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3 POSSIBILI CAUSE DELLA CERVICOBRACHIALGIA

3.3 POSTURE LAVORATIVE ERRATE

Attività lavorative poco adatte al benessere della colonna vertebrale nel suo insieme sono quelle in cui avvengono sollevamenti ripetuti e le patologie e disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico (in sigla “DMS”) sono molto diffusi tra diverse classi di lavoratori e costringono alla rinuncia di molte attività.

Quasi il 25% dei lavoratori dell’Unione europea soffre di algie del rachide e il 23% lamenta dolori muscolari29. Il 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro; il 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti; il 35% trasporta o movimenta carichi pesanti. Per questo la Comunità Europea ha effettuato numerosi studi sull’argomento, tra i quali la ricerca ”Fit for work?” - “Idoneo al lavoro?” – nel 2009, per valutare l’impatto dei DMS sulla popolazione lavorativa dei 27 Paesi dell’UE e le possibili buone prassi da adottare.

Molti lavoratori soffrono di mal di schiena, dolori al collo, dolori alle braccia. La gran parte di questi disturbi, definiti genericamente “muscoloscheletrici”, derivano dall’invecchiamento ma spesso essi sono causati da erronei movimenti o posture adottati in attività sia lavorative che di vita quotidiana. I disturbi classici sono senso di fastidio o di peso, formicolio, intorpidimento, rigidità, dolore al rachide (collo e schiena), agli arti superiori (spalle, braccia e mani) e arti inferiori (gambe e piedi).

Questi disturbi derivano spesso da affaticamento muscolare, da infiammazione delle strutture tendinee o da degenerazione dei dischi della colonna vertebrale. Anche alcune patologie dell’apparato circolatorio (ad esempio gonfiore degli arti, vene varicose, ecc.) possono derivare da erronei movimenti e/o da posture statiche e prolungate.

Tra le principali strutture del corpo che sono soggette a questi disturbi c’è la colonna vertebrale in cui all’attività lavorativa si associano i problemi legati all’avanzare dell’età: il disco intervertebrale tende a perdere la sua capacità ammortizzatrice e la schiena diventa più soggetta a disturbi, soprattutto a livello lombare. Tale processo è accentuato sia da sforzi eccessivi che dalla vita sedentaria. In particolare, sul lavoro, ciò avviene quando:

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- si sollevano pesi con movimenti errati: curvando o torcendo la schiena; - si rimane a lungo nella stessa posizione come in piedi o seduti;

- si svolgono attività di spinta o traino.

Anche in letteratura la cervicobrachialgia è spesso descritta come una problematica clinica comune in lavoratori, ad esempio la postura con il capo chino in avanti (Forward head) nei soggetti che stanno per parecchie ore davanti al computer, postura inclinata lateralmente dovuta all’abitudine di tenere il telefono nell’incavo del rachide cervicale per mantenere le mani libere (sarebbe sufficiente utilizzare auricolari), postura il flessione e rotazione dell’idraulico e del muratore o la postura del capo in estensione del pittore o dell’elettricista, in modo che possano usare le braccia al di sopra dell’altezza della testa.

Nei lavori d’ufficio sono coinvolte tutte quelle persone che utilizzano il computer per lunghi periodi, spesso per anni. Secondo lo studio di Cagnie30 questa

situazione può essere sintetizzata in 4 punti:

 colpisce in percentuale maggiore le donne (18%) rispetto agli uomini (11%), nella fascia d’età tra 50 e 59 anni;

 nel sesso femminile i sintomi algici sono più intensi;

 la stabilizzazione clinica dei sintomi si verifica con l’incremento dell’età stessa;

