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In linea con il più ampio perseguimento di una politica estera multivettoriale, il Kazakistan ha approfondito la cooperazione nella sicurezza con le organizzazioni euro- atlantiche ed, in particolare, come ribadito, con la NATO. Membro della Partnership for

Peace (PFP), di cui ha celebrato il ventennale nell’ottobre 2014239

, il Paese kazako è stato il primo della regione a partecipare, nel 2002, al PFP Planning and Review Process (PARP), che serve a garantire il coordinamento delle forze nazionali con quelle

dell’Alleanza Atlantica240

. Nella stessa prospettiva e per coordinare la cooperazione per riformare il settore della difesa, Astana ha sottoscritto nel 2006 un Individual

238 EU-Kazakhstan Enhanced Partnership and Cooperation Agreement, European Commission, January

20, 2015

239 http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_50349.htm. Il Partenariato per la Pace (PfP) è un

programma di cooperazione bilaterale pratica tra i singoli paesi partner euro-atlantici e della NATO. Esso consente ai partner di costruire un rapporto individuale con la NATO, scegliendo le proprie priorità per la cooperazione.

240 http://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_68277.html. La pianificazione del PfP e processo di

revisione (PARP) ha lo scopo di promuovere lo sviluppo di forze e le capacità dei partner che sono meglio in grado di cooperare al fianco di alleati della NATO nelle operazioni di risposta alle crisi e altre attività per promuovere la sicurezza e la stabilità.

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Partnership Action Plan (IPAP) 241 . L’approfondimento della collaborazione tra

Kazakhstan e NATO – risultato di fondamentale importanza per lo sforzo di modernizzazione e professionalizzazione delle forze armate nazionali, qualitativamente discutibili – si è verificato sullo stesso sfondo del sostegno garantito da Astana alla lotta internazionale al terrorismo e alle operazioni in Afghanistan. Oltre a garantire alla NATO il diritto di sorvolo, Astana ha concesso la possibilità di transito terrestre per i rifornimenti non militari, contribuendo al rafforzamento della rete di rifornimento settentrionale collegante Europa e Afghanistan attraverso Russia e Asia centrale. L’attiva partecipazione ai meccanismi di cooperazione regionali antiterroristici si è infine concretizzata con l’adesione kazaka al Partnership Action Plan against Terrorism

(PAPT)242. nell’ambito del quale il Paese ha ospitato diverse esercitazioni dell’Alleanza

Atlantica.

Come ricordato, la Repubblica del Kazakhstan rappresenta partner di assoluto rilievo per l’UE soprattutto per quanto riguarda il settore energetico: secondo stime del Ministero del Gas e del Petrolio kazako, il Paese possiederebbe riserve di idrocarburi

pari a circa 4,8 miliardi di tonnellate243; del resto le esportazioni in Europa riguardano

quasi esclusivamente gas e petrolio (93%), nonostante l’EPCA intenda accrescere il potenziale delle energie rinnovabili nel Paese, obiettivo condiviso pienamente anche

dall’esecutivo locale244

. Ambizione questa dettata, complice l’odierna congiuntura petrolifera, anche dalla preoccupazione per quanto riguarda la situazione ambientale nel Kazakhstan, la cui agenda governativa è già ampiamente focalizzata sulla risoluzione del problema della conservazione dell’acqua e sul repentino prosciugamento del Lago d’Aral. Infatti l’attenzione verso un futuro energetico improntato sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali e sull’uso sempre più efficiente di energie rinnovabili è posta in posizione centrale all’interno del vasto programma ambientale varato dal

241http://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_49290.html. I singoli piani d'azione di partenariato (IPAP)

sono aperti ai paesi che hanno la volontà politica e la capacità di approfondire il loro rapporto con la NATO. Essi sono progettati per riunire tutti i vari meccanismi di cooperazione attraverso il quale un paese partner interagisce con l'Alleanza, affilatura al centro di attività per sostenere meglio i loro sforzi di riforma nazionali.

242http://www.nato.int/cps/en/natolive/topics_50084.html. Il Piano 2002 Partnership di lotta al terrorismo

(PAP-T) è stata superata da orientamenti di politica della NATO nella lotta al terrorismo e la più ampia cooperazione di partnership. Il PAP-T è stato inteso come una struttura attraverso cui gli alleati e dei paesi partner potrebbero lavorare per migliorare la cooperazione nella lotta contro il terrorismo, attraverso la consultazione politica e di una serie di misure concrete.

243 KazMunayGas Exploration Production JSC 244

123 governo nel 2012, focalizzato sulla forte volontà di generare entro il 2050 il 50%

dell’energia del Paese esclusivamente da fonti di energia alternative245

.

Il Kazakhstan negli ultimi anni è diventato uno dei Paesi emergenti a livello mondiale nel campo dell’oil & gas, settore che rappresenta per l’economia kazaka il 30% circa del

PIL e il 70% delle esportazioni verso l’estero246. L’ampia disponibilità di materia prime

non è limitata a petrolio e gas: il Kazakhstan possiede circa il 90% delle riserve sovietiche di cromo e circa la metà di quelle di piombo, rame e zinco; inoltre il Paese era, durante il periodo sovietico, il terzo produttore di carbone dietro Russia e Ucraina ed ancora oggi è il primo esportatore del fossile – che costituisce la principale fonte del mix energetico nazionale – verso le repubbliche dell’area. L’uso estensivo di carbone per la generazione elettrica (circa il 70% del totale) rappresenta una delle principali cause dei rilevanti problemi ambientali che affliggono il Paese. Il Kazakhstan infatti è tra i principali produttori di anidride carbonica su scala mondiale, tanto per livelli assoluti quanto pro capite. Sede in epoca sovietica dei test atomici e di estrazione e sfruttamento dell’uranio, il Paese registra inoltre elevati tassi di inquinamento radioattivo.

