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La narrazione euroscettica sui social media durante le ultime elezioni europee (

Capitolo 2 LA COMUNICAZIONE POLITICA: CITTADINI, MEDIA E POLITICA

2.2 Il sistema politico: dai partiti ai politici, la comunicazione euroscettica

2.2.2 La narrazione euroscettica sui social media durante le ultime elezioni europee (

I temi adottati dalla comunicazione euroscettica emergono in particolar modo a partire elezioni europee del 2014, quando il ricorso ai nuovi media da parte dei vari soggetti politici ha registrato un notevole incremento in tutti i Paesi membri. Tra i partiti più attivi, sicuramente l’UKIP di Nigel Farage, il Front National francese e la Lega Nord e il Movimento Cinque Stelle all’interno del panorama italiano.

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In Gran Bretagna, il fronte euroscettico ha registrato una forte impennata in conseguenza del dibattito sulla permanenza o meno del paese nell’Unione Europea. Uno dei principali protagonisti di questo dibattito è stato senza dubbio l’UKIP, guidato al tempo da Nigel Farage, che adottò una strategia improntata sulla totale sfiducia nei confronti delle istituzioni comunitarie e su un attacco frontale alle decisioni prese dall’Unione Europea. Il largo utilizzo di piattaforme quali Twitter e Youtube permise al partito di raggiungere un gran numero di elettori e di fare breccia su molti di essi tramite uno stile comunicativo caratterizzato da toni alti e dissacranti e basato su diverse tecniche precedentemente elencate quali la sommarietà dei contenuti, il richiamo all’appartenenza nazionale ((Antonelli, Giobbi e Rosato 2016, 91-96). I temi trattati, come si evince dagli esempi riportati in figura 24, sono numerosi: dal lavoro alla dignità della persona, dall’economia all’immigrazione. In particolar modo, l’UKIP ha fatto ricorso all’appartenenza al gruppo, come si vede dal manifesto nella figura seguente che tenta di “unire” tutti i lavoratori britannici contro i presunti danni loro arrecati dall’Unione Europea.

Figura 24: Manifesto UKIP per le elezioni europee del 2014 Fonte: www.ukip.org, link al primo manifesto, Link al secondo manifesto

Anche in Francia, per mano del Front National di Marie Le Pen, il fronte euroscettico si è reso protagonista alle elezioni europee del 2014. Uno dei cavalli di battaglia del Front National era

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l’uscita dall’Euro, tema e strategia adottata facendo leva sulla decelerazione economica che il paese stava affrontando. I temi affrontati dal partito francese – tra cui la sfiducia nei confronti delle istituzioni europee, l’immigrazione e il richiamo alla sovranità popolare - risultano sommari e caratterizzati dal “non detto”, mentre la conduzione della campagna elettorale si è contraddistinta per l’utilizzo di toni più bassi rispetto a quelli, ad esempio, tenuti dall’UKIP. La strategia utilizzata, anche in questo caso, è quella di rivolgersi a un determinato gruppo per cui si rivendica l’appartenenza: la famiglia, la popolazione francese (Antonelli, Giobbi e Rosato 2016, 96-100).

Figura 25: Manifesto Front National - Europee 2014

Fonte: Google immagini, Link al primo manifesto, Link al secondo manifesto

In Italia, nel 2014 la Lega Nord giocò molto sulla rivendicazione del glorioso passato nazionale e sulla rinuncia all’Euro, tema quest’ultimo al centro della campagna elettorale leghista tanto da portare il partito a allestire un sito apposito (www.bastaeuro.com). Anche il Movimento 5 Stelle si dimostrò favorevole a promuovere un referendum sulla rinuncia all’Euro. La campagna elettorale del movimento di Grillo si basò sulla polemica e sul largo ricorso a Internet, con strumenti quale il blog e il social network Meetup che divennero il luogo principale di comunicazione e coordinazione tra i vertici, gli attivisti e i cittadini potenziali elettori. Numerosi video registrati da iscritti furono pubblicati sul canale Youtube al fine di mostrare la funzione democratica della rete e lo slogan “vinciamo noi”, accompagnato da hashtag, divenne virale e capace di raggiungere determinate fasce della popolazione (Antonelli, Giobbi e Rosato 2016, 104-110).

