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IL “MIRACOLO DELLE CHIESE APERTE” AD ERICE

Ciò che aprì orizzonti nuovi al progetto fu l'invito pervenutomi, in quanto direttore diocesano della pastorale del Turismo da parte dell'Associazione Chorus - Chiese di Venezia, a partecipare ad un convegno sul tema: «Una città per le sue chiese».96 Riguardava il problema della gestione dei beni culturali ecclesiastici, nodo che, mi ero reso subito conto, era la vera urgenza da affrontare ad Erice (…).97

Queste parole furono pronunciate da Don Pietro Messana, all'epoca parroco di Erice, durante il secondo convegno organizzato da Chorus (25 ottobre 2008), dal titolo Dieci anni dopo...

gestione e valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso.

Il caso delle chiese di Erice presenta delle similitudini con il caso delle chiese di Venezia. Erice, chiamata anche “la Vetta” o “il Monte” dai suoi abitanti, già al tempo del primo convegno di

Chorus (25.10.2002) era ormai spopolata e le sue chiese (e sono tante98) erano state in gran

parte già da tempo abbandonate. Più d'una si trovava in uno stato di forte degrado. Già nell'agosto del 1998, la Chiesa di Trapani, guidata dal nuovo vescovo mons. Francesco Micciché, si era radunata proprio ad Erice per riflettere sul tema. Nell'ottobre dello stesso anno a don Antonino Raspanti venne affidata la conduzione del progetto Erice-La Montagna del

Signore, un progetto per salvare il ricco patrimonio culturale ecclesiastico dell'antico “Monte”. Il

progetto fu presentato nel marzo 2000. La prima iniziativa fu IncontrArti, un grande happening dedicato ai giovani artisti (luglio 2002), seguita da Custos et Patrona, la Festa della Madonna, una festa tradizionale che venne però presentata in una nuova veste, mettendo una maggior cura nell'allestimento, con lo scopo precipuo di tutelarne l'eredità immateriale e di trasformarla in un vero e proprio “evento culturale”.99Durante l'intervento al convegno del 2008, Don Pietro

Messana illustrò in che modo il “modello Chorus” avesse contribuito alla rinascita del patrimonio ecclesiastico ericino:

Il percorso sperimentato a Venezia, le sinergie del Patriarcato con gli enti pubblici e le istituzioni culturali della città [Venezia], mi convinse che poteva essere di grande utilità anche in una realtà sì lontana e diversa, ma che doveva affrontare gli stessi problemi di Venezia (lo spopolamento del centro storico e la responsabilità di gestire il patrimonio culturale ecclesiastico) con una gravità e una urgenza certamente più pressante. Chiedere un contributo d'ingresso, il famoso ticket, e inventare un nuovo modo di proporre la fruizione del patrimonio rappresentava una possibilità «reale» per affrontare e tentare di risolvere i problemi di Erice – la Montagna delle chiese cadenti – forse l'unica per trasformare quelle rovine in «pietre che gridano la fede»(…). Tornato in Diocesi e confrontandomi con il

96 Convegno tenutosi a Venezia, il 25 ottobre 2002, nella Chiesa di San Vidal.

97 Parole pronunciate da Don Pietro Messana durante il suo intervento al convegno “Dieci anni dopo... gestione e

valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso”, Venezia 24 ottobre 2008, in Erice – La Montagna del Signore. Dieci anni di cammino, p. 136

98 Don Messana, ibidem.

99 Don Antonio Raspanti, Erice – La Montagna del Signore – Progetto generale, 30 marzo 2000, in Erice – La

Montagna del Signore. Dieci anni di cammino, p. 29-35

vescovo [mons. Francesco Micciché],100 ne ricevetti non solamente un incondizionato appoggio, ma anche un incoraggiamento ad affrontare ogni difficoltà con determinazione (…).

La gestione dei servizi connessi alla gestione delle chiese di Erice fu affidato a terzi: alla

Esseart l’accoglienza e la custodia, alla Cooperativa S. Maria della Grazia la manutenzione

straordinaria, alla Società di servizi Meeting Point la cura degli aspetti legati alla grafica e all’editoria. Le tappe del recupero furono le seguenti:

26 luglio 2003 Real Duomo: Inaugurazione del Tesoro della Chiesa Madre

(primo nucleo espositivo dell'articolato sistema museale comprendente una selezione del patrimonio di oreficerie sacre e paramenti liturgici) Agosto 2003 Riapertura della Chiesa di San Carlo

27 maggio 2005 Erezione canonica del M.E.M.S. - Museo di Erice la Montagna del Signore (progetto culturale diocesano)

