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6 ALLENAMENTO ALLA STABILIZZAZIONE

6.2 LINEE GUIDA PER IL TRANING DI STABILIZZAZIONE CERVICALE

STABILIZZAZIONE CERVICALE

Gli obiettivi base per l’allenamento alla stabilizzazione sono quelli di istruire un soggetto in modo che diventi consapevole delle contrazioni muscolari e delle posizioni della colonna vertebrale, e fare poi in modo che questo soggetto sappia mantenere il controllo della colonna anche durante gli esercizi degli arti. Il soggetto deve poi arrivare ad avere controllo anche durante lo svolgimento di esercizi più complessi, fino a mantiene automaticamente la stabilità ed il controllo della muscolatura profonda, sia in attività semplici che in attività più complesse e non programmate.

Un principio da ricordare è che la colonna cervicale richiede più mobilità per mantenere la posizione della testa, ma per avere una base per la stabilità e per il buon controllo posturale si basa sulla colonna toracica e lombare, quindi ne risulta che c’è una sovrapposizione tra l’allenamento di stabilizzazione per i problemi cervicali e quelli lombari.

Linee guida per il training alla stabilizzazione:

 Prendere consapevolezza dei movimenti sicuri, della posizione neutra e della posizione in cui i sintomi sono assenti.

 Insegnare al soggetto ad attivare nella posizione neutra la muscolatura profonda stabilizzatrice, in particolare il muscolo trasverso dell’addome e il multifido.

È importante riuscire a contrarre questi due muscoli isolatamente, senza contrarre la muscolatura globale del tronco. Il soggetto deve imparare a “tirare in dentro” l’ombelico, cioè compiere la retrazione addominale prima di ogni tipo di attività, in modo che diventi un gesto automatico.

 Stabilizzazione dinamica: aggiungere i movimenti degli arti al fine di caricare la muscolatura globale, mentre si mantiene una posizione neutra stabile del rachide.

Il soggetto dovrà quindi, compiere il movimento di tilt pelvico nella regione lombare e di piegamento in avanti della regione cervicale ed eseguire la retrazione

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e poi muovere uno o più arti. Applicando forze di rotazione verrà attivato anche la muscolatura obliqua addominale.

 Migliorare la resistenza di questa muscolatura aumentando le ripetizioni Esempio: partire con una forza di resistenza che il soggetto mantiene per 30 secondi/1 minuto e che sia bel tollerata dalla muscolatura e poi aumentando le ripetizione arrivare fino a 3 minuti.

 Migliorare la forza mantenendo una posizione neutra stabile della colonna aumentando il carico, cambiare il braccio di leva o aggiungere una resistenza esterna. Ad esempio sotto forma di pesi liberi, resistenza elastica o manuale per aumentare la risposta stabilizzante della muscolatura cervicale, se si perde la posizione neutra o se si avvertono sintomi bisognerà diminuire il carico.

Per allenare la forza è sconsigliato l’utilizzo di pesi esterni con un sistema di cavi o a puleggia applicato direttamente al capo perché causa un carico compressivo sulla colonna vertebrale e la possibile perdita di controllo durante l’esecuzione. Nel rachide cervicale gli obiettivi dell’allenamento alla stabilizzazione sono l’attivazione e il controllo dei muscoli che controllano la retrazione cervicale, ossia l’estensione assiale: ciò richiede la flessione del capo, un lieve appiattimento della lordosi cervicale e l’appiattimento della cifosi dorsale superiore.

Esempio: il soggetto si posiziona supino e poi compie un movimento lento e controllato di assenso della testa sulla colonna cervicale alta (movimento del “si”). Nel caso in cui il soggetto abbia una postura della testa molto in avanti, ci si aiuta con un cuscino basso o un asciugamano piegato sotto l’area occipitale per non far estendere la testa sul collo. Accertarsi che il muscolo lungo del collo si contragga e che sia più rilassato il muscolo sternocleidomastoideo.

Esempio: Per attivare ed allenare i muscoli estensori cervicali inferiori e i muscoli dorsali alti il soggetto da prono rinforza il movimento di flessione craniocervicale imparato con l’esercizio precedente da supino, appoggia la fronte sul lettino o su un tappeto , tiene il mento piegato e gli occhi rivolti verso il lettino e solleva leggermente la testa (Fig.37). Quando ha imparato ad attivare i muscoli profondi potrà ripetere l’esercizio anche a casa più volte al giorno.

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Fig.37 Esercizio di rinforzo dei muscoli estensori cervicali inferiori e i muscoli dorsali alti

Fig.38 Tecniche di attivazione della muscolatura addominale:

1) Retrazione addominale

2) Irrigidimento addominale

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Per svolgere al meglio ogni esercizio di stabilizzazione è fondamentale conoscere due tecniche di attivazione della muscolatura addominale (Fig.38):

1) La retrazione addominale o “drawing-in” cioè la manovra con cui il soggetto scava la regione addominale come a tirarla indietro verso la colonna vertebrale per attivare il muscolo trasverso dell’addome. L’allenamento a questa manovra può avvenire partendo dalla posizione di quadrupedia in cui la gravità da i suoi effetti sulla parete addominale oppure da supino con le ginocchia a 90° e piedi in appoggio su tappetino o su un gradino o dalla posizione prona.

