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Capitolo III. Il mondo dei lavoratori fiumani

3.4 L'associazionismo operaio

La prima associazione degli operai fiumani risale immediatamente all'attuazione del Compromesso austro-ungarico. Nell'estate del 1869, in un modesto quartiere cittadino, una cinquantina di persone si riunì per inaugurare la Società degli Artieri con lo scopo di favorire il progresso morale, intellettuale e artistico degli stessi155. Come risulta dalla citata relazione del primo anno di attività, il fine della società era in primo luogo offrire fogli professionali e artistici ai soci nonché istituire una

153 Su questo tema vedi Susan Zimmermann, Divide, Provide and Rule. An Intengrative History of Poverty Policy,

Social Policy, and Social Reform in Hungary under the Habsburg Monarchy, CEU Press, Budapest-New York, 2011.

154 Il comune di Fiume aveva delle prerogativa analoghe a quelle austriache descritte da King per il periodo 1870-1914 come "Golden Age of Municipal Self Government", in Jeremy King, The Municipal and the National in the Bohemian

Lands, 1848-1918, in "Austrian History Yearbook", Vol. 42, 2011, pp. 89-109.

155 Rapporto della Società degli Artieri rassegnato al congresso generale tenutosi il dì 18 dicembre 1870, Stabilimento Tipo-litografico, Fiume, 1870, in SVKRi, Flum. Misc. A. 342.

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biblioteca sociale e creare una banda musicale. In secondo luogo, l'associazione decise di funzionare anche come società di mutuo soccorso. Il mutuo soccorso non fu limitato ai soli artieri soci del sodalizio bensì esteso a tutti gli artieri, operai e giornalieri che pagassero regolarmente una quota. L'apertura verso i non soci non riuscì però a riscontrare molto successo tra quest'ultimi che preferirono affidarsi alla carità pubblica gestita dal comune.

A differenza del muto soccorso, l'attività d'intrattenimento divenne una costante nei primi decenni di vita del sodalizio. Feste da ballo, trattenimenti drammatici e musicali furono organizzati lungo gli anni Settanta dell'Ottocento. Furono tenute lezioni di vario contenuto da diversi professori e medici fiumani, fu inaugurata una scuola serale in italiano per gli analfabeti e un corso di lingua tedesca156. Gli Artieri ebbero legami con le società consimili adriatiche, parteciparono all'inaugurazione delle bandiere sociali delle società operaie di Pola e di Trieste, e ricevettero pure l'invito a una celebrazione dalla società operaia torinese. Indipendentemente dalle relazioni con l'associazionismo operaio italiano e austriaco di lingua italiana, gli Artieri erano soprattutto parte del tessuto cittadino. I trattenimenti erano organizzati alla Filarmonico-Drammatica e al Teatro Comunale a cui prendevano parte il podestà di Fiume nonché il governatore e la sua consorte. Nei locali sociali degli Artieri era esposto un quadro di Robert Whitehead, donato dagli operai del silurificio soci del sodalizio, e lo stesso industriale inglese era socio onorario della società. Non a caso, nel primo anno di attività, furono percepite elevate donazioni per la cassa sociale proprio dal Whitehead e dalla Rappresentanza municipale. Oltre a essere di utilità per i soci, la Società degli

Artieri divenne veramente "di lustro e decoro alla città della quale ci vantiamo d'essere non indegni

figli". Ad esempio, la banda civica nacque dalla banda degli artieri. Non bisogna nemmeno trascurare questo dettaglio; la direzione della Società decise di trasferire i festeggiamenti del primo anno di attività al 15 giugno, giornata del patrono cittadino157. La Società era considerata un'interlocutrice dalle autorità locali e governative riguardo alle questioni economiche e culturali della classe lavoratrice158. Oltre al localpatriottismo, un altro punto importante da sottolineare è la fedeltà asburgica manifestata dalla società. In occasione dell'arrivo a Fiume di Francesco Giuseppe e del principe Rodolfo, gli Artieri vi presero parte con la bandiera sociale. Addirittura una deputazione della Società, guidata dal presidente Mohovich, fu ricevuta dall'Imperatore e re, che rivolse alcune parole d'occasione ai convenuti159. La società organizzò pure un trattenimento per

156 Effemeridi della Società degli Artieri in Fiume, in "L'Artiere", 1 gennaio, p. 3; 15 gennaio, p. 2; 1 marzo, p. 3; 15 marzo, p. 2; 1 maggio, p. 2 e 1 luglio 1887, p. 2.

