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Come sviluppare la tenacia

Nel documento PENSA E ARRICCHISCI TE STESSO (pagine 111-116)

Ci sono quattro semplici passi che portano all’abitudine della tenacia. Non richiedono alcun tipo di intelligenza speciale, o livello di istruzione, e necessitano anzi di poco tempo o sforzo. I passi necessari sono:

1. Uno scopo definito sostenuto da un ardente desiderio di compierlo.

2. Un piano definito, messo in atto da un’azione continua.

3. Una mente saldamente chiusa a tutte le influenze negative e scoraggianti, tra cui influenze negative di parenti, amici e conoscenti.

4. Un’alleanza amichevole con una o più persone che si incoraggiano a vicenda nel seguire sia il piano che l’obiettivo.

Questi quattro passi sono essenziali per il successo in tutti i settori e in ogni ceto sociale.

L’intero scopo dei tredici princìpi di questa filosofia è quello di far diventare questi quattro passi un’abitudine.

Questi sono i passi con cui si può controllare il proprio destino economico.

Sono i passi che portano alla libertà e all’indipendenza di pensiero.

Sono i passi che portano alla ricchezza, in piccole o grandi quantità.

Conducono alla strada del potere, della fama e del riconoscimento sociale.

Sono i quattro passi che garantiscono i “colpi” favorevoli.

Sono i passi che trasformano i sogni in realtà materiale.

Essi conducono, inoltre, al dominio sulla paura, lo scoraggiamento, l’indifferenza.

C’è una magnifica ricompensa per colui che impara a intraprendere questi quattro passi: è il privilegio di scrivere il proprio libro della Vita, e di ottenere dalla Vita qualunque prezzo le voglia chiedere.

Non ho modo di conoscere i fatti, ma mi permetto di ipotizzare che il grande amore della signora Wallis Simpson [23] non sia stato casuale, né soltanto il risultato di “colpi” favorevoli.

C’era un desiderio ardente e un’attenta ricerca dietro ogni passo del suo cammino. Il suo primo dovere era quello di amare. Qual è la cosa più grande sulla Terra? Il Maestro l’ha chiamata amore.

Sapeva quello che voleva, non dopo aver incontrato il Principe di Galles, ma molto prima. Per due volte, quando non è riuscita a trovare l’amore, ha avuto il coraggio di continuare la sua ricerca. “Sii sempre, e resta, fedele a te stesso; ne seguirà, come la notte al giorno, che non sarai falso con nessuno”. [24]

La sua ascesa dall’oscurità fu lenta, progressiva, guidata dalla tenacia, ma fu certa! Ha trionfato su lunghe, estenuanti difficoltà; e non importa chi sei, o quello che tu possa pensare di Wallis Simpson, o del re che ha restituito la sua corona in cambio del suo amore, lei è un esempio incredibile di tenacia applicata, una guida per la sicurezza in se stessi e l’autodeterminazione, da cui il mondo intero potrebbe trarre una proficua lezione.

Quando si pensa a Wallis Simpson, si pensa a una donna che sapeva quello che voleva, e che per farlo scosse il più grande impero sulla terra. Le donne che si lamentano che questo è un mondo di uomini, che le donne non hanno la stessa possibilità di vincere, dovrebbero, come dovere verso se stesse, studiare attentamente la vita di questa donna fuori dal comune, che in un’età in cui la maggior parte delle donne si considera “vecchia”, catturò l’amore dello scapolo più desiderato del mondo.

E che dire di re Edoardo? Quale lezione possiamo trarre dal suo ruolo in uno dei più bei drammi del nostro tempo? Ha pagato un prezzo troppo alto per l’amore e per la scelta di quella donna?

Sicuramente nessuno tranne lui può darci la risposta giusta a questa domanda.

Il resto di noi può solo fare congetture. Ciò che sappiamo, è che il re è venuto al mondo senza il proprio consenso. Era nato tra grandi ricchezze, senza farne domanda. Insistentemente gli erano state offerte proposte di matrimonio; politici e statisti in tutta Europa gettavano vedove e principesse ai suoi piedi. Poiché era il primogenito, aveva ereditato una corona che non aveva cercato, e che forse non desiderava. Per più di quarant’anni non aveva potuto vivere la vita a modo suo, e quando era salito al trono aveva dovuto farsi carico di doveri obbligati.

Alcuni diranno: “Con tutte queste benedizioni, re Edoardo avrebbe dovuto trovare pace della mente, contentezza e gioia di vivere”.

La verità è che dietro tutti i privilegi della Corona, tutti i soldi, la fama e il potere ereditato da re Edoardo c’era un vuoto che poteva essere riempito solo con l’amore.

Il suo più grande desiderio era l’amore. Molto prima di incontrare Wallis Simpson aveva senza dubbio provato questa grande emozione universale battere le corde del suo cuore, la porta della sua anima, e gridare per venire fuori.

