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I luoghi di lavoro e le condizioni di lavoro

Capitolo III. Il mondo dei lavoratori fiumani

3.2 I luoghi di lavoro e le condizioni di lavoro

Per dimostrare lo sviluppo dell'industria cittadina e il conseguente peso della componente operaia sono stati sempre citati i sei maggiori stabilimenti fiumani. Dall'altro lato, le condizioni di lavoro degli operai e i loro salari non sono mai stati oggetto di approfondita analisi. Cerchiamo allora di mettere in risalto le condizioni in questi stabilimenti.

In ordine cronologico, il primo tra i sei maggiori stabilimenti fu la cartiera, le cui origini datano al 1821 per iniziativa del mercante fiumano Adamich17. Questi cedette poco dopo la proprietà all'inglese Walter Crafton Smith a cui si aggiunse come socio in affari il commerciante Charles Meynier e dal 1829 la cartiera prese il nome di Smith & Meynier. I due modernizzarono l'impianto, aumentarono il giro d'affari, riuscendo a esportare il prodotto in diversi paesi stranieri. Lo stabilimento della cartiera era inizialmente situato sulla sponda sinistra della Fiumara, ma gradualmente si estese anche alla sponda destra. Ciò significava che dopo il Compromesso ungaro-croato le parti della fabbrica si trovarono fisicamente sotto due diverse amministrazioni. Dal punto di vista legale però i proprietari si iscrissero solamente alla Camera d'industria fiumana facendo della cartiera, de facto situata sulle due sponde del fiume collegate da un ponte, de iure una fabbrica del corpus separatum. Per lungo tempo amministrata principalmente dalla famiglia Meynier, la fabbrica divenne una società in azioni nel 1903 passando poi in proprietà all'Ungarische Papier

A.G.

Per quanto riguarda il personale dello stabilimento, verso la fine degli anni trenta dell'Ottocento gli impiegati ammontavano a trecento, aumentando a seicento dopo il Compromesso. L'epidemia di colera, le inondazioni dello stabilimento e il cambiamento del materiale di produzione causarono lungo l'Ottocento oscillazioni del personale. Stando ai rapporti mandati alla Camera di Commercio ed industria, nel 1899 alla Cartiera operavano trecentosessanta lavoratori, scesi l'anno dopo a duecentoventi causa una nuova inondazione, risaliti gradualmente a trecentosessanta nel 1904 e diventati cinquecento nel 1907. Nei questionari mandati alla Camera il personale era suddiviso per genere ed età (uomini, donne, ragazzi e ragazze) senza specificare le loro mansioni. Il personale femminile era sempre più numeroso di quello maschile18. Stando alla

17 Le tre monografie riguardanti la cartiera non affrontano le condizioni degli operai: Smith & Meynier tvornica papira

d.d. na Sušaku u prvom stoljeću svog opstanka /Smith & Meynier papeterie S.A. Sušak, Yugoslavie, Zaklada tiskare

Narodnih novina u Zagrebu; Danilo Klen, Tvornica papira Rijeka, Athesiarduck, Bolzano, 1971 e Mladen Grgurić,

Tvornica papira Rijeka, Muzej grada Rijeke, Rijeka, 2007, pp. 7-20.

18 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Dati statistici per gli anni 1898-1903, Busta 199, Questionari della Cartiera, Atto senza numero, 13 marzo 1899; N. 27/1902; N.123/1904; N. 100/1904. Dati statistici per gli anni 1904-1909, Busta 200, Atti N.119, 1905; N.134, 1906; N. 136, 1907; N. 205, 1908; N. 561, 1909. Dati statistici per l'anno 1910, Busta 201, Senza numero, La Cartiera alla Camera di Commercio, 22 marzo 1911, Busta 201.Per il 1910 sarà specificato il numero di 450 operai e di 45 impiegati.