157 Biblioteca Istituto Feltrinelli Milano, Società di mutuo soccorso degli Arteri in Fiume, Mezzo secolo di attività

sociale. Relazione presentata dal segretario Ignazio Milcenich al congresso generale convocato per commemorare il

cinquantesimo anniversario della fondazione della Società degli Artieri, Stabilimento tipo-litografico di Emidio Mohovich, Fiume, 1919, pp. 5-6.

158 Ibidem, p. 8.

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raccogliere fondi per i militi fiumani richiamati alle armi durante la crisi bosniaca, ulteriore manifestazione dell'attaccamento alla compagine statale160. Non certamente sintomi di irredentismo furono il posto d'onore conferito agli Artieri alla festa del quarantesimo anniversario dell'istituzione del Casino patriottico e il viaggio organizzato dalla società per visitare la mostra del Millennio della fondazione del Regno ungherese a Budapest nel 1896161. La Società degli Artieri si profilava perciò come un'istituzione di rilievo all'interno della, per quanto poco sviluppata, società civile locale.

Questa considerazioni possono essere avvalorate anche dall'impostazione dell'organo ufficiale della società. Dalla fine del 1886 sino al novembre 1887 la Società pubblicò un quindicinale "L'Artiere", sotto la direzione del tipografo Giuseppe Lengo (Zara, 1846 - Fiume, 1918)162. Furono pubblicati sicuramente ventitré numeri163, solo parzialmente conservati164, che aiutano a comprendere le posizioni degli Artieri. Queste si possono riassumere in un semplice motto: difendere gli interessi della città e della classe operaia fiumana. Ciò significava criticare l'ideologia socialista e i socialisti come esaltati165, propendere per la mediazione nelle vertenze tra capitale e lavoro166, avere fiducia nel progresso dell'umanità e della scienza167 e prendere parte alla vita politica locale per scegliere "il Consiglio patrio per tutelare i diritti e gli interessi vostri e della vostra cara patria."168. Il patriottismo non si limitava però a Fiume, bensì era esteso al legame con la nazione ungherese. "L'Artiere" emise forti critiche nei confronti della Rappresentanza municipale per non aver mandato un rappresentante a Budapest alla cerimonia del monumento "innalzato dalla nazione a Francesco Deák, all'esimio patriota."169. Non mancarono però alcune interessanti contraddizioni come la critica al patronato richiesto dalla società degli addetti del Commercio alla moglie del podestà di Fiume: "Vi pare, che per una città come la nostra, che per costumi e lingua è italiana, dunque democratica (la nazione italica appartiene alla democrazia e per istinti e per istituzioni) sia bella cosa seguire l'andazzo che spira dal nord, di inchinarsi continuamente e di ardere incensi alla potenza dei titoli e della posizione sociale?"170.

160 Sulla questione della lealtà asburgica e la bibliografia di riferimento si veda Laurence Cole and Daniel L. Unowsky,

Introducion, in ID (edited by), The Limits of Loyalty. Imperial symbol, popular allegiances, and state patriotism in the late Habsburg Empire, Beghahn books, Oxford-New York, 2007, pp. 1-10.

161 Mezzo secolo di attività sociale, cit., p. 12 e 14. 162 I. Lukežić, Književnopovijesne vedute, cit., pp. 68-69. 163 Miroslava Despot, Pokušaj bibliografije, cit., pp. 613-614.

164 La Biblioteca universitaria di Fiume possiede i numeri dal 1 gennaio (in pessime condizioni) al 1 novembre 1887, escluso il numero del 1 febbraio (Collocazione 30.A/1-8). Una copia dell'edizione del 15 maggio è conservata anche ad Amsterdam presso la biblioteca dell'International Institute of Social History. Non mi risulta ci siano altre copie conservate.

165 Socialismo e comunismo, in "L'Artiere", 1 marzo, 15 marzo, 1 aprile e 15 aprile 1887, pp. 1-2. 166 Alle madri, in "L'Artiere", 15 febbraio 1887, pp. 1-2.

167 Su questo si veda la rubrica Noterelle scientifiche, presente in quasi ogni numero della rivista. 168 Due parole prima delle elezioni municipali, in "L'Artiere", 15 ottobre 1887, p. 3.

