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Il sentimento dei cittadini prima e dopo le elezioni europee del 2019: i dat

Capitolo 2 LA COMUNICAZIONE POLITICA: CITTADINI, MEDIA E POLITICA

2.4 I Cittadini: media, scelte elettorali e Euroscetticismo: influenza reciproca?

2.4.2 Il sentimento dei cittadini prima e dopo le elezioni europee del 2019: i dat

La Commissione Europea, tramite Eurobarometro, commissiona periodicamente diversi sondaggi che possono risultare utili per analizzare il comportamento dei cittadini durante i periodi elettorali. Confrontando le pubblicazioni precedenti e successive all’ultima tornata elettorale è dunque possibile capire quanto il sistema mediale e quello politico abbiano influenzato e orientato le opinioni dei cittadini. Partendo dallo Speciale Eurobarometro 477 “Democracy and election”, pubblicato nel novembre del 2018, e arrivando al sondaggio Eurobarometro 91.5 “Have European Election Entered a New Dimension?” è quindi possibile

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capire se e come l’atteggiamento dei cittadini verso l’Unione Europea è mutato durante e in conseguenza della campagna elettorale a cui sono stati esposti.

Secondo quanto riportato dallo Speciale Eurobarometro 477, il 43% dei cittadini europei ritiene che essere maggiormente informati sull’Unione Europea e sul suo impatto sulla vita quotidiana costituisca un incentivo alla partecipazione al voto per il Parlamento Europeo. Questa “richiesta” di maggiore informazione è la più menzionata in 20 paesi membri, seguita dalla necessità, secondo i cittadini, di avere un maggior numero di candidati giovani e donne (il 31% del campione analizzato ritiene che avere candidati più giovani stimolerebbe la partecipazione e il 20% crede invece che sarebbe necessaria un maggior numero di donne candidate). Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini ai dibattiti online e sui social network, meno di un terzo dei rispondenti (il 32%) dichiara di partecipare o seguire le discussioni politiche che avvengono sulla rete durante il periodo elettorale. Solo il 7%, inoltre, dichiara di partecipare attivamente mentre il 25% afferma di limitarsi alla lettura o all’ascolto. La maggioranza, il 59%, dichiara di non seguire questi tipi di dibattiti online.

Figura 35: Partecipazione alle discussioni online da parte dei cittadini Fonte: Speciale Eurobarometro 477, novembre 2018

Per quali motivi gran parte dei cittadini non partecipa alle discussioni politiche che si tengono nella rete o non utilizza i social network? Secondo questa ricerca, il motivo principale deriva dal fatto che questi strumenti non vengono considerati utili (34%). La fiducia nei social network risulta inoltre bassa e molti cittadini dichiarano di non sentirsi a proprio agio nell’esprimere le proprie idee politiche online. Trattandosi di periodo preelettorale, è stato inoltre chiesto ai cittadini di considerare l’utilizzo di Internet durante questa fase politica. Il 73% dei rispondenti ha dichiarato di essere preoccupato per la disinformazione e la mala informazione che dilaga

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online, ma a preoccupare è anche il possibile utilizzo dei dati personali per targettizzare il messaggio politico e minare, di conseguenza, la libera competizione tra tutti i partiti politici. La maggior parte dei rispondenti ritiene inoltre che i social media e Internet dovrebbero adottare le stesse “regole” dei media tradizionali (silenzio elettorale, garantire il medesimo tempo ai diversi candidati etc.) e dovrebbero chiarire quali contenuti corrispondono a pubblicità e chi paga per essi. Forti sono anche le richieste di garantire a tutti i soggetti politici il medesimo accesso ai servizi online e di fornire informazioni sufficienti al momento della pubblicazione de vari sondaggi elettorali. Questo si traduce anche nel livello di soddisfazione dei cittadini nei confronti della democrazia all’interno dell’Unione Europea: con particolare riferimento ai media, circa il 60% dei cittadini dichiara di sentirsi soddisfatto per la possibilità di poter partecipare alla vita politica e di apprezzare la diversità di contenuti presenti sui vari media. In pochi, tuttavia, ritengono che l’Unione Europea faccia abbastanza per contrastare la disinformazione presente sui social media e su Internet.