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prima monografia riguardante lo stabilimento, generazioni di intere famiglie, originari dai paesini limitrofi del territorio sotto amministrazione croata, trovarono qui lavoro19. Riguardo le condizioni dei lavoratori, ci sono notizie della creazione di un fondo pensioni per gli operai nel 1877 e dell'iniziativa della realizzazione di una casa di riposo per gli impiegati infermi. Non è però chiaro quanti operai e quali categorie abbiano potuto usufruire di queste prerogative. Nelle tre citate monografie e nello studio sul movimento sindacale a Fiume, non viene concesso molto spazio alle condizioni degli operai. La Karpowicz si limita a osservare che gli operai della cartiera parteciparono allo sciopero generale del 1906 riuscendo a ottenere un aumento dello salario. Per il resto, l'autrice afferma che le condizioni di lavoro erano particolarmente difficili causa la loro disorganizzazione20.

Tentiamo di aggiungere qualche dettaglio a questa descrizione. Dai dati presentati nei questionari per la premiazione di operai da lungo operanti in uno stabilimento o esercenti un'industria, risulta che nel 1908 un operaio addetto alle centrifughe, con quarantasei anni di esperienza, era pagato 2,4 corone al giorno. Invece un lavorante falegname, con quarantatré anni di impiego, nel 1906 percepiva 20 corone a settimana. Anche il questionario della polizia sulla partecipazione degli operai della cartiera nello sciopero generale del 1906 conferma un salario medio di 2 corone giornaliere. Il questionario specificava inoltre che il lavoro festivo era retribuito come quello nei giorni feriali21. Ritornando ai questionari dei premi operai, è evidente come con il passare degli anni i salari migliorarono per gli uomini, meno per le donne. Un'operaia con quarantadue anni di esperienza era pagata 2 corone al giorno nel 1912, mentre nello stesso anno un operaio, con simile esperienza lavorativa, poteva guadagnare tra le 2,8 o 3 corone al giorno. Vi erano poi anche casi di operai, sempre con analoga esperienza, pagati giornalmente 4 corone nel 1910. Le paghe aumentavano per gli operai con incarichi più elevati, un sorvegliante di officina nel 1912 guadagnava 5 corone al giorno, tuttavia i salari erano molto più bassi rispetto alle medie di altri stabilimenti locali22. Stando a un rapporto sulle condizioni sanitarie della Cartiera di fine Ottocento, citato in un'opera divulgativa del periodo comunista jugoslavo, queste erano deplorevoli.

19 Smith & Meynier, cit., p. 9. Le localita menzionate sono Orehovica, Pašac, Trsat, Svilno e Grobnik, le famiglie invece: Bellen, Čabrijan, Dobrila, Fučak, Host, Kučić, Kukanić, Linić, Matković, Mizulinić, Pilepić, Šarinić, Senjan, Šestan, Superina, Svečko, Lenac, Sabljić, Bakarčić, Štiglić e Šikić.

20 LJ. Karpowicz i M. Sobolevski, Sindikalni pokret, cit., p. 71.

21 DARi-7, Regio Governo, Atti generali, Anno 1906, busta 284, I-2-417, N. 17887 P.S., Sezione di Polizia al Governatore, Fiume, 27 novembre 1906. Allegato 5. Paradossalmente la ditta era registrata a Fiume, gli operai a Sušak. Il menzionato questionario si riferiva perciò soltanto a una minoranza di operai impiegati a Fiume (qurantadue).

22 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Minute, Busta 216, N. 1755, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1906, vedi Ubaldi Raffaele. Busta, 218, N. 2001, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1908, vedi Zezelic Francesco. Busta 220, N. 2133, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1910, vedi Cargonja Giacomo e Zvecko Giorgio. Busta 222, N. 6636, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1912, vedi Cekada Andrea, Dorcich Giovanni, Grohovac Nicolò e Sestan Maria.

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Le operaie erano afflitte da malattie respiratorie23, mentre l'orario di lavoro, in base a un regolamento del 1911, era di 10 ore per gli operai comuni e di 12 ore per i lavoranti occupati ai macchinari continuamente accesi24. Il primo dei sei maggiori stabilimenti fiumani può dunque essere considerato uno dei peggiori per condizioni economiche e igieniche per i lavoratori.

