VI. Il Cile ha bisogno dell’America Latina? 6.1 Il Cile all’interno del regionalismo latinoamericano.
6.3 Il Cile oggi.
Come analizzato i trattati (TLC) sono stati molto vantaggiosi per il Cile. Il primo venne firmato con gli Stati Uniti ed entrò in vigore nel 2003, seguirono poi altri, tra cui Unione Europea e Cina. Tra i vari attori il colosso asiatico è oramai divenuto il primo partner commerciale per il paese, superando quello storico, gli Stati Uniti27. Il Cile è un paese ricco di risorse con industrie manifatturiere in grado di reggere la concorrenza in quanto vagliate dalla “selezione naturale” del libero mercato. Il paese è anche destinazione prediletta, tra i paesi dell’area, per gli investimenti stranieri soprattutto grazie alla rigidità del proprio ordinamento e apparato normativo che lo differenzia dal sistema labile di altri paesi limitrofi, quali ad esempio l’Argentina. Numerose multinazionali hanno deciso di stabilire la propria sede nella capitale cilena dati all’apertura economica e il clima politico di cui gode il paese. Oltre alla crescita economica, il paese punta sulla modernizzazione, in particolar modo sull’utilizzo di nuove tecnologie. Sono stati creati centri di assistenza dove è possibile utilizzare gratuitamente computer e usufruire di connessione gratuita anche nei luoghi più disparati del paese. A differenza di molti paesi europei, in Cile funziona in maniera
116 capillare il sistema di pagamento delle tasse telematico, è stato messo in atto inoltre un programma di open data a livello amministrativo28 e tributario29. A livello di infrastrutture è stato rafforzato e modernizzato il sistema viario della capitale tramite concessioni a privati, il quali una volta investito ne traggono gli utili della gestione30. Le privatizzazioni e le riforme neoliberiste sono divenute seriamente implementate e radicate, tanto da non acquisire più un colore politico. Il Cile ha un volto diverso rispetto ad altri paesi latinoamericani. Gode di un apparato pubblico efficiente dove, seppur non mancando, non sono così frequenti i casi di corruzione, almeno secondo lo standard latinoamericano. Malgrado il paese venga nominato e menzionato come “l’eccezione latinoamericana”, in esso persiste una crescita economica diseguale31
, la ricchezza appartiene in modo sproporzionato ai grandi colossi sia pubblici che privati come la CODELCO (Corporación Nacional del Cobre), impresa di estrazione del rame che gestisce le miniere nazionalizzata durante il governo Allende. In aggiunta uno dei problemi costitutivi dell’economia cilena è che i settori trainanti della stessa sono principalmente fornitori di prodotti da esportazione, come il rame o i prodotti del legname, dunque profondamente influenzati e soprattutto dipendenti dall’andamento e dalle oscillazioni dei mercati esterni. Presentano anche un altro limite strutturale, sono settori che non producono alti livelli di occupazione32. I livelli di disoccupazione sono sempre rimasti elevati nonostante ritmo di crescita sostenuto. Le privatizzazioni messe in atto con le riforme del regime, aventi l’obiettivo di ottimizzare l’offerta e la qualità, hanno tuttavia creato divario nell’accesso all’offerta, i servizi privati sono a pagamento e chi non è in grado di permetterselo rimane escluso, il problema è che questa dinamica
28 Il sito https://www.chileatiende.gob.cl/ permette di contattare direttamente le istituzioni preposte ai
principali ambiti quotidiani, dalla sanità, certificati di nascita, alle pratiche abitative, documenti scolastici, documentazione lavorativa e retributiva eccetera.
29
Tramite il sito http://homer.sii.cl/, gestito dalla direzione delle Imposte, è possibile emettere direttamente fattura, pratica utilizzata in maggior misura da corrieri e camionisti poiché accessibili anche tramite smart phone.