Quando incontrò uno spirito affine, che gridava per questo stesso Sacro bisogno di espressione, lo riconobbe, e senza paura o scuse gli aprì il suo cuore e gli ordinò di entrare. Tutti i pettegolezzi del mondo non possono distruggere la bellezza di questo dramma internazionale, attraverso il quale due persone hanno trovato l’amore, e hanno avuto il coraggio di affrontare

attraverso il quale due persone hanno trovato l’amore, e hanno avuto il coraggio di affrontare apertamente le critiche, rinunciando a tutto il resto per questo sacro bisogno.

La decisione di re Edoardo di rinunciare alla Corona dell’impero più potente del mondo, per il privilegio di proseguire il resto della sua vita con la donna che aveva scelto, è stata una decisione che ha richiesto coraggio. La decisione ha avuto anche un prezzo, ma chi ha il diritto di dire che il prezzo era troppo altro? Sicuramente non Colui che disse: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

Qualsiasi persona in malafede che vuole trovare un difetto al Duca di Windsor, perché il suo desiderio era di trovare l’amore, e perché apertamente dichiarò il suo amore per Wallis Simpson, rinunciando al suo trono per lei, tenga presente che tale dichiarazione non era obbligatoria. Edoardo avrebbe potuto seguire l’usanza “regale” della relazione clandestina che ha prevalso in Europa per secoli, senza rinunciare né al suo trono, né alla donna scelta, e non ci sarebbe stata alcuna denuncia né da parte della Chiesa né dell’opinione pubblica. Ma quest’uomo singolare era di tutt’altra pasta. Il suo amore era pulito. Era profondo e sincero. Ha rappresentato l’unica cosa che, sopra ogni altra, egli veramente desiderava. Per questo motivo ha preso ciò che voleva, e ha pagato il prezzo richiesto.

Se l’Europa fosse stata benedetta con altri governanti dal cuore umano e dall’irreprensibilità e onestà dell’ex re Edoardo, durante il secolo passato, quello sfortunato emisfero ora ribollente di avidità, odio, corruzione politica e venti di guerra avrebbe oggi una diversa e migliore storia da raccontare. Una storia in cui l’amore, e non l’odio, avrebbe regnato.

Con le parole di Stuart Austin Wier [25] alziamo il nostro calice e brindiamo all’ex re Edoardo e a Wallis Simpson:

“Beato l’uomo che è venuto a sapere che i nostri pensieri tenui sono i nostri pensieri più dolci.

Beato l’uomo che, dagli abissi più neri, può vedere la figura luminosa dell’amore, e vedendola, cantare, e cantando, dire: Dolci e lontani più di questo canto volano i pensieri che ho di te”.

Con queste parole dovremmo rendere omaggio alle due persone che, più di ogni altra nei tempi moderni, sono state vittime delle critiche e da esse hanno subito violenza, solo perché hanno trovato il più grande tesoro della vita, e lo hanno reclamato. [26]

La maggior parte delle persone applaude oggi il Duca di Windsor e Wallis Simpson, proprio per la loro tenacia, grazie alla quale hanno continuato ad andare avanti fino a quando hanno trovato una ricompensa più grande della vita. Seguendo il loro esempio, tutti noi possiamo trarre profitto, nella nostra ricerca di ciò che chiediamo alla vita.

Quale potere mistico infonde agli uomini che possiedono la tenacia la capacità di padroneggiare le difficoltà? La qualità della tenacia che si istituisce nella propria mente genera una qualche forma di attività spirituale, mentale o chimica che dà accesso a forze soprannaturali?

L’Intelligenza Infinita si getta al fianco della persona che continua a combattere, dopo che la battaglia è stata persa, con tutto il mondo contro?

Queste e molte altre domande simili sono sorte nella mia mente quando ho osservato uomini come Henry Ford, che ha iniziato da zero, e ha costruito un impero industriale di proporzioni enormi, con poco altro quando iniziò oltre alla tenacia. Oppure, Thomas Edison, il quale, con pochissima istruzione, è diventato il più grande inventore del mondo e ha trasformato la tenacia in un fonografo, in una macchina da presa, in una lampadina elettrica, per non parlare di decine e decine di altre utili invenzioni.

Ho avuto il felice privilegio di analizzare sia Edison sia Ford, anno dopo anno, per un lungo periodo di anni, e ho avuto quindi l’opportunità di studiarli da vicino: parlo perciò per conoscenza diretta quando dico che non ho trovato nessuna qualità superiore alla tenacia in nessuno di loro che mi abbia anche lontanamente suggerito essere la fonte principale delle loro meravigliose opere.

Da un imparziale studio di profeti, filosofi, uomini “miracolosi”, e leader religiosi del passato si è spinti alla conclusione inevitabile che la tenacia, la concentrazione degli sforzi e la chiarezza di intenti sono state le fonti principali dei loro successi.

di intenti sono state le fonti principali dei loro successi.

Si consideri, per esempio, la storia strana e affascinante di Maometto; analizziamo la sua vita, confrontiamola con quella degli uomini di successo dell’età moderna, dell’industria e della finanza, e notiamo come abbiano una eccezionale caratteristica in comune, la tenacia!

