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Sempre in merito ai rapporti bilaterali fra Italia e Kazakhstan, mercoledì 7 ottobre 2016, presso l’aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, si è svolto il convegno “Come funziona il Kazakhstan? Legge e rappresentanza nella più grande repubblica centroasiatica”, organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), in collaborazione con l’ambasciata kazaka in Italia.

La conferenza, moderata dal direttore del programma “Eurasia” dell’IsAG (dott. D. Citati), si è focalizzata sull’assetto istituzionale del Kazakhstan ed ha visto la partecipazione dei principali studiosi italiani specializzati nella zona, oltre ad un rappresentante dell’Assemblea del Popolo kazako.

Nei saluti introduttivi il Presidente dell’IsAG, dott. T. Graziani, ha esposto il tema del convegno : conoscere l’architettura istituzionale della più grande repubblica centroasiatica, analizzando il ruolo dell’Assemblea del Popolo del Kazakhstan (APK), organo istituito per rappresentare i diversi gruppi etnici del Paese.

Successivamente la parola è passata al direttore del programma Eurasia dell’IsAG, che ha aperto i lavori ponendo l’accento su tre considerazioni principali: la riscoperta

113 dell’identità nazionale da parte del Kazakhstan dopo l’indipendenza, caratterizzata al contempo dalla valorizzazione delle numerose etnie presenti, oltre alla rivalutazione dell’elemento nazionale kazako; le relazioni privilegiate con la Russia in qualità di ex repubblica sovietica ed in ultimo, il carattere relativamente filo-occidentale del Kazakhstan, il quale attraverso una politica estera di tipo “multivettoriale” cerca di mantenere buoni rapporti diplomatici non solo con i vicini eurasiatici, ma anche con

realtà quali l’UE, i singoli Paesi UE e gli Stati Uniti223

.

Secondo Citati, il Kazakhstan è “un crocevia di influenze asiatiche e occidentali” sottolineando infine la necessità di promuovere una maggiore conoscenza della realtà istituzionale e costituzionale di questo Paese, ancora poco nota soprattutto in Italia. Nel suo intervento, il Ministro consigliere presso l’Ambasciata della Repubblica del Kazakhstan in Italia, Nurlan Zalgasbaev, ha evidenziato nel suo intervento come l’evoluzione istituzionale del Paese sia approdata ad una nuova fase grazie ad un piano di riforme designate dallo stesso Presidente Nazarbayev, all’alba delle elezioni presidenziali avvenute ad aprile 2016.

Il programma, che come abbiamo già visto prende il nome di “Piano della Nazione – i 100 passi concreti” prevede l’attuazione di cinque provvedimenti principali: una riforma dell’apparato statale e del sistema giudiziario; riforme in materia di industrializzazione e della crescita economica; lotta alla corruzione e nuove misure atte a garantire la trasparenza dell’apparato statale.

A conclusione del suo intervento, ha ricordato che nel 2015 si sono celebrati i vent’anni dalla nascita dell’Assemblea del Popolo del Kazakhstan; l’Assemblea, recentemente convertita da organo di consultazione a organo costituzionale, riveste un ruolo di primo piano nella politica kazaka, promuovendo la concordia multietnica ed un modello di identità nazionale che tuteli le minoranze etniche, religiose e linguistiche del Paese. In seguito la parola è passata al rappresentante dell’Assemblea del Popolo, il quale ha rimarcato l’importanza che riveste l’attività dell’Assemblea stessa nel preservare un’idea di cittadinanza comune e multinazionale, condivisa da tutti i popoli e le etnie presenti in Kazakhstan. Essa conta al momento 360 membri, rappresentanti dei diversi gruppi etnici, potendo essere considerata un marchio distintivo dell’assetto istituzionale kazako anche grazie alla considerazione di cui gode a livello internazionale. In linea con

223

114 una politica di consenso interetnico, il lavoro dell’Assemblea promuove la pace e l’unità nazionale224.

L’on. Edmondo Cirielli, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera e componente della III Commissione (Affari esteri e comunitari), ha ribadito l’importanza di riconoscere l’impegno del Kazakhstan nel mantenere rapporti diplomatici con Russia, con la NATO e con la Cina, rappresentando attraverso ciò un buon esempio di politica estera, definendo d’altronde il rapporto di amicizia che lega l’Italia al Kazakhstan “molto prezioso”, non solo sul piano economico bilaterale, ma anche come un’opportunità di confronto con un’organizzazione multilaterale quale l’Unione Eurasiatica di cui il Kazakhstan stesso è parte attiva.