30
A partire dagli anni Novanta, lo Stato si era proposto di trasformare il sistema di trasporto pubblico della capitale. Sotto il governo di Ricardo Lagos venne ideato il Plan Transantiago con il fine di migliorare la qualità dei trasporti e del servizio, diminuendo la congestione che si viveva nelle strade di Santiago. Il 10 febbraio 2007 si pose in marcia il nuovo servizio metro, con linee aggiuntive della metropolitana. Inoltre furono inaugurate nuove autostrade, denominate “autostrade digitali”, in base al sistema di accesso che prevede esclusivamente l’utilizzo di un Telepass. Dal 2003 Santiago, grazie al nuovo sistema viario è cambiata profondamente, da città caotica e congestionata è divenuta una capitale contornata da viadotti e gallerie. Nonostante ciò l’immenso progetto ha subito numerose critiche e ha innescato quasi 200 manifestazioni, 90 delle quali violente. Due anni dopo l’implementazione, è stato evidenziato che il progetto non aveva raggiunto il guadagno atteso, al contrario aveva prodotto consistenti perdite. La causa in gran parte è da riscontrare nelle tariffe onerose difficilmente accessibili per alcune fasce della popolazione. A. Jocelyn-Holt, op. cit., p. 253.
31
Cfr. https://www.wider.unu.edu/database/income-distribution-latin-america.
32
Il settore estrattivo di fatto è annoverato tra i settori ad alta intensità di capitale, ovvero il capitale è il principale fattore produttivo.
117 caratterizza servizi essenziali quali istruzione, sanità, previdenza sociale, assistenza sociale, sistema pensionistico33. Altra costante cilena che accompagna lo sviluppo economico una mobilità sociale bassa, accompagnata da divari sociali ampli34. Il professore di economia all’Università del Cile, Javier Núñez, ha studiato le difficoltà della mobilità sociale relazionata alla struttura scolastica, partendo dal presupposto che l’insegnamento negli istituti pubblici non raggiunge standard qualitativi sufficientemente elevati. Il professore Núñez ha condotto l’indagine all’interno dell’Università del Cile prendendo in considerazione un gruppo di laureati all’interno dell’istituto citato. Le variabili prese in considerazione riguardavano il luogo di provenienza degli studenti, se dalle periferie o dagli agglomerati urbani, in rapporto alla classe sociale di provenienza, l’istruzione ricevuta dunque il tipo di scuola frequentata precedentemente e il cognome, tenendo conto che in una società come quella cilena si distinguono per la derivazione europea o per rimando ai popoli nativi, come ad esempio i mapuche. Lo scopo dello studio era analizzare, a livello di parità di esito nell’esame finale universitario, il divario salariale nelle occupazioni post-laurea. Gli esiti dell’indagine condotta hanno riportato una differenza di salario di circa 50% tra coloro che provenivano da un contesto più facoltoso rispetto a coloro di provenienza di un contesto con diverso benessere economico35.
33 M. von Bülow, Atores nao-estatais e os Estudos Internacionais na América Latina: do casillero vacío ás redes transnacionais, Quito (Ecuador), FLACSO, 2009, pp. 135-160; PNUD, El Desarrollo Humano en los tiempos de la politización, Informe sobre Dessarrollo Humano 2015, New York, PNUD, 2015, pp.
28-47
34 PNUD, El ascenso del Sur: Progreso humano en un mundo diverso, Informe sobre Desarrollo Humano 2013, New York, PNUD, 2013, pp. 87-102.