10 agosto 2005 Apertura dei Ruderi del SS. Salvatore

29 novembre 2005 Riapertura della Chiesa di San Francesco d'Assisi 26 dicembre 2005 Riapertura della Chiesa di San Giuliano

24 giugno 2006 Ripristino della Chiesa di San Giovanni 9 maggio 2007 Riapertura della Chiesa di Sant'Alberto

2 agosto 2008 Riapertura della restaurata Chiesa di San Martino

26 dicembre 2008 Inaugurazione del Polo delle arti lignee del MEMS (Complesso di S. Martino)

Febbraio 2009 Recupero tetto Chiesa del SS. Salvatore

Il MEMS, Museo di Erice - la Montagna del Signore fu eretto canonicamente (can. 381 del Codice di Diritto Canonico)101 con decreto diocesano il 27 maggio 2005. Nello statuto (art. 2) vi

appaiono i seguenti riferimenti normativi (citazione):

Lettera circolare della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa (15 agosto 2001)

Norme per la tutela e la conservazione del patrimonio storico artistico della Chiesa in Italia (CEI, 14 giugno 1974)

I beni culturali della Chiesa in Italia. Orientamenti (CEI, 9 dicembre 1992)

“Spirito Creatore” dell'UNBCE della CEI

100 Insediatosi a Trapani il 18 marzo 1998.

101 Codice Diritto Canonico, Can. 381 - §1. Compete al Vescovo diocesano nella diocesi affidatagli tutta la potestà

ordinaria, propria e immediata che è richiesta per l'esercizio del suo ufficio pastorale, fatta eccezione per quelle cause che dal diritto o da un decreto del Sommo Pontefice sono riservate alla suprema oppure ad altra autorità ecclesiastica. §2. Nel diritto sono equiparati al Vescovo diocesano, a meno che non risulti diversamente per la natura della cosa o per una disposizione del diritto, coloro che presiedono le altre comunità di fedeli di cui nel can. 368.

Intesa tra l'Assessore Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione e il Presidente della Regione Ecclesiastica Sicilia per la salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei Beni Culturali d'interesse religioso appartenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastici (11 giugno 1997)

Intesa tra il Card. Camillo Ruini e il Ministro BB.CC. del Governo Italiano (gennaio 2005)

All'art. 4 dello Statuto, il MEMS viene così definito: il MEMS si caratterizza per la tipologia del

«museo diffuso» oppure, in altri termini, di «territorio-museo» (…). Rispetto ai musei tradizionali il museo diffuso si distingue sulla base dei seguenti principi: 1. «diffusione» dei beni; 2. mantenimento in situ dei beni; 3. valorizzazione della relazione dei beni con il contesto storico- culturale di origine; 4. maggiore visibilità e fruibilità dei beni e partecipazione aperta del pubblico (...)”. E all'art. 5 si dichiara che tutte le chiese ericine sono da considerarsi pertanto museo di se stesse (...). Lo Statuto, all'art. 6, ne determina inoltre i principi di gestione e stabilisce che il MEMS deve avvalersi delle risorse messe a disposizione degli enti ecclesiastici proprietari, da

altri enti pubblici e da privati. Secondo il regolamento allegato allo Statuto, il Consiglio di Amministrazione è presieduto dal vescovo. Il direttore, presbitero, diacono o laico è altresì nominato dal vescovo.102

Gli enti operanti all'interno del progetto sono così suddivisi:

Enti ecclesiastici Diocesi di Trapani

Parrocchia Maria SS. Assunta Parrocchia San Cataldo Vescovo Ente Chiesa SS. Salvatore

Associazioni Associazione “La Montagna del Signore”

Associazione Ericelab – Formazione e studi avanzati

Società Cooperativa Santa Maria della Grazia

Cooperativa sociale FE.AR.T. Erice

Meeting Point s.a.s. - Eventi e congressi/Editoria

Il sistema espositivo e di valorizzazione del patrimonio architettonico nonché dei beni storico artistici del MEMS si sviluppa in più sedi, alcune ad accesso gratuito, altre con accesso a pagamento. Ogni sito a pagamento è visitabile singolarmente al costo di 2 euro. Viene inoltre proposto ai visitatori un ticket passe-partout al costo di 5 euro. Quattro dei siti visitabili a pagamento accolgono al loro interno dei percorsi espositivi monotematici. Nel percorso museale del MEMS sono attualmente compresi:103

102 Art. 4 del Regolamento allo Statuto, datato 27 maggio 2005 103 v. link: http://www.amei.biz/pagine/sede-006

Siti a pagamento (6) Real Duomo (oreficerie liturgiche e paramenti sacri) Torre Campanaria