In seguito si è proseguito con la presentazione del report a firma IsAG “L’edificazione dello stato kazako: i 20 anni della Costituzione e dell’Assemblea del Popolo del Kazakhstan”, in cui veniva evidenziato come il consolidamento delle istituzioni portato avanti dal presidente non si possa dire concluso: difatti la Costituzione varata nel 1995, se da una parte si pone in continuità con il lavoro avviato in precedenza, dall’altro rappresenta un punto di partenza per una stabilizzazione politica e istituzionale sicuramente perfettibile. Il sistema kazako è in continua evoluzione: lo stato centrasiatico rappresenta oggi un’economia dinamica ed in crescita, nell’ambito del quale il lavoro di istituzioni come l’Assemblea del Popolo garantisce la coesione sociale e nazionale; la mancanza di un comune senso di appartenenza collettiva avrebbe difatti

come ipotetica conseguenza la disgregazione territoriale del Paese225.

L’on. Adolfo Urso, presidente della Fondazione FareFuturo, si è soffermato invece sui principali aspetti sociali, ambientali ed economici che distinguono il Kazakhstan dall’Italia.

In dettaglio, la repubblica centrasiatica è riuscita nell’intento di costruire uno Stato multietnico nel rispetto delle minoranze, potendo in questo senso servire da modello ad un Paese come l’Italia che nasce come etnicamente unito, ma che si ritrova oggi ad affrontare sempre nuove sfide poste da una società multietnica e multiculturale.

Dal punto di vista ambientale, il Paese ha dimostrato di saper far fronte anche all’inospitalità del territorio kazako: ciò è dimostrato anche dalla stessa strategica scelta di trasferire la capitale da una località periferica (Almaty) in un punto centrale del territorio (Astana).

224 http://www.italkazak.it/?page_id=57

225 Ermanno Visintainer e Alessandro Marcigliano, L’aquila nel sole. Leadership e carisma da Kul Tegin

115 Al contempo vi sono taluni elementi critici: da un punto di vista economico, il Kazakhstan, che dispone di risorse naturali e materie prime in enorme quantità, non ha ancora sufficientemente diversificato le fonti della propria crescita economica dimostrando finora di dipendere in maniera eccessiva dalle suddette materie. Egli ha concluso il suo intervento affermando come tuttavia l’Italia abbia il grande pregio di “comprendere” gli altri (più di sé stessa forse…) e di essere un valido interlocutore, anche in relazione a Paesi così differenti.

La prof.ssa Caterina Filippini, giurista e docente presso l’Università degli Studi di Milano, ha tracciato in seguito un percorso evolutivo della Costituzione del Kazakhstan, che ha avuto inizio con la Dichiarazione di sovranità e indipendenza e la conseguente modifica della Costituzione sovietica, seguita nel 1993 dall’approvazione di una nuova Costituzione alla quale, nel 1995, è subentrata quella in vigore. Tra le modifiche apportate, il Consiglio Costituzionale è stato rinominato Corte Costituzionale, il ruolo delle due Camere riguardo al rapporto di fiducia è cambiato, anche in seguito a successive riforme. L’attuale assetto istituzionale kazako, è stato fortemente influenzato dalla Costituzione russa; al contempo esso può definirsi simile al modello semipresidenziale (che comporta l’individuazione di una figura leader come quella del presidente che ha maggior potere esecutivo rispetto al Parlamento). Il Kazakhstan inoltre è stato uno dei promotori dei processi di integrazione in Eurasia, nonché importante membro dell’Unione Economica Eurasiatica, che sotto diversi profili segue le modalità di evoluzione dell’UE, con proprie istituzioni che possono essere comparate a quelle comunitarie. Concludendo, la Filippini ha sottolineato come Astana abbia relazioni con l’UE e con il Consiglio d’Europa in linea con una strategia a lungo termite

nell’ambito di un lavoro costante di consultazione reciproca226

.

Di seguito, il prof. Aldo Ferrari, storico e docente all’Università Cà Foscari di Venezia nonché presidente dell’ASIAC (Associazione per lo Studio in Italia dell’Asia Centrale e del Caucaso), ha presentato un’analisi comparativa nella quale sono state evidenziate alcune specificità del Kazakhstan in rapporto ad altri Paesi ex-sovietici.