Le principali sfide per il Kazakhstan consistono sia in una maggiore diversificazione economica sia in una migliore capacità di attrarre degli investitori internazionali per l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse energetiche, cercando di predisporre nuove rotte per l’esportazione, al fine di ridurre la dipendenza infrastrutturale dalla Russia. Nel merito, a partire dal 2009 l’ENI è coinvolta in un piano di sviluppo e produzione petrolifera a Kashagan, enorme giacimento kazako scoperto nel 2000 situato nel Mar Caspio settentrionale. Importanti guasti tecnici ne hanno nel corso degli anni rallentato il funzionamento, permettendo ad Astana di riuscire solo parzialmente a cogliere il secondo obiettivo: dalla fine degli anni Novanta il governo ha attirato le principali compagnie petrolifere internazionali (oltre ad ENI la Bp, Shell, Chevron, Total, Lukoil) ma non è stata in grado di diversificare le rotte di esportazione energetica a causa delle

resistenze russe a rinunciare al monopolio sull’acquisto delle risorse kazake247.

Prima ancora che dall’apertura di un canale di esportazione navale trans-caspico verso l’Azerbaigian, Astana ha beneficiato, in questa prospettiva, della crescente proiezione regionale della Cina, oggi collegata al Kazakhstan con un oleodotto proveniente dai

245 United Nations Development Programme

246https://www.gov.uk/government/publications/exporting-to-kazakhstan/exporting-to-kazakhstan 247 http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-10-14/petrolio-riparte-kashagan-giacimento-

124 giacimenti caspici e con un gasdotto di provenienza turkmena. Lo sviluppo della rete infrastrutturale permetterà al Kazakhstan di portare gas alle regioni sudorientali che, isolate dai giacimenti occidentali del Paese, ricorrono ancora a importazioni dai vicini centrasiatici.

Proprio per questo la partnership con l’Europa è, nonostante le differenze e distanze geografiche, indice di volontà di diversificazione e ampliamento dei mercati esteri di sbocco, oltre a voler ribadire la propria posizione come principale attore regionale nel Centro - Asia.

Per ciò che concerne il Paese kazako, fin dall’inizio degli anni Novanta esso ha, come detto, optato per una politica estera di tipo multilaterale, orientata all’ottenimento di partenariati con Federazione Russa, Stati Uniti e UE, ma anche a poter coltivare rapporti di buon vicinato con la Repubblica Popolare Cinese, essendo questo immenso Paese strategicamente ed economicamente basilare negli equilibri del Centro - Asia e non solo.

La stessa Unione Economica Euroasiatica (EAEU), inizialmente ipotizzata come un “piano” della Federazione Russa per ottenere sempre maggior potere nella regione, in verità conferma e statuisce ancor più la politica indipendente del Nazarbayev, che fu tra i primi nel 1994 a proporre la promozione di uno spazio economico comune euroasiatico, nel rispetto chiaramente delle libertà e peculiarità di ogni attore e sulla parità di diritti nella gestione dell’organismo; tipologia di integrazione che vorrebbe includere anche Paesi estranei all’ex blocco sovietico, quali la Turchia, invitata ufficialmente ad aderirvi nel 2014. Tuttavia l’esecutivo kazako ha da sempre difeso la valenza economica del percorso di integrazione euroasiatico (non avente esclusivamente quindi valore politico), rendendolo ipoteticamente sinergico e non contrario ad una coesistenza con il processo integrativo dell’UE.

Indipendente ormai dal 1991, il Paese è riuscito ad imporsi sulla scena internazionale posizionandosi fra le cinquanta economie maggiormente sviluppate, anche grazie a questa particolare politica estera, orientata del resto a convivere sospesa fra due continenti, destreggiandosi con abilità perpetuando relazioni preferenziali con la Federazione Russa ma mantenendo allo stesso tempo un’agenda estera squisitamente di matrice occidentale, come indicato dalla richiesta di ammissione (1996) al WTO (requisito quest’ultimo fondamentale per la firma dell’EPCA). Proprio l’ingresso all’interno di questo organismo ha reso necessario soffermarsi maggiormente sul principio del “most favored nation”, secondo il quale a nessuno dei Paesi aderenti al

125 WTO è permessa l’applicazione di condizioni daziare svantaggiose nei confronti dei prodotti degli altri appartenenti all’organizzazione; allo stesso tempo è certo che l’adeguamento al quadro burocratico e normativo inerente ai vari processi di liberalizzazione, competitività e trasparenza avverrà senz’altro in modo graduale, anche a causa delle ipotetiche incompatibilità di una simultanea partecipazione del Kazakhstan al EAEU.

Il progetto di Unione Eurasiatica promosso da Nazarbayev e sostenuto dalla Federazione Russa costituisce probabilmente una delle poche possibilità di dar vita ad un autonomo e distinto modello di civiltà continentale e ad una potenza in grado di contribuire all’instaurazione di un ordine mondiale stabile e giusto.