4 PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLA CERVICOBRACHIALGIA
4.2 OSSERVAZIONE, ANAMNESI, ESAME MORFOLOGICO
MORFOLOGICO
Prima di scegliere il programma di esercizi o un eventuale trattamento bisognerà osservare il soggetto. L’osservazione parte dall’espressione, andatura e postura del soggetto, in particolare quella della colonna vertebrale, del rachide cervicale e del capo. Infatti osservando il capo ci si rende conto della gravità della situazione, ad esempio un torcicollo associato a dolore acuto può aver causato lo sviluppo di una “postura antalgica”. Si valuterà la presenza o meno della postura con testa protesa in avanti e gli eventuali compensi. Come già sottolineato nel precedente capitolo l’occupazione, lo sport e lo stile di vita, possono essere causa di un adattamento posturale che causano segni e sintomi dovuti ad un’alterata biomeccanica e allo squilibrio muscolare.
Successivamente all’osservazione potrà essere fatta l’anamnesi: bisogna chiedere sempre al soggetto se è già stato dal medico e se ha con se i referti e i documenti che certifichino la sua condizione di salute, chiedere l’età, l’occupazione svolta, gli sport o le attività, gli hobby e lo stile di vita che assume, in quanto tutte queste abitudini danno indicazione sulla natura dell’insorgenza del problema e sulle reazioni di problemi abituali di postura associati ad esse.
L’età è un fattore importante perché il tipo di dislocazione del disco cervicale è associato all’età; nel bambino e nel giovane il dolore in questa zona è di solito un torcicollo acuto. Mentre nella media età possono esservi delle protusioni anulari del disco con dislocazioni posteriori. Invece l’ernia discale con dolore che si estende anche all’arto superiore insorge almeno dopo i 35 anni, se compare prima può esservi un problema più grave.
Nei soggetti più anziani possono esservi modificazioni degenerative nelle articolazioni intervertebrali, unco vertebrali e zigoapofisarie.
La localizzazione e l’estensione dei sintomi forniscono importanti indicazioni per la diagnosi ed è importante capire se vi è o meno un dolore riferito: se rimane al rachide cervicale o se vi è irradiazione nella regione scapolare, toracica, dell’arto superiore o al capo.
La compressione della radice nervosa del rachide cervicale può avvenire solo nella regione media ed inferiore poiché le radici nervose C1 e C2 non percorrono i
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forami intervertebrali perciò il dolore cervicale superiore non può derivare da compressione di queste radici.
Sarà poi fondamentale classificare l’insorgenza e durata dei sintomi di tutti gli episodi: l’insorgenza può essere improvvisa o graduale, se l’insorgenza è di origine traumatica bisognerà stabilire se il meccanismo responsabile è stato un’iperflessione, un’iperestensione, una rotazione esagerata; mentre se l’esordio è graduale bisognerà capire se è associato a posture abituali o a un cambiamento di postura, come dormire in un nuovo letto.
Anche la durata dei sintomi ci aiuta a stabilire la gravità e il programma di trattamento: chi ha sintomi da minor tempo risponderà meglio agli esercizi, mentre dopo episodi ripetuti in processo di guarigione (che solitamente avviene anche spontaneamente) tende ad essere più lento e difficoltoso. Ad esempio la compressione di una radice nervosa si risolve nell’arco di 3-4 mesi se scompaiono i sintomi centrali.
Le caratteristiche dei sintomi, e in particolare del dolore ci aiutano a capire: se il dolore è minore al mattino e peggiora durante la giornata e si attenua con il riposo ci sarà un problema di compressione o di postura. Viceversa ci sarà probabilmente un’artrite in fase attiva (dovuta ad osteoartrosi degenerativa o a un’artrite infiammatoria) se il dolore e la rigidità sono maggiori al mattino. Se invece il dolore non si allevia nemmeno con il riposo e nella notte potrebbe essere un tumore o metastasi, in questi casi può esservi dolore anche durante la tosse o uno sforzo.
La parestesia invece è di solito associata a compressione della radice nervosa; così come i sintomi simpatici: caldo, freddo, pesantezza, gonfiore e sintomi circolatori (o sindrome dell’egresso toracico, sindrome spalla-mano o patologia dell’arto superiore).
Se c’è un coinvolgimento di altre articolazioni potrebbero esservi problemi pregressi associati o meno alla condizione in esame, andrà quindi fatta un’anamnesi patologica remota, prendendo in considerazione qualsiasi malattia importante o eventuali precedenti problemi al rachide. Infine chiedere sempre al soggetto se assume farmaci quotidianamente o farmaci analgesici per controllare il dolore.
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Si procede facendo un’accurato esame morfologico che rilevi eventuali dismorfismi o paramorfismi. Si fa un’ispezione delle curve vertebrali per valutare l’aumento o riduzione della lordosi cervicale, la rotazione o l’inclinazione, eventuali anomalie come una cifosi nella regione toracica superiore, una scoliosi o la presenza di una postura antalgica. Alcune volte ad esempio si trova più tessuto adiposo a livello di C7 insieme ad una deformità posturale nel passaggio cervico- dorsale, questa condizione prende il nome di “drowager’s hump” cioè “gobba della vedova”, o di bisonte (si trova solo in donne anziane e si dice sia il punto di accumulo di collera bloccata). E un tessuto adiposo simile si ritrova nei giocatori di rugby. Si osserva poi il capo se si trova in rotazione eccessiva o protrazione. Tumefazioni o variazioni cutanee a livello del rachide cervicale sono rare a meno che non siano associati ad un trauma.
Se c’è atrofia muscolare andranno esaminati i muscoli di rachide, spalla e tratto cervicale, ad esempio una neurite si associa ad atrofia muscolare.
All’esame obiettivo si chiede al soggetto di compiere alcuni movimenti cervicali: estensione attiva
torsioni attive: destra e sinistra
inclinazioni o flessioni laterali attive: destra e sinistra flessione attiva
Poi con l’istruttore altri movimenti cervicali passivi: estensione passiva
torsioni passive: destra e sinistra
flessioni laterali passive ( o inclinazioni): destra e sinistra
Per avere un quadro ancora più completo si possono effettuare alcuni tests contro resistenza:
estensione cervicale contro resistenza torsioni contro resistenza
flessione laterale (o inclinazione) contro resistenza flessione contro resistenza
Per escludere l’articolazione di spalla come causa di dolore si chiede al soggetto di compiere elevazione attiva della spalla portando le braccia sopra il capo: viene esclusa come causa di dolore se ha un’ampiezza completa e non dolente.
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La valutazione di segni obiettivi radicolari viene condotta attraverso dei test contro la resistenza data dall’insegnante per eventuali segni neurologici obiettivi e per cause alternative di dolore all’arto superiore: nei casi in cui si avverta debolezza muscolare del soggetto viene associata a una compressione della radice nervosa (ad esempio elevazione della spalla contro resistenza, con le mani dell’istruttore sul trapezio per valutare XI nervo accessorio spinale, C3, C4; o ad esempio flessione del gomito contro resistenza per valutare eventuale compressione della radice nervosa C5 o C6).
Si può poi effettuare un rapido esame della sensibilità superficiale attraverso eventuali differenze o asimmetrie: sensibilità cutanea a livello del pollice ed indice per C6, indice-medio- anulare per C7 o medio-anulare-mignolo per C8. E controllare i riflessi bicipitale (C5 e C6), del brachioradiale (C5,C6,C7), e del tricipite (c6, C7, C8) o riflesso di Babinski che deve avere come normale reazione la flessione plantare, in caso contrario , cioè l’estensione, indica una lesione del motoneurone superiore.
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