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La clamorosa storia del cervello

Nel documento PENSA E ARRICCHISCI TE STESSO (pagine 142-147)

Ultimo, ma non meno importante, elemento: l’uomo, con tutta la cultura e istruzione che vanta, capisce poco o nulla della forza immateriale (il più grande di tutti i beni immateriali) del pensiero. Conosce ancora ben poco sul cervello fisico e la sua vasta rete di intricati dispositivi attraverso cui il potere del pensiero è tradotto nel suo equivalente materiale. Ma ora sta entrando in un’epoca in cui verrà illuminato sull’argomento. Gli uomini di scienza hanno iniziato a rivolgere la loro attenzione allo studio di questa cosa stupenda chiamata cervello, e, benché siano ancora in una fase elementare dei loro studi, hanno acquisito sufficienti conoscenze da sapere che nel centralino del cervello umano il numero di linee che collegano le

conoscenze da sapere che nel centralino del cervello umano il numero di linee che collegano le cellule cerebrali una con l’altra forma un miliardo di connessioni.

“La cifra è così incredibile”, ha dichiarato il Dottor C. Judson Herrick, dell’Università di Chicago, “che le cifre astronomiche che penetrano nelle centinaia di milioni di anni luce diventano insignificanti al confronto. Si calcola che nella corteccia cerebrale umana ci siano tra i dieci e i quattordici miliardi di cellule nervose, e sappiamo che sono disposte secondo schemi definiti. Queste connessioni non sono casuali, ma sono ordinate in modo preciso. Recenti sistemi di elettrofisiologia trattengono le correnti d’azione di cellule ben localizzate, dalla forma di filamenti dotati di micro-elettrodi, le amplificano con tubi elettronici e registrano differenze di potenziale fino a un milione di volt”.

È inconcepibile che una tale rete di complessi dispositivi entri in azione al solo scopo di esercitare le funzioni fisiche accessorie, quelle per la crescita e il mantenimento del corpo fisico.

È così improbabile che lo stesso sistema, che dispone di miliardi di cellule per la comunicazione cerebrale, fornisca anche i mezzi di comunicazione con le forze immateriali?

Poco prima che consegnassi il manoscritto di questo libro all’editore, è apparso sul New York Times un editoriale che dimostra che almeno una grande università, e un ricercatore intelligente nel campo dei fenomeni mentali, hanno effettuato un importante studio che conferma quanto sostenuto in questo e nel prossimo capitolo. Nell’editoriale, si riportavano e analizzavano brevemente gli esperimenti condotti da J.B. Rhine e dai suoi colleghi della Duke University. Lo riporto qui di seguito.

“Che cos’è la ‘Telepatia’?”

“Un mese fa abbiamo citato in questa pagina alcuni dei notevoli risultati conseguiti dal professor Rhine e dai suoi collaboratori della Duke University dopo oltre centomila test per determinare l’esistenza della ‘telepatia’ e della ‘chiaroveggenza’. Questi risultati sono stati riassunti nei primi due articoli apparsi sull’Harper’s Magazine. Nel secondo, l’autore, E.H.

Wright, tenta di riassumere quanto si è appreso, o ciò che sembra ragionevole dedurre, sull’esatta natura di queste ‘modalità extrasensoriali’ di percezione.

L’effettiva esistenza della telepatia e della chiaroveggenza sembra per alcuni scienziati enormemente probabile, dopo il risultato degli esperimenti di Rhine. A vari soggetti particolarmente dotati è stato chiesto di indovinare un certo numero di carte da un mazzo speciale, senza poterlo guardare e senza poter avere altro accesso sensoriale. Circa venti tra uomini e donne sono stati in grado di identificarne regolarmente e correttamente un certo numero e non c’era una possibilità su milioni di milioni che avessero potuto farlo per caso o per fortuna.

Ma come hanno potuto riuscirci? Questi poteri, ammesso che esistano, non sembrano essere sensoriali. Non vi è alcun organo conosciuto per loro. Gli esperimenti hanno funzionato bene sia a distanza di centinaia di chilometri sia in una stanza. Questi fatti, secondo Wright, confutano il tentativo di spiegare la telepatia o la chiaroveggenza attraverso una qualsiasi teoria fisica d’irradiazione. Tutte le forme conosciute di energia radiante declinano in un rapporto inversamente proporzionale al quadrato della distanza percorsa. La telepatia e la chiaroveggenza non lo fanno, però variano per cause fisiche, come gli altri nostri poteri mentali.

Contrariamente all’opinione diffusa, non migliorano quando il soggetto è addormentato o in dormiveglia, ma, al contrario, quando è più sveglio e vigile. Rhine ha scoperto che l’utilizzo di un narcotico invariabilmente abbassa il punteggio del soggetto, mentre uno stimolante lo incrementa. Il soggetto più affidabile, inoltre, a quanto pare non riusciva a ottenere un buon punteggio se non cercava di dare il meglio di sé.

