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La stampa socialista fiumana

CAPITOLO IV. L’affermazione del movimento socialista

4.7 La stampa socialista fiumana

La tematica della stampa socialista locale non ha riscontrato molto interesse scientifico, in genere gli autori si sono limitati a enumerare, anche erroneamente, le testate socialiste pubblicate a Fiume372. La mancanza di copie conservate non agevola lo studio, ma la ricerca su diverse fonti può fornire utili dettagli intorno alla vicende e le figure coinvolte nella realizzazione dei settimanali socialisti.

Il primo giornale socialista a essere stato stampato a Fiume fu la "Libera parola" di cui non risulta essere stata conservata alcuna copia. I giornali locali, verso la fine di gennaio 1904, diedero notizia della prossima uscita di un settimanale organo socialista, a cura del Circolo di Studi sociali o di un gruppo di operai, che doveva occuparsi degli interessi della classe operaia373. Il primo numero uscì il 13 febbraio 1904 ed è la documentazione del fondo del governatorato a fornici qualche dato in più. Stando al rapporto del podestà al governatore di Fiume, alcuni operai fondarono una società in azioni per la pubblicazione di un periodico settimanale con lo scopo di promuovere e tutelare gli interessi economici della classe lavoratrice. La rivista era stampata nella tipografia di Pietro Battara, come redattore responsabile veniva indicato Antonio Iskra ed era da considerarsi settimanale di indole economica, dunque non soggetto al versamento della cauzione per gli stampati di tipo politico. A inizio marzo, Pietro Stupicich, a nome del comitato editore della rivista, comunicava la sostituzione del redattore responsabile con Edoardo Cozzi. La rivista smise poi di uscire, così che fu nuovamente Pietro Stupicich a comunicare la ripresa della pubblicazione in occasione del Primo maggio 1904, sempre a cura del Cozzi374. Le ragioni della sospensione della pubblicazione, secondo un comunicato del comitato editore, apparso sui giornali locali, sembrano essere state "principalmente di tipo tecnico-tipografico"; il comitato nutriva fiducia di trovare un'altra tipografia per continuare la pubblicazione del giornale375. Il comitato non riuscì però a mantenere la promessa e la "Libera parola", apparsa il Primo maggio dello stesso anno, fu un

372 Dinko Foretić, Pregled socijalističke štampe u Dalmaciji, Istri i Rijeci do 1919, in “Radovi. Razdio historije arheologije i historije umjetnosti”, Godina 10, Svezak 10, Sveučilište u Zagrebu, Filozofski fakultet Zadar, 1971/1972, Zadar, 1972, pp. 169-198 menziona il "Socialista", V. Oštrić, Istra, Rijeka, Hrvatsko primorje i Gorski kotar u

radničkom socijalističkom pokretu (od njegovih početaka u XIX st. do utemljenja komunističkog pokreta, in AA.VV., Savez komunista Jugoslavije. Istra, Hrvatsko primorje, Gorski kotar 1919.-1979., Centar za historiju radničkog pokreta

i NOR Istre, Hrvatskog primorja i Gorskog kotara, Rijeka, 1980, pp. 13-27 menziona il medesimo e "Il Lavoratore", lo stesso autore aggiunge "La Gioventù socialista" nel ID, Socijalistički omladinski pokret u Istri, Hrvatskom primorju i

Gorskom kotaru do 1914. godine (teze o istraživanju), in "Dometi", broj 7-8-9, Rijeka, 1986, pp. 5-11, mentre "La

Libera parola" appare per la prima volta nella monografia cittadina del 1988, D. Klen (uredio), Povijest Rijeke, cit., 268. 373 La libera parola, in "La Bilancia", 26 gennaio, 1904, p. 3. Nuovo periodico, "Il Popolo", 26 gennaio 1904, p. 2 e La

libera parola, in "La Voce del Popolo", p. 2; Un organo socialista, in "La Bilancia", 9 febbraio 1904, p. 2

374 DARi-7, Regio Governo, Atti generali, Anno 1904, Busta 234, I-3-355, Sajtóügyek, Pratica 768, 1276 e 2233, A "libera parola" czimű ujsag.

