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Il rapporto Mossetto-Vecco citato al paragrafo 6.1 venne presentato il 25 ottobre 2002, in occasione del convegno organizzato da Chorus dal titolo Una città per le sue chiese, nello spazio “culturale” della chiesa di San Vidal (all. 8). Scopo del convegno fu affrontare la questione delle “chiese a pagamento”, una pratica diffusa e in corso di diffusione in Italia e all'estero (Firenze, Siena, San Gimignano, Palermo, Erice, Siviglia, Vienna), dal punto di vista culturale, legale, economico e religioso. Fra i partecipanti: il Patriarca Angelo Scola (insediatosi il 3 marzo 2002), Massimo Cacciari (moderatore), don Aldo Marangoni (presidente di Chorus) Giovanna Nepi Scirè (Soprintendente Speciale per il Polo Museale Veneziano), Antonio Paolucci (Sovrintendente Speciale al Polo Museale Fiorentino), Gianfranco Mossetto (amministratore di Chorus, firmatario del rapporto curato insieme a Marilena Vecco), Paolo Zanotto (sindaco di Verona), Leonardo Dominici (sindaco di Firenze), Roberto Cecchi (Sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici di Venezia), Monica da Cortà Fumei (Responsabile Marketing, Immagine, Comunicazione e Ufficio Stampa della Fondazione Musei Civici), don Pietro Messana (direttore diocesano della pastorale del Turismo, Trapani).

L'argomento era spinoso, dalle mille sfaccettature. Il fuoco della polemica era già stato acceso il giorno prima, con la pubblicazione nel Gazzettino di Venezia dei risultati di un sondaggio condotto a Venezia e a Mestre (su circa 800 persone) dall'Associazione Venezia: pesce di pace, un'organizzazione che si occupa dei problemi dell'immigrazione. Dal sondaggio risultava che per il 93% degli intervistati il ticket per le chiese non ha nulla a che fare con la fede. Chi erano gli intervistati? Per precisa ammissione della responsabile dell'Associazione, Nadia De Lazzari, la petizione era stata firma da veneziani, qualche turista, ma soprattutto da immigrati. L'idea di

questa petizione è venuta proprio da loro che, non essendo veneziani, se provano ad andare in chiesa fuori dall'orario delle funzioni devono pagare due euro. Per gli immigrati, una buona

occasione per veder riconosciuti i propri diritti anche in questo ambito. Furono inoltre registrati 10 “indecisi”, e solo 39 “favorevoli”.30 Le 751 firme furono inviate dall'Associazione direttamente

al patriarca Angelo Scola, a supporto della richiesta di abolizione del ticket d'entrata alle 13 chiese gestite da Chorus. La protesta di per sé non ebbe alcun esito. Ciononostante se ne trova eco nella stampa locale e anche nell'inserto in lingua inglese, Italy Daily, abbinato al Corriere della Sera del dicembre 200231 che così riporta: That association [Pesce di Pace] objects that

29 Corriere della Sera, inserto: Italy Daily, Venice makes art and religion an advantageous mix, 23 dicembre 2002. 30 Il Gazzettino, “No al ticket per le chiese veneziane”, 24 ottobre 2002; La Nuova, No, al ticket delle chiese, 1

novembre 2002.

31 Corriere della Sera, inserto Italy Daily: Venice makes art and religion an advantageous mix, 23 dicembre 2002

not all of God's creatures can afford the 2 euros fee nor should the faithful have to pay for the privilege of dialoguing with the infinite holy surroundings (…). In ogni caso, durante il sondaggio

pare siano anche emerse alcune proposte da parte degli intervistati, tra cui l'ipotesi di ricavare un fondo per la manutenzione delle chiese dal pedaggio imposto a pullman e a lancioni turistici per l'ingresso nella zona a traffico limitato di Venezia (ZTL).32

Il convegno del 25 ottobre 2002 non porterà ad alcuna svolta epocale. Il patriarca Angelo Scola non entrerà nel merito della questione ticket, ma sottolineerà come ogni iniziativa presa per valorizzare l'enorme patrimonio artistico custodito nelle chiese debba essere valutata in base alla sua reale capacità di rispettarne la loro natura specifica di luoghi di preghiera e di assumere un aspetto pastorale