Ad aprile 2019 è stato pubblicato un secondo report, intitolato “Emotions and Political Engagement Towards the EU”, all’interno del quale è stato chiesto ai cittadini di pensare all’Unione Europea e di esprimere il proprio pensiero al riguardo. Il 33% dei rispondenti sollevava dubbi circa l’operato dell’Unione Europea e questa risposta risulta la più diffusa tra i cittadini (il 28% ripone speranza, il 27% fiducia e il 5% paura). Rispetto allo Speciale Eurobarometro 477, in questo report la percentuale di cittadini che dichiara di informarsi di politica sui social networks sale al 57%, anche se quasi la metà di questi riferisce che non lo ha fatto nell’ultimo mese, mentre coloro che frequentano i siti online di notizie si attestano al 65%. All’interno di 22 paesi membri, la maggior parte dei rispondenti dichiara di ricorrere ai social networks per informarsi di politica, mentre tra i paesi con la percentuale più bassa troviamo invece la Francia (47% dei rispondenti afferma di utilizzare i social networks per fini politici). In Italia, il 55% dichiara di leggere informazioni politiche sui social networks, dato inferiore sia alle media UE (55%) che a paesi come la Spagna (63%) dove l’euroscetticismo ha trovato ampio spazio.

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Figura 36: Utilizzo dei social network per ricercare informazioni politiche

Fonte: Report Eurobarometro “Emotions and Political Engagement Towards the EU”, Aprile 2019

A settembre 2019 è stato infine pubblicato l’Eurobarometro 91.5 “Have European Elections entered a new dimension?”, grazie al quale è possibile comprendere il comportamento dei cittadini alla fine della campagna elettorale e a elezioni concluse. Per la prima volta dal 1994, più del 50% degli europei si è recato al voto e questo è stato interpretato come un segno di buona salute per la democrazia europea. Il 21% dei votanti, si è convinto di andare a votare solo nell’ultimo mese, segno che la campagna elettorale condotta sui media (tradizionali e nuovi) ha influito sulla scelta di un numero consistente di cittadini. Alto anche il numero degli indecisi per quanto riguarda il partito a cui dare fiducia: il 33% dei cittadini si dimostra infatti esitante circa la scelta di voto e la loro scelta finale può, anche in questo caso, fornire risposte circa la risposta ottenuta dai partiti alla loro campagna elettorale. In Francia, se il Rassemblement National era il partito preferito da chi sapeva già per chi votare, tra gli indecisi il voto è andato per la maggior parte ai Verdi, con il RN di Marine Le Pen che è riuscito a convincere solo il 7% di questa parte di popolazione. In Italia, invece, la Lega e il Partito Democratico erano i partiti più scelti tra chi era sicuro del voto, mentre tra gli indecisi si affermava ancora la Lega (il 33% dei cittadini indecisi affermava di aver scelto Lega) e il Movimento Cinque Stelle. Tra chi ha deciso di non andare a votare, invece, i principali motivi espressi sono la mancanza di fiducia nella politica e il disinteresse per le questioni politiche europee. Queste motivazioni sono diffuse nella maggior

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parte dei paesi membri, anche e soprattutto laddove i movimenti euroscettici hanno trovato ampio spazio sia sui media che in termini elettorali.

Figura 37: Perchè alcuni cittadini hanno deciso di non votare?

Fonte: Eurobarometro 91.5 “Have European Elections entered a new dimension?”, Settembre 2019

La maggior parte dei cittadini (54%), infine, dichiara di non ricordare alcun messaggio proveniente dall’Unione Europea che incoraggiasse le persone a votare. Per quanto riguarda la soddisfazione nei confronti della democrazia europea, il 75% dei rispondenti si dichiara soddisfatto delle libere elezioni e della libertà di parola, mentre sussiste e aumenta la larga insoddisfazione per quanto riguarda la disinformazione presente sui media (denunciata dal 40% dei cittadini a settembre 2018 e dal 52% nel settembre 2019).

2.5 L’Unione Europa: l’effetto della presenza euroscettica sulla copertura mediale