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DATI SCIENTIFICI RILEVATI IN LETTERATURE SUL METODO MCKENZIE

7 METODO MCKENZIE

7.3 DATI SCIENTIFICI RILEVATI IN LETTERATURE SUL METODO MCKENZIE

SUL METODO MCKENZIE

Secondo diversi studi il metodo McKenzie sembra essere efficace nel trattamento del dolore cervicale specifico e non specifico.

Nello studio di Kjellman e Oberg 53 sono stati analizzati 67 soggetti tra i 18 e i 65

anni che lamentavano dolore cervicale, alcuni riferivano irradiazione del dolore anche alla zona della spalla o braccio altri no. In questo studio gli autori hanno cercato di mettere a confronto 3 tipologie di trattamento: il primo gruppo svolgeva un trattamento con esercizi per il dolore cervicale generale, il secondo gruppo veniva istruito al metodo McKenzie, e ad un terzo gruppo veniva sottoposto alla terapia fisioterapica, ultrasuoni a bassa intensità con spia luminosa con esercizi di lieve entità di mobilità articolare dell’arto superiore. Questi soggetti vennero trattati al domicilio per un periodo di 8 settimane con cadenza bisettimanale. Per valutare i risultati i soggetti vennero osservati sia ad inizio che al termine delle 8 settimane di trattamento, con un questionario: a inizio e fine ciclo e dopo 6 e 12 mesi dalla fine del trattamento. Nel questionario venivano chieste le aspettative del paziente e il grado di soddisfazione a fine trattamento. Venne inoltre utilizzato un metodo più oggettivo di valutazione, ossia la VAS 0-100 specifica per le disabilità del collo e VAS 0-6 per il livello generale di salute. I risultati mostrano risultati simili nei 3 gruppi trattati. I migliori risultati, riguardanti la riduzione dell’intensità del dolore si verificano nelle prime 4 settimane di trattamento, qualsiasi esso sia: riduzione della frequenza (p < 0.001) e dell’intensità del dolore cervicale (p < 0.001). Nel breve periodo il metodo McKenzie risulta essere il miglior trattamento, in quanto i soggetti che lo hanno adottato mostrano nelle prime 3 settimane una maggiore riduzione del dolore rispetto agli individui che hanno svolto i semplici esercizi per il tratto cervicale della colonna vertebrale e rispetto al gruppo di controllo che ha subito la fisioterapia.

Altro studio simile è quello di Rosenfeld e collaboratori54 svolto nel 2000. In

questo lavoro vengono analizzati 97 soggetti che avevano subito il classico “colpo di frusta” in un incidente stradale, allo scopo di valutare la diversa efficacia di trattamento sul ROM e sul dolore. I metodi di lavoro paragonati sono: trattamento

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attivo con metodo McKenzie ed un classico protocollo di trattamento per colpo di frusta in fase acuta, in quest’ultimo caso venivano chieste al soggetto esaminato quante più possibili informazioni posturali, veniva istruito sui possibili fattori di rischio, veniva fatta svolgere loro attività ed esercizi domiciliari di bassa intensità per arti superiori e collo. Successivamente gli autori hanno anche analizzato la differenza tra un trattamento tempestivo ed un trattamento riabilitativo più ritardato.

Per valutare il dolore viene usato un sistema che misura il movimento cervicale e la VAS.

E per valutare il momento migliore per iniziare il trattamento i soggetti con colpo di frusta vennero reclutati in due tempi diversi e vennero suddivisi in 4 gruppi: due gruppi trattati a 96 ore dall’incidente ed altri due trattati dopo due settimane, e vennero seguiti con un follow-up a 6 mesi dalla fine del trattamento. Ciascuno dei gruppi veniva sottoposto ad uno solo dei due protocolli. I risultati ottenuti dopo 6 mesi dalla fine dei trattamenti hanno dimostrato che si ha una riduzione maggiore del dolore nei gruppi indirizzati verso il metodo McKenzie (p < 0.001). Mentre non vi sono differenze significative sul ROM.

Si è inoltre visto che risulta un effetto combinato fra i tempi di inizio del trattamento e la tipologia, sia per la riduzione del dolore (p = 0.04) sia per l’incremento della flessione cervicale (P = 0.01).

Lo stesso autore55 insieme ad altri collaboratori, tre anni dopo condusse un altro

studio su 97 soggetti anch’essi con colpo di frusta per incidente automobilistico. In questo lavoro vennero messi a confronto due tipologie di trattamento :

- trattamento attivo con metodo McKenzie e con rotazioni cervicali attive

- un intervento standard: periodo di riposo nei primi giorni, uso del collare morbido e progressiva auto mobilizzazione.

Questo confronto è stato fatto per valutare l’efficacia del trattamento sul Range of Motion e sul dolore a lungo termine (follow-up a 6 mesi e 3 anni) e il differente effetto di una

terapia iniziata entro le 96 ore ed una posticipata a 2 settimane.

Il risultato ottenuto è una maggior riduzione del dolore (p< 0.05) nei pazienti sottoposti ad un trattamento attivo piuttosto che ad una terapia standard.

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In un recente studio56 (Giugno 2015) sono stati analizzati i disturbi muscolo

scheletrici al collo in seguito a stress post-traumatico. Lo scopo dello studio è quello di identificare gli effetti dei diversi tipi di trattamento sul dolore in soggetti affetti da depressione e disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Sono stati visti 31 casi con dolore al collo e contemporanea diagnosi di PTSD. A una parte dei soggetti è stato chiesto di seguire un classico allenamento per i muscoli del collo e al gruppo sperimentale di controllo è stato insegnato un programma di auto- esercizi con metodo McKenzie. Entrambi i gruppi hanno eseguito i loro esercizi in sessioni da 30 minuti, 3 volte alla settimana. Per confrontare gli effetti degli interventi, ad ogni periodo sono stati misurati la soglia di flessione del tratto cervicale e il livello di depressione.

I risultati mostrano una differenza significativa tra i due gruppi, nei tre periodi di misurazione, che riguarda la soglia del dolore di entrambi i lati del muscolo trapezio.

Nel gruppo sperimentale, la soglia del dolore del trapezio sul lato sinistro è aumentata del 19,7% e del 20% al follow-up (p <0.05), mentre nel gruppo di controllo è aumentata del 6,59%, mentre al follow-up è incrementato del 6,5% rispetto a prima del trattamento.

Invece la soglia del dolore del trapezio sul lato destro ha mostrato differenze significative: nel gruppo sperimentale, la soglia del dolore è aumentata del 18,35% rispetto al controllo, e al follow-up è incrementato del 15,9% (p <0.05) rispetto a prima del programma riabilitativo. Questo studio descrive il metodo McKenzie come un intervento che può migliorare i sintomi del dolore al collo in soggetti che hanno problemi anche di tipo psicologico come il disturbo da stress post traumatico.

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