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LE CONCEZIONI DELL’INTELLIGENZA E DELLE STRATEGIE DI SUPPORTO AL CENTRO DIURNO FENICE

DAL PROGETTO PILOTA ALLA RICERCA AZIONE SITUATA

5. LE CONCEZIONI DELL’INTELLIGENZA E DELLE STRATEGIE DI SUPPORTO AL CENTRO DIURNO FENICE

In questo paragrafo riportiamo in modo descrittivo quanto emerso dai questionari raccolti, al fine di rilevare le credenze dei partecipanti attorno al tema delle intelligenze e alle strategie di supporto a queste. Andremo ad analizzare le risposte alle seguenti domande: –Chi è per te il ragazzo intelligente? Un genitore o un educatore quali strategie può mettere in campo che chiamano in causa l’intelligenza? Quale ruolo svolge la sua intelligenza? Analizzeremo anche le risposte relative

161 al questionario che andava a rilevare i punti di forza e di debolezza. Si precisa che gli operatori, a conclusione del progetto hanno compilato solo quest’ultimo questionario. Non hanno compilato il questionario a domande aperte per ragioni organizzative e di carichi di lavoro da parte degli stessi. Analizzeremo caso per caso. Verranno proposte riflessioni osservando le risposte alle domande aperte di ogni ragazzo partecipante, di ogni genitore al medesimo abbinato. Per ogni ragazzo e genitore, partecipante all’esperienza, verrà rappresentata una tabella, indicando le risposte in entrata e in uscita e i commenti dei partecipanti di fronte ai dati raccolti al termine dell’analisi dei dati. Rispetto alle risposte circa i punti di forza e di debolezza, verrà presentata una tabella che individua le scelte in entrata e in uscita per ogni ragazzo e secondo il suo punto di vista, quello dei suoi genitori e quello degli operatori presenti.

5.1 LO SGUARDO SU MATTEO

Rispetto a Matteo di anni 26 e presente nel programma al Centro Diurno da circa un anno al momento della ricerca, è possibile formulare la seguente analisi.

5.1.1 Le teorie ingenue sull’intelligenza prima e dopo l’esperienza

Alla domanda Chi è per te il ragazzo intelligente? Me lo può descrivere, i membri della famiglia prima e dopo l’esperienza rispondono (Tabella 34):

ENTRATA USCITA Feedback a distanza di due

mesi dall’esperienza Matteo Chi agisce dopo aver pensato bene

alle conseguenze dell’azione svolta e che cosa vuole per la sua vita.

Il ragazzo intelligente pensa prima di agire, rispetta se stesso e gli altri

Ho detto una cosa simile ma con parole diverse

Madre di Matteo

Considero intelligente colui o colei che è capace di adattarsi all’ambiente ed agli stimoli salvaguardando la sua persona

Secondo me è quello che riesce ad affermarsi nelle attività che a lui piace e lo gratifica, mettendosi anche in gioco, di fronte alle difficoltà

Ho detto mettersi in gioco perché ci sono diverse possibilità, come le intelligenze

Padre di Matteo

E’ la persona che riesce a vivere secondo il suo pensiero e non arrecando danni al prossimo

Il ragazzo intelligente è una persona che nonostante gli affetti, le amicizie e i legami riesce a rimanere sulla strada della normalità senza lasciarsi coinvolgere

Anche io ho detto la stessa cosa solo che il percorso mi ha fatto capire anche l’importanza degli affetti

Tabella 34

Per Matteo intelligente è colui che pensa bene alle conseguenze dell’azione e a ciò che vuole per la sua vita, per la madre è colui che sa adattarsi all’ambiente e agli stimoli salvaguardando la propria

162 persona, per il padre è colui che riesce a vivere secondo il proprio pensiero senza arrecare danni al prossimo.

Dopo l’esperienza per il ragazzo, l’intelligenza è legata al pensare prima di agire e al rispetto di sé stessi e gli altri; per il padre l’intelligenza è legata al rimanere sulla strada della normalità e contemporaneamente ad avere affetti, amicizie e legami; per la madre l’intelligenza a che fare con la capacità di affermarsi in ciò che piace e gratifica, ma anche con il mettersi in gioco di fronte alle difficoltà. Da prima a dopo l’esperienza si intravede un’immagine di intelligenza leggermente più articolata; compaiono infatti termini come affetti, amici, legami, ciò che piace e gratifica che richiamano ad un’immagine caratterizzata anche da aspetti intrapsichici, meno legati alla regione del pensiero.

Alla domanda Quali strategie un educatore o un genitore può mettere in campo che

chiamino in causa l’intelligenza?, prima e dopo l’esperienza i partecipanti scrivono (Tabella 35):

ENTRATA USCITA Feedbck a distanza di due

mesi dall’esperienza Matteo Il dialogo Coinvolgerlo in nuove esperienze a

anche nelle difficoltà che si incontrano

Ci sono tante intelligenze e quindi le esperienze sono diverse

Madre di Matteo

Ho sempre creduto che il dialogo fosse uno strumento per far emergere quello che è dentro ciascuno di noi; il dialogo inteso come esperienza.

