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LE STRATEGIE MESSE IN CAMPO DURANTE IL PROCESSO DI AIUTO CHE CHIAMANO IN CAUSA L’INTELLIGENZA DELL’UTENTE

TEORIE INGENUE SULLA INTELLIGENZA E SULLE AZIONI DI SUPPORTO AD ESSA NEL SERVIZIO SOCIALE

3. LE TEORIE INGENUE SULL’INTELLIGENZA: STUDENTI IN FORMAZIONE

3.5 LE STRATEGIE MESSE IN CAMPO DURANTE IL PROCESSO DI AIUTO CHE CHIAMANO IN CAUSA L’INTELLIGENZA DELL’UTENTE

Le risposte che di seguito andiamo ad analizzare scaturiscono dalla domanda quarta domanda aperta del questionario somministrato agli studenti in servizio sociale. Nello specifico il

56 quesito posto è: Quali strategie mette in campo durante il processo di aiuto che chiamano in causa

il processo di aiuto?

3.5.1 Le abilità connesse all’Intelligenza Personale

Rispetto all’atteggiamento che l’operatore individua come strategico incontriamo l’accoglienza, la comprensione, l’ascolto attivo, la valorizzazione delle risorse e la costruzione di un rapporto di collaborazione e di fiducia.

Di seguito evidenziamo gli atteggiamenti individuati come strategie di supporto all’intelligenza e che sono collegate alle abilità di tipo intrapersonale:

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- Utilizzerei i dati senza manipolarli, controllerei le mie emozioni per essere più lucida nell’esercizio della professione e mi renderei disponibile, sempre.

Imparare a controllare le proprie emozioni è un’abilità riconducibile all’intelligenza intrapersonale, in quanto comporto non solo il riconoscimento dell’emozione ma anche la capacità di regolarne un comportamento congruo e adeguato al contesto nel quale si vive

Di seguito invece mettiamo in evidenza le abilità connesse all’intelligenza interpersonale dove il focus è soprattutto nella relazione con l’altro:

- Durante il processo di aiuto, praticherò l’ascolto attivo, cercherò in ogni modo di creare un legame empatico, cercherò di assumere anche atteggiamenti verbali e non verbali che inducano l’utente a proseguire il colloquio.

- Durante il processo d’aiuto bisogna cercare di stabilire un rapporto di fiducia con l’utente. Bisogna ascoltare, mostrandosi interessato, magari cercando di proporre all’utente un semplice colloquio senza costringere l’utente. - Mostrarsi accoglienti, comprensivi e valorizzare e

responsabilizzare l’utente sicuramente può aiutarlo a prendere consapevolezza del problema e degli “interventi” necessari a risolverlo.

- Le strategie che metto in campo sono prima di tutto le conoscenze che ho perché per svolgere il mio lavoro oltre la pratica deve esserci una buona teoria. Cerco di svolgere il mio lavoro il più professionalmente possibile, mantenendo il giusto distacco emotivo per non andare in “burnout”. Allo stesso tempo cerco un’empatia con il mio utente e sfrutto tutte le risorse che la persona mi offre

Praticare l’ascolto attivo per creare un legame empatico, mostrarsi accoglienti, comprensivi, ascoltare sono tutte caratteristiche rimandano ad una predisposizione favorevole all’altro e di

57 supporto. Nell’ultima risposta riportata sopra, l’espressione giusto distacco emotivo sottolinea una dimensione interiore e affettiva, emotivo, che si gioca dentro una relazione, giusto distacco.

Nelle risposte, oltre alle strategie talvolta sono dichiarati anche gli obiettivi perseguiti nella relazione con l’utente:

- Durante il processo di aiuto, le strategie messe in campo per chiamare in causa l’intelligenza dell’utente possono essere: instaurare un rapporto di collaborazione con l’interessato, non sminuire il problema che ha presentato, trasformare il suo atteggiamento negativo in un punto di partenza per iniziare un efficiente processo di aiuto.

- Mettere l'utente a suo agio, fargli capire che può fidarsi e cercare di aiutarlo il più possibile.