La Manifattura tabacchi aprì i battenti nel 1851 nell'edificio dell'ex zuccherificio e smise di funzionare con la Seconda guerra mondiale25. La fabbrica era di proprietà statale e non esiste un'opera monografica riguardante questo stabilimento, nonostante fosse una delle fabbriche con personale più numeroso26. Riguardo le condizioni economiche del personale, come nel caso della cartiera, la monografia sul movimento sindacalista registrava soltanto alcune interruzioni del lavoro nello stabilimento e la partecipazione delle operaie allo sciopero generale del 190627. Un'incredibile trascuratezza, visto che uno dei primi scioperi in città fu condotto nel 1885 proprio dalle operaie della Manifattura28. Grazie a questo breve sciopero di fine Ottocento le operaie addette alla produzione delle sigarette riuscirono a impedire alla direzione la progettata diminuzione del salario29. Spostandoci invece all'inizio del Novecento, in base ai rapporti mandati alla Camera di commercio, alla Manifattura erano impiegate, tra il 1899 e il 1909, tra le duemila e le duemiladuecento persone. Come risulta dalle puntualizzazioni nei questionari per gli anni dal 1906 al 1908, quasi tutta la forza lavoro era femminile. Così nel 1908, accanto a trentatré impiegati e sottoimpiegati, un portinaio e centosettantacinque operai lavoravano millenovecento e trentasei operaie30. Dalle statistiche relative alla premiazione degli operai, desumiamo che nel 1912 il salario giornaliero delle operaie era di 2 corone ossia oscillava tra le 17 e 19 corone a settimana nel 1913 e 1914. Bisogna precisare che si trattava di operaie con più di quarant'anni di esperienza lavorativa. Inoltre, il salario di 19 corone settimanali era piuttosto prerogativa delle capo operaie31. Secondo la

23 Antun Giron i Petar Strčić, NOB i socijalistička revolucija, čitanka iz zavičajne povijesti Rijeke i riječkog područja, Školska knjiga, Zagreb, 1975, pp. 17-18.

24 DARi-52, Magistrato Civico, Pubblica Sicurezza, Anno 1911, Busta 88, Regolamento di fabbrica della prima regia priv. Cartriera fiumana società anonima di Fiume.

25 Saša Dmitrović, Mala povijest duhana u Rijeci, in "Sušačka revija", broj. 18/19, 1997, pp. 63-71. 26 D. Klen, Povijest Rijeke, cit., pp. 223-224 e 259.

27 LJ. Karpowicz i M. Sobolevski, Sindikalni pokret, cit., p. 71. 28 M. Sobolevski, Rijeka i riječko područje, cit., p. 109.

29 DARi, DO-48, Prijepisi i sažetci iz tiska o radničkom pokretu, Busta 38, Catella per l'anno 1885, Štrajk proizvođačica cigara, iz "La Bilancia", 7 i 8.VII.1885.

30 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Dati statistici per gli anni 1898-1903, Busta 199, Questionari della Manifattura tabacchi, Atti N.632/1900, N.668/1901, N.559/1903, N.164/1902, N.238/1904. Dati statistici per gli anni 1904-1909, Busta 200, Questionario Manifattura tabacchi, Atti N. 119/1905, N.132/1906; N.382/1907; N. 108/1908; N. 230/ 1909. Dati statistici per l'anno 1910, Busta 201, N. 260/1911.

31 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Minute, Busta 222, N. 6636, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1912, vedi Milinović Filipa, Letcovich Ermina, Vecerina Antonia, Fermo Caterina, Perich Margherita, Iskra nata Car Maria. Busta 223, N. 5824, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1913, vedi Iskra nata Car Maria, Cuculić Elena, Gradis Lodovica, Dujmić FrancescaVičević Francesca, Ferlan Giovanna, Benardelli nata Simicich Giovanna, Sirola nata Kamera Giuseppa, Stavigna nata Bacich Maria, Starcich nata Mujo Eugenia, Daneo nata Stefan Giovanna e Busta 225, N. 2285, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai

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testimonianza di un'operaia, raccolta all'inizio degli anni Sessanta del Novecento, assunta nella Manifattura da quattordicenne, il lavoro si divideva tra garzoni, operaie qualificate e capo operaie32. Quindici operaie lavoravano intorno a due tavoli, sotto la supervisione delle cape, in trecentottanta per sala. In seguito a dei malumori per una riorganizzazione del lavoro, nel 1905, "La Voce del Popolo" descriveva una sala cappette e apprendiamo così che nelle sale erano presenti anche dei "maestri" ossia dei supervisori33. Ritornando alla testimonianza dell'anziana operaia, le condizioni di lavoro erano descritte come difficili, si lavorava in un ambiente pieno di polvere di tabacco con fumi di nicotina, mentre le paghe erano molto basse e andavano a cottimo. In base ai questionari sullo sciopero del febbraio 1906, le milleduecento "cottimiste" produttrici di sigarette avevano la paga media di 40 centesimi, aumentata a 43 per mille cappette34. Senza citare delle fonti al riguardo, Dmitrović invece sostiene che le condizioni delle tabacchine erano invidiabili: controlli medici, congedo di malattia pagato e diritto ad avere una pensione dopo i 15 anni di lavoro35. La descrizione della Manifattura di uno degli esponenti della Confederazione operaia nel 1901 era invece più consimile alla testimonianza dell'operaia Širola. Secondo questo socialista, nella fabbrica tabacchi venivano ammesse al lavoro giovani ragazze di 11-12 anni che causa l'odore nocivo del tabacco non riuscivano a svilupparsi fisicamente e rimanevano perciò fisicamente deboli e fragili36.

In ogni caso, a differenza degli operai della Cartiera, secondo la testimonianza dell'operaia Širola, all'inizio del Novecento le tabacchine erano sindacalmente organizzate. Anzi, la Širola ricordava come dirigente sindacalista del periodo asburgico Maria Tomée, madre del partigiano Ladislao37. Contrariamente a questa descrizione, nel 1910 un'operaia della manifattura lamentava al settimanale socialista fiumano la mancanza di organizzazione tra le tabacchine, descriveva le difficili condizioni lavorative, nonché deplorava il trattamento e le offese subite dai maestri. Il direttore era risparmiato dalle critiche in quanto egli "conosce bene come trattare le operaie"38. Come durante l'interruzione del lavoro nel maggio 1905, l'intermediazione del direttore tra maestri e operaie si dimostrava alquanto importante. Dall'altro lato, durante la sua breve esistenza "Il Lavoratore" di Fiume continuava a incitare le operaie a organizzarsi39, anzi le criticava per essere

premi ministeriali da 100 cor. pro 1914, vedi Dujmić Francesca e Daneo nata Stefan Giovanna.

32 Muzej Grada Rijeke, F1/217, Sijećanja na rad u tvornici duhana drugarice Širola Marije starice od 70 godina. 33 Malumori alla fabbrica tabacchi-Piccolo sciopero, in "La Voce del Popolo", 23 maggio 1905, p. 2.

34 DARi-7, Regio Governo, Atti generali, Anno 1906, busta 284, I-2-417, busta 284, N. 13254/P.S., La Sezione di Pubblica Sicurezza al Governatore, Fiume, 9 ottobre 1906, Allegato 1.

35 S. Dmitrović, Mala povijest duhana, cit., p. 70.

36 DARi-7, Regio Governo, Atti generali, Anno 1902, Busta 196, Rapporto di Loibelserg alla Sezione di Polizia, 28 agosto e 3 settembre 1901.

37 Membro del battaglione Rijeka-Kastav, ucciso nel 1944. Giacomo Scotti e Luciano Giuricin, Crvena zvijezda na

kapi nam sja, Međuopćinski odbor SUBNOR-a, Rijeka, 1979, p. 18.

38 Prepotenze e soprusi alla Manifattura tabacchi, in "Il Lavoratore", 9 aprile 1910, p. 3. 39 Cinquant'anni di lavoro. Che cosa avrei detto..., in "Il Lavoratore", 22 ottobre 1910, p. 3.

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troppo legate ai padri cappuccini40. Indipendentemente dalle simpatie politiche, le tabacchine rappresentavano la maggior parte del lavoro femminile in città ed entrarono nell’immaginario collettivo. Uno dei settimanali più diffusi fu intitolato "La Tabacchina", mentre Son tabachina era una delle citate canzoni vincitrici del concorso del Circolo letterario. Le numerose operaie della manifattura erano dunque oggetto di approppriazione simbolica sia da parte autonomista che socialista41.