Aiutare il ragazzo a sperimentare varie esperienze affinchè possa valorizzare le sue capacità e anche accrescerle

Il percorso ha messo in luce le tante risorse che abbiamo, andrebbe fatto anche nelle scuole

Padre di Matteo

l’esempio di una vita nel rispetto delle regole e del prossimo

Deve cercare di intercettare una di queste intelligenze, su cui poter interagire

Mi sono sentito plasmato dall’esperienza; nel senso che le intelligenze vanno considerate tutte

Tabella 35

Per quanto riguarda il padre, torna l’elemento delle regole e del rispetto del prossimo, per quanto attiene alla madre e ala ragazzo stesso, troviamo il tema del dialogo. Il ragazzo si limita a dire dialogo, mentre la madre non solo esplicita con quale modalità il tema del dialogo accede alla sua esperienza, - ho sempre creduto che il dialogo fosse-, ma esplicita il fine a cui tale strumento dovrebbe puntare per far emergere quello che è dentro ciascuno di noi.

Dopo l’esperienza TIM, osserviamo la comparsa di tanti elementi nuovi rispetto al gruppo di risposte precedenti; sia il ragazzo che sua madre introducono la parola esperienze; per il ragazzo le strategie di supporto dell’adulto riguardano la possibilità di coinvolgerlo in nuove esperienze e nelle difficoltà che incontra, mentre per la madre riguardano il fatto di aiutare il giovane a sperimentare

varie esperienze al fine di valorizzare le sue capacità e anche accrescerle. Il padre del ragazzo

163 Se osserviamo i verbi che indicano le strategie rileviamo: coinvolgerlo, cercare di intercettare,

aiutare a sperimentare, valorizzare, accrescere.

Fra il prima e dopo l’esperienza notiamo una maggior diversificazione di strategie, tante quante sono i verbi indicati sopra. In questo gruppo di risposte emerge un’immagine strategia di supporto che va ad intercettare le intelligenze e che si aggancia alle capacità del ragazzo; un’immagine più dinamica e maggiormente articolata.

Alla domanda La sua intelligenza che ruolo svolge?, i partecipanti prima e dopo l’esperienza scrivono (Tabella 36):

ENTRATA USCITA Feedback dopo

l’esperienza Matteo Seguire il suo modo di pensare e

agire

Conoscere le mie emozioni, il modo in cui ragiono e agisco

L’incontro

sull’intelligenza personale è stato difficile; ho provato diverse emozioni. Madre di

Matteo

Provare quotidianamente ad affrontare ciò che si presenta materialmente ed umanamente

Credo che svolga il ruolo di stimolo per il ragazzo

Stimolare il ragazzo verso le sue abilità

Padre di Matteo

Pensare di andare avanti nella vita con il lavoro, famiglia affetti

Cercare di portare l’attenzione sull’intelligenza che non è stata sfruttata

Ripeto, questo percorso dovrebbe essere fatto nelle scuole, quando uno è piccolo.

Tabella 36

Prima dell’esperienza assistiamo ad un’immagine stereotipata, data dall’uso di espressioni di senso comune - Pensare di andare avanti, seguire il modo di pensare e agire, provare quotidianamente ad

affrontare ciò che si presenta materialmente ed umanamente con un linguaggio sintetico valutativo.

A seguito dell’esperienza rileviamo le seguenti affermazioni. Circa il padre del ragazzo troviamo il richiamo esplicito ai contenuti trattati durante l’esperienza, inoltre nella risposta è racchiusa indirettamente l’idea che ci siano più intelligenze, -…portare l’attenzione

sull’intelligenza che non è stata sfruttata. Tale considerazione la ritroviamo anche nella risposta

dello stesso padre alla domanda precedete quando scrive – cercare di intercettare una di queste

intelligenze. Per quanto riguarda la madre del ragazzo, troviamo la parola stimolo, inserita

all’interno di un’espressione sintetica, tuttavia se la confrontiamo con la riposta precedente e con quelle fornite al padre del ragazzo possiamo fare alcune considerazioni. La prima riflessione è inerente il ruolo attribuito all’intelligenza; prima dell’esperienza, potremmo dire quasi un ruolo residuale, cercare di andare avanti nella vita e provare ad affrontare. Visto il contesto in cui siamo (un servizio per le tossicodipendenze, dove chi è in carico spesso si trova a dovere affrontare notevoli problemi), vista l’espressione sintetica e stereotipata, potremmo provare ad esplicitare la prima frase ed ottenere - cercare di andare avanti nella vita nonostante tutto. Come se l’intelligenza

164 avesse il compito di doversi adattare e reagire a ciò che si presenta. Dopo l’esperienza all’intelligenza viene attribuita un potere di guida, non di reazione ma di azione, infatti la sig.ra dice – il ruolo di stimolo per il ragazzo-.

Se ci soffermiamo sulla risposta del ragazzo possiamo notare come all’intelligenza venga attribuita non solo un’accezione logica ma anche emotiva - Conoscere le mie emozioni, il modo in cui ragiono e agisco-. Se riprendiamo la risposta del ragazzo fornita prima dell’esperienza –seguire il suo modo di pensare e agire- è evidente quanto detto sopra: in questa risposta abbiamo solo la regione del pensiero e dell’azione, mentre in quella precedente la dimensione della ragione -

ragiono-, dell’azione - agisco-, dell’emotività - emozioni -.

5.1.2 Punti di forza e di debolezza prima e dopo l’esperienza

Analizziamo ora il profilo dei punti di forza (Tabella 37) e di debolezza di Matteo, visti con i suoi occhi, quelli dei suoi genitori, e degli operatori. Tali risposte vengono riprese dal questionario utilizzato per il Project Spectrum descritto nella prima parte dell’elaborato. La tabella riporta il punto di vista, del ragazzo (R), della madre (M), del padre (P), della psicologa (PS), della tirocinante as soc (AT), dell’educatore (E), dell’assistente sociale non partecipante (A.S):

ENTRATA punti di forza USCITA punti di forza

I.L IML I.M ICC I.S. I.N. IP