 la disabilità cronica raggiunge spesso, dopo i sei mesi, il 40% dei soggetti. Probabilmente le differenze dei livelli di forza dei muscoli del distretto della spalla possono spiegare in parte la differenza di incidenza tra i sessi. Studi sull’attività muscolare hanno sottolineato la presenza di trigger point (punto o area localizzata estremamente irritabile e dolorosa formata in un nodulo o in un fascio teso di tessuto muscolare) attivi nei muscoli flessori cervicali profondi, splenio del capo, trasverso del collo. È quindi possibile evidenziare uno squilibrio dei muscoli del collo, che rimangono un chiaro fattore eziopatologico per un dolore cronico al collo. La maggior parte delle cervicobrachialgie è associata, o attribuibile, a forze compressive da carico assiale e si verifica indipendentemente dalla forza dei muscoli del collo, ma è direttamente proporzionale all’entità stessa del carico assiale. Ci sarà pertanto una compromessa integrità del segmento

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cervicale, dovuta a una distorsione, sublussazione o lesione legamentosa, che si esprimerà con dolore e instabilità al rachide cervicale.

Di conseguenza vi saranno riflessi negativi sul sistema tonico-posturale, infatti questa problematica potrebbe comportare una destrutturazione dell’intero sistema tonico-posturale, attraverso un’alterazione dell’attività recettoriale e relativo incremento delle tensioni asimmetriche nella regione del collo. Ad esempio una disfunzione dell’attività neuromuscolare crea tensioni anomale che daranno origine a compensi discendenti, con bascule a carico del bacino e adattamenti podalici.

Quindi nel complesso uno squilibrio funzionale in termini di forza, che si instaura tra i gruppi muscolari della regione cervicale ma di riflesso anche sull’intero complesso colonna-bacino, incide negativamente sulle capacità elastiche, sulla coordinazione intra e intermuscolare e sul controllo neuromuscolare, con conseguente predisposizione a ulteriori rischi di lesioni traumatiche o da overuse, anche localizzate all’arto inferiore.

Il trend scientifico mondiale è rappresento da persone che utilizzano il computer quotidianamente: tanto maggiore sarà il suo utilizzo, tanto più alto sarà il rischio di incorrere in una cervicalgia o cervicobrachialgia.

Un altro mestiere che è stato correlato a dolore del collo, e talvolta della spalla, è quello del pilota di volo, è interessante uno studio31 fatto sui piloti di elicotteri

militari ed altri membri dell’equipaggio. Questo studio ha quantificato il carico di lavoro fisico sui muscoli del collo e delle spalle con un’elettromiografia (EMG) svolta durante il volo in elicottero. Sono state fatte nove uscite standard tra cui uscite di normale crociera di volo dal punto A al punto B, chiamate AB (eseguite con AB+NVG cioè visione in notturna o senza NVG) e uscite SAR, cioè di ricerca per effettuare soccorso eseguite con NVG. Durante queste uscite è stata registrata l’elettromiografia per il muscolo trapezio (TRA), gli estensori superiore del collo (A) e muscolo sternocleidomastoideo (SCM), è stata eseguita la massima contrazione volontaria (MVC) per la normalizzazione di EMG (MVE).

È stata monitorata la postura del collo dei piloti e dell’equipaggio ed è stato registrato l'intensità del dolore di collo, spalle e schiena.

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È risultato che la postura del collo durante l’uscita SAR (per eseguire ricerche di soccorsi) subisce in percentuale più movimenti rispetto alla normale crociera AB- NVG. Tali dati sono riportati nella seguente tabella 1:

FLESSIONE ROTAZIONE INCLINAZIONE

SAR 80,4% 55,5% 4,5%

AB-NVG 74,5% 47,9% 3,7%

Tabella 1: Postura del collo e movimento subito in percentuale durante il volo SAR, cioè di ricerca per effettuare soccorsi e durante AB-NVG, cioè crociera in visione notturna.

È stato anche dimostrato che il dolore nella regione cervicale aumenta d’intensità sigificativavamente nel corso della crociera: al momento dell’uscita: è 0,7 ± 1,3 e al post-uscita 1,6 ± 1,9 per i piloti (p=0,028).