169 Rappresentanza civica, in "L'Artiere", 1 ottobre 1887, p. 3. 170 Crescit eundo, in "L'Artiere", 15 febbraio 1887, p. 3.

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Nonostante questa manifestazione di simpatie repubblicane, l'associazionismo operaio fiumano non si discostava per forme e per contenuti da quello esistente nel resto della Monarchia. Nemmeno la devozione verso la città, declinata come patria, prodotto del sistema asburgico dove i municipi divennero il primario referente sociale e politico per la popolazione171, era qualcosa di specificamente fiumano. La peculiarità emergerà quando l'autonomismo inizierà a "nazionalizzare" ossia conferire un'etichetta nazionale a questi contenuti. In quel momento il mutualismo operaio fiumano, luogo di formazione e di socializzazione anche per i futuri socialisti, diverrà da agente di integrazione civica, agente di nazionalizzazione.

In ogni caso, i contenuti de "L'Artiere" e le iniziative della società stridono con l'interpretazione comunista jugoslava172. Per Cazi lo sviluppo del movimento operaio a Fiume era iniziato da posizioni socialiste, mentre la stampa locale appoggiava gli elementi e le tendenze interne al movimento con lo scopo di legarlo alla borghesia liberale173. Questa lettura, alquanto anacronistica, non menziona il lealismo asburgico o l'inserimento degli operai all'interno della società del corpus separatum. Klinger invece ha formulato un'interessante ipotesi sulle posizioni politiche degli Artieri: questi rappresentavano il gruppo democratico (kossuthiano) capeggiato da Gaspare Matcovich174. Certamente gli artieri, artigiani e operai qualificati, sono stati coinvolti negli avvenimenti politici precedenti la (re)incorporazione di Fiume all'Ungheria, ma la Società degli

Artieri non era legata a un'unica fazione politica lungo tutta la sua esistenza. Gli Artieri erano nati,

data l'estrazione sociale dei soci, come "prima associazione democratica del paese" in opposizione all'aristocratico Casino patriottico175. Con l'andar del tempo si legarono però al gruppo politico dominante in città, in caso contrario non troverebbe spiegazione la carica di socio onorario conferita a Luigi Peretti, esponente del partito avverso al gruppo democratico176.

Tuttavia, è interessante notare come qualche mese dopo la prima riunione degli Artieri si registrasse in città uno sciopero dei calzolai, fabbri e falegnami177. Evidentemente la richiesta alla Rappresentanza di attivarsi per ridurre l'orario di lavoro e aumentare i salari di queste categorie era collegata con la nascita di un'organizzazione operaia. Infatti, un anno dopo, la stessa direzione del

171 La parte ungarica della Monarchia è leggermente diversa, ma Fiume per le sue peculiarità rassomiglia da questo punto di vista alla Cisleitania. Jeremy King, The Municipal and the National in the Bohemian Lands, 1848-1914, "Austrian History Yearbook", vol. 42, 2011, pp. 89-109 e Gary Cohen, Nationalists Politics and the Dynamics of State

and Civil Society in the Habsbrug Monarchy, "Central European History", vol. 40, 2007, pp. 241-278.

172 M. Sobolevski, Rijeka i riječko područje, cit, p. 106 e Lj. Karpowicz e M. Sobolevski, Sindikalni pokret, cit., p. 29 dedicano pochissimo spazio agli Artieri.

173 Radnička društva na Rijeci, in J. Cazi, Prva radnička društva u Hrvatskoj, pp. 268-275. 174 W. Klinger, Negotiating the Nation, cit., pp. 59; 66; 77 e 95.

175 Mezzo secolo di attività, cit., p. 2 e 12. Citazione da pagina 12.

176 S. Samani, Peretti de Luigi, in ID, Dizionario biografico, cit., pp. 114-115; I. Lukežić, Autentični fjumanski

Batman, in ID, Riječke glose, cit., pp. 209-213.

177 Josip Cazi, Prva radnička društva u Hrvatskoj. Samostalni ekonomski i politički istupi (1860-1880), Savez sindikata jugoslavije - Republičko vijeće za Hrvatsku, Zagreb, 1950, pp. 183-186.