- L’assistente sociale deve responsabilizzare l’utente e motivarlo; deve creare un rapporto di fiducia

- Abbasserei le difensive dell’utente in modo tale da non farlo sentire giudicato, ma cerco di creare un rapporto di fiducia. - Strategie utili che ho potuto più sperimentare sono: - momenti

di esclusività in modo che cresca in lui autostima e fiducia; - responsabilizzarlo per avviare un processo di crescita.

Gli obiettivi hanno a che fare con la costruzione di un rapporto di collaborazione e di fiducia, con

la possibilità di mettere l’utente a proprio agio e di responsabilizzarlo. Altri obiettivi importanti

che le strategie di supporto all’intelligenza si prefiggono, riguardano la valorizzazione delle risorse dell’utente:

- All’inizio del colloquio cerco di comprendere in che misura l’utente utilizza le sue capacità e i servizi che ha a disposizione e poi agisco conseguentemente adottando un processo di aiuto che possa stimolarlo ad utilizzare la sua intelligenza e a renderlo autonomo.

- Durante il processo di aiuto l’assistente sociale deve comprendere quali risorse può mettere a disposizione l’utente e quali inoltre le istituzioni possono offrire per aiutare l’utente in caso di bisogno

La strategia dell’operatore è comprendere le risorse che l’utente può mettere a disposizione e in che misura può utilizzarle, offrendo a lui/lei dei supporti.

- Il dare input affinché riesca a comprendere la sua situazione personale al meglio,/familiare, le sue potenzialità e cosa può fare per migliorare, attraverso stimoli che innescano all'azione. Rassicurandolo e sostenendolo

- Il professionista potrebbe porre questioni riguardanti la situazione personale dell'utente cercando di alzare il suo livello di

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consapevolezza e di scoprire le risorse che egli stesso possiede per migliorare le condizioni.

I termini come potenzialità, capacità, risorse possono essere considerati come doti personali, come risorse economiche, come reti familiari e amicali: non possiamo saperlo, essendo espresse in modo sintetico, tuttavia si comprende che la strategia messa in campo intende scoprire, comprendere tali

capacità affinchè, grazie a queste, si possa migliorare la situazione nella quale l’utente si trova.

Individuare le risorse, valorizzarle, supportarle sembra consentire l’acquisizione di quelle abilità che possono essere carenti al fine di affrontare il problema in modo partecipato.

L’essere accoglienti, comprensivi, saper creare un rapporto di fiducia, far crescere autostima, cercare empatia, distacco emotivo, controllare le proprie emozioni, sono tutte espressioni che

richiamano soprattutto all’intelligenza interpersonale ed intrapersonale. Ritroviamo questi concetti all’interno di frasi dove contemporaneamente emergono anche altri aspetti; ad esempio, altre strategie di supporto individuate sono la capacità di utilizzare i dati senza manipolarli, possedere

conoscenze e una buona teoria. Le abilità connesse all’intelligenza intrapersonale e interpersonale

non sono le uniche presenti nei tesi scritti, ma risultano sicuramente ricorrere con evidenza nei testi scritti.

3.5.2 Le abilità connesse all’Intelligenza Logico Matematica

Rispetto alle strategie messe in campo dall’operatore per chiamare in causa l’intelligenza dell’utente si avvalgono della possibilità di attingere sia da parte dell’operatore che dell’utente ad abilità di tipo logico-matematico. Nella riposta che segue la strategia riportata è legata alla capacità dell’operatore di modificare il progetto che presenta all’utente:

- L’operatore espone il progetto all’utente e può modificarlo là dove vede che ci siano problemi per l’utente

In tale risposta l’autrice si immagina che durante l’esposizione del progetto all’utente, sia possibile modificarlo; modificare un progetto così come realizzarlo richiede la capacità di valutare possibili azioni, ricadute eventuali, collegamenti.

Nelle risposte che seguono la strategia dell’operatore sembra spingere l’utente all’utilizzo problem solving di tipo logico-matematico:

- Farlo riflettere sulle situazioni di disagio per spronarlo a trovare nuove soluzioni;

- Dare spunti di riflessione per osservare il problema da altri punti di vista e trovare nuove risorse.

59 Spronare a trovare nuove soluzioni, dare spunti di riflessioni per trovare nuove risorse significa sollecitare l’utente ad elaborare mentalmente processi, collegamenti e possibili conseguenze.