(…) altrimenti le diverse iniziative artistiche, culturali e musicali che si svolgono nei luoghi sacri finirebbero per non sottrarsi al rischio di ridursi ad una raffinata versione del consumismo.33

Il fatto che il patriarca non sia entrato nel merito della bruciante “questione ticket” non sorprende affatto. A ben vedere, dal suo predecessore, Card. Marco Cè, egli aveva ereditato una associazione di fedeli (Chorus),34 fondata da un gruppo di parroci della sua diocesi, la cui sede

legale si trovava presso il Patriarcato di Venezia, e di cui era presidente don Aldo Marangoni, all'epoca anche responsabile dell'Ufficio Chiese del patriarcato. In fondo, Chorus aveva semplicemente messo in opera i dettami dell'art. 3 dello statuto approvato e firmato dallo stesso Card. Marco Cè, e cioè la progettazione e la gestione di servizi di biglietteria e punti vendita, al fine di raggiungere gli scopi di tutela, conservazione, restauro, custodia, valorizzazione, e prolungata apertura degli edifici.

I promotori del convegno (l'Associazione Chorus), dichiararono ancora una volta di essere convinti che la bigliettazione possa rappresentare un'ulteriore opportunità di valorizzazione non solo culturale, ma anche pastorale.35 Queste, infatti, furono le parole di don Aldo Marangoni:

La chiesa è in primo luogo un luogo sacro, il biglietto è solo un mezzo per migliorare i servizi offerti.36

che ben si sposano con quelle usate da Massimo Cacciari:

Le polemiche non hanno ragione di esistere. Non si tratta di un balzello ma della necessità di risolvere la questione di fruire di questa straordinaria eredità, offrendo un «sistema chiese» con personale adeguatamente formato per spiegare il messaggio cristiano, pubblicazioni, conferenze. Il visitatore deve avere idea del significato simbolico delle chiese

32 Vedi sito del Comune di Venezia

http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/26288

33 Il Gazzettino, Chiese a rischio consumismo, 26 ottobre 2002

34 La denominazione di Chorus cambierà successivamente, dopo la modifica dello statuto (2008) 35 Avvenire, Chiese o musei? Il ticket fa discutere, 26 ottobre 2002

36 Il Gazzettino, Chiese a rischio consumismo, 26 ottobre 2002

e di come si organizzano all'interno gli spazi.37

I sindaci partecipanti al convegno si dichiararono tutti favorevoli all'imposizione di un contributo. Il sovrintendente ai beni ambientali e architettonici di Venezia, Roberto Cecchi, riaprendo l'annosa questione del “biglietto unico”, auspicò invece l'introduzione di un ticket turistico di

ingresso in Italia per la fruizione del patrimonio architettonico e paesaggistico, chiese comprese,

dato che dei milioni di turisti che ogni anno visitano l'Italia, solo il 10 per cento entra nei musei. Un biglietto del genere avrebbe consentito di andare dove uno vuole. Un progetto di un biglietto unificato, non nazionale ma locale, a livello di “distretto culturale”, verrà presentato il 29 novembre 2002 dal Comune di Venezia. Un biglietto unico per visitare circa quaranta musei tra civici, statali, privati e le principali chiese per le quali si paga già un biglietto d'ingresso, utilizzabile nel corso di un intero anno, in modo da incentivare il ritorno in città e il relativo soggiorno di coloro che non sono riusciti a usufruirne completamente.38 Il progetto, come tale,

non è stato finora realizzato.39 L'idea di una tassa d'ingresso complessiva fu caldeggiata anche

dal quotidiano della CEI, Avvenire, che – più di altri – si soffermò a considerare i dati emersi dal rapporto dell'Università Ca' Foscari di Venezia:

Oggi sono 75 [le chiese soggette a bigliettazione], da Firenze a Bologna, da Agrigento a Torino, da Siena a Verona e Venezia. Molte anche in Europa, da Notre Dame di Parigi a Santa Maria Vergine di Cracovia, a San Vito di Praga, alla cattedrale di Siviglia. E se Siviglia fa un milione di visitatori, il complesso di San Marco va oltre il milione e mezzo. E Santa Croce a Firenze, bigliettata da pochi mesi, raggiungerà quest'anno il milione e mezzo (…). Autentica manna dal cielo per le casse sempre più impoverite di chi deve provvedere a gestione, manutenzione, conservazione di questi patrimoni. «La bigliettazione copre una buona percentuale del finanziamento dell'apertura non liturgica delle chiese – informa il rapporto (…) curato da Gianfranco Mossetto e Marilena Vecco per l'Italia e l'Europa -: si va da un minimo del 40% (…) a un massimo del 92%».40

Il vivace dibattito all'interno del convegno confermò che Venezia era percepita come un laboratorio di esperienze in fieri, dal quale potevano emergere elementi di discussione e di criticità riscontrabili anche a livello nazionale. Uno degli elementi di criticità nella gestione degli edifici di culto di particolare interesse storico artistico in questa città venne individuato nell'esistenza (ancora nel 2002) di due associazioni – Chorus e Sant'Apollonia – figlie della stessa madre, il Patriarcato di Venezia, impegnate entrambi nell'attività di salvaguardia degli edifici di culto, con le seguenti modalità:

37 Il Gazzettino, Chiese per pregare (con o senza biglietto), 26 ottobre 2002

38 La Nuova, Un biglietto unico e valido un anno, 26 ottobre 2002. Il progetto verrà presentato in occasione

dell'evento Venezia, laboratorio di cultura, tenutosi il 29 novembre 2002. Nell'agosto del 2013 venne presentata la nuova city card “Venezia Unica” che dovrebbe entrare in vigore a breve.

39 Corriere del Veneto, Venezia, 40 musei al prezzo di tre, 30 novembre 2002 40 Avvenire, Chiese o musei? Il ticket fa discutere, 26 ottobre 2002

1. Sant'Apollonia: promozione della fruizione gratuita delle chiese, anche da parte dei turisti, con gestione dell'apertura di alcune chiese per almeno due ore al giorno, al di fuori degli orari di culto; guide cartacee, servizio di accoglienza, visite guidate; personale retribuito in regime di collaborazione coordinata e continuativa.41

2. Chorus: gestione di 15 chiese, ad ingresso libero per tutti gli “oranti” (e per i residenti) e a pagamento per i turisti e semplici visitatori, apertura garantita per sette ore al giorno (dalle 10 alle 17); corretta illuminazione, pulizia, decoro, servizio di accoglienza, guide cartacee e altro materiale illustrativo; personale regolarmente assunto con contratto a tempo indeterminato. Due visioni diverse su come assicurare un'apertura prolungata delle chiese, anche se Sant'Apollonia (diventata SIB-Imago Srl in anni più recenti) all'epoca risultava già gestire anche una serie di edifici di culto con ingresso a pagamento,42 tra i quali il complesso della chiesa e

del campanile di Torcello, grande attrazione dell'omonima isola. Il vicario generale, Don Beniamino Pizziol, suggerì di cogliere il meglio di entrambe le esperienze e armonizzare l'offerta ai visitatori:

Le due realtà potrebbero collaborare (…) per arrivare a dare un servizio dignitoso, sviluppando il discorso di una custodia-guida artistica e spirituale-teologica. Vanno studiati i possibili mezzi finanziari per mantenerla: bigliettazione, contributo delle istituzioni a livello nazionale, locale e magari anche parrocchiale (…) Io credo che, per capire se si possa istituire il ticket d'ingresso, si debba valutare le chiese caso per caso. Le situazioni sono molto diverse: si va dai luoghi dove il biglietto ha pienamente senso, ad altri in cui si può decidere di far pagare parti della visita (per esempio al Tesoro o alla sacrestia), come del resto accade già a San Marco, ad altri dove il ticket, anche economicamente, ha minor significato.43

Si trattò di un chiaro invito a collaborare, rivolto alle due organizzazioni. Ma né dal panel dei relatori, né da parte dei circa 250 partecipanti al convegno emergeranno proposte in grado di portare verso questa direzione.

6.3

BIGLIETTO SI, BIGLIETTO NO