Quindi se questa attività, e in particolare quella di ricerca per effettuare soccorsi, è sostenuta per un tempo prolungato risulta essere un rischio per disturbi cervicali.

Prevenzione

Per correggere gli stress ed evitare l’insorgenza di patologie dovrebbero essere effettuate delle valutazioni ergonomiche e delle modificazioni in casa e nell’ambiente di lavoro: le sedie di casa o d’ufficio ed i sedili dell’auto dovrebbero possedere un supporto lombare in modo che sia sempre mantenuta una sufficiente lordosi; se necessario usare un cuscino lombare o un rotolo. L’altezza delle sedute deve essere tale che le ginocchia possano flettersi e allontanare lo sforzo dai muscoli delle cosce, sostenere le cosce e permettere ai piedi di appoggiarsi in modo confortevole sul pavimento.

Se il soggetto deve restare a lungo seduto sarebbe meglio utilizzare dei braccioli per appoggiare gli arti superiori e per eliminare lo sforzo delle spalle e della colonna cervicale.

La scrivania o il tavolo devono avere altezza adeguata alla persona per evitare che questa debba piegarsi troppo per lavorare.

Il lavoro o il modo di guidare devono consentire al soggetto di cambiare postura frequentemente.

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Nel caso in cui il soggetto debba rientrare al lavoro dopo un periodo di malattia per problemi alla schiena, dovrebbe prima allenarsi aumentando progressivamente la ripetizione delle attività in cui si sollevano carichi in modo da migliorare la resistenza muscolare. Attraverso sollevamenti ripetuti i soggetti hanno un cambiamento nel loro schema di sollevamento e di reclutamento muscolare, in questo modo avviene una diminuzione della compressione e stabilizzazione della colonna e un aumento nella deformazione della colonna lombare, per ridurre i rischi il soggetto deve imparare a capire tali variazioni e saper correggere gli schemi viziati.

Anche le attività con movimenti ripetitivi di allungamento o di estensione comportano che il soggetto impari ad avere una lunghezza adeguata del passo e a portare il peso del corpo in avanti e indietro sulle gambe piuttosto che inclinarsi con la schiena avanti e indietro. Quindi il soggetto dovrebbe svolgere degli esercizi preparatori che comprendono balzi avanti, di lato e indietro e durante questi movimenti il soggetto dovrebbe usare un peso il più possibile simile a quello che utilizza nell’attività lavorativa.

Mestieri in cui vi sono i movimenti del tirare e spingere ripetitivi richiedono arti superiori forti e una colonna stabile, sarà necessario un allenamento di preparazione che si basa sullo spingere o tirare contro una resistenza elastica o una puleggia ad un’altezza che riproduce l’attività lavorativa; poi si può spingere o tirare un carrello appesantito o una scatola appesantita attraverso un tavolo.

Girarsi con un carico è una componente di diverse attività lavorative ad esempio per posizionare un peso dietro o di lato, questa torsione può causare un’instabilità della colonna ed essere pericolosa perciò è fondamentale compiere una rotazione per girarsi: come esercizio preventivo il soggetto può praticare delle rotazioni con la colonna in stabilità con controllo delle anche e per evitare infortuni fare passi verso il lato in cui deve girarsi piuttosto che torcere la schiena.

La maggior parte delle attività funzionali comprende movimenti di transizione: allungamento verso il basso per sollevare un oggetto, flessione della colonna, portare le braccia sopra la testa estendendo la colonna per posizionare un oggetto in alto, movimento rapido da una posizione inclinata avanti ad una di estensione con braccia overhead (cosi come avviene nello sport dribblare un pallone da basket e poi lanciarlo); in questo caso l’allenamento di prevenzione comprende

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esercizi che riproducano la velocità e i movimenti dell’attività attraverso l’uso di schemi motori mentre si tenta di mantenere il controllo posturale.

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