Sono d'obbligo alcune precisazioni riguardo l'arco cronologico e le scelte lessicali. Questa non è una ricerca su tutto il ventennio 1901-1921 perché la documentazione da consultare e le problematiche da trattare sarebbero molteplici. In primo luogo, la Prima guerra mondiale rappresenta una cesura nella storia europea e il conflittò divenne una lotta per la preservazione della Duplice Monarchia. Con l'avvento della guerra anche nel caso fiumano la vita della popolazione cambiò, diversi
102 I giornali consultati per il periodo 1901-1914 sono: "La Bilancia", "La Voce del Popolo", "Novi List" e solo in parte "Il Popolo" per lo stato di deperimento in cui versa.
103 "Il Lavoratore" 1901-1914, "Il Proletario" poi "La Terra d'Istria", 1901-1903; 1905-1907; 1910, "Socialista" 1904-1905.
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stabilimenti industriali furono militarizzati e/o trasferiti, la partecipazione femminile nel mondo del lavoro aumentò, la vita sociale fu ridotta ai minimi, mentre la stampa fu sottoposta a una rigida censura che portò alla sospensione di diversi quotidiani tra cui "La Voce del Popolo". Sul piano politico le nuove elezioni comunali del 1915 favorirono una Rappresentanza municipale maggiormente legata al governo centrale. Diversi abitanti furono richiamati alle armi, tra questi certamente anche alcuni socialisti, per sostenere le imprese belliche della Monarchia e, all'estremo opposto, una minoranza decise di arruolarsi come volontari nell'esercito italiano. Riguardo alla popolazione civile, una parte considerata politicamente ostile alla Monarchia e i cittadini regnicoli subirono l'internameto nell'Ungheria interna da dove non tutti riuscirono poi a far ritorno. La bibliografia locale sull'argomento è davvero scarsa104 e i menzionati aspetti meriterebbero uno studio apposito in grado di darci maggior delucidazioni sulle trasformazioni sociali e politiche avvenute in quegli anni. Per fare ciò, le fonti utilizzate in questa ricerca non sarebbero sufficienti. Solo una maggiore attenzione sulle fonti governative, le autorità centrali nonché un'attenta analisi delle fonti militari potrebbe aiutarci a ricostruire gli avvenimenti e le vite delle persone in città e nei campi di combattimento della Grande Guerra. All'estremo opposto, la fine della Prima guerra mondiale e in particolare l'impresa dannunziana, hanno prodotto una sterminata bibliografia soprattutto in lingua italiana105. Da un lato, sul crollo della Monarchia si scontrano tuttora due storiografie nazionali rivali che sostengono le prerogative dei rispettivi consigli nazionali106. Dall'altro lato, l'episodio dannunziano è stato letto e analizzato da diverse angolature, enfatizzando l'impresa come espressione della crisi dello stato liberale italiano, come momento di nascita del fascismo e/o della nuova estetica politica oppure come espressione dell'anti-politica ponendo
104Edoardo Susmel, La città di passione. Fiume negli anni 1914-1920, Treves, Milano, 1921 e di taglio esclusivamente cronologico A. Luksich-Jamini, Cinquantenario fiumano della guerra 1915-1918, in "Fiume", Anno XIII, gennaio-giugno 1967, pp. 42-82. Riguardo agli internati regnicoli a Tápíosüly esiste un'esile monografia tradotta in italiano, Katalin Mellace (traduzione), Gli italiani nel campo d'internamento ungherese di Tapiosuly dal 1915 al 1918, Società di studi fiumani, Libero comune di Fiume in esilio, Roma, 1996. Sempre sullo stesso campo e sui fiumani internati a Kiskunhalas vedi Amleto Ballatini, L'olocausta sconosciuta. Vita e morte di una città italiana, edizioni Occidentale, Roma, 1986, pp. 39-47. Ballarini menziona anche gli italiani combattenti per la Duplice monarchia, mentre oltre agli internati politici Prodam menziona i volontari nell'esercito italiano. Attilio Prodam, Gli Argonauti del Carnaro, pp. 311-314; 323-353. Non mi risulta siano state pubblicate monografie in croato riguardo al periodo. Qualche accenno allo jugoslavismo tra i fiumani e sušakiani in Ivo Sučić, Rijeka 1918.-1945, in J. Ravlić, Rijeka, cit., pp. 277-279.