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Figura 26: Manifesto M5S e Lega Nord- Europee 2014

Fonte: Google immagini, Link al primo manifesto, Link al secondo manifesto

Le recenti elezioni europee del 2019 si sono caratterizzate per l’enorme utilizzo, da parte dei vari attori politici, dei social network, piattaforme attraverso le quali i movimenti euroscettici hanno potuto attuare una comunicazione diretta e volta a propagandare i temi più dibattuti del momento (quali lavoro, immigrazione, sovranità nazionale etc.). Come già detto, i movimenti euroscettici basano la loro strategia soprattutto sulla “contro narrazione” delle politiche europee, sviluppando il proprio discorso comunicativo attraverso uno stile semplice e diretto che permette al leader del movimento di farsi portavoce del disagio sociale vissuto dai cittadini (Lezzi 2019). Il largo ricorso ai social media da parte del fronte euroscettico è certificato, come riportato da Lezzi, dai dati: nei 28 Paesi dell’Unione Europea, infatti, quasi il 90% dei contenuti elettorali erano divulgati tramite i social network. All’interno di questo dato, l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista. Una ricerca condotta da numerosi ricercatori di oltre 50 università e riportata da La Repubblica ha infatti certificato come gli attori politici italiani abbiano fatto ampio uso di post e video nella campagna elettorale, superando di tre volte l’utilizzo degli stessi negli altri paesi dell’Unione Europea (La Repubblica, 18 Maggio 2019). A ridosso dal voto, ad esempio, la Lega ha pubblicato quasi 1800 post elettorali (non considerando il suo leader, Matteo Salvini), mentre il Movimento 5 Stelle si è fermato a 500. Questi due partiti sono stati, a livello europeo, i soggetti politici che hanno pubblicato più post rispetto a ogni altro movimento euroscettico (European Elections Monitoring Center, EEMC Social Reports n.1 2019).

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Figura 27: Numero di post prodotti per partito

Fonte: European Elections Monitoring Center, EEMC Social Reports n.1, 2019

Le elezioni del 2019 hanno dunque dimostrato l’importanza dei social media per i partiti e gruppi politici che compongono il Parlamento Europeo, i quali si danno battaglia per conquistare il consenso degli elettori. La maggior parte dei gruppi del Parlamento Europeo possiede un profilo su diversi social network e adotta strategie diverse da piattaforma a piattaforma per raggiungere differenti tipologie di elettorato. I social network più utilizzati, all’interno dei quali ogni gruppo è presente, sono Facebook e Twitter, seguiti poi da Youtube, Instagram e Flicker. Solo il PPE e l’ALDE, invece, hanno un profilo Linkedin attivo (Valentini 2019, 80). Piattaforme diverse, come detto, richiedono diverse strategie: per questo, oltre ai contenuti informativi, i vari gruppi ricorrono sempre più spesso a contenuti visivi come immagini e video che, su social network quali Youtube e Instagram, permettono di sviluppare temi specifici che servono a raggiungere un certo target di popolazione. Ogni social network viene quindi utilizzato a seconda delle sue peculiarità: se la condivisione su Facebook riesce a riunione chi già supporta il partito, Twitter permette di allargare lo spettro di ricerca a chiunque possa essere attratto da uno specifico argomento (Valentini 2019, 81).