Una conclusione che Wright raggiunge con una certa sicurezza è che la telepatia e la chiaroveggenza sono in realtà un solo, stesso dono. In altri termini, la facoltà che ‘vede’ una carta a faccia in giù su un tavolo sembra essere esattamente la stessa che ‘legge’ un pensiero residente in un’altra mente. Ci sono diversi motivi per credere questo. Finora, per esempio, questi due doni sono stati trovati in ogni persona che sembrava possedere l’uno o l’altro.

Inoltre, questi due doni si manifestano esattamente con la stessa forza ed efficacia.

Schermature, pareti, distanze non hanno alcun effetto su nessuno dei due. Wright avanza da questa conclusione l’ipotesi che altre forme di ‘intuizione’, cioè altri tipi di esperienze extra-sensoriali come sogni profetici, premonizioni e simili, possano essere parte della stessa facoltà.

Al lettore non si chiede di accettare una qualsiasi di queste conclusioni a scatola chiusa, ma resta il fatto che le prove accumulate da Rhine sono impressionanti”.

Alla luce delle ricerche del dottor Rhine sulle modalità “extra-sensoriali” di percezione, ho il privilegio di aggiungere la mia testimonianza. I miei colleghi e io abbiamo scoperto quelle che crediamo essere le condizioni ideali in base a cui la mente può essere stimolata in modo da far funzionare in modo pratico il sesto senso (che verrà descritto nel prossimo capitolo).

Le condizioni a cui mi riferisco sono costituite da una stretta alleanza di lavoro tra me e i due membri del mio staff. Attraverso la sperimentazione e la pratica abbiamo scoperto come stimolare le nostre menti (applicando il metodo che ho utilizzato con i “Consiglieri Invisibili” e che descriverò nel prossimo capitolo), in modo che possiamo, da un processo di miscelazione delle nostre tre menti in una, trovare la soluzione ad una grande varietà di problemi personali che ci vengono sottoposti dai nostri clienti.

La procedura è molto semplice. Ci sediamo intorno a un tavolo, indichiamo chiaramente la natura del problema che abbiamo preso in considerazione, quindi iniziamo a discuterne.

Ognuno contribuisce con qualunque pensiero gli passi per la testa. La cosa strana di questo metodo di stimolazione mentale è che pone ogni partecipante in comunicazione con fonti sconosciute di conoscenza, decisamente fuori della personale esperienza di ciascuno.

Se hai afferrato il principio descritto nel capitolo sull’Alleanza di Cervelli, riconoscerai ovviamente il “metodo della Tavola Rotonda” qui descritto come un’applicazione pratica dell’Alleanza di Cervelli.

Questo metodo di stimolazione mentale, attraverso la discussione armonica tra tre persone di alcuni argomenti definiti, illustra l’utilizzo più semplice e pratico dell’Alleanza di Cervelli.

Adottando e seguendo un piano simile, ogni studente di questa filosofia può entrare in possesso della famosa formula di Carnegie brevemente descritta nell’introduzione. Se per te in questo momento non significa niente, segnati questa pagina e rileggila dopo aver terminato l’ultimo capitolo.

LA “GRANDE DEPRESSIONE” È STATA UNA BENEDIZIONE SOTTO MENTITE SPOGLIE.

HA PORTATO IL MONDO INTERO A UN NUOVO PUNTO DI PARTENZA CHE OFFRE A TUTTI UNA NUOVA OPPORTUNITÀ.

I

Capitolo 14 IL SESTO SENSO

La porta del Tempio della Saggezza Il Tredicesimo Passo verso la ricchezza

l tredicesimo principio è noto come il sesto senso, attraverso il quale l’Intelligenza Infinita può comunicare, e comunicherà, in modo volontario, senza alcuno sforzo o richiesta da parte dell’individuo.

Questo principio è l’apice della filosofia. Può essere assimilato, compreso e applicato solo se prima si padroneggiano gli altri dodici princìpi.

Il sesto senso è quella parte della mente subconscia che abbiamo definito come immaginazione creativa. L’abbiamo anche definita come “il ricevitore” attraverso cui idee, progetti e pensieri lampeggiano nella mente. Questi “flash” sono a volte chiamati “intuizioni” o “ispirazioni”.

