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3 POSSIBILI CAUSE DELLA CERVICOBRACHIALGIA

3.4 CERVICOBRACHIALGIA ED ATTIVITA’ SPORTIVE

Lo sport agonistico, se fatto in modo errato senza esercizi specifici di compenso o se fatto troppo, fa male; va interpretato come un vero e proprio lavoro in cui si deve imparare come usare il proprio corpo. È necessario che per un atleta ci sia una buona preparazione fisica, un preciso studio del corretto gesto tecnico e l’adozione di tutte quelle misure preventive durante gli allenamenti che possano consentire di evitare il sovraccarico cronico (overuse) o l’infortunio acuto.

Gli atleti assumono particolari posture in base allo sport praticato che possono favorire o aggravare le loro condizioni. Prendendo in esame delle attività sportive risulta che alcune sembrano essere inappropriate a soggetti con dolore cervicobrachiale, a meno che non si adottino alcune semplici modificazioni e precauzioni:

 Camminare o correre: le normali curvature della colonna sono messe in rilievo quando siamo in posizione eretta e l’estensione lombare è accentuata con il cammino o la corsa, quindi sarebbe importante mentre si svolgono queste attività identificare la postura neutra, fare la retrazione e la stabilizzazione del bacino e l’istruttore ha il compito di ricordarlo al soggetto di frequente durante l’attività. Camminare o correre in estensione assiale con la colonna cervicale in retrazione e le scapole addotte insieme all’oscillazione ritmica delle braccia rinforza la stabilizzazione cervicale. Alcuni sostengono che nel jogging gli impatti ripetuti sul terreno fanno venire mal di schiena, ma in realtà la schiena soffre se non è abituata e se non ha un’adeguata preparazione fisica, come esposto dallo studio di Garreta e Català32. Nel loro studio è stato valutato l’impatto percepito dalla

schiena, hanno somministrato un questionario a 777 corridori dopo una mezza maratona, in cui veniva chiesto loro quando si allenassero settimanalmente, le caratteristiche dei loro allenamenti e la relazione tra le attività funzionali e il dolore al rachide.Tra questi atleti, quasi il doppio hanno riferito un miglioramento (49%) rispetto ad un peggioramento (27%) del dolore con la corsa. Nessuna associazione significativa è stata trovata tra l'impatto percepito durante la corsa e il mal di schiena. Quindi in questo studio gli effetti favorevoli sono stati maggiori rispetto a quelli sfavorevoli.

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Sembra infatti che chi fa corsa agonistica ad alto livello non ha più mal di schiena rispetto alle persone sane di pari età. Ma spesso capita che chi corre quasi tutti i giorni, i runner, soffra di cervicalgia con dolori al collo più o meno intensi e ricorrenti. E ciò può avvenire anche in persone giovani e attive quindi sarebbe opportuno verificare che alla base del dolore non vi siano errori. Spesso infatti chi si avvicina al jogging (definito tale se ha durata di 20-30 minuti per massimo 3 volte a settimana) o running (con il quale si intende la pratica di allenamenti più intensivi e quotidiani) non è sufficientemente esperto o allenato.

Il tratto cervicale della colonna infatti è sottoposto alle sollecitazioni del passo, può essere sede di dolori ma anche di improvvise contratture che causano il classico torcicollo. Controindicazione assoluta alla corsa è l'ernia del disco in cui l’attività intensiva può essere dannosa, diverso è per la semplice protrusione discale, che è piuttosto frequente dopo i 40 anni ed in questo caso il jogging può essere utile. Come precauzione per evitare dolore al collo e mal di testa andranno usate delle scarpe specifiche da corsa, con suola alta e cuscinetti ammortizzanti. I professionisti scelgono una scarpa più leggera (A1) mentre chi pesa di più, fino a 90 chili scegli una scarpa morbida (A4). Per proteggere la colonna vertebrale, ed anche le ginocchia si consiglia in genere una categoria A3. Anche il peso eccessivo può contribuire all’insorgere della cervicalgia, quindi prima di avvicinarsi alla corsa sarebbe meglio perdere un po’ di peso ed avere il giusto allenamento.

A scopo preventivo è importante lavorare non solo sulle gambe ma anche sulle braccia, collo e schiena; e prima di correre a basse temperature effettuare un opportuno riscaldamento per evitare l’insorgenza del torcicollo ovvero una dolorosa contrattura dei muscoli laterali del collo. Ovviamente bisogna fare attenzione alla postura e non correre con le spalle contratte e il collo “insaccato”, ma mantenersi sempre ben dritti.

Correre rimane comunque un’attività ad alto impatto e può non essere tollerata da individui con lesioni dei dischi intervertebrali o con menomazioni degenerative articolari.