Se sei interessato a studiare lo strano potere che alimenta e aumenta la potenza della tenacia, leggi una biografia di Maometto, in particolare quella scritta da Essad Bey. La breve recensione di questo libro, che riporto di seguito, firmata da Thomas Sugrue e pubblicata sull’Herald Tribune, ti fornisce una sintesi del raro piacere serbato a coloro che investono del tempo per leggere l’intera storia di uno degli esempi più sorprendenti del potere della tenacia che sia noto alla nostra civiltà.

L’ULTIMO GRANDE PROFETA Recensione di Thomas Sugrue

“Maometto era un profeta, ma non ha mai compiuto un miracolo. Non era un mistico. Non aveva alcuna istruzione formale, non iniziò la sua missione fino all’età di quarant’anni. Quando annunciò di essere il Messaggero di Dio, e di portare la parola della vera religione, fu ridicolizzato ed etichettato come pazzo. I bambini lo calpestavano e le donne gli gettavano i rifiuti addosso. Fu bandito dalla sua città natale, La Mecca, e i suoi seguaci furono spogliati dei loro beni terreni ed esiliati nel deserto con lui. Dopo una predicazione di dieci anni non aveva nulla da mostrare tranne l’esilio, la povertà e il ridicolo. Tuttavia, prima che altri dieci anni fossero passati, era il sovrano di tutta l’Arabia e della Mecca, e capo di una nuova religione mondiale che si spinse fino al Danubio e ai Pirenei prima di esaurire la spinta impetuosa che egli le aveva impresso. Questa impetuosa spinta era triplice: implicava il potere della parola, l’efficacia della preghiera e la vicinanza dell’uomo a Dio.

La sua carriera non aveva senso. Maometto era nato presso i membri impoveriti di una nota famiglia della Mecca. Poiché La Mecca, crocevia del mondo, patria della pietra magica chiamata Caaba, grande città del commercio e centro di rotte commerciali, era un ambiente malsano, i bambini della famiglia vennero mandati nel deserto per essere allevati dai beduini. Maometto fu quindi nutrito, e trasse vigore e salute dal latte di nomadi e di madri vicarie. Badava alle pecore e presto fu assunto da una ricca vedova come capo delle sue carovane. Viaggiò in tutte le parti del mondo orientale, parlò con molti uomini di diverse convinzioni e osservò il declino del Cristianesimo in sètte contrapposte e in perenne guerra. Quando compì i ventotto anni, Khadija, la vedova, lo sposò. Il padre di lei avrebbe di certo impedito un tale matrimonio, così lei lo fece ubriacare e gli sollevò la mano guidandola a dare la benedizione paterna. Nei dodici anni successivi Maometto visse come un commerciante ricco e rispettato e molto accorto. Poi prese a vagare nel deserto, e un giorno tornò con il primo versetto del Corano e disse a Khadija che l’arcangelo Gabriele gli era apparso e gli aveva detto che lui doveva essere il messaggero di Dio.

Il Corano, la parola di Dio rivelata, era la cosa più vicina a un miracolo nella vita di Maometto.

Non era stato un poeta. Non aveva nessun dono per la scrittura o la parola. I versetti del Corano, che egli ricevette e recitò ai fedeli, erano più belli di qualsiasi versetto che i poeti professionisti delle tribù potevano creare. Questo, per gli arabi, era un miracolo. Per loro il dono della parola era il dono più grande, il poeta era onnipotente. Inoltre, il Corano diceva che tutti gli uomini erano uguali davanti a Dio, e che il mondo doveva diventare uno stato islamico democratico. Fu questa eresia politica, oltre al desiderio di Maometto di distruggere tutti i 360 idoli nel cortile della Caaba, che lo condussero all’esilio. Gli idoli erano portati alla Mecca dalle tribù del deserto, e giocavano un importante ruolo nel commercio. Così gli uomini d’affari della Mecca, i ‘capitalisti’, di cui lui stesso era stato membro, si scagliarono contro di lui. Maometto allora si ritirò nel deserto e reclamò la sovranità sul mondo.

allora si ritirò nel deserto e reclamò la sovranità sul mondo.

L’ascesa dell’Islam ebbe inizio. Lontano, nel deserto, si accese una fiamma che non si sarebbe estinta – un esercito combattente pronto a morire senza batter ciglio. Maometto invitò Eebrei e Cristiani a unirsi a lui. Perché Maometto non stava creando una nuova religione. Maometto stava chiamando tutti coloro che credevano in un Dio a unirsi in un’unica fede. Se gli Ebrei e i Cristiani avessero accettato il suo invito l’Islam avrebbe conquistato il mondo. Non lo fecero.

Non avrebbero, allora, neppure accettato l’innovazione di Maometto di una ‘guerra umanitaria’.

Quando le armate del Profeta entrarono a Gerusalemme non una sola persona fu uccisa a causa della sua fede. Quando i Crociati entrarono in città, secoli dopo, non un solo musulmano, uomo, donna o bambino fu risparmiato. Almeno una delle idee di Maometto fu però accettata dai Cristiani: il luogo dell’apprendimento, ovvero l’università”.

Nel documento PENSA E ARRICCHISCI TE STESSO (pagine 111-116)