Il sesto senso trascende ogni dimensione verbale! Non può essere descritto a chi non ha acquisito gli altri princìpi di questa filosofia, perché non ne ha diretta conoscenza, e nessuna esperienza può essere paragonata al sesto senso. La comprensione del sesto senso viene solo dalla meditazione e dallo sviluppo mentale interiore. Il sesto senso è probabilmente il mezzo di contatto tra la mente finita dell’uomo e l’Intelligenza Infinita e, per tale ragione, è una miscela di entrambi, dello stato mentale e dello stato spirituale. È ritenuto il punto di contatto tra la mente dell’uomo e la Mente Universale. Dopo aver appreso e padroneggiato i princìpi descritti in questo libro, sarai disposto ad accettare come verità un’affermazione che potrebbe, altrimenti, risultarti incredibile, cioè:

Attraverso l’ausilio del sesto senso sarai avvisato dei pericoli imminenti in tempo per evitarli e informato delle opportunità in tempo per abbracciarle.

Con lo sviluppo del sesto senso giunge in tuo aiuto per esaudire le tue richieste un “angelo custode”, che ti aprirà in ogni momento la porta del Tempio della Saggezza.

Che questa sia un’affermazione di verità non lo saprai fino a quando non seguirai le istruzioni descritte nelle pagine di questo libro.

Io non sono un “credente”, né un sostenitore dei “miracoli”, per la ragione che ho sufficiente conoscenza della natura per comprendere che la natura non si discosta dalle sue leggi. Alcune delle sue leggi sono così incomprensibili che producono ciò che sembrano essere “miracoli”. Il sesto senso può essere all’apparenza considerato un miracolo solo perché non si conosce il metodo con cui questo principio viene utilizzato.

Questo è ciò che so – che esiste un potere, o una Causa Prima, o un’Intelligenza, che permea ogni atomo di materia, e abbraccia ogni unità di energia percepibile dall’essere umano, che questa Intelligenza Infinita converte le ghiande in alberi di quercia, fa sì che l’acqua scorra giù per la collina in risposta alla legge di gravità, che la notte segua il giorno e l’inverno l’estate, ogni cosa mantenendo la sua giusta collocazione e la sua giusta relazione con ogni altra. Questa Intelligenza può, attraverso i princìpi di questa filosofia, essere attivata per aiutarci a tramutare i desideri in forma materiale. Possiedo questa conoscenza perché l’ho sperimentata – ne ho avuto esperienza.

Passo dopo passo, attraverso i capitoli precedenti, sono stato portato a questo, l’ultimo principio. Se hai appreso e acquisito ciascuno dei princìpi precedenti, ora sei pronto ad accettare, senza scetticismo, le meravigliose affermazioni fatte qui. Se non hai fatto tuoi gli altri princìpi, è necessario che tu lo faccia prima di poter determinare, con certezza, se le affermazioni fatte in questo capitolo sono realtà o finzione.

Mentre vivevo il periodo del “culto degli eroi” trovai me stesso cercando di imitare le persone che più ammiravo. Inoltre, scoprii che l’elemento della fede, con il quale cercavo di imitare i miei idoli, mi dava la capacità di farlo con successo.

Non mi sono mai del tutto spogliato dell’abitudine di venerare i miei eroi, anche se ho superato l’età che comunemente si attribuisce a tale pratica. La mia esperienza mi ha insegnato che la cosa migliore, per essere veramente grande, è di continuare a emulare i grandi, nel sentimento e nell’azione, il più possibile.

Molto prima di iniziare a scrivere libri o a preparare discorsi pubblici, ho seguito l’abitudine di rimodellare il mio carattere. Cercavo di imitare i nove uomini la cui vita e le cui opere erano state le più impressionanti per me. Questi nove uomini erano, Emerson, Paine, Edison, Darwin, Lincoln, Burbank, Napoleone, Ford e Carnegie. Ogni sera, nel corso di un lungo periodo di anni, ho tenuto un incontro immaginario con questo gruppo che io chiamavo i miei “consiglieri invisibili”.

La procedura era questa. Appena prima di andare a dormire chiudevo gli occhi e vedevo, nella mia immaginazione, questo gruppo di uomini seduti con me intorno al mio tavolo del Consiglio.

Così avevo non solo l’opportunità di sedermi tra coloro che consideravo i più grandi, ma anche quella di essere nella posizione dominante del gruppo, nel ruolo di Presidente di quel Consiglio.

Avevo uno scopo molto preciso nell’indulgere con la mia immaginazione su questi incontri notturni. Il mio scopo era quello di ricostruire il mio carattere in modo che risultasse un misto dei caratteri dei miei consiglieri immaginari. Essendomi reso conto presto, nella vita, che dovevo superare lo svantaggio della nascita in un ambiente dominato dall’ignoranza e dalla superstizione, mi assegnai il compito di plasmare la mia rinascita volontaria attraverso il metodo appena descritto.

Nel documento PENSA E ARRICCHISCI TE STESSO (pagine 142-147)