35
J. Núñez, R. Gutiérrez, Class Discrimination and Meritocracy in the Labor Market: evidence from
Chile, in “Estudios de Economía”, vol. 31, n° 2, dicembre 2004, pp. 113-132, J. Núñez, A. Tartakowsky, Inequality of Outcomes vs. Inequality of Opportunities in a Developing Country. An exploratory Analysis for Chile, in “Estudios de Economía”, vol. 34, n° 2, dicembre 2007, pp. 185-202, J. Núnez, L. Miranda, Intergenerational income mobility in a less-developed, high-inequality context: The case of Chile, in “The
118
Conclusioni
«Mientras hace dos años el gobierno, mediante el GANE, proponía legalizar el lucro, hoy tilda al lucro de “asqueroso”.» (A. Fielbaum, D. Vela in “El Mostrador”, 28 marzo 2013) «¿Qué pasó, exactamente, para que hoy se hable con naturalidad de la reforma tributaria y de la eliminación del FUT? ¿Qué pudo ocurrir para que hoy se reivindique muy en serio la educación pública gratuita, y no solo de calidad? Algo muy relevante debe haber efectivamente sucedido en las creencias y en la cultura de los chilenos para que en 2013 se vean con claridad los cerrojos antidemocráticos de la Constitución de 1980 y se reivindique públicamente la idea-cuco de asamblea constituyente» (A. Joignant in “La Segunda”, 28 ottobre 2014) «En este sentido, como país tenemos que empezar a preguntarnos cómo le damos más poder directo a los movimientos sociales porque hoy día lamentablemente los partidos políticos no están ejerciendo su labor de representatividad y los movimientos sociales son los que está
cumpliendo el rol de levantar demandas que efectivamente son sentidas por la mayoría de la población» (A. Fielbaum in “El Mostrador” 15 maggio 2013)
All’inizio degli anni Novanta, col finire della Guerra Fredda, l’America Latina godeva di un clima privo di conflitti considerevoli tra gli Stati. L’imperante democratizzazione nella regione, iniziata a partire dagli anni Ottanta, offriva la possibilità di un’approfondita integrazione. Il modello economico a cui gli Stati miravano era basato sulla liberalizzazione del commercio, sull’apertura del capitale, sulla privatizzazione e sulla conseguente diminuzione del ruolo dello Stato; “non vi era alternativa” se non avanzare verso l’economia di mercato in modo da superare la “década perdida”, risolvere il problema del debito pubblico e del deficit fiscale e procedere in direzione di una crescita economica. Come esempio da seguire vi era il Cile, paese emblematico per la sua crescita e per le politiche economiche adottate. Le riforme impiantate durante il regime infatti avevano eretto le fondamenta di una struttura economica incentrata sulla crescita. Crescita che Santiago conobbe a partire dagli anni Ottanta. Nonostante l’intero impianto scaturisse da un’imposizione della dittatura, i successivi governi democraticamente eletti non demolirono le basi, tanto che la struttura, oramai consolidata e profondamente integrata, è caratteristica del paese, poiché le linee economiche post Pinochet hanno seguito quelle già impostate, portate avanti sempre da
119 tecnici di estrazione neoliberale. Durante la dittatura nacque e si strutturò una classe imprenditoriale, una élite manageriale, detentrice di una fetta sproporzionata di reddito nazionale che tutt’ora influisce e influenza la vita economica e politica del paese. Dunque i governi della Concertación ne hanno solo smorzato le restrizioni cercando di intervenire a livello sociale e incrementando il ruolo dello Stato. Sono stati gli anni Duemila a segnare una svolta in Cile e in altri paesi della regione. Dopo la diffusione dell’imperativo del libero commercio e della libera circolazione di capitale, dopo gli anni delle privatizzazioni massicce, i principi della democrazia e dell’economia, distanziatosi dalla pesantezza del consenso di Washington, hanno iniziato a essere analizzati in un’altra ottica. Vi era necessità di superare il modello unico imposto, dal quale emergevano le prime contraddizioni. Il 2002 è stato l’anno della proliferazione di programmi politici differenti. La vittoria di Bachelet in Cile ha sancito l’interesse per una rivisitazione economica in direzione di una redistribuzione della ricchezza, di un aumento nella spesa pubblica e nel parziale controllo dello Stato sull’economia. Attualmente il