stessa legge, coltivino foreste native o esotiche e che promuovano una gestione sostenibile di tali ambienti;

II. acquacoltori che soddisfino contemporaneamente tutti i requisiti presenti all’art.3 della stessa legge e sfruttino serbatoi d'acqua con superficie totale che non superi i 2 ha (due ettari) o che occupino fino a 500m³ (cinquecento metri cubi) di acqua, quando l'operazione viene effettuata in reti di vasca.

III. estrattivi che soddisfano simultaneamente sia le esigenze delle sezioni II, III e IV del presente articolo ed esercitino queste attività artigianali nelle zone rurali, esclusi i minatori e cercatori;

IV. i pescatori che soddisfino entrambi i requisiti di cui ai punti I, II, III e IV del presente articolo e esercitano l'attività di pesca artigianale.

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V. i popoli indigeni che soddisfino entrambi i requisiti previsti nelle sezioni II, III e IV del presente articolo;

VI. i membri delle comunità “rimanenti” (discendenti) dei quilombos rurali e gli altri popoli e comunità tradizionali che soddisfano contemporaneamente le voci II, III e IV dello stesso articolo.

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