Sicuramente l'industria fiumana più conosciuta fu il Silurificio. Sulle fondamenta dello Stabilimento Tecnico di Fiume, nato per iniziativa di imprenditori locali nel 1857, nacque la fabbrica torpedini. Il giovane direttore tecnico del menzionato stabilimento, l'inglese Robert Whithead, con Giovanni Luppis ideò qui nel 1866 il siluro, e rilevò lo stabilimento per fondare nel 1875 la Fabbrica Torpedini. Inizialmente nel Silurificio furono impiegati proprio i lavoratori dell'ex stabilimento tecnico fiumano. Con gli anni il personale impiegato crebbe, ma fu relativamente fluttuante nel Novecento. Secondo i questionari mandati alla Camera d'industria, dalle oltre settecento persone impiegate ad inizio secolo, nel 1901 si passò a cinquecento e venti operai scesi ulteriormente a trecentocinquanta nel 1903. Da quella data il personale impiegato continuò a crescere, raggiunse presto i settecento impiegati d'inizio secolo per poi oltrepassarli fermandosi su circa ottocento operai nel 191042. Secondo Cattaruzza questi salirono poi a 1500 negli anni tra il 1911 e 191443. Ritornando invece al questionario, in questo era sempre specificato che la cifra comprendeva anche i braccianti44 ossia i lavoratori manovali, probabilmente non stabilmente impiegati nello Stabilimento. Gli operai qualificati per il metodo specifico di produzione del siluro, da renderlo quasi una produzione manifatturiera, erano però molto stimati. Non mancheranno delle lamentele nel 1911 per la mancanza di una giovane generazione "d'intelligenti ed attivi operai e capi-officina"45, ma questo in una fase in cui la proprietà e la direzione dello stabilimento iniziarono a cambiare.

Riguardo ai salari, l'andamento delle paghe degli operai del Silurificio è facilmente

40 Una morta di fame, in "Il Lavoratore", 18 marzo 1911, p. 3.

41 Le canzoni riguardanti le tabacchine fiumane sono attualmente oggetto di ricerca. Diana Grgurić i Ania Škrobonja,

Riječke tabacchine i sartine u popularnoj glazbi (sažetak), in Julija Lozzi-Barković (glavna urednica), VI. Međunarodna konferencija o industrijskoj baštini. Čovjek i industrija, Pro Torpedo, Rijeka, 2016, pp. 363-364.

42 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Dati statistici per gli anni 1898-1903, Busta 199, Questionari della Ditta Whitehead, Atti N. 764/1899, N.192/1901, N.143/1902, N.124/1903, N. 99/1904, Dati statistici per gli anni 1904-1909, Busta 200, Questionario Ditta Whitehead, Atti N. 93/1905; N. 106/1906, N.121/1907; N.133/1908; N. 208/1909; N. 538/ 1910. Dati statistici per l'anno 1910, Busta 201, N. 251/1911.

43 M. Casali e M. Cattaruzza, Sotto i mari del mondo, cit., p. 113. Per la sintesi sul Silurificio, se non indicato diversamente, mi baso largamente su questo studio.

44 Il termine “bracciante” nel contesto fiumano indica un lavoratore non qualificato che può svolgere diverse mansioni. Con questo termine erano in primo luogo designati i lavoratori del porto occupati a scaricare e caricare le merci dalle navi, ma il termine poteva estendersi anche ad altri operai non specializzati. In ogni caso, non sono da confondere con i salariati agricoli che in italiano vengono indicati generalmente come braccianti.

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studiabile grazie alla presenza di almeno un operaio per anno della più volte citata premiazione. Così, nell'arco dei nove anni comparvero ben quindici operai impiegati al Silurificio, alcuni anche più volte46. Sappiamo dunque che le paghe a giornata nel 1907 erano intorno alle 4 corone, crebbero a 4,5 nel 1910, raggiungendo 5 corone o addirittura superandole nel 1913 e 1914. Gli operai candidati alla premiazione erano perlopiù tornitori meccanici, ma anche meccanici, calderai e carpentieri con più di venti o trenta anni di esperienza nel settore. Le cifre differiscono rispetto a quelle menzionate da Cattaruzza: paga media di 6 corone nel 1908 e paga media di 7 corone giornaliere nel 191347. Dalle liste di candidazione è pure ravvisabile una differenza di salario con il controllore meccanico che già nel 1910 guadagnava 6,3 corone giornaliere rispetto alle 4,5 corone di un tornitore o calderaio. Non è molto chiara la ragione della divergenza tra i salari riportati nelle

