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Nuove direzioni per la riforma agraria

2 LA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA AGRARIA

2.3. La riforma agraria

2.3.1. Nuove direzioni per la riforma agraria

“Le recenti dinamiche delle lotte sociali nel territorio brasiliano segnalano una riforma agraria, (nella sua forma costituzionale di “espropriazione delle terre che non adempiano la propria funzione sociale” e quindi destinate agli insediamenti di lavoratori sem terra), ancora distante dal fornire risposte esaurienti alle multiple dimensione della questione fondiaria”144. Nelle ultime decadi, nuovi elementi sono stati aggiunti al dibattito, risultato di una crescente visibilità pubblica delle lotte di resistenza, segnate a loro volta dal sorgere di nuove identità e da un processo di politicizzazione delle realtà sociali locali. Se, nel corso della storia brasiliana, la lotta per la terra ebbe come protagonista “l’occupante abusivo” principalmente rappresentato dal

sem terra, la cui legittimità si fondava sulla nozione giuridica del possesso

della terra, in una fase più recente troviamo nuovi attori quali: quilombolas,

faxinalenses, comunidades de fundo e fecho de pasto, ribeirinhos, quebradora de coco, etc145. Queste comunità reclamano il proprio diritto alla terra sulla

base di un uso immemorabile del suolo, di un sentimento di appartenenza, di un substrato pregno di valori culturali e di tradizioni radicate nel terreno, che

143 Fonte ispiratrice del Pronaf fu il Procera (Programa esepcial de Credito para Reforma Agraria),

Programma speciale di Credito per la Riforma Agraria, creato nel 1986 e destinato agli assentados

144 Catia Grisa. Sergio Schneider. Politicas publicas de desenvolvimento rural no Brasil. op. cit. 145 Delgado G.C., Relatorio de avaliação do PAA-III sintese, Brasilia, 2013

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tuttavia vive oggi una costante minaccia146. <<Più che di una lotta per l’accesso alla terra, si tratta di una disputa per la legittimità di diritto a un territorio>>147. Non si tratta di ricollocare famiglie in un lotto di terra nell’intento di renderle nuovamente produttive; nel caso dei popoli indigeni, si parla di una lotta per la difesa di un territorio particolare, culla di ancestrali tradizioni.

Contemporaneamente, lo spostamento di traiettorie di cui si è accennato, in particolare per quel che riguarda il Movimento Senza Terra e il Movimento dos

Pequenhos Agricultores, entrambi legati alla Via Campesina148, permise un

ampliamento degli orizzonti: contestando il modello produttivo, lamentando i rischi dell’uso di pesticidi chimici e delle biotecnologie per la salute e difendendo la sovranità alimentare, essi passarono progressivamente a valorizzare l’agro-ecologia, costruendo un paradigma indipendente dalle

146 A. Giddens. As revoluçoes sociais de nosso tempo. Sao Paulo. Unesp. 1996

Quilombolas: i chilombi sono i discendenti degli schiavi africani (afro-brasiliani), che riuscirono a

fuggire dalle piantagioni brasiliane in cui erano costretti a lavorare come braccianti.

Faxinalenses: abitanti di Faxinal. I faxinais rappresentano un sistema di gestione ambientale e di

organizzazione sociale, tipica della cultura cabocla (meticcio, vedi nota 3), presente nella regione centro-meridionale dello Stato del Paranà. Formata all'inizio del XX secolo, hanno un’organizzazione basata sull’uso collettivo della terra che prevede la formazione di vivai comunitari. I faxinalenses promuovono una gestione sostenibile delle foreste Araucaria e tutelano la sopravvivenza delle famiglie. Con la cosiddetta "rivoluzione verde" del 1970 e l'introduzione di un modello di agricoltura basato sulla monocultura e l'uso eccessivo di pesticidi, i faxinais si trovarono esposti a grandi conflitti sociali e ambientali. Questo sistema economico ha infatti raso al suolo enormi aree faxinais, costringendo le famiglie ad abbandonare le loro case e ad emigrare verso le zone urbane. Fundo

Brasil de Direitos Humanos (31/12/2012)

Comunidades de fundo e fecho de pasto: comunità tradizionali di contadini, che associano al le loro

usanze secolari di produzione e di vita il consumo di terre collettive, chiamate “os fechos” (lett. “le chiusure”, perché indicano campi recintati) o “os gerais” (“i generali", inteso come uso comune del terreno), destinate all'allevamento del bestiame, alle attività medicinali ed estrattiviste (di raccolta).

Povos ribeirinhos:i popoli che vivono in prossimità di corsi d’acqua. La pesca artigianale rappresenta

la loro principale attività di sopravvivenza; la coltivazione e le attività estrattiviste sono limitate all’autoconsumo.

Quebradora de coco: la raccolta delle noci di cocco è un’attività tradizionale prevalentemente praticata negli stati di Maranhão, Piauí, Tocantins e Pará, dove più di 300 mila donne vivono in funzione dell’estrazione di coco babaçu, una delle più importanti palme brasiliane.

147 A. Wagner Terras tradizionalmente ocupadas: processos de territorializaçao e movimentos sociais.

In: Ministerio do Desenvolvimento Agrario, Conselho de Desenvolvimento Rural Sustentavel. Rural em Debate. Condraf/MDA. Brasilia, 2010

148 La Via Campesina è un movimento internazionale, fondato nel 1993, coinvolto nella lotta contro il

monopolio delle sementi delle grandi imprese, nell’intendo di difendere la sovranità alimentare e affermare l’importanza dei contadini come attori economici e politici. www.viacampesina.org

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grandi imprese produttrici di sementi e pesticidi, rispolverando esperienze agricole tradizionali per conservarne il modo di produzione e cercando di valorizzare le articolazioni mercantili locali e regionali. Questi mutamenti condussero anche alla possibilità di nuove congiunture politiche: nel 2012, la realizzazione dell’Encontro Nacional Unificado dos Trabalhadores/as e

Povos do Campo (dell’Incontro Nazionale Unificato dei Lavoratori e delle

Lavoratrici e dei Popoli del territorio) portò alla luce punti rilevanti su questioni attuali. Ciò che si nota è una progressiva valorizzazione delle dimensioni ambientali, richiamando l’attenzione al principio di funzione sociale e tutela ambientale, principio che dovrebbe essere applicato a tutti i terreni depauperati o improduttivi, enfatizzando la costruzione di una strategia contadina (il recupero del termine è volto alla valorizzazione della tradizione che l’arte contadina contiene) fondata su una produzione di alimenti salutari, sull’autonomia energetica (migliore utilizzo dell’energia solare, della biomassa, energia eolica e biogas) e indipendenza dei mezzi di produzione (partendo dall’agro-ecologia). Sotto questa ottica, è stata sottolineata l’estrema importanza dell’educazione, attraverso la disseminazione dei programmi di istruzione negli ambienti rurali, che coinvolgono il riconoscimento dei modi di vita tradizionali. Si richiede inoltre l’integrazione di una produzione più sana e di un’attenzione al consumo di alimenti salutari da parte dei mercati istituzionali.