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Se la deduzione deve essere logicamente corretta, allora tutte le scelte si pongono al livello della individuazione delle premesse Se le

RAPPRESENTAZIONE E FORMALIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA GIURIDICA

38 Se la deduzione deve essere logicamente corretta, allora tutte le scelte si pongono al livello della individuazione delle premesse Se le

premesse sono solo opinabili, è importante individuarle con precisione in modo che non siano sottratte ad una puntuale valutazione critica.

3*Come argomentazioni basate su premesse implicite. Gli entimemi solo apparentemente rappresentano argomentazioni non deduttive. Infatti, se le premesse implicite fossero esplicitate, l'argomentazione diverrebbe deduttivamente valida.

40Cfr. ad esempio, PECZENIK A., Legai reasoning as a special case of

moral reasoning, c i t ., p. 130, il quale illustra questa prospettiva

muovendo dal concetto di salto. "Un salto da un insieme di premesse 5 ad una conclusione q esiste se e solo se (1) q non segue deduttivamente da S; e (2) non si può espandere o mutare S in modo da ottenere un insieme di premesse SI che soddisfi le seguenti condizioni: (a) la conclusione q segue deduttivamente da SI e (b) SI consiste esclusivamente di premesse determinate, premesse presupposte nella cultura in considerazione e premesse provate. Un salto dall'insieme di premesse 5 alla conclusione q è ragionevole se e solo se e possibile convertire il salto in un'inferenza deduttiva aggiungendo premesse ragionevoli. Le premesse ragionevoli, convertendo un salto morale in un'inferenza logicamente corretta sono spesso giustificabili mediante la ponderazione e il bilanciamento di vari principi morali” .

41Cfr. PERELMAN Ch., Logique juridique. Nouvelle rhetoriquef cit., p. 5, il quale sviluppa la seguente considerazione sulla trasformazione di un'argomentazione in ragionamento deduttivo: "Che cosa abbiamo guadagnato nel trasformare in un sillogismo, che può condurre ad una contraddizione, un'argomentazione non necessaria, ma che permette di

A mio parere è preferibile la prima soluzione, almeno per quanto attiene al ragionamento giuridico. La possibilità di ricondurre una conclusione determinata ad un insieme di premesse sufficienti alla sua deduzione consente di sottoporre la conclusione ad una valutazione puntuale, pone in risalto l'esigenza dell'universalizzabilità del giudizio etico, i valori dell'uguaglianza e della coerenza42.

L'esigenza che le decisioni giuridiche possano essere giustificate deduttivamente a partire da (interpretazioni di) norme valide è un fondamentale requisito del ragionamento giuridico43. Anche se tutto il diritto non è ne sarà mai traducibile in un insieme di assiomi formali, l'esigenza che sia assiomatizzabile il contesto giuridico di ogni decisione determinata è da sempre alla base del lavoro del giurista.

3.3. Relatività delle premesse prescrittive e controllo dei sistemi basati sulla conoscenza giuridica

Tra le premesse del ragionamento giuridico, vi sono non solo proposizioni suscettibili, almeno in linea di principio, di verifica empirica44, ma anche norme, contenuti prescrittivi. Il giurista perviene alla ricostruzione delle premesse prescrittive con procedimenti interpretativi, nei quali aspetti valutativi giocamo un ruolo decisivo. Si tratta di valori talvolta incompatibili, che debbono essere ponderati, alla luce del particolare problema da risolvere, per ottenere premesse dalle quali sia deducibile una soluzione determinata, senza che sia sempre possibile stabilire un gerarchia definitiva tra di essi. Pertanto, spesso le prescrizioni etiche o giuridiche sono espresse come principi, criteri d'azione che non richiedono di essere seguiti incondizionatamente, ma di essere valutati in

giustificare un'opinione plausibile mediante buone ragioni, se non la soddisfazione abbastanza puerile di mostrare che è possibile ricondurre allo stesso schema sillogistico qualsiasi argomento?".

42Le premesse della conclusione di cui si tratta saranno tali da giustificare la stessa soluzione anche in altri casi dello stesso tipo.

43Si tratta della problematica del c.d. sillogismo giudiziale.

44Un'argomentazione deduttiva che conduca a conclusioni prescrittive non può partire solo da premesse descrittive, come si è già osservato. Inoltre, nel diritto, anche le premesse di fatto (apparentemente descrittive), includono spesso elementi valutativi (cfr. WROBLEWSKI J.,

Facta in Law, in Meaning and Truth in <7udicial Dscision, cit., pp. 104-

rapporto con criteri confliggenti per giungere ad una decisione45.

La relatività dei valori sui quali si basano le scelte etico-politiche, e la connessa relatività dei compromessi che di volta in volta si raggiungono tra principi confliggenti, si riflette nella relatività e nei limiti di ogni formalizzazione della conoscenza giuridica:

(a) Una rappresentazione formale del diritto, anche quando consenta di dedurre conclusioni determinate (norme applicabili incondizionatamente ai casi sottoposti al sistema automatico), deve essere suscettibile di continue revisioni e essere oggetto di critica nella stessa misura nella quale sono rivedibili e criticabili le premesse (empiriche e normative) di un qualsiasi sillogismo giuridico. Essa comporta valutazioni e quindi responsabilità soggettive.