 Nuotare: se si ha mal di schiena si riesce a nuotare senza troppi problemi (mettendo ad esempio una tavoletta tra le gambe si evita di battere le gambe, che di solito può dare fastidio, e il movimento diventa una specie di blanda trazione).

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Ma non è detto che il nuoto risolva tutti i problemi del rachide, anzi, si è visto che i grandi nuotatori del passati che trascorrevano molto tempo in acqua e facevano poco allenamento a secco, avevano tutti il dorso curvo.

I nuotatori di oggi hanno una postura più corretta perché svolgono anche tanto lavoro a secco con i pesi. Il nuoto infatti è uno sport molto completo per gli arti, per cuore e polmoni, ma non per la schiena: la colonna è progettata per affrontare la forza di gravità ed a questo la si deve allenare. Mettendosi in acqua si toglie il peso sulle spalle: utile in fase acuta, ma inutile per allenare la schiena.

Anche per un bambino con dorso curvo o scoliosi vale lo stesso discorso: la tradizione del nuoto allena molte qualità fisiche per fronteggiare la forza di gravità e questo si ottiene meno bene in acqua.

Vi sono comunque alcune indicazioni: per chi nuota a stile libero è consigliabile respirare ruotando la testa sia a destra che a sinistra in modo da esercitare

simmetricamente la colonna cervicale, la bracciata potrebbe aumentare i problemi cervicali o alla spalla33 perché viene eseguita ripetutamente la rotazione a livello

cervicale per respirare; inoltre durante la battuta di gambe viene accentuata l’estensione lombare. Insegnare al soggetto a ruotare “come un tronco d’albero”, cioè con tutto il corpo che ruota verso un alto mentre respira e poi ruota indietro nella posizione di faccia in basso per la bracciata.

Nel nuoto a dorso viene accentuata l’estensione spinale attraverso la battuta di gambe e il movimento delle braccia; è fondamentale mantenere la testa sul

prolungamento del corpo per preservare la lordosi cervicale fisiologica, attraverso la “verticalità dello sguardo” si verifica la corretta posizione del capo.

A rana viene accentuata l’estensione della colonna sia cervicale che lombare quando si porta la testa fuori dall’acqua per respirare. Bisogna insegnare al nuotatore a non estendere il collo per tutta l’escursione articolare ma sollevare la testa insieme al torace solo quanto basta per prendere aria, cercando di tenere il collo in posizione neutra ciò nonostante i movimenti tipici di questo stile costituiscono un efficace compenso per chi, lavorando tutto il giorno seduto in ufficio, con il rachide cervicale in flessione ha bisogno di estenderlo. In ogni caso per avere benefici è opportuno nuotare dolcemente, senza movimenti bruschi e a seguito di ogni inspirazione è bene allungarsi nella posizione orizzontale di galleggiamento.

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Nel nuoto a farfalla viene movimentata la colonna lungo un ROM completo e si dà rilevanza al controllo dell’escursione attraverso la muscolatura stabilizzatrice.

 Andare il bicicletta: le bici da passeggio portano in flessione la colonna

toracolombare e in estensione quella cervicale; meglio usare una bicicletta che posiziona il corpo in una postura più eretta come la mountain bike. La maggior parte dei problemi legati alla bicicletta sono dovuti ad un uso eccessivo o ad una scarsa tecnica. Secondo lo studio di Deakon34 nei ciclisti il collo, la parte bassa

della schiena, l’articolazione del ginocchio, e il tendine d'Achille sono i siti anatomici più frequentemente colpiti da problemi. Le diagnosi più comuni sono quelle del dolore miofasciale del collo e della zono lombare del rachide, il dolore anteriore del ginocchio, la sindrome da attrito della banda ileotibiale e la tendinite del tendine d’Achille.

 Sci di fondo ed ellittica: queste sono attività ad alta intensità in cui la spinta

che accompagna il movimento all’indietro della gamba accentua l’estensione della colonna35. Bisogna insegnare al soggetto a mantenere la posizione neutra della

colonna contrastando le forze rotatorie con i muscoli stabilizzatori.

 Cicloergometro per allenamento della parte superiore del corpo: serve per allenare gli arti superiori e come allenamento di tipo aerobico; il movimento che si esegue è proiettato in avanti e ciò flette la colonna e accentua la spinta in avanti del cingolo scapolare. Bisogna insegnare al soggetto ad assumere la postura neutra e a reclutare la muscolatura stabilizzatrice prima e durante l’uso del macchinario per accrescere l’adattamento posturale.