In Gran Bretagna, rispetto al 2014 l’UKIP è stato “oscurato” dal Brexit Party, partito fondato nel 2019 da Nigel Farage che, come strategia principale adottata sui social network, ha cercato di delegittimare gli avversari costruendo un vero e proprio “noi contro loro, il giusto contro lo

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sbagliato”. Il focus elettorale del partito di Farage si è concentrato dunque sull’attacco all’avversario, nazionale e comunitario, e sulla denuncia circa il tradimento perpetuato da queste élite nei confronti della democrazia. Gran parte di quanto pubblicato riguarda infatti tematiche nazionali, mentre quelle prettamente europee risultano affrontate in maniera marginale e con un’attitudine fortemente negativa (Novelli e Johansson 2019, 255)

Figura 28: Campagna Brexit - europee 2019 Fonte: Twitter, Link al primo tweet, link al secondo tweet

In Francia il Rassemblement National, erede del Front National di Marine Le Pen, ha puntato molto sul dare spazio alle alleanze con gli altri movimenti euroscettici europei – in particolar modo con la Lega di Salvini – e nel mettere in risalto le disastrose scelte europee in ambito migratorio ed economico. Anche in questo caso, tuttavia, nella maggior parte dei post pubblicati viene dato ampio spazio a temi di natura nazionale, con le tematiche europee che, venendo affrontate con un piglio decisamente negativo, ruotano tutte attorno alla sovranità popolare. Rispetto ad altri paesi, in Francia il tema dell’ambiente ha avuto una notevole importanza, soprattutto grazie alla campagna portata avanti dai Verdi che, sui social network, hanno insistito su argomenti quali il clima e l’inquinamento. I Verdi sono anche il partito con il maggior numero

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di post pubblicati (256), seguiti dal Rassemblement National (223) il quale però ha un livello di engagement decisamente più alto (Novelli e Johansson 2019, 109-117).

Figura 29: Manifesto di EELV e RN - elezioni europee 2019 Fonte: Google Immagini, Link al primo manifesto, Link al secondo manifesto

In Spagna la campagna elettorale sui social network si è caratterizzata per una bassa intensità, tanto che i due movimenti euroscettici più attivi su Facebook sono stati Podemos (167 post pubblicati) e Vox (102 post). Tuttavia, nonostante il PSOE risulti più attivo in quanto a numero di post pubblicati, sia Podemos che soprattutto Vox hanno ottenuto un ritorno in termini d’engagement nettamente superiore. I due partiti euroscettici, pur con punti di vista totalmente diversi, hanno dato largo spazio a temi europei giudicando l’Unione Europea non esclusivamente in termini negativi ma cercando di affrontare l’argomento con neutralità. Podemos, ad esempio, ha cavalcato più la strategia dell’appartenenza al gruppo piuttosto che della critica verso le istituzioni comunitarie, richiamando il popolo spagnolo all’unità al fine di poter cambiare l’Europa (Novelli e Johansson 2019, 239-247).

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Figura 30: Manfiesto elettorale PODEMOS - Elezioni europee 2019 Fonte: Google immagini, Link al manifesto

In Italia, la Lega di Matteo Salvini ha trattato temi quali immigrazione, economia, sovranità dando ampio spazio alla figura del proprio leader, il quale ha pressoché monopolizzato le pagine del partito su Facebook e Twitter. Lo slogan utilizzato è “prima l’Italia”, usato per sottolineare la volontà del partito di perseguire in Europa gli obiettivi nazionali, senza rendere questi subalterni delle politiche comunitarie. Presente anche una forte critica alla burocrazia europea e alle élite comunitarie. Nella totalità degli argomenti trattati, tuttavia, l’Europa non è rappresentata in termini esclusivamente negativi, ma si cerca piuttosto di spiegare agli elettori che la critica è rivolta a determinate scelte (immigrazione, economia etc.) e che un’Europa migliore è possibile. Il Movimento Cinque Stelle, tra i molti temi trattati, ha puntato su battaglie perseguite anche a livello nazionale come il taglio degli stipendi, il salario minimo europeo, il lavoro etc. Rispetto alla Lega, l’Unione Europea è rappresentata negativamente, con il movimento che attacca la burocrazia e i privilegi dell’élite comunitaria (Novelli e Johansson 2019, 151-159).

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Figura 31: Movimento 5 Stelle e Lega - elezioni europee 2019

Fonte: Google Immagini, M5S: Link al primo manfifesto, Link al secondo manifesto, Lega: Link al primo manifesto, Link al secondo manifesto

2.2.3 Dai movimenti ai soggetti politici: fidem facere et animos impellere. Il