375 Comunicato del comitato operaio-editore della "Libera Parola", in "Il Popolo", 12 marzo 1904, p. 3 e "La Voce del Popolo", 12 marzo 1904, p. 3.

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numero unico straordinario, scritto dalle migliori, più valenti, penne socialiste italiane376.

Senza alcuna copia conservata, riesce difficile dare un giudizio sui contenuti del settimanale. Il quotidiano degli autonomisti lo descriveva in questi termini: "Il suo primo numero si presenta molto bene ed anzi ispira una sincera simpatia, e ciò tanto per la forma elegante e gradita, quanto per la varietà e la ricchezza degli articoli tra i quali un brillante studio dell'illustre Niceforo sulla delinquenza a mezzo della stampa. Il programma del giornale è lodevolmente sobrio ed oltre ai noti e ben accetti postulati del partito socialista, accentua la necessità di caldeggiare, di sostenere e di difendere la nostra avita autonomia municipale"377, mentre "La Bilancia" si limitava a definirlo organo del partito socialista che tratta le questioni sociali dal punto di vista generale e locale378. Dal commento di un lettore, apparso su "Il Popolo", sembra che, nel numero di marzo, apparve un articolo relativo all'organizzazione dei festeggiamenti del Primo maggio379.

Un settimanale non si stampò più fino all'anno seguente, ma già verso la fine dell'anno "Il Popolo" informava della programmata pubblicazione, per il primo trimestre del 1905, di un giornale socialista bilingue, italiano e croato, dedicato all'educazione delle masse lavoratrici, redatto esclusivamente dagli operai380. Nonostante ciò, il progetto si realizzò soltanto con l'arrivo a Fiume del tipografo Girolamo Dorbic (Jerko Dorbić)381. Trasferitosi a Fiume da pochi mesi, ad aprile Dorbic comunicava alle autorità di iniziare a pubblicare, dal 15 aprile 1905, il periodico apolitico "Il Socialista", in sostituzione della cessata "Libera parola", in lingua italiana e croata. La rivista doveva essere un settimanale, uscire ogni sabato e trattare la questione sociale con speciale riguardo alle questioni economiche. Come luogo di stampa veniva indicata la tipografia Vadász e Caravanich e il Dorbic vi fungeva da editore e responsabile, per essere sostituito il 5 maggio da Antonio Iskra382. La pubblicazione non durò a lungo, uscirono soltanto due numeri, perché il Dorbic fu espulso da Fiume il 18 aprile temendo che potesse provocare disordini per il Primo maggio383. Gli articoli del giornale, secondo la polizia, erano di tenore più anarchico che socialista,

376 Per la festa del primo maggio, in "Il Popolo", 25 aprile 1904, p. 2 e Numero straordinario, in "Il Popolo", 30 aprile 1904, p. 2.

377 La "Libera Parola", in "La Voce del Popolo", 17 febbraio, p.2 ? 378 "La libera parola", in "La Bilancia", 15 aprile 1904, p. 2. 379 Per la festa del 1.o maggio, in "Il Popolo", 11 marzo 1904, p. 3.

380 Nuovo giornale socialista a Fiume, in "Il Popolo", 28 dicembre 1904, p.1.

381 Jerko Dorbić (Sebenico, 1880-1960), politico giornalista e pubblicista. Dall'inizio Novecento sino allo scoppio della Prima guerra mondiale partecipa al movimento socialdemocratico italiano e jugoslavo della parte adriatica della Cisleitania, rivestendo il ruolo di segretario del partito socialdemocratico della Dalmazia. Svolge attiva opera di propaganda socialista, fonda e cura "Il Proletario" di Pola e altri giornali socialisti. Durante la Grande guerra vive in Svizzera, ritornato in patria non partecipa più al movimento operaio. Pubblicò due libri, uno sulla persecuzione degli ebrei: Zašto se progone Jevreji?, Split-Zagreb, 1939 e un altro sulla sua esperienza nel campo di concentramento a Banjica: Živi lješevi u kući smrti u Bajnici, Beograd, 1945. Vlado Oštrić, Dorbić Jerko, in Trpimir Macan (glavni urednik), Hrvatski biografski leksikon, Svezak 3, Č-Đ, Leksikografski zavod Miroslav Krleža, Zagreb, 1993, p. 520. 382 DARi-22, Magistrato civico, Anno 1885, G13, "Socialista", Notificazione di Dorbić Girolamo al Magistrato civico, Fiume, 13 aprile 1905 e Istanza di Antonio Iscra al Magistrato civico, Fiume, 3 maggio 1905.