105 Per una, non recente, sintesi di opere in lingua italiana riguardanti il tema vedi Francesco Perfetti, D'Annunzio e
l'impresa di Fiume: un bilancio storiografico, in Aa. VVv., Fiume nel secolo dei grandi mutamenti (Atti del convegno),
Edit, Fiume, 2001, pp. 64-68. La figura di D’Annunzio non smette di affascinare gli studiosi, come ultimo esempio Lucy Hughes-Hallett, Gabriele d’Annunzio. L’uomo, il poeta, il sogno d’una vita come opera d’arte, Rizzoli, Milano, 2014.
106 La questione fu quale consiglio nazionale ebbe la precedenza e riuscì a farsi riconoscere dal governatore e dagli eserciti dell’Intesa. Le rivendicazioni nazionali si basavano poi sulle diverse interpretazioni dei diplomi di Maria Teresa. Per la tesi italiana vedi Attilio Depoli, Fiume XXX ottobre 1918, Li Causi editore, San Giovanni in Persicetto, 1982, pp. 157-265. Per quella croata I. Sučić, Rijeka 1918.-1945, cit., pp. 279-291 e Ferdo Čulinović, Riječka država. Od
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l'enfasi sulle tendenze di sinistra nell'entourage dannunziano107. Purtroppo la maggior parte di questi lavori non concede molto spazio agli attori locali108, men che meno ai socialisti. Un'apposita ricerca su questo periodo, volta a reinterpretare e rileggere la storia cittadina è stata già da tempo avviata da Dominique Kirchner Reill109.
Le due date sono perciò prettamente simboliche, dovrebbero denotare l'inizio e la fine dell'organizzazione socialista in città. Il 1901 è l'anno della costituzione della Confederazione
operaia, cui segue la diffusione di associazioni operaie professionali congiuntesi nelle Sedi Riunite,
mentre il 1921 è segnato dal congresso costitutivo del Partito comunista di Fiume con cui termina il socialismo secondointernazionalista fiumano. Una scelta arbitraria, poiché le origini dell'ideologia socialista potrebbero essere studiate, fonti permettendo, anche per il decennio precedente, mentre la ricostituzione del Partito socialista, da parte di una discreta minoranza, dopo il menzionato congresso110, permetterebbe di estendere l'indagine almeno sino all'annessione della città al Regno d'Italia, se non addirittura fino alla fine del secondo conflitto mondiale111. In tutti e due i casi si tratta però di esperienze ancora più minoritarie della stessa organizzazione socialista qui studiata. In effetti, eccetto la circoscritta esperienza della prima Confederazione operaia del 1890, abbiamo pochissime informazioni sui socialisti prima del 1901, e ancora più scarse per l’organizzazione socialista dopo il 1921. Invece, le posizioni dei socialisti dalla fine del 1918 al 1921 sono qui riprese soltanto a scopo di conclusione per dimostrare l'influenza esercitata su di essi dall'autonomismo. La scelta di sostenere l'elevazione della città di Fiume a repubblica indipendente denota certamente la rielaborazione, da un punto di vista classista, delle istanze autonomiste. Questa rielaborazione non è però solo il frutto di una soluzione contingente al senso di spaesamento dovuto alla scomparsa della secolare sovranità asburgica. La repubblica è anche l'espressione conclusiva del rapporto ambiguo instaurato dai socialisti con le istituzioni e i personaggi della società dominante del corpus separatum lungo tutto il periodo di sovranità ungarica. Proprio l'instaurarsi di questo rapporto ambiguo è l'oggetto principale di questa ricerca.
107 Michael A. Ledeen, D'Annunzio a Fiume, Laterza, Roma, Bari, 1975; Raoul Pupo e Fabio Todero (a cura di), Fiume,
D'Annunzio e la crisi dello stato liberale in Italia, Istituto Regionale per la storia del Movimento di Liberazione,
Trieste, 2010; Claudia Salaris, Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume, il Mulino, Bologna, 2002.