sistema politico cileno sta attraversando un periodo di tentennamento, ciò non accadeva da quando è stata recuperata la democrazia. La società cilena sta mettendo in discussione se stessa. Temi che venivano dati per assodati vengono messi in dubbio, un esempio ne è la critica al sistema economico, finora fiore all’occhiello per il paese. Nella sfera pubblica emergono inoltre nuovi attori, prima marginali, mentre altri diminuiscono di importanza, come i partiti storici che stanno perdendo consenso. È la società a richiedere cambiamenti e soprattutto a esigere partecipazione nella presa delle decisioni e un ruolo nelle discussioni, i nuovi attori si contrappongono all’ineluttabilità del “peso de la noche”, mettono in discussione l’ordine sociale stabilito e affrontando la legittimità delle istituzioni e le loro azioni, contrapponendosi alla concentrazione di potere. Dunque si prospettano nuove sfide per il Cile. Le istituzioni se non rispondo e non accolgono le istanze provenienti dalla società in maniera efficiente potrebbero allargare la sfiducia e la diffidenza già in atto nei loro confronti. Di fatto riconoscere le peculiarità della nuova situazione sociale significa assumere che la società si sta confrontando con nuove richieste finora lasciate in secondo piano, sopraffatte da tematiche ritenute più fondamentali. Il tema dell’educazione è un esempio di queste nuove trasformazioni, nei primi anni Duemila una discussione sulla qualità e ancor meno sulla gratuità risultava impensabile. Tuttavia ciò che è emerso nell’ambito dell’educazione è solo una delle questioni poste in discussione tra società e Stato cileno, altri temi sono predominanti: come il conflitto etnico tra Stato e popoli originari, la
120 necessità di modifiche nel sistema previdenziale e pensionistico, una discussione aperta sulla legislazione del diritto al lavoro, la questione dell’aborto e altre esigenze che stanno modificando le agende politiche. Dunque il paese si presenta stabile ma afflitto da contraddizioni interne sintomatiche di un impianto economico stabile ma creatore di disuguaglianze anche sociali. È un Cile che sta attraversando una fase ancora transitoria, in cerca di una struttura che si confaccia in maniera adeguata e proporzionata alla propria società. Un Cile dove prendono piede proposte da parte della società civile, e da parte di movimenti che in essa nascono, dove le reti accademiche o di altra natura sono sempre più attive e influenti nel fissare punti delle agende politiche e internazionali. La società sta richiedendo un maggior intervento nel sociale, ovvero sta chiedendo un’alternativa che superi la subordinazione al mercato. Perciò le forme di conflittualità sociale non si sono ridotte alle mobilitazioni urbane o alle mobilitazioni in strada, al contrario sono apparse in diversi scenari e in differenti forme, soprattutto nell’ambito lavorativo, peculiare per un paese in cui persiste un basso livello di sindacalizzazione. È proprio all’inizio di febbraio di questo anno infatti che imponenti scioperi hanno intaccato i lavori nelle miniere di rame, colonna portante del commercio del paese, soprattutto nella miniera di Escondida, la quale a livello mondiale è la più grande ed è controllata dall’azienda straniera Bhp Billiton. Il Cile sta affrontando sfide che potrebbero rivelarsi delle opportunità per una maggiore apertura al cambiamento e un rafforzamento della democrazia. Malgrado il nuovo scenario possa essere percepito come fonte di preoccupazione e minaccia per i successi raggiunti e oramai consolidati, riguardo alle interpretazioni sulle richieste che stanno avanzando dalla società si potrebbe sostenere che esse siano sintomatiche di un totale fallimento del modello economico neoliberale, oppure come un segnale che induce ad avanzare verso nuove riforme da costruire su basi già impiantate. Per questo motivo occorre precisare che le critiche della situazione attuale non corrispondo a critiche del modello di sviluppo in toto, lo stesso modello infatti ne ha garantito lo sviluppo, le contrapposizioni sono bensì da annoverare come una ricerca di correttivi a un modello che nella sua forma pura ha creato distorsioni sia a livello economico che sociale.
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