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e Dorbic veniva descritto come pericoloso agitatore appartenente al partito socialista rivoluzionario. Le autorità, dai dati ricevuti dal Capitanato distrettuale di Spalato, lo qualificavano come organizzatore e sobillatore, con precedenti penali, intento, tramite l'ideologia socialista, a procacciarsi facili mezzi di sussistenza. Come scrive la Cattaruzza, una figura di avventuriero che scelse la socialdemocrazia per fare fortuna e un pittoresco capopolo più che un disciplinato militante384. Pure nel caso di questo stampato socialista, non risulta siano state conservate delle copie. Questa volta però "Il Socialista", a differenza della "Libera Parola", fu oggetto di aspra critica in prima pagina da parte del giornale autonomista385. L'accusa maggiore rivolta al "Socialista" era, a livello di forma, il bilinguismo, in primo luogo il posto d'onore dato alla lingua croata nella testata, mentre a livello di contenuto il giornale socialista veniva espressamente etichettato quale "organo di propaganda del croatismo camuffato da socialista". Riguardo al contenuto teorico socialista, gli autonomisti descrivevano gli articoli come testi copiati dai manuali di propaganda, mentre il Dorbic "sputava" frasacce stereotipate imparate pappagallescamente da opuscoli da pochi soldi. Insomma, le persone dietro alla rivista erano propagandisti di croatismo mascherato di socialismo e libellisti prodotti da altri paesi. Il giudizio ostile degli autonomisti era determinato dall'atteggiamento del "Socialista", che si proponeva di demolire il giornale autonomista sulla questione del suffragio universale. In una dichiarazione, pubblicata su "La Voce del Popolo" il giorno dopo l'aspra critica al "Socialista", Riccardo Zanella respinse l'accusa dei socialisti di aver negato la propria firma ad una petizione a favore del suffragio universale da mandare al Parlamento386. A quanto pare, era stata questa accusa ad aver generato forte animosità nei confronti dei socialisti, giungendosi da parte de "La Voce del Popolo" a salutare positivamente l’espulsione del Dorbic e il conseguente ritorno all'ordine della leale e onesta classe lavoratrice fiumana387. Nonostante la menzionata comunicazione all'autorità competente di un nuovo responsabile del giornale, dopo l'espulsione di Dobric, non è chiaro quanti numeri furono ancora pubblicati; "Il Popolo" menzionava un numero unico del giornale dedicato al Primo maggio388 e informava, qualche settimana dopo, della mancata uscita del periodico socialista per sopravvenuti impedimenti tecnici, ma rassicurava la pubblicazione dello stesso per la settimana seguente389. In ogni caso, il "Socialista" smise le sue pubblicazioni e il movimento socialista fiumano rimase per

comandante delle guardie di P.S. alla Sezione di Pubblica Sicurezza, Fiume, 17 aprile 1905 e DARi-7, Regio Governo, Atti generali, Anno 1905, Busta 256, I-3-355, Pratiche 1787, 1878, 2045, Governatore al Ministro dell'Interno, A "Socialista" czimű ujsag.

384 M. Cattaruzza, Socialismo adriatico, cit., pp. 56-57 e 94-95.

385 Un demolitore!? in "La Voce del Popolo", Fiume, 17 aprile 1905, p. 1-2. 386 Una dichiarazione, in "La Voce del Popolo", Fiume, 18 aprile 1905, p. 2.

387 Il redattore del "Socialista" sfrattato, in "La Voce del Popolo", 19 aprile 1905, p. 2. 388 Per il Primo maggio, in "Il Popolo", 27 aprile 1905, p. 2.

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lungo periodo senza uno strumento di propaganda politica, eccetto per un opuscolo pubblicato per il Primo maggio 1908390.