108 Un'eccezione è il lavoro di Parlato, basato sulle fonti presenti nell'Archivio D'Annunziano. Giuseppe Parlato, Mezzo
secolo di Fiume. Economia, società a Fiume nella prima metà del Novecento, Cantagalli, Siena, 2009.
109 Il titolo provvisorio della ricerca di Dominique Kirncher Reill, che dovrebbe portare alla pubblicazione di una monografia, è Rebel City: Fiume's Challenge to Wilson's Europe. Non consta che sino ad ora la studiosa abbia pubbicato qualcosa sull'argomento. Rimando alla pagina personale della studiosa http://dominiquereill.com/ [Ultimo accesso il 23.02.2017]
110 La ricostituzione del Partito socialista di Fiume, in L. Giuricin e M. Sobolevski, Il Partito comunista di Fiume, cit.,
Volume II, pp. 82-89.
111 Antonio Luksich, sulla cui attendibilità ci siamo già espressi, menziona la presenza dei socialisti all'interno del CLN di Fiume. A. Luksich-Jamini, Fiume nella Resistenza e nella lotta per la difesa dell'Unità italiana (1943-1947), in "Fiume", numero 3-4, luglio-dicembre 1955, pp. 156-157.
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Sebbene le due date non siano legate a importanti avvenimenti della storia austro-ungarica o internazionale, hanno una rilevanza nello studio degli eventi della politica locale. Nel 1901 furono tenute le prime elezioni comunali del corpus separatum dopo il periodo di commissariamento del Comune avvenuto nel 1898, mentre nel 1921 si tennero le elezioni a suffragio universale maschile e femminile per l'Assemblea Costituente dello Stato Libero di Fiume, sorto con il Trattato di Rapallo. In entrambi i casi vinsero gli autonomisti. Siccome la presente ricerca non mira a essere uno studio delle istituzioni del corpus separatum, su cui, ancora una volta, rimandiamo agli esistenti studi di Karpowicz e di Klinger, l'intero arco cronologico dell'esistenza dello stesso non è qui preso in considerazione. Queste due date rappresentano invece, sempre simbolicamente, l'inizio e la fine dell'egemonia autonomista nel controllo delle istituzioni fiumane e nel riuscito tentativo di impegnare politicamente e pubblicamente parte della popolazione nella difesa dell'autonomia. Proprio l'ascesa e l'analisi delle modalità della divulgazione della concezione autonomista sono l'altro nodo tematico intorno a cui ruota l'oggetto di questo lavoro.
Riguardo alle scelte linguistiche, credo opportuno, soprattutto per il lettore italiano, fare alcuni chiarimenti. I nomi delle località dell'Impero austro-ungarico sono riportati nella forma italiana quando questa esiste ed era all'epoca comunemente utilizzata, mentre negli altri casi utilizzo il nome con cui la località è più comunemente nota112. Questa scelta lessicale non denota, da parte dell'autore, l'appropriazione delle località a un gruppo nazionale o il riconoscimento dell'esclusività culturale, italiana come nel caso di Fiume, a scapito di altri gruppi culturali e/o nazionali. Trattasi di una scelta puramente stilistica. Faccio inoltre una distinzione tra il termine ungherese e magiaro. Siccome tutti i cittadini fiumani che avevano la pertinenza (residenza legale) fiumana, indipendentemente dalla loro affiliazione a gruppi nazionali, erano anche cittadini ungheresi, per designare persone provenienti dal resto dell'Ungheria e che probabilmente erano etnicamente ungheresi, impiego il termine di magiari. Una distinzione più pratica che teorica, per marcare la differenza tra individui di solito recentemente giunti sulle coste dell’Adriatico. Dall'altro lato, data la frequente assenza di documentazione prodotta in prima persona e in mancanza di altre prove che possano convalidare la scelta di individui di schierarsi con uno o più gruppi nazionali, preferisco considerare la popolazione piuttosto come parlanti, ad esempio, l'italiano piuttosto che italiani. Nel paragrafo dedicato all'analisi della composizione nazionale della città, mi soffermerò più dettagliatamente sulla questione.
