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Comunicazione Politica: il rapporto tra cittadini, politica e media sulle nuove

Capitolo 2 LA COMUNICAZIONE POLITICA: CITTADINI, MEDIA E POLITICA

2.1 La Comunicazione Politica: il rapporto tra cittadini, media e politici

2.1.2 Comunicazione Politica: il rapporto tra cittadini, politica e media sulle nuove

L’avvento dei nuovi media, Internet in primis, ha influenzato in maniera significativa la comunicazione politica e per questo è stato oggetto di studi che ne hanno evidenziato i vantaggi e le criticità. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, la rete secondo Tursi (2011), consente di attuare le “pratiche comuni dei diritti”, come avvenuto ad esempio durante la “Twitter Revolution” in Iran nel 2010 o per “Occupy Wall Street”, eventi su cui ogni persona connessa ad Internet era in grado di rimanere informato sulle notizie indipendentemente dallo stato di residenza. Sempre in merito a tali pratiche comuni dei diritti, Castells (2012) afferma che:

I cittadini possono sfidare i governanti soltanto collegandosi tra loro, condividendo l’indignazione, sentendosi uniti, e costruendo progetti alternativi per sé stessi e per la società nel suo insieme. La loro capacità di tenersi in collegamento dipende dalle reti di comunicazione interattiva […] è inoltre tramite queste reti di comunicazione digitale che i movimenti prosperano e agiscono […] Le reti di comunicazione digitale restano […] una componente indispensabile nella pratica e nell’organizzazione di questi movimenti. Le reti sociali basate su Internet […] sono

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strumenti decisivi per la mobilitazione, l’organizzazione, il coordinamento, il processo deliberativo e decisionale (Castells 2012, 191-192)

Secondo Castells, dunque, Internet risulta fondamentale per la mobilitazione pubblica e per quella che lo studioso definisce la “mass self-communication”, ovvero una comunicazione di massa in grado di raggiungere un’audience globale proprio grazie alla connessione di rete. Questo aspetto risulta importante anche per la proliferazione dei movimenti euroscettici e spiega il motivo per cui tali movimenti sono riusciti a ritagliarsi un ruolo fondamentale proprio grazie ai nuovi media.

D’altra parte, diversi studiosi hanno invece posto l’accento sugli svantaggi e sui problemi della rete. All’interno de “L’ingenuità della rete – Il lato oscuro della libertà di Internet”, Evengy Morozov (2011) critica la visione internet-centrista secondo la quale le nuove tecnologie hanno avuto un ruolo centrale nell’alimentare fuochi di rivolta all’interno di molti paesi autoritari. La conclusione secondo la quale Internet sta rendendo i paesi autoritari più democratici è, secondo Morozov, sbagliata. Riprendendo il caso della rivolta in Iran del 2009, infatti, l’attivismo dei dissidenti su Internet ha provocato una vera e propria caccia alle streghe da parte delle autorità iraniane, che riuscirono a identificare e arrestare queste persone proprio grazie alle foto e ai video postati in rete. Secondo Morozov, quindi, Internet non è una forza unidirezionale a totale vantaggio del processo di democratizzazione, ma può essere usato anche dai governi autoritari per perseguire i propri scopi. Ancora, secondo Silverstone (2006):

Internet è un mezzo privato, esclusivo e frammentato: centrifugo piuttosto che centripeto. E ne consegue che contare sul fatto che esso sia un presagio di un nuovo tipo di cultura globale, di per sé, è un errore. Internet non è ancora, e potrebbe non essere mai, strettamente un mezzo plurale (Silverstone 2006, 52)

L’avvento dei nuovi media ha quindi imposto al sistema politico una netta trasformazione in termine di organizzazione interna e comunicazione. La domanda da porsi riguarda le condizioni e le finalità con cui i media digitali vengono utilizzati dagli attori politici, domanda a cui Mosca e Vaccari (2012) hanno risposto individuando tre diversi insiemi di fattori causali: sviluppo tecnologico, contesto politico-istituzionale e caratteristiche interne dei partiti. Lo sviluppo tecnologico, in primis, pesa sulle possibilità che hanno partiti e cittadini di allestire una presenza digitale e interagire con essa. Una maggiore diffusione della connessione a banda larga e una maggiore alfabetizzazione informatica stimolano e intensificano la comunicazione politica online. Lo sviluppo tecnologico influenza inoltre la condotta degli attori politici in rete sia sul