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sodalizio si adoperò con l'autorità municipale per regolare l'orario di lavoro. Nonostante questi piccoli progressi, un corrispondente anonimo del "Radnički prijatelj"178, oltre a lamentarsi della mancata ricezione di questo giornale bilingue croato-tedesco da parte dei fiumani, descriveva la città come mancante di elementi progressisti e dell'unità tra lavoratori di disparate nazionalità179. L'esistenza di un problema nazionale è il prodotto dell'immaginario di un corrispondente croato nazionalmente cosciente, dal suo punto di vista Fiume era stata ingiustamente staccata dalla madrepatria. Dal punto di vista politico fiumano, la città e i suoi abitanti dovevano essere pubblicamente italofoni e perciò l'associazionismo, anche operaio, si sviluppava in conformità a tale postulato. Le animosità nazionali non erano altro che il prodotto di proiezioni diametralmente opposte sul passato, presente e futuro di quella città. La mancanza di forze progressiste era invece il sintomo della differenza fondamentale tra la Società degli Artieri e le altre società simili sorte in Croazia-Slavonia e lungo la costa dell'Adriatico orientale. Negli anni Settanta dell'Ottocento fu fondata a Ragusa (Dubrovnik) l'Associazione operaja del progresso per iniziativa degli autonomisti dalmati. L'attività di questo sodalizio presto si esaurì per essere sostituita dalla Società operaja ragusea fondata dai narodnjaci, detentori del potere locale. Ai vertici della società ci furono poi altre modifiche, con conseguente scissione, dettate dai cambiamenti politici locali180. Nello stesso periodo nacquero in altre parti della provincia austriaca della Dalmazia società operaie, divise tra autonomisti e narodnjaci come a Spalato, oppure controllate dagli autonomisti come a Zara181. Nell'alto Adriatico, limitandoci a Pola e Trieste, furono fondate nel 1869 la Società operaia polese e la Società operaia triestina sotto l'influenza dei futuri liberalnazionali182. In Croazia-Slavonia, nello stesso periodo, nasceva l'Esseker Arbeiter-Bildungs Verein o Osječko obrazovno-radničko društvo (società educativa-operaia di Osijek)183, seguita da associazioni operaie a Zagabria e Varaždin184. Queste associazioni, denominate genericamente operaie, non erano precluse agli operai "senza professione" come avveniva a Fiume. Difatti, lo statuto della Società degli Artieri specificava il

178 Era la prima rivista operaia pubblicata in Croazia, a Zagabria, parzialmente in croato e in tedesco. V. Oštrić,

"Radnički prijatelj" - prvi radnički list u Hrvatskoj, in "Putovi Revolucije", godina III, broj 5, 1965, pp. 209-211.

179 Josip Cazi, Prva radnička društva u Hrvatskoj, cit., pp. 82-83.

180 Stjepo Obad, Počeci radničkog pokreta u Dubrovniku, in "Radovi Filozofskog fakulteta u Zadru", br. 4, 1966, pp. 214-221.

181 D. Foretić, Kratak pregled historije radničkog pokreta u Dalmaciji (1871.-1919.), Zadar, 1959, pp. 5-8. Sullo sviluppo del movimento operaio in Dalmazia vedi anche ID, Radnički pokret u Dalmaciji od 1870. do kongresa

ujedinjenja 1919., in "Zbornik Instituta za historiju radničkog pokreta Dalmacije", Split, 1970, pp. 23-70 e ID, Društvene prilike u Dalmaciji pred Prvi svjetski rat s osobitim obzirom na radničku klasu, in "Radovi. Razdio historije,

arheologie i historije umjetnosti" (1) 1960/1961, Sveučilište u Zagrebu, Filozofski fakultet Zadar, Godina 2, Svezak 2, Zadar, 1963, pp. 226-254.

182 Tone Crnobori, Prva radnička društva u Istri, in Aa. Vv., Labinska Republika 1921, Sjevernojadranski institut JAZU, Rijeka, 1972, pp. 42-47.

183 Ive Mažuran, Prvo radničko društvo u Osijeku, in Zdravko Krnić (odgovorni urednik), Materijali naučnog skupa

"Prvo radničko društvo u Jugoslavenskim zemljama-Osijek 1867.", Općinsko vijeće Saveza sindikata Jugoslavije Osijek

i Historijski institut Slavonije, Slavonski Brod, 1969, pp. 45-78. 184 J. Cazi, Radnički pokret Hrvatskoj, cit., pp. 103-107.