Ruderi del Monastero del SS. Salvatore Chiesa di San Martino (manufatti lignei)

Chiesa di San Giuliano (gruppi processionali polimaterici e in ceroplastica)

Chiesa di San Giovanni (manufatti lapidei) Siti ad accesso gratuito (5) Chiesa di Sant'Alberto

Chiesa di San Carlo

Chiesa di San Francesco d'Assisi Chiesa di San Cataldo

Chiesa di Sant'Isidoro

Il MEMS offre al pubblico i seguenti servizi: bookshop, guida multimediale (applicazione per iPhone, iPod touch e iPad a 0,99 Euro), visite guidate su richiesta, noleggio sale, organizzazione meeting e convegni.

Nel luglio 2006 uscì il primo numero de Il Monte, mensile di attualità, cultura e religione, edito a cura dell'Associazione Culturale “La Montagna del Signore” di Erice,104 nel quale, in prima

pagina, spicca l'intervento del Vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, che plaude all'azione di don Pietro Messana:

Lo sforzo non indifferente portato avanti con caparbietà da chi ama scommettersi per qualcosa di importante in cui crede ha reso possibile il miracolo delle chiese aperte, dove viene curata l’accoglienza, rendendole fruibili a chi approda ad Erice con il desiderio di caricarsi interiormente di tutto ciò che la storia ci ha consegnato.

In terza e quarta pagina vi è un'intervista a don Pietro Messana, condotta a tre anni dalla riapertura delle Chiese di Erice e dall'adozione del biglietto di ingresso per alcune di esse. L'intervista, dal contenuto ancora attuale, cerca risposte al quesito di sempre: Perché un

biglietto per entrare in chiesa?.105 Ne vengono riportati qui di seguito alcuni stralci (le domande

sono trascritte in corsivo).

Perché si paga per entrare in chiesa?

Perché le chiese di Erice erano in stato di abbandono da decenni, cadenti e solo qualcuna si apriva sporadicamente. Perciò era necessario provvedere in qualche modo.

Che ne pensa di quelli che non comprendono?

Li capisco. Anch'io non avrei capito prima di affrontare il problema.

Perché, come dappertutto, non sono i fedeli ad aprire le chiese e a occuparsene?

I fedeli ericini si curano delle loro chiese, ma Erice è un paese pressoché spopolato. I pochi fedeli rimasti fanno tanti sacrifici per la Chiesa ma non possono mai riuscire a risolvere gli enormi problemi delle chiese del Monte.

104 Tiratura 5.000 copie, distribuzione gratuita.

105 Il Monte, anno I numero I (luglio 2006). Non vi appare il nome dell'autore.

E lo Stato, la Regione e gli Enti preposti?

Hanno fatto, credo, quello che hanno potuto. Il risultato, nonostante tutto, è che a Erice il problema diventava sempre più grave.

Perché non utilizzare l'8 per mille del gettito IRPEF che i contribuenti destinano alla Chiesa Cattolica? Quello che arriva dall'8 per mille alla Diocesi di Trapani è una somma esigua che deve tutelare centinaia di chiese e di istituzioni della Diocesi e che, anche se fosse destinata per intero ad Erice – il che tra l'altro non sarebbe giusto – non basterebbe comunque ad affrontare il problema.

Perché non chiedere un'offerta invece del biglietto?

L'esperienza in tal senso non è stata incoraggiante. Abbiamo provato anche a chiedere l'elemosina alla porta della chiesa. Ma anche questa via ha smosso più di tanto la generosità di fedeli e visitatori. Per di più qualcuno si permetteva di disprezzare le persone alla porta con “apprezzamenti” del tipo: “La chiesa è ricca e non ha bisogno di offerte”.

E i visitatori come reagiscono?

Malissimo. Quando trovano le chiese chiuse, ovviamente! E se spiegavamo loro che non potevamo tenerle aperte e che ci vergognavamo a fare pagare il biglietto per entrare in chiesa, ci rispondevano: “Abbiamo speso migliaia di euro per venire fin qui, pensa che non saremmo felici di spendere qualche euro per trovare le chiese aperte?

Quali sono i bisogni reali immediati delle chiese di Erice?