(b) Quando l'esigenza di valutare principi confliggenti non si possa soddisfare formulando in astratto regole sufficientemente precise, si può pensare di predisporre strumenti che consentano all'utente di effettuare egli stesso una valutazione razionale delle diverse esigenze implicate nel caso46,

(c) Un controllo continuo ed approfondito è necessario nei confronti dei sistemi automatici che non si assuma solamente il compito di dedurre automaticamente le conclusioni di premesse date, ma possano anche contribuire allo sviluppo di un modello deduttivo di cui ancora non dispone47. In considerazione degli elementi valutativi che sono implicati, ogni conclusione non deduttiva deve essere soggetta ad un controllo da parte di un responsabile. Questo controllo non deve sembrare eccessivamente gravoso. Infatti, in considerazione del principio giuridico di eguaglianza (e

45I1 più recente dibattito filosofico-giuridico ha dedicato notevole attenzione all'opera di Dworkin, il quale ha enfatizzato la distinzione tra regole (rules) e principi (principles), nel senso appena indicato (cfr. DWORKIN R.M., Taking Rights Seriously, Duckworth, London, 1977). Per una ricostruzione della problematica cfr. PATTARO E., Introduzione

al corso di filosofia del diritto. Volume secondo, c i t ., p. 419 ss.

46Cfr., ad esempio, l'interessante sistema presentato in NAGEL STUARD S., Microcomputers and Judicial Predictions, in MARTINO A.A., SOCCI NATALI F., Automated Analysis of Legai Texts, cit., pp. 681-702.

47Qualora la rappresentazione formale del diritto che costituisce la base assiomatica del sistema non comprenda premesse sufficienti a risolvere il caso. Sull'uso di sistemi esperti giuridici nella costruzione di un modello deduttivo, cfr. FIEDLER H., Expert Systems as

a Tool for Drafting Legai Decisions, in MARTINO A.A., SOCCI NATALI F. (a

del principio etico di universalizzabilità), possiamo pensare ai casi che non siano risolubili mediante un'inferenza deduttiva, come ad occasioni nella quali si perviene ad un'integrazione della base di conoscenza (eventualmente suggerita dal sistema stesso) sufficiente a risolvere non solo il caso problematico, ma anche una classe di casi simili48. Le ipotesi nelle quali il sistema non sia in grado di risolvere un caso determinato applicando deduttivamente le conoscenze di cui dispone, risulterebbero quindi anche ipotesi di sviluppo del sistema, di apprendimento (anche se automatizzabile in misura molto limitata, e sottoposto ad un attento controllo).

3.4. Conclusione. Ragionamento giuridico e razionalità dei sistemi informatico-giuridici intelligenti

I sistemi informatico-giuridici intelligenti dispongono fondamentalmente di una razionalità forte nel derivare conclusioni dalle premesse. Il solo limite a riguardo è rappresentato dalla esplosione combinatoria.

In misura molto più limitata possiamo attribuire ad alcuni sistemi anche una razionalità debole nello scoprire premesse (ragionamento per esempi, analogia) o nel derivare conclusioni (metodi euristici). Si è già rilevato che il problema dell'esplosione combinatoria non è cosi pressante nel diritto, almeno per quanto attiene ai sistemi di analisi giuridica. Per questi sistemi non sembra che si ponga il problema di implementare una razionalità debole nella scoperta delle premesse. Il vero problema è quello della costruzione di un modello deduttivo, della scoperta delle premesse.

II giurista non compie solo né prevalentemente operazioni deduttive. Tuttavia ogni decisione giuridica deve essere giustificata in un contesto deduttivo. Non si tratterà dell'intero ordinamento giuridico ma delle premesse della decisione di cui si tratta. Lo sviluppo di una base di conoscenza richiede un maggior sforzo di astrazione, nel senso che occorre individuare un contesto deduttivo sufficiente a fondare la soluzione non solamente di un caso determinato ma di tutte le questioni proponibili nel settore giuridico che si intende affidare al sistema (più

48Abbiamo visto che anche i ragionamenti non deduttivi possono essere resi deduttivi introducendo ulteriori premesse. La giustificazione di un ragionamento non deduttivo può essere ricondotta alla giustificazione esterna di queste premesse aggiuntive. Le premesse aggiuntive possono essere, eventualmente, proposte all'utente dal sistema. Mi sembra assai pericolosa, invece, 1'ipotesi nel quale sia il sistema stesso ad assumere autonomamente premesse nuove, senza espressa autorizzazione.

realisticamente, un insieme significativo di quelle questioni). Si tratterà della assiomatizzazione di un sottosistema, di un settore ristretto dell'ordinamento giuridico.

Se questa assiomatizzazione è possibile, allora anche nel diritto è possibile l'uso "improprio" del metodo deduttivo che caratterizza l'intelligenza artificiale, l'uso del metodo deduttivo per scoprire conclusioni "nuove", per rispondere a domande di cui non si dispone ancora della risposta.

L'esame della razionalità attribuibile ad un sistema automatico consente di ribadire la tesi già illustrata in precedenza: il ragionamento di un sistema basato sulla conoscenza giuridica nella soluzione di un problema determinato deve essere fondamentalmente un ragionamento deduttivo. I problemi da risolvere grazie ad una razionalità debole debbono essere affrontati nel quadro dello sviluppo di un modello deduttivo, della modifica della base di conoscenza del sistema. Anche in questa funzione, tuttavia, è possibile un limitato contributo da parte dello stesso sistema automatico.

4. Interpretazione del diritto e rappresentazione