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Il Codice Rosa nell'esperienza locale: la peculiarità dell'azienda Ospedaliero Universitaria

Capitolo 4 Il Codice Rosa come nuovo modello istituzionale e strategia di azione

4.4 Il Codice Rosa nell'esperienza locale: la peculiarità dell'azienda Ospedaliero Universitaria

Precedentemente si è osservato con occhio attento il percorso del Codice Rosa dalla nascita alla costituzione della rete regionale. La costatazione della sua ampia diffusione in un arco temporale limitato è indicativa della volontà istituzionale di farsi carico e di contrastare problematiche importanti come la violenza di genere. Tante realtà aziendali territoriali e nazionali, hanno adottato questa nuova modalità di contrasto alla violenza, tra queste l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (A.O.U.P.) sulla cui esperienza verrà focalizzata l'attenzione.

L'A.O.U.P. fa parte della rete regionale Codice Rosa dal 2014, anno in cui si è conclusa la diffusione del progetto sul territorio regionale, con l'estensione del progetto anche alle Aziende Ospedaliere ufficializzata con delibera regionale n. 180 del 10 marzo 2014. La sensibilità al genere è un aspetto che caratterizza l'A.O.U.P. infatti al suo interno è attivo il già citato98 “Centro di Coordinamento Salute e Medicina di Genere” costituito con Delibera n. 880 il 25 settembre 2014, con la finalità di garantire a tutti i fruitori dei servizi sanitari offerti, una presa in carico rispettosa delle differenze di genere99.

L'interesse dell'A.O.U.P. per le tematiche riguardanti l'accoglienza e la gestione delle persone vittime di violenza è antecedente alla sua adesione al progetto regionale Codice Rosa. Una rete contro la violenza era presente da tempo sul territorio, anche se non formalizzata, e l'Azienda ha sempre aderito ai progetti a livello provinciale, attivando collegamenti con il territorio e con le associazioni impegnate contro la violenza di genere, in particolare con la Casa della Donna e Donne in Movimento. Al suo interno esistevano già iniziative a riguardo: procedure interne per l'accoglienza, la gestione e la rilevazione degli accessi al Pronto Soccorso delle vittime di violenza oltre a collegamenti con i reparti di Ostetricia/Ginecologia e Pediatria nel caso occorresse l'intervento di figure specializzate. Non essendoci una formalizzazione con procedure o delibere l'esito degli interventi dipendeva anche dalla presenza o meno negli operatori di una adeguata sensibilità nel saper riconoscere la violenza a causa dalla scarsa

98 Nota 33 del capitolo 2.

99 Il Centro di Coordinamento Salute e Medicina di Genere si ispira ai principi di equità, personalizzazione e appropriatezza nel pieno rispetto delle differenze. Al fine di soddisfare questi principi promuove e sviluppa, in ottica di genere, percorsi assistenziali integrati di cure, soluzioni innovative di accesso alle cure, favorisce la cultura sanitaria di genere, promuovendone anche la ricerca, inoltre nelle politiche programmate promuove l'integrazione di pari opportunità (delibera 880/2014).

informazione/formazione specifica. Di conseguenza la mancanza al triage di un'esatta codifica che facesse riferimento specifico all'aggressione influiva sulla rilevazione dei dati, i quali rimandavano solo ai casi conclamati o denunciati apertamente, è facilmente intuibile che questi riguardavano solo un numero ristretto di persone, considerato che ancora oggi il silenzio delle vittime di violenza è uno scoglio da superare. Già nel 2004 l'A.O.U.P. partecipa al tavolo istituzionale per la costruzione di “un percorso integrato di tutela dei diritti delle donne e minori” e nel 2005, con la firma del protocollo d'intesa tra Provincia, Prefettura, Questura, Società della Salute e Azienda USL 5 inizia, insieme agli altri partner, a tessere una rete locale di collaborazione al fine di attivare percorsi integrati di presa in carico dei casi individuati come violenti.

L'A.O.U. Pisana aderisce formalmente al progetto regionale Codice Rosa nel mese di ottobre 2013, a dicembre dello stesso anno firma il protocollo d'intesa con la Procura della Repubblica e l'Azienda U.S.L. 5 (oggi USL Toscana Nord Ovest). Nel 2014, con la Delibera Giunta Regionale n.180/2014 come detto precedentemente, si completa la diffusione del progetto su tutto il territorio regionale con l'estensione alle Aziende Ospedaliere. L'A.O.U. di Pisa con delibera aziendale n.904 del 30 settembre, seguendo le indicazioni della Regione si impegna formalmente: a sviluppare all'interno del Pronto Soccorso un percorso di accoglienza dedicato alla violenza di genere con il coinvolgimento dei diversi specialisti, ad attivare un coordinamento aziendale per assicurare il tempestivo intervento del personale sanitario formato appositamente per i casi specifici, e a creare una task force aziendale composta da numerosi specialisti appartenenti alle diverse discipline in modo da garantire, a seconda della necessità, un loro immediato intervento.

In questi anni di lavoro successivi all'adesione al progetto, sono stati tanti i progressi, ma al contempo nell'operare quotidiano, tante sono state le problematiche incontrate, alcune risolte e altre alle quali si cercano tuttora soluzioni appropriate, in considerazione anche dell'alta criticità che, a prescindere dal colore del codice, caratterizza ogni Pronto Soccorso. Tra gli ostacoli incontrati, di un certo spessore è stato il repertamento degli indumenti e dell'eventuale materiale biologico, operazione che richiede tempo per la sua farraginosità, ha incontrato alcune resistenze da parte degli operatori, ma grazie all'elaborazione di una procedura aziendale100 sta trovando una risoluzione. La procedura è un valido strumento che passo dopo passo indica agli operatori del Pronto

100 La procedura Aziendale, nello specifico è la n.113 del 26/ottobre 2016, è comprensiva di tutti quegli allegati da compilare a seconda della necessità, la stessa è visibile e scaricabile dall'intranet aziendale.

