• Non ci sono risultati.

4. IL CAMMINO VERSO LA DEMOCRAZIA MAGGIORITARIA

4.5 Problematiche varie, alcune riflessioni 1 La scelta dei Ministr

4.5.2 Le crisi di Governo

Altra questione che riguarda i rapporti tra Governo e Presidente della Repubblica riguar- da le crisi di governo. Nella storia italiana in sole due occasione abbiamo assistito a crisi parlamentari, nella maggior parte dei casi le crisi nascono al di fuori del Parlamento ed in questo contesto gioca un ruolo fondamentale proprio il Presidente della Repubblica. Infatti il Primo Cittadino, in seguito alle dimissioni del Presidente del Consiglio avvia le consultazioni e si possono aprire scenari differenti. Si può arrivare infatti alla formazio- ne di un nuovo governo con maggioranza diversa rispetto alla precedente e con un nuo- vo Pres. del Consiglio. Oppure si può assistere ad un Governo supportato dalla stessa maggioranza, ma con un altro Pres. del Consiglio. O ancora, ad un ricompattamento del- la maggioranza attorno allo stesso Pres. del Consiglio. Come ultima ipotesi invece ab- biamo lo scioglimento anticipato delle Camere.

Talvolta è da queste situazione che possono nascere i cosiddetti “governi ponte” o “go- verni balneari” se la crisi si verifica durante il periodo estivo o comunque per arrivare

fino allo scioglimento delle camere. Altra prassi conosciuta nella storia della Repubblica è quella dei “governi del Presidente”. Per ovviare infatti alla cronica precaria governabi- lità in Italia, la politica ha spesso fatto ricorso alla creatività di formule originali o alter- native per giustificare cambi di maggioranza o di presidente del consiglio senza passare necessariamente dalle urne: dai governi balneari a quelli a termine, dall’esecutivo di so- lidarietà nazionale a quello istituzionale, dal governo di emergenza a quello tecnico. De- nominazioni diverse ma un unico scopo: gestire una difficile fase di transizione con orizzonti di breve durata. In realtà i governi tecnici, oltre a gestire difficili fasi di transi- zione, sono stati più volte utilizzati per non addossarsi la responsabilità politica di rifor- me molto dure per i cittadini che avrebbero provocato un grave perdita di consensi. Tra le esperienze più recenti possiamo indicarne almeno quattro:

• Il Governo Ciampi, È rimasto in carica dal 28 aprile 1993 al 10 maggio 1994, per un totale di 377 giorni, ovvero 1 anno e 12 giorni. Oltre a essere stato il pri- mo governo della storia della Repubblica a essere guidato da un non parlamen- tare, è stato anche il primo dal 1947 cui hanno partecipato i post-comunisti. Nell’opinione di molti – in modo più o meno corretto – è stato il governo che ha dato inizio alla cosiddetta Seconda Repubblica, attraverso la nota riforma della legge elettorale, condotta sulla scia di un referendum abrogativo che mo- dificò la norma in vigore fino a quel momento. Da quella riforma del 1993, che ha introdotto il sistema maggioritario corretto con una quota proporzionale, ha preso il via, nell’accezione comune, la stagione dell’alternanza.

• Altro precedente cui fare riferimento è l’esecutivo formato da Lamberto Dini, il primo governo interamente tecnico della Repubblica italiana. Era la fine del 1994: appena nove mesi dopo le elezioni, la Lega Nord uscì dalla maggioranza che sosteneva il primo governo Berlusconi. In parlamento si formò una nuova maggioranza che portò a Palazzo Chigi Lamberto Dini, ex direttore generale della Banca d’Italia nonché ex ministro del Tesoro nel governo Berlusconi. Composto interamente da esperti e funzionari non eletti in Parlamento, è rima- sto in carica dal 17 gennaio 1995 al 17 maggio 1996, per una durata di un anno e quattro mesi. Con un’età media dei ministri di 61 anni non si può dire che ab- bia rappresentato una novità dal punto di vista generazionale. Scarsa anche la presenza femminile, con un’unica donna ministro, Susanna Agnelli agli Esteri,

e solo due donne fra i sottosegretari, su un totale di 26 ministeri, di cui 19 con portafoglio e 7 senza.

• Anche Giuliano Amato si è cimentato nell’impresa, sebbene in condizioni radi- calmente diverse. Il suo esecutivo semi-tecnico fu infatti formato nel pieno del- lo scoppio dello scandalo di Tangentopoli e non è possibile annoverarlo fra i governi tecnici perché ne hanno fatto parte anche politici. E’ rimasto in carica dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993, per un totale di 304 giorni, ovvero 10 mesi. Aveva 25 ministeri in totale, di cui 3 senza portafoglio. Due le donne mi- nistro, Rosa Russo Iervolino all’Istruzione e Margherita Boniver al Turismo. • Infine, per risolvere i problemi legati alla crisi economica finanziaria e per l'esi-

genza di adottare misure largamente impopolari, l'ultima esperienza della storia repubblicana è rappresentata dal Governo Monti. Tale Governo viene perlopiù ricordato per le misure di austerity (es. la riforma del sistema pensionistico me- glio conosciuta come Riforma Fornero) introdotte per fronteggiare nel breve periodo la crisi del debito scongiurando così il rischio di default, È rimasto in carica dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013, per un totale di 529 giorni, ov- vero 1 anno, 5 mesi e 12 giorni. Era composto da diciassette ministeri, di cui sei senza portafoglio. I componenti erano quattordici uomini e tre donne, ma nessuno era un politico di professione. Infatti, nella compagine governativa sono presenti sette professori universitari, cinque dottori generici, un avvocato, un magistrato, un professore-avvocato, un banchiere, due giuristi, un prefetto, un ambasciatore e un ammiraglio.

In conclusione, vale la pena di riportare una situazione quasi paradossale nella storia della Repubblica, per ben due volte è stato nominato un Pres. del Consiglio sapendo già che non avrebbe ricevuto la fiducia del Parlamento. Si tratta del Governo Fanfani I e del Governo De Gasperi VIII, entrambi ebbero una durata di brevissima, soltanto 12 giorni ovvero il tempo necessario dalla nomina fino alla mozione di fiducia. In questo caso si è discusso molto se ci potessero essere gli estremi per configurare il fatto come attentato alla Costituzione.