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8 TRAZIONI CERVICALI, ESERCIZI DI SCARICO E DECOMPRESSIONE DELLA COLONNA VERTEBRALE

8.2 TRAZIONI MANUALI PASSIVE

Le trazioni manuali della colonna cervicale devono essere eseguite da personale competente in materia, possono essere utilizzate per allungare i muscoli e le capsule delle faccette articolari , ma anche per allargare i forami intervertebrali58.

La trazione manuale è utile in quanto l’angolo di trazione, la posizione della testa e la forza applicata possono essere controllati dall’operatore che esegue la trazione attraverso uno specifico posizionamento della mano; in questo modo la forza potrà essere applicata in modo preciso e con minimo sovraccarico sulle regioni che è preferibile non stirare.

La posizione del soggetto deve essere il più possibile rilassato, in posizione supina su un lettino apposito o sul pavimento che deve sempre essere caldo, pulito e confortevole. L’operatore gli si posiziona dietro e in piedi a livello della testa: in questo modo può sostenere il peso del capo del soggetto con le mani. Le dita delle mani andrebbero messe sotto l’occipite o mani ai lati della faccia, ma senza coprire le orecchie. Poi va posizionata una mano sulla fronte e l’altra sotto l’occipite. Ed infine gli indici attorno ai processi spinosi sopra il segmento vertebrale che dovrà essere mosso così che venga data una specifica trazione solo sui segmenti vertebrali sotto al livello dove le dita sono posizionate. Il terapista varierà la posizione della testa del soggetto in flessione, estensione, inclinazione laterale e con rotazione fino a tendere il tessuto e per raggiungere la giusta trazione dovrà leggermente inclinarsi indietro in modo controllato.

 Tecnica del ponte: è una dolce trazione non dolorosa che può essere fatta quando c’è un dolore acuto come un torcicollo o un colpo di frusta. Il soggetto si posiziona supino su un lettino con le spalle appoggiate all’estremità del lettino. L’insegnante porterà le mani sotto il rachide cervicale del soggetto cercando di formare un ponte con le dita posizionate sotto l’occipite del paziente, provocando un leggero spostamento all’indietro del capo del paziente, si esegue una leggera trazione all’indietro flettendo gli avambracci, per dosare meglio la forza. Mantenere questa posizioni per 10-15 secondi e a seconda del soggetto. Poi si rilascia e si ripete aumentando gradualmente la forza di trazione.

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Quando vengono fatte le trazioni cervicali, più la testa del soggetto è tesa, più la forza è diretta in basso nella colonna cervicale, inoltre è importante fare attenzione quando viene piegato il capo di lato perché la faccetta e il forame potrebbero avvicinarsi dal lato della concavità, e questo può provocare sintomi a carico della radice o della faccetta articolare da quel lato.

 Trazione manuale secondo Cyriax59 (1984) è tra le più praticate in caso di

patologia del rachide minore per migliorare l’ampiezza di movimento e per ridurre il dolore. Per iniziare il soggetto deve sdraiarsi supino sul lettino, che sarà alzato allo stesso livello delle anche del terapista, la testa viene sorretta dalle mani e un’assistente (o i presidi bloccanti di Cyriax, o un materassino anti scivolo) esercita una contropressione bloccando il movimento delle spalle del soggetto mentre si applica la trazione manuale. Con una mano viene sostenuto l’occipite, l’altra è in appoggio sul mento del soggetto e l’avambraccio è parallelo al lato del viso, poi l’operatore con i piedi in corrispondenza del capo del soggetto piega le ginocchia, scostando il tronco dal lettino, con le braccia stese, usa il peso del corpo (si dosa la forza anche in base alla differenza di peso tra soggetto e operatore) per effettuare la trazione in modo lento e mantenuta per parecchi secondi. Poi si torna in posizione eretta e si rilascia la trazione.

Questa tecnica di trazione manuale è essenziale per molte delle altre manovre seguenti.

 Trazione manuale più rotazione: prima si effettua la rotazione nella direzione non dolorosa. La trazione viene effettuata come nella precedente, e viene mantenuta per alcuni secondi, poi si effettua la rotazione, il terapista dovrà quindi flettere lateralmente il corpo.

 Scivolamento anteroposteriore in trazione: si utilizza quando l’estensione è limitata e quindi va ripristinata poiché anche una minima prominenza centrale, lasciata in sede, produrrà con il tempo una trazione dei legamenti e formazione di osteofiti che sono a lungo termine un rischio per il midollo spinale del soggetto. Il soggetto è sdraiato su lettino e l’operatore è di fianco e in piedi con una mano che sorregge l’occipite e con l’avambraccio che sostiene il peso del capo, posto contro l’addome. L’altra mano dell’istruttore è sul mento del soggetto per

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effettuare sia una retrazione che una trazione. Contemporaneamente un assistente tiene il soggetto fermo per le spalle, mentre l’operatore lo allontana con il tronco e in direzione laterale esercita la trazione. Una volta in trazione, piegando le ginocchia si esercita la pressione sul mento del soggetto.

 Scivolamento laterale: per trattare una dolenza post trattamento o per mobilizzare la rigidità residua. Il soggetto è supino su lettino con un assistente in piedi al suo fianco che gli tiene fermo il braccio controlaterale. L’operatore sorregge il capo del soggetto con le mani, poi piega le ginocchia e si posiziona con l’addome contro la testa del soggetto ma senza comprimere. Compi così uno scivolamento laterale ritmico senza flessione laterale.

Esistono altre manovre avanzate che richiedono una forza maggiore ed è sconsigliabile eseguirle senza aver frequentato un corso di medicina manuale: trazione con azione di leva, trazione manuale più rotazione o la trazione manuale più flessione laterale.

Secondo Cyriax la trazione cervicale non dovrebbe essere effettuata così tanto quanto quella lombare, ma viene consigliata soprattutto nei casi di dislocazione del nucleo discale in presenza di dolore brachiale e di segni neurologici, o nel trattamento della spondilosi degenerativa del rachide cervicale.

Hickling60 descrive l’applicazione della trazione cervicale prolungata con soggetto

seduto (sospensione cervicale) o supino e ha compiuto vari studi per confrontare vantaggi e svantaggi delle due tecniche. E sembra che la tecnica migliore sia quella con il soggetto seduto ma viene usata più comunemente la trazione con paziente supino (trazione lunga). La sospensione cervicale avrebbe il vantaggio di essere più facile da applicare, eliminando la frizione ed essendo più accurata nelle misurazioni e più facile per i terapisti.

Mente le controindicazioni alle trazioni sono le stesse della manipolazione cervicale: non è indicata in caso di patologia infiammatoria articolare (esempio l’artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica) perché il dolore può aumentare e c’è rischio di sublussazione atloassiale, rischioso per il midollo spinale.

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Anche la cervicoalgia acuta può essere aggravata da trazione; altra controindicazione è nei casi di cadute improvvise o segni di insufficienza dell’arteria vertebrobasilare.

La trazione cervicale non è indicata nemmeno in caso di ictus o attacchi ischemici transitori; o quando sono assunti anticoagulanti o vi sono turbe della coagulazione ematica: possono causare microtraumi dei capillari.

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