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L’Unione Europa: l’effetto della presenza euroscettica sulla copertura mediale

Capitolo 2 LA COMUNICAZIONE POLITICA: CITTADINI, MEDIA E POLITICA

2.5 L’Unione Europa: l’effetto della presenza euroscettica sulla copertura mediale

l’Europa, ha influenzato in maniera significativa la copertura delle news in ambito europeo e riguardanti l’Unione europea stessa. La copertura mediale delle news riguardanti l’Unione Europea risulta elemento fondamentale per garantire la connessione tra i cittadini e le istituzioni: alcuni studiosi hanno concluso che tale copertura è in grado di determinare la partecipazione e l’affluenza durante le elezioni, mentre altri hanno sottolineato l’esistenza di una correlazione tra il supporto dei cittadini verso l’integrazione europea e le caratteristiche, le strategie e le scelte della copertura mediatica riguardante l’Unione Europea (Vliegenthart, Schuck, Boomgaarden e de Vreese 2008, 415-420). In generale, è assodato che una copertura

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limitata e irregolare delle notizie europee può condizionare in maniera negativa la consapevolezza dell’opinione pubblica circa l’Unione Europea e le relazioni tra cittadini e istituzioni. Al contrario, una copertura regolare incrementa l’opportunità per i cittadini di rimanere informati circa le varie attività comunitarie, favorendo di conseguenza la fiducia nelle istituzioni europee. La copertura mediale dell’Unione Europea può quindi essere uno strumento utile ai cittadini per comprendere la legittimità democratica delle istituzioni comunitarie anche se, visto come strumento, non è affatto diffuso tra i media principali come televisione, giornali e Internet. Come hanno sottolineato alcuni ricercatori, tra cui Boomgaarde e de Vreese (2013, 608-612), la visibilità dell’Unione Europea sui media è rilevante e serve a informare i cittadini circa le tematiche dibattute e a trasmettere loro l’importanza delle elezioni del Parlamento Europeo. Ovviamente, durante il periodo elettorale la visibilità dell’Unione Europea cresce, ma lo fa in modo diverso da Stato a Stato e rimane condizionata dalla presenza di sentimenti euroscettici che, come detto, influenzano la discussione politica e la copertura delle tematiche europee. La presenza dei movimenti euroscettici genera un conflitto politico attorno all’integrazione europea che ha un effetto positivo sulla quantità di notizie riguardanti l’Unione Europea che i media producono. Maggiore è il conflitto, infatti, maggiori sono le notizie “comunitarie” e maggiore è la visibilità dell’Unione Europea: la visibilità delle elezioni europee, dunque, aumenta laddove vi è un alto grado di contestazione politica europea (de Vreese, Lauf e Peter 2007). Proprio in riferimento alla contestazione politica, i nuovi media giocano un ruolo cruciale, in quanto permettono agli elettori di ottenere facilmente un gran numero di informazioni rispetto a quanto offrono televisione e giornali. La presenza di una notevole quantità di news, a sua volta, facilita la formazione di un’opinione pubblica eterogenea che ha, di conseguenza, comportamenti di voto differenti. Con il proposito di analizzare la correlazione tra presenza di movimenti euroscettici e visibilità dell’Unione Europea sui media, Bobba e Seddone (2018, 150-160) prendono in esame le elezioni europee del 2014 in Italia, formulando quattro ipotesi secondo le quali la presenza di soggetti euroscettici e di una narrazione positiva nella copertura mediale incrementa la visibilità dell’Unione Europea e l’europeità (presenza di attori politici europei all’interno delle notizie) della copertura mediale stessa. In particolar modo i nuovi media - Internet e Social Network - sono emersi come importanti piattaforme per l’opposizione all’Unione Europea (Nulty, Theocharis, Popa, Parnet e Benoit 2016, 429-433) e adottano un approccio diretto che meglio permette ai soggetti politici di adattarsi alle attitudini dell’opinione pubblica. Per questo motivo, ad esempio, molti studi confermano come

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l’euroscetticismo sia riuscito con maggior facilità a farsi strada sui nuovi media rispetto che su quelli tradizionali.

Dai risultati offerti dai due ricercatori italiani, si evince come solo il 20% delle notizie si focalizzava sull’Unione Europea, mentre la maggior parte delle news riguardava tematiche di politica interna. Allo stesso modo, anche la presenza di attori politici (euroscettici o eurofili che siano) risulta molto bassa e, all’interno del 20% di notizie riguardanti l’Unione Europea, la componente euroscettica era di gran lunga maggioritaria (63% delle notizie, vedi tabella 16).