 Lanciare pesi (lanciatori di peso, giavellotto, martello, disco): hanno molti problemi alla schiena, infatti discopatie ed ernie si instaurano come conseguenza di sovraccarichi posturali cronici e di eccessiva tensione muscolare. In chi pratica questi sport per anni è la forte rigidità muscolare a causare la compressione vertebrale, collo rigido e discopatie. In questi atleti le discopatie cervicali si caratterizzano per i sintomi della cervicale come il dolore a livello dei muscoli cervicali accompagnato da mal di testa (emicrania e cefalea muscolo tensiva) , vertigini e senso di sbandamento, nausea o vomito, rigidità o difficoltà a ruotare la

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testa o guardare in alto. Se la discopatia peggiora, si può parlare di ernia cervicale, la quale aggiunge a questi sintomi anche il dolore al braccio.

 Tennis e altri sport asimmetrici: Il tennis36, così come tutte le altre discipline

sportive, può concorrere attraverso posture non ergonomiche, accelerazioni e decelerazioni all’insorgenza di fastidiose problematiche a livello della vertebrale (ernia, spondilolistesi, ipercifosi, scoliosi, dolore lombare e dolore cervicale) accompagnate da vertigini in quanto la rigidità cervicale porta ad assumere posizioni che inducono il senso di vertigine. Di sicuro non c’è un rapporto causa effetto tra tennisti e scoliosi; diverso è per il tennis agonistico di potenza in cui si effettuano tante torsioni del tronco. Rimane comunque più vantaggioso svolgere questo sport 2-3 volte alla settimana che non farne affatto.

 Equitazione: se è fatto bene con l’uso delle gambe per ammortizzare e non della schiena e quindi con una postura corretta il soggetto non riceve sollecitazioni sbagliate ma piuttosto fa degli ottimi esercizi di equilibrio. Se ciò non avviene meglio evitare il cavallo in caso di scoliosi. È inoltre possibile subire un “colpo di frusta”, cioè il trauma da estensione e flessione, risulta essere molto simile a quello tipico da tamponamento in auto, dovuto al contraccolpo per un arresto improvviso del cavallo o a un cambiamento brusco dell’andatura. Per evitare questa spiacevole situazione occorre prestare attenzione alle indicazioni dell’istruttore ed avere una buona preparazione atletica di base, una capacità muscolare adeguata per cavalcare senza problemi.

 Salire le scale e Step: questa attività o simulata su macchine per l’allenamento aerobico a gradini o su step richiede che ci sia un controllo pelvico per effettuare il movimento alternato delle gambe perché alzare l’arto inferiore da un lato aumenta la flessione della colonna mentre l’altra gamba (parte inferiore) e la colonna sono estese. Bisogna insegnare all’individuo a mantenere in posizione neutra il rachide attraverso i muscoli stabilizzatori contro le forze di rotazione.  Ginnastica aerobica, danza aerobica e aereobox: ogni soggetto che frequenta una palestra, dovrebbe essere indirizzato verso il corso aerobico a lui più adeguato in base al livello di forma fisica e all’età. Ogni esercizio ed attività

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deve essere analizzato dal punto di vista biomeccanico e delle forze che sono imposte alla colonna in modo che si diano ai soggetti i giusti consigli. Le posture a fine escursione di movimento e gli sforzi ad alta velocità, come i calci vigorosi e i movimenti ballistici possono diventare pericolosi per la colonna vertebrale e sono sconsigliati a chi è in fase di guarigione da tali patologie.

 Sport automobilistici, piloti di Formula 1: negli sport automobilistici, e in particolare per i piloti di Formula 1, è fondamentale l’allenamento con esercizi di forza e per il collo.

Durante le accelerazioni laterali le alte velocità di percorrenza delle curve ad ampio raggio generano accelerazioni trasversali che possono arrivare fino a 5G e si scaricano sul fisico del pilota per periodi prolungati (G è utilizzato per quantificare una forza di accelerazione angolare, 5G corrisponde ad una forza- trazione che insiste verso l’esterno della curva ed è calcolato moltiplicando il peso della testa più il peso del casco per il numero dei G, cioè 9,81 m/sec 2). Il corpo del pilota è perfettamente ancorato al sedile anatomico mentre la testa e gli arti non sono vincolate alla vettura. In particolare i muscoli del collo, non avendo nessun appoggio, devono opporre una forte resistenza di tipo isometrico ed eccentrico, pari allo spostamento di 25-30 kg per vincere i 5G di accelerazione laterale ed impedire che il capo venga inclinato sul lato opposto al raggio di curvatura. Gli altri tipi di curve che compongono un circuito possono essere mediamente di 2-3G ed essere protratti per 4-5 secondi a seconda del raggio di curvatura, comportando uno sforzo medio sul capo del pilota, sulle braccia e sulla zona lombo-sacrale di 15-20 kg per ogni giro di una corsa.