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piano quantitativo che su quello qualitativo, orientando gli obiettivi che essi si pongono sul web: laddove solo una minoranza della popolazione è connessa a Internet, i politici utilizzano la loro presenza online soprattutto per interloquire con giornalisti e altri politici, mentre dove la presenza dei cittadini è massiccia gli attori politici utilizzano il web per rivolgersi ai propri elettori. Per quanto riguarda il contesto politico-istituzionale, il quadro politico (periodo di elezioni o di governo, ad esempio) influenza notevolmente l’atteggiamento degli attori politici e delle istituzioni, mentre a riguardo delle caratteristiche interne dei partiti (risorse, orientamento ideologico) è importante notare come le risorse, soprattutto quelle finanziarie, definiscono il costo relativo alla comunicazione online (Vaccari 2012).

Il grado e le modalità di utilizzo delle piattaforme online da parte dei politici sono stati analizzati anche da Vaccari (2012), il quale ha tentato di elaborare una teoria sul rapporto tra istituzioni e comunicazione politica online riprendendo le cinque variabili proposte da Asntead e Chadwick e aggiungendone poi due nuove:

 Grado di pluralismo sistemico: più un sistema di governo è decentrato, più la competizione è individualizzata e più i politici sono portati a differenziare la loro comunicazione;

 Organizzazione degli iscritti ai partiti: una base solida di tesserati e volontari allenta la comunicazione online del partito, in quanto vi è meno bisogno di cercare nuovi sostenitori attraverso la rete. Si sta tuttavia diffondendo sempre più la prassi di reclutare simpatizzanti online con il mero fine di vincere le elezioni, mettendo in questo caso l’accento sul leader e su tematiche specifiche che risultino interessanti per l’opinione pubblica. In questo senso, laddove vi è un forte sentimento euroscettico i partiti che cavalcano questi ideali riescono, con facilità, a fare proseliti tramite i social network;  Reclutamento e selezione dei candidati: il ricorso alle primarie incentiva l’ingresso di

outsider e favorisce il coinvolgimento dell’elettorato su ampia scala, rendendo difficile il controllo di tale processo da parte dei dirigenti di partito. I candidati in questione devono successivamente costruire coalizioni eterogenee di sostenitori e, per farlo, possono ricorrere a Internet;

 Modalità di finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali: Internet e i social media si sono rivelati strumenti perfetti per la raccolta di fondi e donazioni, soprattutto riguardo a piccoli importi;

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 Ambiente della comunicazione politica tradizionale: il ruolo della televisione influenza la frequenza con cui i politici ricorrono alla comunicazione online. Internet, infatti, consente di aggirare la mediazione dei giornalisti e il suo utilizzo dipende in parte dal margine di manovra che gli attori politici hanno nel gestire la propria visibilità sugli altri mezzi di comunicazione;

 Personalizzazione della politica: è il primo dei due elementi introdotti da Vaccari, secondo il quale la personalizzazione politica sembra favorire la comunicazione online. Questo sarebbe dimostrato dal fatto che i candidati, più che i partiti, utilizzano su larga scala Internet e social media;

 Durata delle campagne elettorali: campagne di lunga durata permettono ai candidati di costruire gradualmente la propria immagine online, mentre campagne elettorali di breve durata comportano la mobilitazione di una grande quantità di risorse in un breve lasso di tempo;

Risulta quindi evidente che, attorno alla comunicazione politica, si sviluppa una forte interconnessione tra i tre protagonisti principali sopra citati: media, sistema politico e cittadini. Questa interconnessione dà luogo a una serie di relazioni d’interdipendenza e influenza che riescono, rimanendo nel campo dell’euroscetticismo, a indirizzare il comportamento degli uni e degli altri e che sembrano scatenare quel fenomeno denominato spirale dell’euroscetticismo precedentemente analizzato.