L’importante è progredire con le posture in cui allenarsi alla retrazione, fino ad arrivare in stazione eretta o addirittura in sospensione, ad esempio alla spalliera, o in sospensione e appoggio alla spalliera (ancora più complicato da mantenere perché vi sono due vincoli). È importante insegnare al soggetto ad inspirare ed espirare e poi a ritrarre l’ombelico verso la colonna per “scavare” la regione addominale. Se è ben fatto c’è un minimo o nessun movimento della pelvi (inclinazione posteriore del bacino), nessun abbassamento delle coste, nessun sollevamento della gabbia toracica, nessuna protusione in fuori della muscolatura addominale. Il drawing-in da supino causa un aumento della risposta del trasverso dell’addome rispetto alle altre posture.

2) L’irrigidimento addominale che avviene contraendo la muscolatura addominale e allargandola lateralmente in fuori in modo da attivare i muscoli obliqui utili per la stabilizzazione globale51.

3) Solo nei casi in cui non c’è dolore, fare anche la retroversione del bacino in cui il bacino è inclinato posteriormente e la colonna lombare si appiattisce attivando principalmente il muscolo retto dell’addome che flette dinamicamente il tronco, questo è un muscolo superficiale, pertanto meno considerato nell’allenamento della muscolatura profonda stabilizzatrice. Gli esercizi di tilt pelvico vengo insegnati per far si che ogni soggetto abbia la consapevolezza del movimento del bacino e della colonna lombare.

Anche il muscolo multifido va saputo attivare ed andrà quindi ben allenato: il soggetto è prono o in decubito laterale, l’istruttore porta i pollici e gli indici

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lateralmente ai processi spinosi della colonna lombare e da qui palpa ogni livello spinale e spiega al soggetto come gonfiare il muscolo contro le dita.

Quando il soggetto saprà attivare la muscolatura profonda potrà ripetere gli esercizi più volte durante la giornata e potrà integrare l’allenamento usando la muscolatura complessiva e il movimento degli arti.

Gli esercizi di stabilizzazione possono essere suddivisi per regioni vertebrali, ma molti esercizi sono utilizzabili sia per la regione cervicale che lombare visti i loro rapporti funzionali, si può quindi parlare di stabilizzazione globale.

Solitamente gli esercizi di stabilizzazione per il tratto cervicale iniziano dalla posizione sdraiata per poi passare alla seduta su fitball, o in piedi con dorso appoggiato al muro per giungere in piedi senza sostegno. Alla fine del programma, per aumentare la difficoltà, si eseguono gli esercizi su una superficie instabile.

Esercizio: seduto su fitball iniziare l’esercizio con delicati movimenti di flesso- estensione, come per dire si, fino alla posizione neutra di colonna, per attivare i muscoli segmentali profondi. Il carico di resistenza è dato da piccoli movimenti dell’arto superiore, poi diventeranno più movimenti e ripetizioni delle braccia ed infine si aumenta la resistenza aggiungendo dei pesi in mano o una resistenza elastica.

Esercizio: alcuni esercizi di carico delle braccia per dare rilievo ai muscoli estensori cervicali inferiori e dorsali superiori si possono svolgere in posizione supina partendo dalla protezione massima con braccia stese perpendicolari al petto cioè con flessione della spalla di 90° passare all’abduzione delle spalle a 90°, poi si passa alla fase di protezione media: in rotazione esterna della spalla con braccia lungo il corpo e poi si va in flessione di spalla ed abduzione a fine range di movimento, fino a svolgere esercizi in schema crociato (Fig.39).

Esercizio: una progressione simile per la stabilizzazione della muscolatura cervicale si può fare in posizione prona, dando alla colonna un carico con gli arti. Si parte da proni con viso sul lettino e braccia lungo i fianchi, rotazione laterale della spalla e adduzione scapolare; poi si portano le braccia a 90° in abduzione

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orizzontale e adduzione scapolare; e si passa poi alla fase di protezione moderata con il sollevamento di braccia e spalle, e si termina con spalle a 90° in rotazione laterale e gomiti estesi, abduzione orizzontale e adduzione scapolare (fig.40) Il buon allenamento del rachide cervicale inizia con la pelvi e con la colonna lombare e termina con le regioni scapolare e toracica: perché ci sia una buona retrazione del mento il torace dovrebbe essere sollevato dalla pelvi e la scapola dovrebbe essere tirata indietro in una posizione comoda. Quando il soggetto ha raggiunto una buona stabilità cervicale e una bona risposta agli agenti perturbanti si inseriscono gli esercizi isometrici e dinamici.

Fig.39 Carico degli arti per la stabilizzazione della muscolatura cervicale in posizione supina

Fig.40 Carico degli arti per la stabilizzazione della muscolatura cervicale in posizione prona

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