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requisito di esercitare un'arte per poterne far parte185. L'associazione fiumana era dunque più esclusivista rispetto alle altre società citate, ma ugualmente vicina al gruppo politico dominante. Limitandoci al numero dei soci, stando a un appunto presente nel fondo del Magistrato civico la Società nei primi due anni di attività ebbe un po' più di trecentotrenta membri saliti a seicentoquaranta l'anno prima dello scoppio della Grande guerra186. Stando al rapporto mandato dalla Società al Magistrato civico nel novembre 1890 la società poteva contare su trecentotré soci187. Le cifre si discostano leggermente da quelle pubblicate nel 1919 per ogni singolo anno di vita del sodalizio, ma non contribuiscono a modificare l'andamento complessivo dei soci188. La Società non rappresentò mai un gruppo numeroso, piuttosto la parte economicamente più agiata dei lavoratori fiumani. Tra i membri annoverava diversi proprietari di piccole o medie industrie locali tra i quali Agostino Gigante, proprietario d'oreficeria, e Matteo Skull, proprietario della menzionata fonderia e fabbrica macchine. La stessa composizione del comitato promotore e le professioni dei nuovi soci aderiti al sodalizio negli anni Ottanta confermano la presenza di piccoli artigiani e professionisti189. A primo presidente dell'associazione e poi presidente onorario fu scelto Emidio Mohovich (Fiume, 1838-1898), proprietario del più importante stabilimento tipografico e redattore de "La Bilancia", da vice presidente fungeva l'orefice Antonio Mihich (Fiume, 1823-1875)190, mentre la carica di segretario era ricoperta da Antonio Chiuzzelin (Zara, 1839 - Fiume, 1904)191 allora tipografo poi futuro proprietario di un'altra tipografia e redattore dell'autonomista "La Voce del Popolo". Al tempo della fondazione del sodalizio il Mohovich era già rappresentante municipale, carica che mantenne per trent'anni, e autore di un'opera patriottica volta a difendere il legame di Fiume con l'Ungheria. Il suo giornale era sostenitore del governo liberale ungherese e il redattore fu fregiato dal titolo di cavaliere della corona ferrea di III classe dall'Imperatore e re Francesco Giuseppe. Il Mohovich era anche fondatore della Società Filarmonico-Drammatica, membro della delegazione municipale al Parlamento ungherese nonché membro della direzione del

185 Statuto della Società di M.S. degli Artieri in Fiume, Stabilimento Tipo-Lit. di Emidio Mohovich, Fiume, 1910, in DARi-22, Magistrato Civico, Anno 1907, F18, Società di mutuo soccorso degli Artieri.

186 DARi-22, Magistrato Civico, Anno 1907, F18, Società di mutuo soccorso degli Artieri, Appunto scritto a mano con le cariche direttive del 1869-70 e 1912-13.

187 DARi-52, Magistrato Civico, Sezione di Pubblica Sicurezza, Busta 3, N.4551/P.S., Società di mutuo soccorso degli Artieri alla Sezione di Pubblica Sicurezza, Fiume, 10 novembre 1890. In allegato elenco dei membri.

188 Quadro sinnotico, in Mezzo secolo di attività, cit., senza numero di pagina.

189 Oltre ai membri della prima direzione, tra i promotori vi furono: Baccich/Bachich Francesco (orefice), Blecich Giuseppe (bottaio), Cante Giuseppe (falegname), Cussar Luigi (fabbro), Ellenz Francesco (orefice), Giacich Nicolò (scalpellino), Giadrich Giuseppe (alberante), Gigante Agostino (orefice), Fletzer Francesco (cappellaio/berrettaio), Karletzky Francesco (tipografo), Lengo Giuseppe (tipografo), Menard Luigi (pittore), Miazzi Giovanni (parucchiere), Peretti Giovanni (meccanico), Pincherle Lazzaro (orologiaio), Schiavon Giuseppe (costruttore navale), Stiglich Pietro (velaio), Wickmayer/Wikmayer Nicolò (tapezziere) e Wild Antonio (calzolaio). L'autore non menziona la professione di Candellari Romualdo e Piccini Roberto, altri due soci fondatori. Mezzo secolo di attività, cit., pp. 3-4.

190 I. Lukežić, Sjaj riječkog zlata, in ID, Riječke glose, cit., p. 98. 191 I. Lukežić, Književnopovijesne vedute, cit., pp. 67-68.

