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Il contesto di Roma e provincia

Immigrati e mercato del lavoro: costrizioni, scelte e strategie

2.6 Il contesto di Roma e provincia

Nell’analisi della presenza immigrata sul territorio italiano la capitale esercita una particolare forza di attrazione.235 Come maggiore area urbana del paese236 manifesta l’esigenza di servizi, ampiamente diversificati, cui l’offerta della forza lavoro immigrata sembra rispondere in modo più che adeguato.

Il fenomeno migratorio nell’area romana risponde ad alcune dinamiche messe in evidenza nel quadro delle grandi migrazioni internazionali e delle trasformazioni in atto nelle cosiddette città globali: si riscontrano infatti un deciso sviluppo del settore terziario e delle industrie dei servizi e una significativa internazionalizzazione della forza lavoro237. Fino agli anni Ottanta la presenza straniera in quest’area non è

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Anhtias F., Metha N., (2003), The Intersection between Gender, the Family and Self-employment: the Family as a Resource, in International Review of Sopciology - Revue Internationale de Sociologie, vol 13, n. 10 pp. 5-116

234 Kontos M, (2003), Considering the concept of entrepreneurial resources in ethnic business: motivation as a biographical resource? in International Review of Sociology vol 13, (1) pp 183-204 235 Numerose indagini sul contesto romano dell’immigrazione sono state condotte a partire dalla metà degli anni Ottanta; il fenomeno è stato osservato con diverse prospettive dando spazio alla dimensione demografica, a quella lavorativa, alle condizioni di vita. Una certa attenzione è stata data alla componente femminile oggetto già alla metà degli anni Novanta di una serie di rilevazioni che hanno mostrato, rispetto all’inserimento lavorativo, un ampio ventaglio di inserimento al di fuori dell’ambito, già delineato come tipico, del settore domestico. Per una breve rassegna dei principali studi condotti sull’immigrazione nell’area romana Cfr Conti C., Strozza S., Spizzichino D., (2006) La capitale multietnica. Caratteristiche, inserimento lavorativo e bisogni degli immigrati stranieri a Roma in Sonnino E., Roma e gli immigrati. La formazione di una popolazione multiculturale, Franco Angeli, Milano

236 Centro studi e ricerche Idos (2013), Il Lazio nel mondo. Immigrazione ed emigrazione. Secondo Rapporto.

237 La città si presenta anche come punto di passaggio e prima tappa per molti migranti che eventualmente si spostano nelle province del Lazio. In particolare “ Il Lazio si presenta come una realtà tripartita: da una parte la città di Roma, contesto di assoluta priorità nel panorama migratorio; quindi, i comuni di cintura, che – pur nelle loro specificità – sperimentano un collegamento sempre più organico con la Capitale; infine, le altre province che presentano più marcate specificità rispetto a una grande città come Roma ma con essa vivono in simbiosi molto stretta. […]Molti immigrati si

stata particolarmente significativa. In modo analogo al contesto nazionale, buona parte della popolazione immigrata era costituita da occidentali: professionisti con posizioni di prestigio, studenti, ecclesiastici. Si trattava di un gruppo di piccole dimensioni e con una discreta facilità di interazione e di integrazione con gli autoctoni. Questa particolare situazione subirà poi delle significative trasformazioni contemporaneamente e conseguentemente alla “promozione” dell’Italia a paese meta delle migrazioni internazionali. Durante questo processo è visibile una progressiva concentrazione degli stranieri intorno a due aree principali: Roma e Milano. Successivamente si assiste a un riequilibrio in altre province del paese, soprattutto nel nord. Attualmente il Lazio è la regione che, dopo la Lombardia, attrae e trattiene il maggior numero di immigrati238 e la provincia di Roma esercita una particolare forza di attrazione soprattutto per le opportunità di occupazione; mentre l’inserimento sociale risulterebbe problematico nell’area metropolitana e più facile nei comuni e nelle province limitrofe239. In ogni caso la capitale registra un 65,9% di stranieri residenti240, più della metà di questa popolazione è composta da donne. In particolare si assisterebbe a una sorta di stratificazione dell’immigrazione: a quella quota di popolazione stabile si affiancano flussi d’immigrati che si collocano nella fascia “invisibile” e al tempo stesso ben sotto gli occhi della vita della grande città. Ciò comporta anche il sovrapporsi di problemi tra loro ben diversi: da un lato la necessità di affrontare il problema emergenziale, dall’altro si fa sempre più urgente la realizzazione di politiche rivolte alla presenza radicata sul territorio, espressione di un lungo processo di inserimento con interesse particolare rivolto alle seconde generazioni241.