A livello logistico è interessante qui notare le tipografie che si presero il compito di stampare i settimanali socialisti. Nella tipografia Battara, che pubblicò la "Libera parola", si stamparono diverse riviste, ma soprattutto libri per conto dei cappuccini fiumani e giornali ad essi vicini come "Il faro del Quarnero" e "Naša Gospa Lurdska"391. Lo strano accostamento dei socialisti con la tipografia Battara potrebbe aver avuto origine dal rapporto intercorso tra l'allora figura prominente del socialismo fiumano, Pietro Stupicich, e il proprietario della tipografia, Pietro Battara. Appunto lo Stupicich, prima di diventare segretario della Cassa Distrettuale fiumana, era stato redattore del settimanale e poi quotidiano "La Varietà", stampato nella tipografia del Battara, nonché tipografo della stessa. Inoltre, i due condividevano le stesse origini dalmate essendo nati nel distretto politico di Zara392. Siccome in passato il Battara aveva stampato "L'Operajo", e la "Libera parola", secondo la descrizione pervenutaci, non si presentava come un giornale radicale, i socialisti, grazie alle conoscenze di Stupicich, figura oramai di un certo rilievo nella società fiumana, divenuto a poche settimane dalla stampa della "Libera parola" consigliere municipale, si rivolsero alla sua tipografia. Invece, la tipografia in cui veniva stampato il "Socialista" era di proprietà dei due menzionati Vadász e Caravanich393. Edoardo Vadász (Fiume, 1873 - 1919) e Antonio Caravanich (Zara, 1879 - Milano, 1940) erano soci fondatori della Società dei tipografi fiumani, rivestendo pure l'incarico di direttori (membri della direzione), rispettivamente il primo nel 1902 e il secondo nel 1903394, ma furono anche membri della disciolta Confederazione

operaia395. Ritroviamo i due pure tra i membri del Comitato per l'organizzazione dei festeggiamenti del Primo maggio 1903396 e quindi non sorprende la loro disponibilità ad ospitare il giornale di un movimento a cui erano, perlomeno in questi anni, vicini.

Sfuggono invece le dinamiche che portarono alla sospensione dei due stampati. Forse non solo motivi ideologici, discordanza di vedute tra i proprietari delle tipografie, ma anche economici, spinsero un movimento non ancora ben organizzato ad abbandonare la propaganda tramite stampato a uscita regolare. In ogni caso, i primi tentativi di creare un giornale socialista proprio

390 DARi-398, Muzej Hrvatskog primorja Trsat, Comunicato del Partito Socialista Intenazionale al Magistrato civico, 29 aprile 1908.

391 Irvin Lukežić, Riječki bibliopolis, in, ID, Liburnijski torzo, Libellus, Rijeka, 1999, pp. 140-141.

392 Gianfranco Miksa, I giornali italiani a Fiume dal 1813 al 1945. Analisi e linee di sviluppo, Tesi di dottorato della Scuola dottorale in Scienze umanistiche, Università degli Studi di Trieste, Anno accademico 2011/2012, pp. 38-41. 393I. Lukežić, Riječki bibliopolis, cit., p. 145.

394 Sodalizi, Tipografica fiumana (Società), in Guida generale della Dalmazia, Fiume-Sussak e porti orientali del

Quarnero, Gorizia, Istria, Trentino 1902, Ditta editrice Creutz & C, Trieste, 1902, p. 276 e ID, 1903, p. 78.

395 Ines Krota i Ive Zurak, Zapisnici skupština Radničkog saveza za Rijeku i njeno područje 1901. i 1902. godine (II

DIO), in "Vjesnik Historijskog arhiva u Rijeci i Pazinu", Svezak XXIV, Rijeka, 1981, 1264 p. e 308 p.

396 Il primo di maggio-la gran festa operaia, in "La Voce del Popolo", 3 maggio 1903, pp. 1-2 e La festa dei

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denotano una forte debolezza intellettuale e teorica dei socialisti locali. Non sono i contenuti a poter essere giudicati, perché descritti solamente da altri giornali, simpatizzanti e poi antagonisti come "La Voce del Popolo" oppure vicini agli operai come "Il Popolo", ma le figure scelte per la redazione delle riviste.