Figura 38: Presenza dell'euroscetticismo nelle news durante le elezioni europee del 2014 in Italia Fonte: Bobba e Seddone 2018, 157

Per quanto riguarda la visibilità dell’Unione Europea e l’europeità delle notizie, tutte le ipotesi formulate da Bobba e Seddone sembrano confermate: l’euroscetticismo e la crisi economica contribuiscono a aumentare l’attenzione dei media sulle tematiche comunitarie, con gli attori euroscettici ottengono una larga copertura proprio nella loro relazione con l’Unione Europea.

Il ruolo dell’euroscetticismo verso l’europeizzazione dei media è confermato da Anamaria Segesten e Michael Bossetta (2019) i quali, dopo una ricerca condotta sulle elezioni europee del 2014, hanno individuato come il 70% delle news - raccolte Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Spagna, Svezia e Danimarca - che menzionavano l’euroscetticismo erano strutturate attorno a tematiche europee piuttosto che a tematiche domestiche. L’europeizzazione di una news si ha, infatti, proprio quando le tematiche discusse non riguardano il livello nazionale ma sono traslate al livello comunitario: questo tipo di notizie riescono a esaltare l’importanza dell’Unione Europea all’interno dell’opinione pubblica, attivando una comunicazione tra cittadini che valica il confine nazionale. La massima europeizzazione si ottiene, poi, quando gli stessi politici e gli stessi eventi a livello europeo hanno una copertura nazionale estesa alla maggior parte degli stati membri. Sotto questo punto di vista, i due ricercatori dividono il fenomeno dell’europeizzazione in due diversi processi: quello verticale, che si verifica quando i media pongono in primo piano questioni e attori europei dello stato di appartenenza e quella

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orizzontale, quando i media si occupano di eventi o attori di uno specifico, e diverso, stato membro. Le domande che si pongono Segesten e Bossetta sono due:

 In che modo il dibattito dei media nazionali circa l’euroscetticismo può essere considerato europeizzato?

 Quali sono i fattori che spiegano l’esistenza di un dibattito mediale europeizzato circa l’euroscetticismo?

La ricerca parte dall’obiettivo di verificare se, all’interno delle news riportate negli stati analizzati e contenenti tematiche euroscettiche, vi era conformità di contenuto (aspetto necessario per definire l’europeizzazione) e contesto (se gli argomenti sono presentati sotto un punto di vista nazionale o europeo): in caso di convergenza totale, si può parlare di discorso europeizzato. I risultati stabilivano che, eccezion fatta per la Gran Bretagna, in tutti gli altri Stati l’euroscetticismo era affrontato a livello sovranazionale e il contenuto e le tematiche affrontate erano simili in ogni paese. Tali risultati sono evidenziati nella figura seguente, dove la dimensione dei nodi corrisponde al totale delle volte in cui una tematica è apparsa nelle news dei sei paesi presi in considerazione dalla ricerca.

Figura 39: Le tematiche euroscettiche a livello europeo Fonte: Segesten e Bossetta 2019, 9

Le principali tematiche europee, affrontate sotto un punto di vista euroscettico, sono presenti in ogni paese: il tema più dibattuto è ovviamente quello delle elezioni in generale, seguito dalla

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crisi finanziaria dell’eurozona, dalla novità della nomina del presidente della Commissione Europea e dal referendum svizzero che riguardava l’introduzione di una quota massima di migranti per l’Unione Europea. La ricerca, come già anticipato, evidenzia come il 70% del dibattito mediatico riguardante l’euroscetticismo sia europeizzato: la presenza di temi euroscettici è diffusa in tutti gli stati presi in esame, anche se con differenze di rappresentazione politiche e economiche e indifferentemente dalle differenze nazionali.

L’europeizzazione del dibattito mediatico tramite l’euroscetticismo avviene sia sui media tradizionali che sui nuovi media. Sempre Dutceac Segesten e Bossetta (2017), prendendo in esame i casi della Danimarca e della Svezia, hanno condotto una ricerca basata sulle elezioni del 2014 al fine di verificare se, anche su Facebook e Twitter, i soggetti e le tematiche euroscettiche sono in grado di catalizzare l’europeizzazione delle news e dei media. I social network, rispetto ai media tradizionali, non hanno criteri esclusivi di partecipazione: chiunque abbia accesso a internet può unirsi al dibattito e la sfera pubblica che viene a formarsi comprende potenzialmente tutti i soggetti della società. I social media, inoltre, contribuiscono all’europeizzazione del dibattito mediatico sotto diverse forme:

 Consentono ai cittadini di produrre informazioni politiche e generare contenuti riguardanti l’Unione Europea;

 Permettono ai cittadini di mediare i contenuti politici tramite una selezione delle notizie e dei profili da seguire;

La ricerca condotta da Dutceac Segesten e Bossetta riguarda in particolar modo le reazioni dei cittadini ai risultati elettorali del 2014 e il comportamento dell’opinione pubblica circa l’emergere dell’Euroscetticismo. Per quanto riguarda l’analisi dei dati su Twitter, l’hashtag preso in considerazione è quello ufficiale promosso dal Parlamento Europeo, #EP2014, mentre per Facebook sono analizzati i commenti degli utenti ai post pubblicati dalle pagine dei più importanti soggetti politici e media dei due paesi membri. Le due ipotesi vengono poi verificate in base ai dati collezionati, con il risultato che emerge dal grafico seguentemente riportato.