Per quanto riguarda le rilevazioni sull’attività imprenditoriale è necessario fare una premessa che interessa il contesto nazionale. Si hanno a disposizione dati

collocano tra due realtà perché di giorno lavorano nella Capitale e di sera vivono in piccolo agglomerati. Idem p. 8

238 il 10,9% del totale nazionale Cfr Centro Studi e Ricerche Idos Osservatorio Romano Sulle Migrazioni- Decimo Rapporto

239 idem

240 Al 1° gennaio 2013 i residenti stranieri nella provincia di Roma sono 383.464 di cui per il 52,4% donne che incidono sul totale dei residenti per il 13,1%. I dati relativi al 1° gennaio 2014 mostrano un significativo incremento Cfr Tab. 2 in appendice al capitolo

241 Conti C., Strozza S., Spizzichino D., (2006), La capitale multietnica. Caratteristiche, inserimento lavorativo e bisogni degli immigrati stranieri a Roma in Sonnino E., Roma e gli immigrati. La formazione di una popolazione multiculturale, Franco Angeli, Milano.

forniti da diversi soggetti242 e ciò comporta, da un lato, l’emergere di distorsioni nel modo di condurre le misurazioni, dall’altro, si manifesta la complessità del definire con certezza il numero degli imprenditori stranieri presenti sul territorio.243

Il mercato del lavoro nell’area romana presenta delle specifiche caratteristiche che lo distinguono sia dal modello del nord, che si fonda sull’industria e su piccole imprese che assorbono la manodopera dipendente, sia dal sud, dove ancora prevalente è il settore agricolo seguito dall’edilizia. Roma, come tutte le grandi città, si caratterizza per il dinamico sviluppo del settore terziario244. Guardando al tessuto imprenditoriale245 su tutto il territorio della provincia, se ne può riscontare un peso significativo specialmente negli ultimi anni246 tanto che la sola provincia conta il 10,1% dei titolari di impresa stranieri presenti a livello nazionale: alcune indagini presentano il fenomeno come sintomatico del compiersi del lungo percorso di integrazione a trecentosessanta gradi (sociale, economico e culturale) e al tempo stesso come primo passo verso un processo di stabilizzazione, con attenzione

242 Istat, Camera di commercio, Movimpresa,

, Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario, Inps sono alcuni tra i principali soggetti a condurre questo tipo di rilevazioni 243 cfr Il mercato del lavoro degli immigrati nella Provincia di Roma nel contesto della crisi economica Rapporto Migranti 2011 “In un recente studio sull’occupazione immigrata dell’ISTAT si legge a tal proposito che “l’articolazione delle posizioni autonome degli stranieri si distingue da quella degli italiani poiché si registrano più lavoratori in proprio che svolgono anche lavoro manuale e meno imprenditori in senso stretto” (ISTAT, 2008). In particolare, gli autonomi – a cui l’INPS associa i parasubordinati, in quanto non legati da un vincolo di dipendenza con i datori di lavoro – si concentrano nelle attività artigianali, commerciali e nel settore delle costruzioni.

244 Nella Capitale trova conferma il primato del settore dei servizi (incidenza complessiva di quasi il 72%) con inserimenti nei servizi alle famiglie e alle aziende, nei phone center e nei pubblici esercizi. Cfr Centro studi e ricerche Idos (2013), Il Lazio nel mondo. Immigrazione ed emigrazione. Secondo Rapporto p.12

245 Nel momento in cui ci si approccia a elaborazioni statistiche sul tema è necessario fare una precisazione su cosa si intende per imprenditore straniero. Ad esempio l’osservatorio CNA sull’imprenditoria straniera rileva l’andamento delle ditte individuali che hanno titolari non italiani; Unioncamere guarda l’imprenditoria straniera in Italia come comparto costituito da: imprese individuali con titolari nati all’estero, società di persone in cui oltre il 50% dei soci sia costituito da persone nate in un paese estero, oppure società di capitali in cui oltre il 50% dei soci e degli amministratori sia nato in un paese estero. Infine, come sottolineato dal recente rapporto condotto dall’Eures su questo tema, non si deve dimenticare che in questo universo sono compresi i cittadini italiani nati all’estero. Le rilevazioni poi possono essere ulteriormente distorte dalla quota di cittadini stranieri che ha assunto la cittadinanza italiana.

246 Si contano 34.084 titolari stranieri di 160 nazionalità operanti nella provincia di Roma, di questi il 73,7% opera nella capitale; tra questi circa 6600 sono donne cfr Centro Studi e Ricerche Idos Osservatorio Romano Sulle Migrazioni- Decimo Rapporto

particolare alle seconde generazioni247. In quest’ottica le imprese degli immigrati sono viste come un elemento che va a definire e caratterizzare sempre più il sistema economico romano. Laddove la città si trasforma e si frammenta cresce lo spazio multietnico e con esso le potenzialità dell’iniziativa economica immigrata: riferirsi al commercio o all’edilizia come principali settori sembra non essere sufficiente a descrivere tutte quelle attività che, con diverse sfumature, si muovono al loro interno. Un aspetto particolarmente interessante è notare come le attività gestite da immigrati tendono a collocarsi sempre di più nella tipologia di “impresa aperta”, secondo la classificazione di Ambrosini, rendendo problematico l’utilizzo disinvolto dell’espressione ethnic business.248 Questo specifico tratto dell’iniziativa economica straniera risulta evidente anche in questa ricerca: non solo il tipo di attività (dal tessile al gastronomico) è rivolto a una clientela eventualmente mista, ma anche dai racconti delle protagoniste emerge un sentimento di profondo orgoglio nel descrivere i rapporti con la clientela italiana.