Il vero curatore della "Libera parola" è difficile da stabilire accuratamente. La mancanza di precedente esperienza di attività giornalistica di Antonio Iskra (Fiume, 1860 - 1929), di professione pittore, lascia pensare a una carica solo formale. Iskra fu tra i fondatori della Confederazione

operaia, era considerato personaggio di rilievo del movimento socialista, ma anche dal necrologio,

pubblicato negli anni del regime fascista, non traspare una particolare propensione verso l'attività pubblica, oltre all'enfatizzato patriottismo397. Le medesime considerazioni valgono per l'altro personaggio menzionato. Edoardo Cozzi ricopriva compiti burocratici nella Cooperativa di consumo, era primo segretario del Circolo di Studi sociali, aveva probabilmente un maggiore grado d'istruzione rispetto all'Iskra, tuttavia non sembra abbia svolto attività prettamente politica. Emergerebbe perciò nuovamente la centralità di Stupicich, già editore de "La Varietà" e corrispondente di diversi giornali di lingua italiana. Non va dimenticato che lo Stupicich in quel periodo era presidente del Circolo di Studi sociali, conferenziere per lo stesso, oratore ai comizi del Primo maggio e detentore di una voluminosa raccolta di libri socialisti.

Per Girolamo Dorbic è abbastanza chiaro che sia stato lui l'effettivo curatore della rivista perché svolse tale compito in altre riviste socialiste e il "Socialista" non era altro che la continuazione della stessa rivista da lui edita a Trieste, il cui ultimo numero risaliva al settembre del 1904398. La scelta del Dorbic è sicuramente sintomo di una mancanza di militanti all'interno del movimento in grado di dirigere un giornale e sembrerebbe anche indicare la scelta di un orientamento più radicale rispetto alla prima rivista. Non è nemmeno da escludere che la scelta del Dorbic sia stata fatta semplicemente per mancanza di fondi e difficoltà a far venire a Fiume altri candidati. D’altronde, sia "Il Proletario" che "Il Lavoratore" ebbero come editori persone importate da fuori, nello specifico dal Regno d'Italia, ma a differenza dei fiumani, potevano contare su un'organizzazione di partito consolidatasi in precedenza, su un maggiore numero di militanti anche grazie a un più vasto bacino d'utenza (l'intera Istria, per quanto poco industrializzata, e la metropoli

397 Decessi, in "La Vedetta d'Italia", 24 novembre 1929, p. 2. Anzi l’Iskra fu pure internato dal governo ungherese per la sua italianità. A. Prodam, Gli Argonauti del Carnaro, cit., p. 344.

398 Del "Socialista. Glasilo dalmatinskih radnika - Organo degli operai dalmati" quindicinale, sono conservati alla Biblioteca Civica Attilio Hortis a Trieste ventuno numeri, dal 4 giugno 1903 al 1 settembre 1904, con una notevole interruzione nell'ultimo anno dovuta alla censura. Dorbic non appare come redattore o editore responsabile, ma come principale collaboratore (glavni suradnik) solo dal numero 7. Tuttavia, secondo Foretić il suo ruolo nella rivista era stato decisivo fin dai primi numeri. Sul "Socialista" vedi Dinko Foretić, Pregled socijalističke štampe u Dalmaciji, Istri i

Rijeci do 1919, pp. 177- 179. I primi cinque numeri del giornale iniziarono a essere stampati ancora nel 1889 a Zara per

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Trieste) dunque su più fondi del partito e conseguentemente scegliere candidati migliori. Il mancato livello di organizzazione non giustifica però la mancanza di un candidato locale, da ascriversi piuttosto alla mancanza di conoscenze teoriche e adeguato livello d'istruzione dei socialisti fiumani, la cui maggioranza, analogamente al resto del Regno d'Ungheria, era composta da ex operai autodidatti399.