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Figura 40: Grado di Europeizzazione su Twitter Fonte: Dutceac Segesten e Bossetta 2017, 10

La reazione al successo dei partiti euroscettici da parte degli utenti è nettamente maggiore rispetto alla reazione degli utenti stessi a qualsiasi altro aspetto riguardante le elezioni, con la dimensione verticale che prevale sia in Danimarca che in Svezia su quella orizzontale (ipotesi 2). Su Facebook, mentre per la Danimarca si ha lo stesso risultato di Twitter, in Svezia gli utenti sembrano invece avere lo stesso comportamento sia per quanto riguarda i temi euroscettici che per quanto riguarda gli altri temi generali (13% e 14% di europeizzazione, figura seguente).

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Figura 41: Grado di europeizzazione su Facebook Fonte: Dutceac Segesten e Bossetta 2017, 14

Le differenze che si sviluppano tra i risultati ottenuti analizzando Twitter piuttosto che Facebook derivano, a detta dei due ricercatori, dall’architettura digitale delle piattaforme: mentre Twitter si presta in particolar modo a reazioni immediate e sintetiche, Facebook è più adatto a reazioni e commenti politici argomentati. In ogni caso, pur analizzando il flusso transazionale dell’euroscetticismo, Dutceac Segesten e Bossetta dimostrano come, in realtà, la maggior parte della discussione riguardo al tema si svolge ancora a livello nazionale (soprattutto in Danimarca). Anche questo studio, in definitiva, dimostra come l’euroscetticismo riesca ad attivare l’europeizzazione del dibattito pubblico in maniera maggiore rispetto alle altre tematiche comunitarie, anche se questo processo non è necessariamente omogeneo in tutti i paesi membri o all’interno di ogni piattaforma mediatica presa in esame.

La presenza euroscettica sui media genera infine effetti indiretti sui cittadini, dovuti principalmente ai frames utilizzati dagli attori euroscettici allo scopo di alimentare il sentimento anti-UE e esaltare le conseguenze negative delle politiche comunitarie (Abbarno e Zapryanova 2013, 581-597). I frames più utilizzati sono, in particolare, tre:

 Minaccia culturale: questo tipo di frame assume diverse forme e diversi gradi di ostilità verso i gruppi minoritari, ma in genere esprime contrarietà al multiculturalismo. Immigrati e minoranze sono dipinti come un pericolo per l’identità nazionale e l’integrazione europea è quindi additata di facilitare l’erosione della cultura e dell’economia nazionale;

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 Deficit democratico: l’Unione Europea viene criticata a livello procedurale e istituzionale e ciò che viene preso di mira da questo tipo di frame è il sistema politico in generale, ritenuto meno democratico rispetto alle democrazie nazionali. I soggetti euroscettici criticano, in questo caso, l’eccessivo potere dato a corpi burocratici non eletti direttamente dai cittadini e puntano il dito contro la mancanza di strumenti quali referendum volti a dare parola al popolo;

 Critica economica: questo frame mette in evidenza i costi, connessi a pochi benefici, relativi all’integrazione europea

Secondo diversi ricercatori, tra cui Abbarno e Zapryanova (2013, 592-596), l’euroscetticismo può tuttavia avere una funzione “salutare”, nei suoi effetti indiretti, per le norme e le procedure democratiche comunitarie, in quanto riuscirebbe a correggere e influenzare i meccanismi democratici nel corso del tempo, soprattutto laddove le democrazie sono tuttora in costruzione. Le ricerche empiriche confermano che questa funzione “salutare” si presenta laddove le democrazie sono consolidate e ben funzionanti, mentre è assente all’interno di sistemi democratici disfunzionali. L’effetto positivo apportato dall’euroscetticismo pare dunque minimo, in quanto si manifesta all’interno di contesti ben rodati e bisognosi di lievi miglioramenti. Ecco allora che, questi lievi miglioramenti, vengono individuati dall’Unione Europea tramite una strategia di sviluppo nell’utilizzo dei nuovi media, i quali permettono di creare e distribuire contenuti democratici in grado di stimolare il coinvolgimento dei cittadini e di migliorare lo “stato di salute” della democrazia stessa.

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