E’ dunque utile, nel denso labirinto d’informazioni, offrire una panoramica sulla situazione più recente dell’imprenditoria straniera nel contesto romano. Anche se nella presente ricerca si è seguito un percorso del tutto particolare, che ha portato in un certo senso a tenere in sospeso alcune dimensioni generalmente al centro delle rilevazioni statistico-campionarie, non si può fare a meno di ricostruire il profilo degli imprenditori stranieri che operano in quest’area. Pertanto, senza pretendere che sia l’unica fonte significativa o esaustiva, si ritiene di poter far affidamento su una ricerca condotta nel 2013249 su un campione di 400 imprenditori immigrati tra Roma e provincia.250 Tale indagine restituisce un quadro ricco, dinamico e fortemente orientato a un processo di stabilizzazione nel lungo periodo. In linea con i dati delle rilevazioni a livello di tutta la provincia, a emergere con forza sono la giovane età e la scolarità mediamente elevata. Dal punto di vista del genere le donne titolari

247Eures Ricerche Economiche e Sociali (2013), Percorsi e storie d’impresa a Roma. Esperienze, valutazioni e prospettive degli imprenditori stranieri

248 CCIAA, Caritas di Roma, (2003), Gli immigrati nell’economia romana: lavoro, imprenditoria, risparmio, rimesse

249Idem. L’indagine si è svolta in collaborazione con la Camera di Commercio di Roma e la Cna World – Rappresentanza e servizi per l’imprenditoria straniera

250

La ricerca è stata condotta tra luglio e ottobre 2013 su un campione rappresentativo dell’universo di riferimento, stratificato per continente di provenienza e per settore d’attività

d’impresa sono una realtà in crescita ma ancora distante dai numeri della componente maschile: il campione degli intervistati conta infatti solo un 20,7% di donne rispecchiando una situazione non molto diversa da quella complessiva dove le imprenditrici straniere segnano il 24,5% dell’imprenditoria straniera nella provincia251.

Una particolarità dell’indagine, che prosegue riportando le principali aree di provenienza e i settori di occupazione252, è quella di non limitarsi a dare informazioni “tecniche” suoi profili delle imprese: un certo spazio è lasciato alla ricostruzione del percorso d’immigrazione e del progressivo inserimento con riferimento alla condizione lavorativa precedente, ai contatti presenti in Italia, alle motivazioni che hanno portato a intraprendere l’attività imprenditoriale e alcune caratteristiche del mercato di riferimento e infine, aspetto di indubbio interesse, la percezione e il grado di soddisfazione rispetto alle istituzioni insieme a un bilancio del rapporto con l’Italia.

Il richiamo costante alla dimensione dell’inserimento dell’immigrato nella società, a un suo “bilancio” della strada percorsa e alla conseguente necessità di miglioramenti della sua posizione da un punto di vista normativo e non solo, può considerarsi un chiaro segnale di una maturata consapevolezza della necessità di affrontare la questione dell’immigrazione con un nuovo sguardo253.

La seguente ricerca è stata portata avanti proprio con questo spirito: la definizione di un “modello” italiano d’integrazione, o se si preferisce di maturo inserimento, va ad

251 Elaborazioni Eures su dati della Camera di Commercio di Roma 252

Al primo posto si posizionano il manifatturiero e l’edilizia, seguiti dal commercio, dai servizi e della ristorazione

253 Un esempio significativo è dato, tra gli altri, dalla realizzazione di un progetto(nato dalla collaborazione tra l’Istat e il Ministero dell’Interno) di valutazione delle molteplici dimensioni dell’integrazione (lavoro, famiglia, scuola, etc.), di diversi ambiti territoriali - con specifici approfondimenti su realtà territoriali di particolare rilevanza o nelle quali sono stati avviati progetti volti all'integrazione particolarmente interessanti e che potrebbero costituire delle best-practices - e di diverse tipologie di cittadini non comunitari presenti sul territorio italiano (donne, minori, lavoratori, soggiornanti di lungo periodo, etc.). Il progetto si è proposto inoltre l'obiettivo di valutare l'adeguatezza delle informazioni statistiche attualmente disponibili alle esigenze dei policy makers che operano a diverso livello territoriale. I principali risultati sono stati presentati nel volume Integrazione. Conoscere, valutare, misurare Cfr http://www.istat.it/it/immigrati/progetti-di- ricerca/politiche-di-integrazione

aprirsi, forse inevitabilmente, a una contaminazione tra il piano formale e quello informale dove sembra nascere la maggiore apertura verso l’altro.

Capitolo 3