candidazioni e quelli rilevati dall'ufficio di polizia, citati appunto dalla Cattaruzza. In ogni caso, pur

riducendo il salario medio percepito dagli operai del Silurificio questo rimane pur sempre elevato rispetto agli altri operai. Infatti, durante l'attività del silurificio fu registrato soltanto uno sciopero causato dalla richiesta di aumento del salario, precisamente nel 1900. In secondo luogo, le condizioni degli operai del Silurificio erano tra le migliori in città per una serie di fattori. Verso la fine degli anni Ottanta dell'Ottocento vicino allo stabilimento industriale fu eretto un quartiere apposito per i lavoratori, otto case con giardino per circa 48 famiglie, seguito da altre due case edificate sempre nello stesso periodo48. Il quartiere fu presto adibito con un forno per la panificazione, con l'inizio del Novecento si aggiunse una sala di ricreazione e nel primo anno di guerra vi trovò posto pure una macelleria49. Gli operai addetti negli altri stabilimenti non godettero

46 DARi-172, Camera di commercio ed Industria, Minute, Busta 215, N. 1622/1905, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1905, vedi Francesco Astulfoni; Busta 216, N. 1755/1906, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1906, vedi Gaetano Polessi e Giuseppe Carlevaris; Busta 217, N. 1689/1907, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1907, vedi Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch e Giuseppe Carlevaris; Busta 218, N. 2001/1908, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1908, vedi Giorgio Lobisch, Giuseppe Carlevaris, Francesco Giuseppe Host e Giovanni Ansel; Busta 219, N. 1880/1909, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1909,vedi Gaetano Polessi; Busta 220, N. 2133/1910, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1910, vedi Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch, Antonio fu Andrea Superina, Giuseppe Lobisch, Giuseppe Carlevaris, Francesco Giuseppe Host, Antonio Verbaz, Francesco Lenaz e Antonio Ricci; Busta 221, N. 2208/1911, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1911, vedi Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch, Antonio fu Andrea Superina, Giuseppe Carlevaris, Antonio Verbaz e Antonio Ricci; Busta 222, N. 6636/1912, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1912, vedi Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch, Antonio fu Andrea Superina, Giuseppe Carlevaris e Antonio Verbaz. Busta 223, N. 5824/1913, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1913, vedi Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch, Antonio fu Andrea Superina, Giuseppe Carlevaris, Antonio Verbaz e Giuseppe Pillepich. Busta 225, N. 2285/1914, Tabella di qualifiche dei concorrenti ai premi ministeriali da 100 cor. pro 1914, Gaetano Polessi, Giorgio Lobisch, Antonio fu Andrea Superina, Giuseppe Carlevaris, Antonio Verbaz, Giuseppe Pillepich, Lorenzo Gerbaz e Mariano Mayer.

47 A. Casali e M. Cattaruzza, Sotto i mari, cit., p. 114-115.

48 Daina Glavočić, Stambena arhitektura, in Arhitektura historicizma u Rijeci, pp. 150-154 e Daina Glavočić, Radnička

naselja u Rijeci od kraja 19. stoljeća do Prvog Svjetskog rata, in Palinić, Nana, Rotim Malvić, Jasna i Đekić, Velid

(urednici), V. Međunarodna konferencija o industrijskoj baštini, Rijeka 25.-26 svibnja 2012., Zbornik radova, Pro Torpedo Rijeka, 2014., pp. 800-802.

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di un trattamento analogo. Certamente non tutti gli impiegati del Silurificio poterono vivere nelle case edificate da Whitehead, ma diversi poterono beneficiare del fondo pensioni istituito dalla fabbrica50. Oltre a ricevere la concessione di festeggiare il Primo maggio con una giornata libera già dal 1890, abbiamo notizia di balli organizzati dagli operai anziani51 e di raccolta di somme di denaro per gli operai meno fortunati52. Perciò gli operai qualificati della fabbrica torpedini erano sicuramente al vertice di un'immaginata piramide degli operai fiumani. L'effetto di questi privilegi creò un forte attaccamento degli operai nei confronti dei proprietari dello stabilimento. Al ritorno da