DAL PROGETTO PILOTA ALLA RICERCA AZIONE SITUATA
2. LA METODOLOGIA DELLA RICERCA
2.2 LA VALIDITÀ DEI RISULTAT
L’autenticità dei risultati, più in generale l’attendibilità dei risultati nella ricerca qualitativa, può essere valutata secondo quattro criteri fondamentali (KREFTING, 1991).
Il primo è il valore della verità8; esso ha origine dal modo attraverso cui le informazioni sono state raccolte, analizzate ed interpretate. Il ricercatore, in grado di approcciarsi alla conoscenza sociale in modo critico9 adotterà differenti metodi per raccogliere informazioni perché lo scopo è quello di conoscere al meglio la realtà nella quale si opera, consapevoli che questa è data anche dai significati che i partecipanti attribuiscono al problema che si sta studiando. Senz’altro un approccio critico alla conoscenza è favorito da una conoscenza teorica il più possibile integrata, che metta insieme quindi fattori individuali, sociali, culturali, considerandoli interdipendenti. Il valore della verità di una ricerca qualitativa come soggetto-orientata e quindi non definita a priori dal ricercatore; dal momento che la nostra ricerca mira a comprendere i significati attribuiti dai partecipanti ad un determinato tema, pertanto le interpretazioni possono essere molteplici, quindi il lavoro del ricercatore, attento al valore della verità della ricerca, diventa quello di rappresentare quella realtà che i partecipanti rilevano vera/significativa per sé. È per questo che la ricerca qualitativa si chiude nel momento in cui l’interpretazione dei dati è stata confrontati con i partecipanti alla ricerca.
Così come nella ricerca quantitativa si parla di validità di contenuto, nella ricerca qualitativa di validità semantica10 che sta ad indicare la corrispondenza fra le interpretazioni formulate e il riconoscimento di queste da parte dei partecipanti.
La scientificità della ricerca azione risiede nell’autenticità dei risultati prodotti e questa è data dal grado di coinvolgimento dell’intera comunità educativa, dalla completezza di analisi della realtà sotto esame, dall’ancoraggio dei risultati al contesto (TRINCHERO, 2013). Non è quindi indispensabile che la ricerca giunga a formulare delle vere e proprie scoperte, ma avrà successo nella misura in cui avrà incrementato la consapevolezza degli operatori e avrà migliorato la qualità del Servizio.
Il secondo criterio è l’applicabilità, ovvero la capacità di generalizzare i risultati alla popolazione allargata; poiché la ricerca qualitativa spesso è realizzata nei contesti naturali, poche sono le variabili controllabili e pertanto ogni contesto di ricerca è unico ed è illusorio pensare alla
8
http://www.evidencebasednursing.it/master/master_2013_2014/Slide_corso_ricerca_2104/mosci/Il%20rigore_r icerca_qualitativa_attendibilita.pdf
9 Dobbiamo ai Gestaltisti un’interessante riflessione sulla differenza che può determinarsi tra mondo fisico e mondo fenomenico, realtà fisica e realtà fenomenica, la realtà così come il soggetto la percepisce.
10
http://www.evidencebasednursing.it/master/master_2013_2014/Slide_corso_ricerca_2104/mosci/Il%20rigore_r icerca_qualitativa_attendibilita.pdf
101 generalizzazione dei risultati. L’applicabilità va rivista come adattabilità o trasferibilità, ovvero quando i risultati si adattano bene a contesti con caratteristiche simili; la trasferibilità è tuttavia responsabilità principale di chi intende trasferire i dati, piuttosto che del ricercatore, a cui aspetta invece il compito di presentare i dati descrittivi nel modo più dettagliato possibile. In altre parole in questa tipologia di ricerca, non si parla di validità esterna ma di trasferibilità dei risultati in senso verticale o orizzontale. Ciò significa poter estendere conoscenze e procedure di azioni a problemi analoghi che dovessero presentarsi nello stesso contesto o in contesti analoghi.
Il terzo criterio è la consistenza dei dati, ovvero la capacità della ricerca di riprodurre gli stessi risultati se replicata con gli stessi soggetti. Nella ricerca qualitativa, le variabili sono tante e difficilmente controllabili; trovare più contesti identici è impossibile e anche immaginare di ripetere la stessa ricerca nello stesso luogo con le stesse persone non è cosa scontata. In primo luogo, le stesse persone potrebbero non essere più presenti, inoltre l’esperienza precedentemente vissuta diventa bagaglio esperienziale e conoscitivo dei partecipanti, pertanto molto verosimilmente le loro rappresentazioni circa il medesimo oggetto di indagine risentirebbero dell’esperienza già maturata. La ricerca qualitativa enfatizza l’unicità della situazione umana e guarda più alla variabilità delle esperienza, piuttosto che ad una sua identica ripetizione (FIELD & MORSE, 1985). La ricerca qualitativa guarda più al range di esperienze piuttosto che alla media delle esperienze, così che è importante includere nei risultati le situazioni atipiche o non regolari. In altre parole, l’analisi qualitativa non cerca generalizzazioni ma si occupa di capire le situazioni nella loro unicità, tenendo conto delle relazioni con il contesto.
Il quarto criterio dell’attendibilità è la neutralità, o anche detta obiettività che si riferisce al grado con cui i risultati sono funzione unicamente degli informatori, delle condizioni della ricerca e non di altri fattori. Nella ricerca qualitativa, invece, i ricercatori provano ad accrescere il valore dei risultati riducendo le distanze tra ricercatore e informatori (LINCOLN & GUBA, 1985) proprio perché la ricerca non ha come unico obiettivo il conoscere, ma la definizione di possibili nuovi modi di operare
Per concludere, l’autenticità dei risultati passa attraverso l’analisi dei dati e l’approccio naturalistico, nel fare questo passaggio, valorizza gli sguardi dall’interno del contesto (ZUCCHERMAGLIO, ALBY, FATIGANTE, SAGLIETTI, 2013). Poiché è il contesto che fissa il significato, i partecipanti alla ricerca, che vivono nel contesto, sono chiamati ad esprimere i loro punti di vista in merito all’interpretazione dei dati fornita dal ricercatore, ciò per sottoporli ad una verifica dall’interno. Il fondamentale criterio di attendibilità dei dati è la credibilità e i risultati possono essere considerati credibili quando è possibile verificare che nella loro formulazione si è tenuto conto delle interpretazioni e delle valutazioni fornite dai soggetti partecipanti alla ricerca
102 (CICOGNANI, 2002). Ai fini dunque della validazione di risultati, il processo di negoziazione dei significati dovrà avvenire lungo tutto il processo di indagine.