I piloti devono mantenere un buon allenamento attraverso un programma di esercizi per mantenere il corpo forte, magro ed un collo preparato: esercizi per la forza ad alta intensità, allenamento per addominali ed arti superiori, salti, sollevamento pesi, allenamento per l’equilibrio e la coordinazione oculo manuale (ad esempio stando in piedi su una palla medica, il pilota deve afferrare al volo delle palline lanciate dall’allenatore), esercizi per il collo svolti con una macchina personalizzata.

I piloti di Formula 1 allenano i muscoli di testa e collo servendosi per circa 40 minuti al giorno di un apposito macchinario progettato per loro: ha un braccio meccanico con un cuscinetto che spinge contro il suo capo, usando varie pressioni

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mentre il pilota cerca di mantenere il collo eretto o cerca di spingere contro il braccio.

Per molti sport automobilistici e per le competizioni di motocross è stato progettato il Sistema Hans (Head And Neck Support), un supporto di sicurezza per ridurre il rischio di infortuni al complesso testa-collo o fratture della base cranica. Questo dispositivo venne introdotto dalla Federazione Internazionale dell’Automobile come equipaggiamento obbligatorio per ogni pilota di F1; evita che la testa del pilota venga spinta in una direzione che tende a “strapparla” dal resto del corpo. È formato da un collare (dispositivo Hans), un tirante per lato, clips di ancoraggio e una spalla di sostegno (un giogo).

 Rugby : uno studio effettuato da ricercatori francesi37 afferma che negli ex

giocatori di rugby c’è una maggiore degenerazione della colonna cervicale. Questo studio è stato fatto attraverso la valutazione dei sintomi della colonna cervicale e lesioni in 101 uomini, ex giocatori professionisti di rugby (35-47 anni) e un gruppo di controllo di 85 volontari che non avevano praticato nessuno sport professionistico (35-49 anni). Nel gruppo dei giocatori di rugby il 50,5% dei soggetti lamentano dolori cronici al collo e una ridotta mobilità del collo rispetto al 31,8% dei soggetti del gruppo di controllo. Rispetto ai volontari, i giocatori di rugby in pensione hanno i canali vertebrali più stretti e un maggior restringimento (stenosi) del forame attraverso cui le radici dei nervi spinali escono dal canale vertebrale. In prossimità della colonna vertebrale, gli ex giocatori di rugby hanno una maggiore massa muscolare e meno grasso rispetto ai volontari. I ricercatori hanno ipotizzato che i muscoli paraspinali più forti degli ex giocatori di rugby potessero essere di aiuto nel controllo del dolore spinale in questo gruppo. I

giocatori di rugby in pensione avevano subito più interventi chirurgici per le condizioni degenerative della colonna vertebrale (10 casi, cioè 9,9%) rispetto ai volontari (nessun caso), questi interventi sono stati fatti durante la carriera professionistica per ernia del disco e radicolopatia. Quindi pochi anni dopo la fine della loro carriera, i giocatori di rugby di livello professionistico, sembrano avere più sintomi degenerativi e lesioni al rachide cervicale e questi sintomi sono invalidanti solo eccezionalmente ( 3 casi sui 101 in questo studio).

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Conclusioni

Nonostante ci siano alcune raccomandazioni è consigliato fare attività fisica regolarmente 2- 3 volte alla settimana perché ben più gravi possono essere le conseguenze della sedentarietà.

Per cominciare la seduta di allenamento effettuare un riscaldamento completo di almeno 10 - 15 minuti ed evitare sport a cui non si è allenati o impegni fisici cui non si è preparati.

Per cui sarebbe opportuno prima di avvicinarsi ad uno sport allenare i vari distretti muscolari e per evitare problemi cervicali e alla colonna vertebrale in toto; dare la giusta importanza al riequilibrio del bacino (ai muscoli antiversori e retroversori del bacino) attraverso il potenziamento dei muscoli addominali, allungamenti degli ischiocrurali, sbloccaggio della coxofemorale e scapolo omerale attraverso esercizi di scarico e di sospensione. Anche al termine della seduta di allenamento è opportuno fare allungamento per i muscoli del collo e fare esercizi di scarico e sospensione, specialmente in quegli sport in cui vi sono molti salti o sovraccarichi (pallavolo, basket, sollevamento pesi, etc.) ad esempio con sospensioni alla spalliera, con l’utilizzo del posizionatore antalgico lombare o con un piano inclinato.

Per i bambini la scelta migliore è provare diversi tipi discipline ma sempre sotto la guida di un buon educatore: con l’obiettivo di migliorare le qualità motorie per vivere in buona salute.

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