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Contesto geografico, amministrativo e demografico

CAPITOLO IV IL CONTESTO COΜUNALE

4.3 Contesto geografico, amministrativo e demografico

Un primo dato che emerge della realtà comunale odierna è la sua tripartizione geografica: il comune è suddiviso in tre zone tra loro ben distinte che corrispondono alla Terraferma, il Centro storico e l’Estuario; la prima corrisponde all’intera zona legata al Veneto che, in lunghezza, parte da Fusina e finisce a Tessera, per una distanza complessiva di 10 km circa; in larghezza si estende invece dalle propaggini della laguna presso il parco di San Giuliano, fino a Chirignago-Zelarino per 7 km circa, il tutto per una superficie totale di 130 km quadrati. Il Centro storico corrisponde alle isole dei sestieri veneziani e la Giudecca, mentre le restanti isole (Murano, Burano, Sant’Erasmo, Lido, Pellestrina e le isole minori) fanno parte dell’Estuario, area che, in realtà, è decisamente frammentata. Un ponte stradale e uno ferroviario collegano il Centro storico al continente, mentre le restanti isole dell’Estuario sono raggiungibili solo via battello da Venezia, oppure da Chioggia e da Cavallino-Treporti.

La Rete si innesta in un complesso di enti pubblici che hanno competenza su di essa a gradi più o meno elevati. Procedendo dall’ente più grande a quello più piccolo - e tralasciando lo Stato e l’Unione europea – troviamo: la Regione del Veneto, Città Metropolitana di Venezia, il Comune omonimo e la Municipalità di Mestre-Carpenedo. Un certo grado di potere è delegato alla Regione del Veneto49, la quale lo ha espresso, in

campo culturale, con la legge regionale n. 50 del 1984 Norme in materia di musei,

biblioteche, archivi di enti locali o di interesse locale. Il Titolo IV in particolare è dedicato

alle biblioteche. Vale la pena ricordare che, suddetta legge, promuove la creazione di

48 Esiste un Osservatorio Porto Μarghera che elabora dati economici ogni anno da diverso tempo, mentre è stato annunciato che i primi dati disponibili dal neocostituito Osservatorio di Μestre su iniziativa della CGIA saranno a disposizione solo a partire dall’estate del 2019

http://www.cgiamestre.com/al-via-un-osservatorio-sulle-aree-di-mestre-interessate-da-forti- processi-di-trasformazione-urbana/, consultato in data 04/05/2019.

49 E’ delegato dallo Stato grazie all’art. 117 del Titolo V della Costituzione, che specifica come la valorizzazione del patrimonio culturale sia di competenza concorrente (ossia dello Stato e della Regione). Inoltre, a livello statale, la Rete è sottoposta al Codice dei beni culturali, decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42 che definisce le azioni di tutela e valorizzazione ecc. e, per quanto concerne le biblioteche, lo status delle collezioni nelle biblioteche di ente locale (considerate come facenti parte del patrimonio culturale).

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sistemi bibliotecari comprendenti enti di natura giuridica diversa, possibilità messa in atto dalla Rete.

Il Comune veneziano fa parte degli enti locali che aderiscono alla Città Metropolitana di Venezia, ente comprendente approssimativamente i comuni della ex-provincia. Stando al comma 6, art. 9 dello Statuto della Città Metropolitana, questa «favorisce lo sviluppo delle politiche attive con particolare attenzione alle seguenti aree: […] d. Ambiente, cultura e turismo». Sembra, dunque, che non incida direttamente sulle politiche bibliotecarie, quanto, piuttosto, si limiterebbe ad una collaborazione/promozione delle stesse.

La Rete è stata regolamentata a livello normativo dal Regolamento del sistema

bibliotecario urbano per almeno sei anni, cioè dal 2010 fino al 2016, quando è stato

abrogato. Ad oggi non è ancora stato sostituito, ma sono state emanate una serie di norme comportamentali50.

La suddivisione amministrativa minore prevede, invece, l’esistenza di sei municipalità: quattro di queste sono poste nell’entroterra, ossia Favaro Veneto, Mestre-Carpenedo, Chirignago-Zelarino, Marghera. Le altre due corrispondono, anche se non perfettamente, alle zone storica e dell’Estuario rispettivamente: Venezia-Murano-Burano è la prima e Lido-Pellestrina la seconda. Le funzioni di queste sub-amministrazioni locali sono determinate dallo Statuto e dai regolamenti appositamente preposti, e comprendono pareri obbligatori su determinate materie, oltre a poteri esecutivi delegati dal comune51.

La definizione data dallo Statuto in particolare prevede che esse siano istituite

per rappresentare le rispettive comunità, curarne gli interessi e promuoverne lo sviluppo nell’ambito dell’unità del Comune di Venezia e nella prospettiva della Città Metropolitana.