Dopo la dissoluzione dell’URSS molte repubbliche post-sovietiche hanno conosciuto dinamiche complesse, risultando tutt’oggi incapaci di autonomia politica ed economica, nonché spesso caratterizzate da forme di spinto nazionalismo. Il Kazakhstan al contrario, sostiene Ferrari, rappresenta un esempio interessante di Paese che è riuscito a

226 http://www.geopolitica-online.com/30233/come-funziona-il-kazakhstan-il-convegno-isag-alla-camera-

116 costruire uno Stato realmente indipendente, composto da etniche che parlano lingue e praticano religioni diverse; se consideriamo le esperienze di alcuni vicini riscontriamo talora una tendenza al nazionalismo ed alla discriminazione delle minoranze. Secondo lo storico, il Paese è un esempio unico in questa prospettiva e meriterebbe una maggiore conoscenza; difatti Ferrari ha lamentato una scarsa conoscenza del caso politico, culturale e sociale del Kazakhstan auspicando un maggiore sviluppo del suo settore turistico, ancora largamente trascurato, che favorisca una maggiore conoscenza

del Paese da parte degli stranieri227.

I lavori si sono conclusi con l’intervento del dott. Daniele Scalea, DG dell’IsAG, il quale ha riassunto il senso del convegno e dei rapporti bilaterali italo-kazaki, con l’invito a non guardare con superficialità all’Asia Centrale. Sebbene avesse in sé tutti i semi della dissoluzione all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, il Kazakhstan indipendente è stato in grado di destreggiarsi abilmente all’interno dello scenario internazionale e di non cedere né alle lusinghe nazionalistiche né a quelle dell’estremismo islamico, data la consistente presenza di credenti musulmani nel Paese (70%).

Tutt’oggi Nazarbayev sta conducendo riforme che devono rafforzare il Parlamento e i partiti che dovranno gestire il Paese dopo di lui. Da questo punto di vista è giusto parlare del Kazakhstan sottolineandone i risultati positivi, in quanto tale Paese rappresenta forse la transizione più di successo dall’URSS al capitalismo e al liberalismo, senza con ciò trascurare gli elementi di criticità che necessitano di essere affrontati e risolti per un pieno consolidamento delle istituzioni e della stessa società civile.

In conclusione, l ’Asia Centrale è sicuramente una regione cruciale per la definizione degli equilibri internazionali. Secondo la celebre formula mackinderiana essa è il “cuore della terra” (“heartland”) o “l’area perno” su cui può fondarsi la costruzione di una

potenza continentale capace di sfidare la primazia delle talassocrazie228.

Come accennato, durante l’età contemporanea l’Asia Centrale è stata il cosiddetto “giardino sul retro” della Russia, prima zarista poi sovietica. La fine dell’URSS ha tuttavia riaperto i giochi per la supremazia nella regione. La necessità di un suo maggior controllo e di una maggior influenza da parte degli USA è stata più volte affermata come obiettivo strategico primario nel quadro del progetto per un nuovo “secolo

227 Come Carpenter de Gourdon, Una visione per il futuro, Op. cit.

228 Martino Conserva, Vadim Levant, Lev Nikolaevic Gumilev, Edizioni all’insegna del veltro, Parma

117 americano”. Tuttavia nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un “ritorno” massiccio della Russia nell’area. Russia e Cina sono riuscite a stabilire con le repubbliche centrasiatiche ottimi rapporti di partenariato riuscendo complessivamente a rallentare la penetrazione statunitense. Con l’annuncio del progetto di costituzione di un’Unione Eurasiatica pare configurarsi una parziale ricomposizione del precedente spazio geopolitico russo; d’altronde il problema della sicurezza collettiva nello spazio post-sovietico è diventato di primaria importanza per i governi dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti.

Il presidente kazako si è fin dall’inizio segnalato come il più ostinato promotore delle istanze strategiche relative alla lotta al terrorismo e al traffico di stupefacenti in Asia Centrale. Per venire incontro a queste necessità, il Paese si sta sempre più ergendo a protagonista del processo di integrazione eurasiatica tra Mosca e le altre ex repubbliche sovietiche.

A partire dal Vertice di Riga la ridefinizione dei principi guida del Partenariato si prospetta come condizione insormontabile per la sopravvivenza dell’iniziativa.