La Regia Matrice, meta principale dei visitatori, a dispetto della sua nobile origine, non ha risorse per garantirne la semplice apertura e per di più, in diversi punti, ha urgentissimo bisogno di restauro. Allo stato, non si è nemmeno capaci di provvedere alla manutenzione ordinaria. Se si considera poi solamente il pagamento di venti bollette di utenze per le varie chiese; se si considera che le chiese hanno bisogno di custodia, manutenzione, pulizia; se consideriamo inoltre le manutenzioni

assolutamente necessarie di impianti elettrici, installazioni di sistemi di sicurezza e antifurto si potrà agevolmente arrivare alla conclusione di quali siano i bisogni immediati necessari alla gestione del patrimonio della Chiesa.

Non si potrebbe risolvere il problema dando tutto allo Stato?

Non si risolverebbe nessun problema. Lo Stato ha già tanti beni che erano della Chiesa. Sono in migliori condizioni dei nostri? Vedere le chiese trasformate in sale polivalenti, aule consiliari, biblioteche, garages, negozi, appartamenti o peggio...in locali notturni, è quello che desidereremmo vedere? Visitare i monumenti cattolici di proprietà dello Stato (es.: la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo, il Chiostro del Duomo di Monreale, la Certosa di Padula in Campania, ecc.) pagando salati biglietti, risolve il nostro problema di coscienza poiché è l'Ente pubblico a chiedere il ticket? Dismettere l'eredità di arte e di fede che i nostri padri Padri ci hanno trasmesso, pur di non affrontare il problema della sua gestione, è la scelta più “evangelica”? Dalla risposta a questi interrogativi dipende il modo di affrontare la risoluzione dei problemi.

Siete solo voi a portare avanti questa esperienza?

No, siamo in tanti. In Italia altri centri che devono garantire la fruizione dei beni culturali ecclesiastici hanno affrontato il problema prima di noi e hanno introdotto il biglietto, l'ingresso dietro pagamento di un ticket. La prima a dare l'esempio è stata parecchi anni fa Ravenna, seguita a ruota da Venezia, Padova, Verona e più recentemente Firenze, Pisa, Siena ecc. Noi siamo tra i primi nel Meridione, ma non abbiamo avuto scelta.

Qual è la risposta dei visitatori alla novità?

Ottima. La gente è contenta di poter visitare monumenti che altrimenti troverebbe chiusi. I fedeli sono gioiosi nel vedere che le chiese rinascono. C'è ovviamente qualche “spirituale” che cita i mercanti del tempio e grida e schiamazza da profeta a cui “brucia” contribuire con pochi spiccioli al mantenimento delle chiese. Poi c'è anche la differenza tra chi è abituato a viaggiare, che tova la cosa assolutamente normale, e chi non lo è che si scandalizza perché nella chiesa, quella del suo paese ovviamente, questo non si fa.

E' possibile gestire la Chiesa con logiche d'impresa?

La Chiesa è Sacramento, vale a dire che ha una costituzione divina e umana: divina perché viene da Dio e ci trasmette la Sua Grazia, umana perché formata da uomini. La Grazia di Dio non può mai essere associata ad un corrispettivo economico. Per quanto riguarda l'aspetto umano, il pagamento dei custodi, delle utenze, delle candele, delle pulizie, dei muratori, delle riparazioni, ecc., deve essere fatto anche per dovere di giustizia. In questo la Chiesa va amministrata in qualche modo come un' “impresa”. La vera differenza tra l' “impresa-Chiesa” e le altre [imprese] sta nei mezzi, in quanto la Chiesa non può usare

qualsiasi mezzo, anche disonesto, per arrivare al fine; e sta nel fine, in quanto quello della Chiesa non è conseguire il massimo profitto, ma garantire risorse per i suoi fini di servizio al Vangelo, compresi quelli della cura del patrimonio di fede ed arte prodotto nei secoli a gloria di Gesù Cristo Nostro Signore. Estenderebbe questo metodo del biglietto a tutte le chiese?

No. Sono per principio contrario al biglietto per entrare in chiesa. Ci sono però quelle chiese che sono meta di fedeli; altre che sono in “cura” agli abitanti della Parrocchia che le frequentano. Altre chiese purtroppo non hanno parrocchiani, sono chiuse e/o cadenti e hanno una pressione turistica che chiede di poterle “fruire”. Solo in questo caso il biglietto, pur restando un male, diventa necessario.

Quest'ultima domanda è stata mal posta. L'espressione “tutte le chiese” fa dimenticare che si sta parlando di un'iniziativa che riguarda solamente i templi di “grande interesse storico- artistico”, quelli soggetti, quindi, – come ben identificato da don Messana – a forte “pressione turistica”. E' una domanda a cui don Messana aveva già dato la sua risposta in precedenza. Aveva detto: non abbiamo avuto scelta..

6.8

OLTRE LA POLEMICA