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Casino patriottico192. Sino al 1886 mantenne la carica di presidente degli Artieri. Al Mohovich succedete il Chiuzzelin che ricoprì la posizione sino alla morte avvenuta nel 1904193. Da allora e fino allo scoppio della Grande guerra, la carica di presidente della Società degli Artieri fu ricoperta prima dal proprietario di fonderia e maestro fabbro Matteo Dumicich (Fiume, 1853) e poi da Ermanno Bruss (Fiume, 1855-1918). Mentre non consta che il Chiuzzelin abbia ricoperto cariche politiche, gli altri due furono entrambi consiglieri comunali del partito autonomo. In modo particolare, il Bruss iniziò la carriera politica con l'inizio del Novecento e si distinse nella Rappresentanza municipale quale rappresentante degli operai. Il Dumicich fu invece consigliere comunale dal 1890 fino al 1910. A partire dall'ultima decade dell'Ottocento, nella direzione degli

Artieri furono presenti sia personaggi del movimento autonomo che del movimento socialista, pure

dopo l'affermazione e il consolidarsi del partito socialista194. L'attività principale degli Artieri divenne il mutuo soccorso ma non mancarono diversi trattenimenti, gite e balli sociali come per l'inaugurazione della nuova sede sociale e la festa per il quarantesimo anno di esistenza tenuta al Teatro Comunale195.

L'esigenza di estendere il mutuo soccorso a fasce più ampie del mondo operaio portò alla realizzazione di una nuova associazione, la Società operaia fiumana. All'idea di fondare questa società giunsero nel 1883 Romando Vivant, falegname, e Matteo Dumicich, futuro presidente della Società degli Artieri. Grazie alla collaborazione degli operai del silurificio e di alcuni artieri fu formata una commissione e nel 1884 l'Operaia prese vita196. A primo presidente della società fu scelto Antonio Simonich (Fiume, 1835-1926), produttore di pellicce divenuto qualche anno dopo proprietario della nota fabbrica nella limitrofa Sušak197. Anche le altre cariche erano sempre ricoperte da personaggi di un certo calibro nella vita cittadina, ad esempio a vicepresidente fu scelto l'ingegnere Giuseppe Chierego (Pirano, 1832 - 1901)198. Lo scopo della società era l'unione e la solidarietà degli operai, promuovere il benessere morale e materiale nonché fungere da mutuo soccorso. Come la Società degli Artieri anche l'Operaia divideva i soci in effettivi, onorari e

192 Riječki nakladnik i tiskar Emidio Mohovich, in I. Lukežić, Liburnijski torzo, cit., pp. 80-86. 193 Mezzo secolo di attività, cit., p. 10.

194 Considerando solo l'arco cronologico a partire dal 1890, della direzione fecero parte: Dumicich Francesco (consigliere comunale autonomista), Stupicich Pietro, Werk Andrea poi anche il figlio Augusto, Astulfoni Francesco, Peteani Luigi, Gregorutti Corrado, Sussain Giuseppe (consigliere comunale autonomista), Dalzott Edmondo, Socillo Pietro, Barbis Giuseppe, Ambrosich Franceco, Glavnik Francesco e Sandrini Anselmo.

195 DARi-22, Magistrato civico, Anno 1908, F36, Istanza del comitato dei festeggiamenti della locale Società di mutuo soccorso degli Artieri.

196 I componenti di questa commissione, oltre ai due menzionati operai, erano Luigi Peteani, Emilio Noferi, Michele Colombini, Antonio Vessia (barbiere e parrucchiere), Antonio Sponza, Leonardo Blau e Giovanni Barbieri. "L'operajo", numero straordinario, 1 settembre 1889, p. 2.

197 I. Lukežić, Fluminensia Slovenica, cit., pp. 49-51.

198 La commissione di revisione era ancora formata da E. Burich, Ignazio Dussich (orefice), Annibale Ploech (meccanico alla fabbrica torpedini, poi ingegnere e azionista dello stabilimento), P. Rizzotti e V Vesselitch. "L'operajo", numero straordinario, 1 settembre 1889, pp. 2-3.

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benefattori ma le adesioni erano aperte a tutte le categorie di lavoratori. Gli unici a essere esclusi erano i salariali con diritto di pensione, pensionati dello stato, sacerdoti e militari199. Lo statuto rendeva l'Operaia del tutto simile alle diverse società di mutuo soccorso operanti all'epoca in Ungheria200. L'istituzione della società non era però una prova di diffusione del socialismo, come sostenuto da Antić, e neppure l'organo della società "L'Operaio" può essere qualificato come