Cosi l’UE sta ridisegnando il concetto all’interno di una generale rielaborazione della propria politica estera. Bruxelles infatti è costretta a confrontarsi con l’arco di instabilità presente tutt’intorno ai confini dell’Unione Europea (come affermato nelle

consultazioni per un aggiornamento della strategia globale europea).229 Dall’Europa

Orientale al Nord Africa, passando per il Medio Oriente, l’Europa è circondata da un “cerchio di fuoco”, invece che da una “cerchia di amici” come sperato nelle iniziali ambizioni strategiche di Bruxelles, con cui poter condividere principi, valori e norme dell’integrazione europea. Soprattutto ad Est la fine delle fonti di instabilità richiederà uno sforzo imponente dal punto di vista dello State building – iniziando dalla difesa dei confini e lo sviluppo di preparate forze di polizia e militari – sia dal punto di vista della dialettica costruttiva con la Russia, per poter finalmente stabilire un assetto stabile e pacifico sul continente europeo.

229 Federica Mogherini, The European Union in a changing global environment. A more connected,

118 CAPITOLO QUINTO

UE e Kazakhstan: quale rapporto?

5.1 Da Bruxelles ad Astana, una cooperazione alternativa

In seguito alla dissoluzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), a partire dai primi anni Novanta si è dato inizio alla creazione di una serie di relazioni diplomatiche bilaterali tra l’UE e le repubbliche indipendenti, in cui si è assistito generalmente all’instaurazione di un modello di cooperazione bilaterale, in sostituzione del Trattato tra URSS e la Comunità Economica Europea (CEE) sul Commercio e sulla Cooperazione Commerciale ed Economica firmato nel dicembre 1989.

L’Accordo di Partenariato e Cooperazione con il Kazakhstan è un testo prevalentemente programmatico (similmente agli Accordi siglati con le altre ex repubbliche sovietiche) che ha vincolato le parti contraenti ad accrescere – nell’ambito delle rispettive peculiarità – lo sviluppo economico in maniera conforme ai dettami del WTO, oltre al accrescimento sociale e culturale conformemente ai principi del diritto internazionale e della tutela dei diritti umani, come determinato dallo Statuto delle Nazioni Unite,

dall’Atto Finale di Helsinki e dalla Carta di Parigi per una nuova Europa230

. Tale EPCA ha favorito l’intensificazione delle relazioni bilaterali nei settori della sicurezza energetica e della cooperazione in ambito industriale (es. firma del “Memorandum of Understanding Cooperation in the field of Energy”(2006) e del “Memorandum of

Understanding of Cooperation in the field of Transport (2009)”)231. L’EPCA è

suddiviso in tre parti principali232. Oltre due terzi dei suoi articoli riguardano temi

dedicati all’economia e al commercio. Altro capitolo importante è quello dedicato all’energia. L’economia kazaka si basa principalmente sugli idrocarburi e sulle commodities legate al settore estrattivo, che pesano per il 75% della composizione merceologica del totale dell’export.

230

http://astanatimes.com/2016/03/1/

231Altro evento degno di nota è stata l’assunzione da parte di Astana della presidenza di turno

dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCS) nel 2010: un’opportunità per illustrare agli Stati parte dell’organismo il programma nazionale kazako The Path to Europe, che ambiva a rendere il Kazakhstan una sorta di baricentro del dialogo tra Europa e Asia

232 L’UE aveva concluso analoghi accordi (PCA) con la maggior parte delle ex repubbliche socialiste

sovietiche della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS), non solo in sostituzione dell’Accordo tra CE e URSS del 1989, ma anche con l’obiettivo di instaurare un modello di cooperazione sul fondamento dei principi di democrazia, Stato di diritto ed economia di mercato

119 Come detto il Kazakhstan possiede ingenti riserve di gas e soprattutto di petrolio, che hanno garantito rilevanti tassi di crescita (il 10% medio annuo) nel periodo 2000-2007. Ad oggi, il Kazakhstan è il terzo fornitore no Opec dell’Europa, dietro Russia e Norvegia, garantendo il 5-6 % del totale del petrolio consumato nel Vecchio

Continente233. Da parte kazaka saranno adottati maggiori investimenti in campo di

energie rinnovabili, con l’obiettivo di portare l’energia prodotta attraverso questi metodi dall’attuale 1% al 50% entro il 2050. In quest’ambito ovviamente la collaborazione con l’Europa è fondamentale. Infine, il terzo capitolo del patto è quello relativo al movimento di persone. Il regime di esenzione dal visto attualmente in funziona tra UE e Astana sarà rafforzato ed esteso ai cittadini kazaki che volessero trascorre periodi limitati all’interno dell’UE. Un altro capitolo di collaborazione che sarà rafforzato è quello della cooperazione in materia di migrazioni verso l’UE. L’interscambio tra i due attori, come ampiamente ricordato, è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, rendendo di fatto l’UE il primo partner commerciale del Kazakhstan, con oltre cinquanta miliardi di dollari in merci e servizi scambiati ogni anno. Vista la consistenza di tali afflussi e la buona possibilità che essi aumentino in futuro, Astana, come anticipato in precedenza, ha avviato la procedura per conformare la propria legislazione agli standard richiesti dal WTO. Un passaggio che la Federazione Russa ha completato nel 2012, quando è divenuta membro a pieno titolo dell’organizzazione. In questo processo integrativo, l’intermediazione dell’UE si è rivelata fondamentale per accelerare l’adesione.