50 Si possono consultare presso il link

https://www.comune.venezia.it/sites/comune.venezia.it/files/cultura/documenti/schede- cultura/Norme%20VEZ.pdf

51 Esprimono pareri obbligatori su: «L’istituzione, i compiti e le norme sul funzionamento degli organismi di decentramento e di partecipazione. I programmi anche di opere pubbliche, le relazioni previsionali e programmatiche che interessano la Municipalità. I Bilanci annuali e pluriennali, le relative variazioni interessanti il territorio di competenza della Municipalità ed i conti consuntivi. Gli strumenti urbanistici che riguardano la Municipalità. I piani di acquisizione e dismissione del patrimonio comunale compreso nel territorio di competenza della Municipalità.» [Statuto, art. 23, comma 2]. Per quanto riguarda le deleghe dal comune, sembra non ve ne siano di precise; alcune funzioni afferiscono, piuttosto, al diritto alla formulazione di proposte al Comune e alla regione rispetto alle problematiche riscontrate sul territorio municipale (vedi artt. 5 e 6 del Regolamento). Non è chiaro se in questi capi possano rientrare ancora anche le biblioteche della Rete. Come si è visto nel capitolo III, infatti, dopo un periodo durante il quale la gestione delle stesse è stata subordinata alle municipalità, si è tornati ad una rete unificata sull’intera area comunale.

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Competono alla Municipalità le funzioni amministrative del Comune da individuare nella piena esplicazione, sul piano locale, dei principi di differenziazione ed adeguatezza, propri della sussidiarietà. In sede di approvazione del bilancio di previsione il Consiglio comunale assegna alla Municipalità le risorse necessarie all’espletamento delle funzioni e attività individuate col criterio di cui al comma precedente. [Statuto del Comune di Venezia, art. 22, comma 1]

Mestre, intesa come la Terraferma, è una città relativamente recente la cui crescita è avvenuta quasi esclusivamente nel corso della seconda metà del XIX secolo e per gran parte del XX grazie al ruolo di centro economico di riferimento per la provincia veneziana, basti pensare che nel 1871 contava 16.356 abitanti, 37.419 nel 1921, mentre, a seguito della soppressione dei comuni limitrofi, raggiunse addirittura i 70.000 nel 1938. Dopo aver toccato quota 210.000 nel 1975, vi è stato un calo fino ai 175.000 del 2002, e una leggera risalita con seguente stabilizzazione attorno agli attuali 180.000 circa52. La

flessione e il successivo incremento sono legati alla crisi economica che colpì il polo industriale della città e che ha trasformato l’identità produttiva e sociale della zona, facendo arretrare il settore secondario a favore dello sviluppo del terziario.

La municipalità di Mestre-Carpenedo è il territorio di maggiore interesse poiché è quello in cui ha sede la Civica VEZ ed è, in teoria, la zona i cui abitanti dovrebbe avere la biblioteca in questione come punto di riferimento. La popolazione ivi residente è di 88.479 persone, distribuite in 50.473 nel quartiere di Mestre Centro, e a 38.006 a Carpenedo-Bissuola. Caratteristica dell’intero comune - e della Terraferma in particolare - è la massiccia presenza di residenti stranieri. Il quartiere di Mestre Centro, nello specifico, presenta 12.020 residenti stranieri (il 23% sul totale), mentre Carpenedo 4.695 (12,4%). Tralasciando il Centro storico e l’Estuario, la Terraferma presenta un percentuale di stranieri tra le più alte in assoluto dell’intera penisola: si parla del 17,5% della popolazione totale. Se nelle statistiche ufficiali si considerasse la sola Terraferma, questa risulterebbe sicuramente tra le prime città italiane per percentuale di stranieri sulla popolazione totale53.

52 I dati demografici forniti dal Comune si riferiscono al 31/12/2018 e segnalano, per la precisione, 179.794 abitanti; 52.996 sono quelli del Centro storico, mentre 27.730 quelli dell’Estuario per un totale di 260.520.

53 Il calcolo è stato eseguito confrontando i dati raccolti presso il sito web http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni_con_piu_cittadini_stranieri_pop&menu=508

consultato in data 09/04/2019 e i dati forniti dal comune presso l’indirizzo internet relativo. La prima è Prato col 19,76%, seguita da Milano al 19,22% e da Piacenza al 18,58%. La Terraferma sarebbe probabilmente quinta o sesta.

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In virtù della maggiore sensibilità verso i bisogni sociali delineati dai recenti progressi biblioteconomici c’è da chiedersi se tale corposa minoranza abbia bisogno di una biblioteca e, se si, di come necessiti usarla; sarebbe inoltre importante capire se la Civica dia o meno servizi adeguati ad una fetta di popolazione che non può essere assolutamente ignorata, a che potrebbe rappresentare in teoria quasi un utente su quattro.