Dopo quasi un lustro di stasi, la propaganda socialista cittadina raggiunse il suo apice con "Il Lavoratore". Il primo numero uscì il 18 dicembre 1909 e le pubblicazioni proseguirono settimanalmente sino alla fine del 1911 quando "Il Lavoratore" divenne bisettimanale uscendo fino al 25 maggio 1912. La redazione della rivista fu affidata a Giovanni Dazzi, agente privato, nato a Venezia nel 1885. La polizia italiana descriveva il Dazzi come persona di discreta intelligenza, con un corredo di cognizioni sociali e cultura generale bastanti per tenere conferenze. A Venezia frequentava le società socialiste, ma anche quelle degli anarchici, ed era membro della parte sindacalista del partito socialista italiano. Stando alle medesima fonte, compì nel 1904 un giro di propaganda nelle campagne venete, mentre dal maggio al settembre 1906 viaggiò in Istria. Dal novembre 1907 sino al febbraio 1909 fu direttore de "Il Secolo nuovo", quindi lasciò il posto di lavoro per ragioni economiche per partire alla volta di Empoli dove fu nominato segretario della locale Camera del Lavoro e del periodico "La Vita Nuova". Chiamato ad assumere la carica di direttore de "Il Lavoratore", diede le dimissioni e giunse a Fiume all'inizio di dicembre per rimanervi sino al giorno precedente la dichiarazione di guerra del Regno d'Italia all'Austria-Ungheria400. Alla polizia sfuggiva però un particolare importante: il soggiorno di propaganda istriano del Dazzi era collegato con la sua collaborazione con i socialisti di quella provincia. Infatti, nell'ultimo numero de "La Terra d'Istria" apparve un comunicato di Giovanni Dazzi che, prima di partire per l'Italia, ringraziava i compagni per l'affetto dimostratogli401. Anche se non lo rivestiva ufficialmente, il Dazzi ricopriva il ruolo di editore del giornale socialista istriano, come risulta dalle notizie da "Il Lavoratore" di Trieste402. Sorte analoga era capitata a Gino Piva, incaricato della direzione de "Il Proletario", poi "Terra d'Istria", dal dicembre 1903 al gennaio 1906, il cui nome non compariva come editore o redattore responsabile403. I contatti dei socialisti fiumani con l'Istria e il ruolo ricoperto dal Dazzi all'interno del movimento socialista istriano contribuiscono a spiegare

399 Leo Valiani, La rivoluzione proletaria in Ungheria nel 1918-19, in ID, Scritti di storia. Movimento socialista e

democrazia, SugarCo, Milano, 1983, p. 500.

400 Casellario politico centrale, fascicolo di Dazzi Giovanni, Riservata della Prefettura di Venezia, 31 ottobre 1907 e successive note scritte a mano.

401 Communicato di Giovanni Dazzi senza titolo, in "La Terra d'Istria", 28 giugno 1907, p. 1.

402 Giovanni Dazzi è menzionato come redattore de "La Terra d'Istria" in Dalle provincie, Fiume, in "Il Lavoratore", Trieste, 6 dicembre 1906, p. 3 e Rovigno, in "Il Lavoratore", Trieste, 29 dicembre 1906, p. 3.

403 Diego Redivo, Gino Piva. Un socialista nelle terre redente della Venezia Giulia, in "Atti", Volume XXVI, Centro di ricerche storiche - Rovigno, 1996, p. 438.

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come mai questo socialista veneziano fosse giunto a Fiume. Siccome non esistevano dei legami strutturati tra i socialisti fiumani e il Partito socialista italiano, i militanti socialisti qui giunti erano quelli che circolavano nell'ambiente socialista asburgico di lingua italiana, un ambiente dove i legami con i militanti del PSI erano consolidati404.

In ogni caso, il nominativo di Giovanni Dazzi appare per la prima volta nei giornali fiumani durante la celebrazione del Primo maggio 1905, come oratore in lingua italiana405. Nell'occasione, Dazzi doveva essersi dimostrato abile nell'arte retorica, visto che fu invitato a parlare anche negli anni seguenti sino al 1908, per divenire, l'anno dopo, redattore del giornale socialista fiumano.

Come nel caso del "La Terra d'Istria", Dazzi non ricopriva ufficialmente il ruolo di redattore, ma il suo compito era di dominio pubblico per i socialisti, sia "Il Lavoratore" di Trieste