Soccorso i diversi passaggi da attuare, una guida dettagliata e puntuale che permette di eseguire pedissequamente tutti i vari step. I tre kit specifici, predisposti per l'occorrenza nella stanza apposita, sono correlati di tutti i dispositivi utili alla refertazione, a seconda che si tratti di violenza sessuale, violenza fisica senza atto sessuale o violenza agita su un minore. Il primo passo è l'acquisizione del consenso informato a cui segue la compilazione della cartella clinica guidata, entrambi predisposti sia per gli adulti che per i minori. La raccolta dei campioni tossicologici, degli indumenti e del materiale biologico viene inviata nei laboratori per la refertazione.

Altro aspetto critico è la dislocazione geografica delle Unità Operative che vedono il Pronto Soccorso situato a Cisanello e l'Ostetricia/Ginecologia a Santa Chiara, considerato il rapporto esistente tra i reparti e la caratteristica del percorso rosa che contempla lo spostamento dello specialista e non del paziente, diventano comprensibili le difficoltà create da questa distanza specie per i casi di violenza sessuale.

Il Pronto Soccorso per sua natura lavora in emergenza, per cui una volta stabilizzata la situazione acuta ed attivata la rete, entrano in scena le strutture territoriali per una presa in carico di più lungo respiro, succede però che per mancanza di un servizio assistenziale territoriale disponibile 24 ore su 24, non sempre esista una rete per il supporto psicologico101, tutti elementi che contribuiscono a rendere difficoltoso il passaggio dall'una all'altra struttura. Inoltre nei casi di donne maltrattate in cui la valutazione del rischio immediato risulta essere alta e si presenta l'urgenza di un rifugio sicuro, le associazioni contattate che dispongono di queste case rifugio e dovrebbero prendere in carico la donna, non sempre hanno la disponibilità di posti letto, un altro fattore limitante dell'accesso alle case rifugio risulta essere il trascorso della vittima se dipendente o meno da sostanze stupefacenti o alcool. Le problematiche sopra evidenziate sono comuni a tutti i soggetti della rete e al riguardo sono stati aperti tavoli con tutti i servizi territoriali a livello regionale e di Area Vasta per cercare soluzioni utili al superamento di questi ostacoli e perfezionare le modalità operative. La formazione del personale è un altro aspetto sul quale l'Azienda pisana crede e investe molto anche per il miglioramento futuro, spesso si è ribadito quanto questa influisca sull'approccio iniziale con le vittime di violenza e sulla creazione di un rapporto empatico che sia da stimolo al dialogo. Inoltre non va dimenticato che una formazione adeguata fornisce al personale addetto quelle capacità necessarie ai fini del riconoscimento dei segni fisici

101 In Azienda gli psicologi sono a contratto a tempo determinato e se scade, nel periodo di vacanza viene a mancare il servizio psicologico.

lasciati dalla violenza, saperla riconoscere vuol dire rilevarla e farla emergere dal sommerso, primo passo per contrastarla. Uno dei progetti aziendali riguarda l'estensione a tappeto dei corsi di formazione, i quali quanto prima saranno rivolti non solo al Pronto Soccorso ma anche al personale delle altre Unità Operative, con particolare riguardo a quello di Geriatria. Esigenza scaturita dalla tendenza all'incremento, a livello regionale, del numero delle persone anziane che si presentano al Pronto Soccorso per chiedere aiuto. Se la violenza non viene dichiarata si sopperisce alla fase di emergenza e quando necessario i pazienti vengono trasferiti in altri reparti, ma se il personale che vi lavora non ha ricevuto una formazione mirata non è in grado di riconoscere i segni della violenza, con la conseguenza che la presa in carico si esaurisce nelle pratiche abituali di assistenza e cura, eliminando così ogni possibilità di intervento mirato alla sua emersione.

È chiara la volontà aziendale di diffondere una maggiore conoscenza sulle tematiche del fenomeno a tutti gli operatori che in varia e diversa misura si possono trovare coinvolti nella gestione della violenza102.

L'impegno dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana è in continua evoluzione, l'ultima tappa in questa direzione è del 16 marzo 2017, con la delibera n. 241 con la quale si è uniformata al modello regionale che ha trasformato il progetto regionale “Codice Rosa” in rete103, entrando a far parte della rete continuerà a dare il proprio contributo per contrastare e prevenire ogni forma di violenza che attraverso le proprie vittime si presenta al Pronto Soccorso di Pisa.

102 I corsi teorici/pratici organizzati dall'Azienda annualmente sono differenziati per adulti e minori, coinvolgono il personale afferente ai Dipartimenti di: Emergenza Urgenza, Materno Infantile e la Unità Operativa di Medicina Legale. Al Pronto Soccorso, i due referenti “Codice Rosa” medico e infermieristico, hanno il compito di formare gli altri operatori. Inoltre è presente una intensa collaborazione quotidiana con le forze dell'ordine presenti con il loro punto fisso nell'area ospedaliera, anche se non sono ancora stati attivati corsi congiunti, se non quelli a livello regionale.

Figura 4.1 Rete regionale Codice Rosa (delibera A.O.U.P. n. 241 del 16/3/2017)