Nel caso specifico della città di Fiume è ovvio che Rijeka, nella forma arcaica Rika/Rieka, sia il corrispettivo croato per indicare la medesima città. L'odierna città di Fiume non corrisponde
112 Per esempio, l'attuale Ilirska Bistrica (Slovenia) era all'epoca nota come Feistritz o più precisamente Illirische Feistritz. Nel ventennio fascista fu rinominata Villa del Nevoso, ma prima non aveva un nome ufficiale italiano anche se veniva pure designata come Bisterza. Zagreb sarà nel testo ovviamente Zagabria.
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però completamente, per estensione geografica e composizione demografica, alla Fiume d'inizio Novecento. Per questo motivo, nell'ambiente degli esuli, anche per marcare la scomparsa della maggioranza della popolazione di lingua italiana, è utilizzato il nome in croato. Da questo punto di vista Fiume non sarebbe la Rijeka del giorno d'oggi. Per quanto concerne il punto di vista storico, è più rilevante contestualizzare il territorio del corpus separatum, oggetto del presente studio. Questa zona non è da confondersi con il limitrofo borgo di Sušak, parte dell'amministrazione della Croazia-Slavonia, e la zona di Zamet, parte della provincia austriaca dell'Istria, oggi ambo due sobborghi della città di Fiume. Durante l'epoca dualista, non addentrandoci nelle parti boschive meno abitate a nord, il corpus separatum era delimitato a occidente dall'attuale stadio di Cantrida, zona del cantiere, mentre a oriente dal Delta, isolotto artificiale per lo scalo di legnami costruito sulla foce della Fiumara. Con il Patto di Roma del 1924 avvenne la prima estensione del territorio cittadino a occidente affinché ci fosse una congiunzione territoriale tra Fiume e il resto dell'Istria già parte del Regno d'Italia dal 1920. In seguito al Trattato di Pace di Parigi del 1947, invece, avvenne la fusione di Fiume con Sušak, questa elevata al rango di città nel 1919, “cancellando per secoli il confine artificiale qui posto”113. Questi confini, sino alla fine della Monarchia e l'avvento di due stati nazionali sulle sponde della Fiumara, demarcavano zone amministrative, ed erano molto più porosi di quanto non lo fossero dopo il 1924. Non bisogna dunque trasportare anacronisticamente la tensione nazionale successiva alla Prima guerra mondiale al periodo asburgico. Certamente, Sušak era stata pensata come la controparte croata della Fiume dominata dall'élite italofona, tanto che ci fu una proposta di rinominarla Nova Rieka114. Per la maggior parte degli abitanti, però, la vita economica e sociale passava quotidianamente attraverso un confine che solo più tardi assunse una forma molto più marcata di frontiera di due stati-nazione115. Nel contesto asburgico, va ricordato, l'Istria austriaca, la Fiume corpus separatum e la Sušak croato-slavone, con le loro differenze, erano pur sempre parte di una più ampia realtà se non definibile con il termine statale sicuramente accomunabile dalla figura di un'unico sovrano.
Anche questa tesi, nei limiti di uno studio sull'affermazione dell'autonomismo, lo sviluppo dell'associazionismo operaio e soprattutto sui socialisti e la loro posizione nella società del corpus
separatum, dovrebbe decostruire le narrazioni delle storiografie nazionali.
113 "Na ovom historijskom mjestu zbrisana je za vjekove granica koja je tu umjetno bila postavljena..." Dal discorso di Josip Broz Tito tenuto il 25 ottobre 1946, oggi parte di una lapide commemorativa posta sul luogo del vecchio confine tra Fiume e Sušak. La lapide è un ulteriore esempio del problema della memoria pubblica in un contesto nazionalmente e politicamente molto complesso. Su questo problema rimando allo studio di Marco Abram, Integrating Rijeka into
Socialist Yugoslavia: the Politics of National Identity and the New City's Image (1947-1955), in "Nationalities Papers",
in press.
114 W. Klinger, Negotiating, cit., p. 111. In modo particolare sulla storia istituzionale della città di Sušak, Željko Bartulović, Sušak 1919.-1947.: državnopravni položaj grada, Adamić, Državni Arhiv Rijeka, 2004.
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