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CAPITOLO VI LA RICERCA QUALITATIVA IN VEZ

6.1 Perché la Biblioteca Civica di Μestre

6.2.3 Dati raccolt

Le prime osservazioni sono avvenute nei pressi delle sezioni al primo piano. Ciò che si è visto, principalmente, sono utenti piegati sui libri intenti a studiarli, o di fronte ai computer portatili che non abbisognano dei cavi per essere alimentati. Queste, ovviamente, non sono le uniche attività. A seguito si riporta la descrizione di un caso tipico: alcuni degli utenti, quasi sempre di età molto giovane, parlottavano e ridevano tra loro, com’è il caso di un gruppo di ragazzi che, probabilmente, stavano preparando gli esami di maturità. Arrivati a scaglioni, hanno piazzato i propri indumenti nei posti ancora liberi in modo da preservarli per gli amici che sono arrivati nell’ora successiva. Una volta giunti, hanno passato più tempo altrove che non nell’aula studio – lasciando i posti occupati.

Un giorno, nella stessa sezione, ho avuto la compagnia di un amico – un intermediario culturale ed ex studente di scienze sociali - il cui primo commento fu «dove sono le prese?» con un tono piuttosto infastidito e divertito allo stesso tempo. Per lui era importante averne una a pochi passi dalla postazione perché doveva lavorare al computer, mentre i posti delle aule studio adibite al compito erano esaurite. La frustrazione per l’assenza di prese si è fatta sentire durante la permanenza nell’area in questione: nel caso in cui si avesse bisogno di ricaricare il telefono o di prendere appunti al computer, ci si trovava senza la possibilità di poter svolgere i compiti desiderati.

Molto tempo lo si è trascorso pure nelle stanze in cui è possibile collegare i portatili alle prese per la corrente: lo stanzino nell’area multimediale e il secondo piano. Al secondo e in area multimediale sembra che l’utenza sia un po’ più variegata: non si tratta di soli studenti, ma anche di signori più anziani e stranieri che sostano di fronte ai computer fissi predisposti dai bibliotecari. Uno di questi mi ha chiesto se fossi disponibile a dargli una mano per mandare dei messaggi via posta elettronica. E’ stata una sorpresa quando me l’ha chiesto in quanto ero in pausa nella zona distributori intento a badare agli affari miei.

Per quanto riguarda le pause, le zone più gettonate sono proprio la zona est della struttura e la rampa di scale posta all’entrata della stessa. All’interno è possibile recarsi nello stanzino in cui si trovano i distributori, oppure sulle scale dove è possibile anche effettuare chiamate senza essere richiamati dalla guardia76.

76 Una volta, infatti, mi sono messo col telefono a parlare a bassa voce nell’aula del secondo piano in cui è situato il tavolo in vetro: il risultato è stato una sgridata - forse un po’ troppo ruvida – da parte del guardiano di turno.

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Il punto ristoro è uno stanzino molto piccolo di circa tre metri per tre. A causa della ristrettezza dello spazio è molto facile ascoltare involontariamente i discorsi degli studenti che, a coppie o a gruppetti di 4-5 persone, che discutono del più e del meno. Se da un lato risulta poco confortevole, dall’altro favorisce l’intromissione nei discorsi altrui senza dover per forza risultare impiccioni. E’ successo che mi sia intromesso con una certa facilità in una situazione del genere: tre ragazzi stavano parlando dell’ultima puntata di una serie televisiva molto famosa, facendo anche un certo chiasso. I commenti non potevano non farmi sorridere e il gioco di sguardi che ne è uscito ha reso il mio intervento accettabile – o almeno è quel che spero. Non è inusuale, inoltre, trovare persone che usano lo spazio per studiare. E’ capitato di chiedere ad un paio di ragazze la ragione della collocazione poco ortodossa, alla quale è stata fornita, con un tono leggermente infastidito, la seguente risposta: «volevamo ripetere [a voce], ma non volevamo disturbare gli altri». Nella stessa zona, inoltre, si sono incontrate persone tra le più disparate: un signore mestrino, che probabilmente aveva voglia di parlare, mi ha raccontato degli eventi cui voleva partecipare; una signora, in maniera del tutto gratuita, mi ha fermato e si è messa a commentare le recenti uscite di un politico famoso.

La zona dei giornali è la sezione in cui si concentrano le persone più anziane intente a leggeri il giornale oppure una rivista. Non c’è molto da dire al riguardo, se non che si tratta di una zona tutto sommato ristretta (6 posti per la lettura dei giornali e 4 per i periodici) in cui sono ben visibili gli avvisi che sottolineano che la sezione è dedicata a uso esclusivo dei giornali, e che il consumo di bevande e di cibo è da svolgersi nelle zone appositamente adibite.

Una costante della biblioteca è proprio l’onnipresenza di cartelli che ricordano quali siano i comportamenti da osservare all’interno della stessa. Una frequenza del genere non l’avevo mai vista prima, tanto che mi è capitato di pensare che vi sia poca fiducia nei confronti degli utenti. Lo stesso potrebbe valere per la guardia giurata: ve n’è una ogni giorno ad ogni ora, ma non si tratta sempre della stessa poiché se ne sono viste alternare almeno 4. Il loro compito – da quel che si è potuto vedere e vivere – è quello di ‘tenere d’occhio’ l’utenza, l’uso che questa fa degli spazi bibliotecari.

Altro elemento onnipresente e che – personalmente – ho trovato disturbante è l’insieme di rumori che si vengono a sommare generati all’interno delle stanze: si tratta del parlottare di giovani studenti, degli scambi che avvengono tra i bibliotecarie l’utenza o tra di essi. In realtà il chiacchiericcio è intermittente, non si può certo dire che sia una costante, bensì un inconveniente che, di tanto in tanto, rende la concentrazione più

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ardua; lo stesso non si può dire per quanto riguarda i rumori esterni: macchine, autobus, moto, vetri che si rompono, sirene, gente che litiga, campane sono le normali vibrazioni che giungono entro le mura. Forse è anche per questo che molti utenti indossano le cuffie durante le ore che passano a studiare.

Lo studio è decisamente frammentato: difficile fare paragoni col passato, ma la sensazione è che sia molto arduo mantenere la concentrazione a lungo. Le persone intente a studiare – si è visto – guardano spesso il cellulare, prestandogli attenzione in maniera più o meno lunga. Se l’utente ha il computer, è del tutto normale che ad un certo punto smetta di leggere o lavorare e incominci a guardare qualche social network, dei video o altre forme di intrattenimento.