Lo sviluppo dell’Accordo di Partenariato (così come la conclusione di vari accordi bilaterali con gli altri Paesi del ex blocco sovietico) ha permesso la creazione di un Strategia dell’Unione Europea per l’Asia Centrale (Central Asia Strategy), utilizzabile

limitatamente alla cooperazione fra UE e Kazakhstan, Uzbekistan,

Turkmenistan,Tagikistan e Kirghizistan. Come anticipato, già siglata nel 2007234, nel

2015 la Strategia è stata modificata per la quarta volta in ragione degli obiettivi fissati e dei risultati raggiunti, certificando il pieno sostegno dell’UE alle altre Repubbliche centro-asiatiche, dal punto di vista dello sviluppo regionale sostenibile e non invasivo,

sia dal punto di vista della sicurezza regionale235.

233 Kazakhstan and EU agrees on onward strengthening of cooperation in political and economic spheres,

Government of Kazakhstan, March 10, 2016

234

Questo approccio è stato poi confermato dall’adozione di altri due documenti da parte del Consiglio Europeo: “ The European Unione and Central Asia The New Partnership in Action” e il “Regional Strategy Paper for Assistance to Central Asia for the period 2007-2013”

235 Council conclusions on the EU Strategy for Central Asia, Council of the European Union, June 22,

120 La Strategia Europea per l’Asia Centrale, i cui negoziati erano stati avviati nel luglio del 2011, stabilisce una nuova cornice normativa in ambito commerciale, tale da permettere una maggiore e più semplice fruibilità e commerciabilità sui mercati di beni e servizi, costituzione e gestione di società, movimentazione di capitali, circolazione di materie prime ed energia e una più corretta gestione degli appalti pubblici.

L’attuazione della Strategia deriva dagli ottimi risultati ottenuti in campo economico frutto sicuramente di prudenti politiche macro-economiche, di riforme strutturali e del progressivo accesso ai mercati finanziari internazionali. Tutto ciò ha permesso al Paese di attraversare con successo la transizione dell’economia pianificata e basata sull’industria pesante di epoca sovietica ad una di impronta liberale.

Dopo una parentesi negativa, determinata dalla crisi economica internazionale e dal crollo dei prezzi degli idrocarburi, l’economia kazaka è tornata a crescere nel biennio

2010-2011 (7% e 7,5% rispettivamente236). Il merito è anche della politica statale di

investimenti e dell’intervento di sostegno all’economia e al sistema bancario garantito dal Fondo petrolifero nazionale, i cui asset sono aumentati fino a 100 miliardi di dollari nel 2015. La tendenza positiva si è confermata negli anni a seguire con un tasso medio di crescita del 5%. Tuttavia, le svalutazioni della moneta nazionale nel febbraio 2014 e ancora nell’agosto 2015, nonché il crollo del prezzo del petrolio durante il 2015, hanno causato un aumento dell’inflazione che pesa negativamente sulle previsioni di crescita

nel biennio 2016-2018237.

Mentre la bassa crescita e le sanzioni euro-atlantiche alla Russia per via delle tensioni in Ucraina non dovrebbero influire eccessivamente sulla produzione e sulle esportazioni di petrolio, il prezzo di mercato dell’olio nero incide fortemente sulle finanze statali a causa dell’eccessiva dipendenza dell’economia nazionale dal comparto energetico. La Strategia prevede inoltre una accresciuta cooperazione in circa 29 settori, tra i quali i trasporti, ambiente e cambiamenti climatici, istruzione e ricerca ed occupazione, oltre a legislazione, diritti umani, politiche di sicurezza, lotta al contrabbando, all’immigrazione clandestina, e ad altre attività criminali; l’implementazione di queste politiche rientra in una strategia europea di medio termine finalizzata a creare sistemi legislativi e burocratici che possano integrarsi maggiormente col modello europeo, e