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RAPPRESENTAZIONE E FORMALIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA GIURIDICA

4. Interpretazione del diritto e rappresentazione della conoscenza

4.4. Il problema dall'interpretazione del fatto

L'esigenza di raggiungere una rappresentazione del diritto sufficientemente precisa da consentire la soluzione di un numero indeterminato di casi futuri, pone un grave problema per quanto attiene alla c.d. interpretazione del fatto. Come abbiamo visto, l'interpretazione del fatto è solo in parte un'operazione descrittiva: nel qualificare un fatto nei termini di una previsione normativa, da un lato si

64Ad esempio, lo scienziato del diritto potrà esaminare, in generale, il problema della liceità dell'uso di strumenti di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, o trattare il problema della liceità del controllo mediante strumenti informatici (si tratta di controllo a distanza?), o considerare casi più specifici, commentando, ad esempio, una sentenza in materia.

problema del rapporto tra teoria del diritto e sistemi informatico- giuridici intelligenti sarà considerato nel par. 8.

riscontrano certe caratteristiche di quel fatto66, dall'altro si completa l'interpretazione della norma, precisandone i contenuti che consentono di sussumere il

fatto nella previsione della norma.

Possiamo pensare a diverse soluzioni per questo problema, nessuna pienamente soddisfacente:

(a) Una prima soluzione consiste nel trasferire completamente sull'utente l'onere della "interpretazione del fatto". Il sistema richiede che l'utente qualifichi i fatti rilevanti direttamente nei termini del linguaggio legislativo, o in una riformulazione che si ponga allo stesso livello d'astrazione del testo legislativo. Ad esempio, supponiamo che la nostra base di conoscenza contenga la regola (estratta dall'art. 2043 cc.):

se "una persona X compie un fatto Y" e,

"11 fatto Y causa un danno D alla persona Z”, e "il danno D è ingiusto", e

allora

"la persona X deve risarcire il danno D alla persona Y".

Supponiamo di proporre un quesito relativo alla vendita di un'elaboratore difettoso, che ha causato la distruzione dei programmi dell'acquirenti.

Se il sistema si limita a porre all'utente domande del tipo:

"il danno (distruxione di archivi informatici) è ingiusto?".

la stessa interpretazione della norma è trasferita sull'utente. Infatti nella preparazione della base di conoscenza ci è limitati alla rappresentazione formale degli aspetti sintattici rilevanti per l'applicazione del calcolo logico usato67, mentre le espressioni non sintattiche, che per il sistema sono sequenze di caratteri arbitrarie, vengono usate per porre domande all'utente68. Si osservi che l'utente, nei casi problematici, può effettuare una corretta

66Talvolta anche la descrizione dei fatti può presentare aspetti valutativi (cfr. WROBLEWSKI J., Facts in Law, c i t . ) .

67Supponiamo di aver adottato la logica predicativa come linguaggio per la rappresentazione della conoscenza (omettiamo i quantificatori universali).

68I1 sistema non dispone di alcuna rappresentazione del significato della parola "ingiusto". Si tratta di una sequenza di caratteri priva di significato. E' l'utente, che le attribuisce un significato nel rispondere alla domanda che comprende questa parola.

qualificazione dei fatti rilevanti solo nella consapevolezza della conseguenza giuridica che discende dalla qualificazione. E' opportuno, pertanto, assicurare all'utente la possibilità di essere informato dal sistema in ogni momento sul senso dell'operazione che il sistema sta compiendo (sulla regola che si stà applicando).

(b) Una seconda soluzione consiste nell'integrare la base di conoscenza con definizioni di origine dottrinale, giudiziale, o frutto di una interpretazione compiuta nella creazione della base di conoscenza. Il sistema potrà determinare se un certo fatto debba essere qualificato nei termini del definiendum, chiedendo all'utente di qualificarlo nei termini del de finiena. Ad esempio, il sistema disporrà della definizione in base alla quale un danno è ingiusto se viola un diritto, o un interesse meritevole di tutela ecc. Quindi, per determinare se la distruzione degli archivi di Mario realizzi un danno ingiusto, il sistema potrà chiedere all'utente se questo fatto rappresenti la violazione di un diritto, oppure la lesione di un interesse meritevole di tutela ecc., e dedurre l'ingiustizia se l'utente risponde affermativamente ad una di queste domande. Questa soluzione trasferisce sull'ingegnere della conoscenza l'onere di una definizione dei termini del linguaggio normativo69, ma continua a costringere l'utente ad esprimersi nel linguaggio del sistema. Un perfezionamento ulteriore potrebbe ottenersi cercando di dare una soluzione più organica al problema della rappresentazione dei rapporti concettuali, riconducendo i diversi concetti ad una combinazione definita di un numero ristretto di concetti primitivi70. Tuttavia, ogni costruzione concettuale di questo tipo si rivela estremamente difficile da realizzare, e si basa inevitabilmente anche su scelte e preferenze individuali71.

c) Una terza soluzione, ancor più difficile da realizzare, consiste nell'implementare un trattamento

69Nell'introdurre queste definizioni l'ingegnere della conoscenza giuridica formula una sorta di definizione dottrinale

70Si tratta di un ideale che è stato perseguito anche da taluni indirizzi della scienza giuridica, che hanno cercato di sviluppare dei sistemi dei concetti giuridici, nella traccia della giurisprudenza dei concetti.

71Nell'intelligenza artificiale questa prospettiva è fatta propria da teorie come quella della dipendenza concettuale (cfr. SCHANK R.C.,

Conceptual Information Processing, Elsevier, New York, 1975) . Le ricerche in questa direzione non hanno ancora dato risultati definitivi.

automatico del linguaggio naturale72. All'utente è possibile esprimersi nel suo linguaggio, anche se diverso da quello nel quale i contenuti giuridici sono stati formalizzati. Il sistema è in grado di interpretare le espressioni usate dall'utente per controllare se esse corrispondano a circostanze giuridicamente rilevanti (alla rappresentazione dei contenuti giuridici nella sua base di conoscenza). Possiamo immaginare un'interazione tra uomo e sistema informatico nella quale (a) l'utente affermi: "il programma difettoso mi ha distrutto gli archivi", (b) il sistema comprenda che può trattarsi di un problema di responsabilità civile, e (c) proponga all'utente domande ulteriori così da ottenere informazioni relative ai fatti rilevanti ai fini della realizzazione di una fattispecie di responsabilità civile. La realizzazione integrale di questo tipo di interazione tra sistema e utente presuppone che il sistema informatico sia in grado non solo di trattare il linguaggio naturale, ma anche di effettuare le valutazioni interpretative necessarie per rapportare il linguaggio dell'utente alle strutture rappresentative della base di conoscenza. Questa condizione non sembra compì et aunente realizzabile, per ragioni non solo tecnologiche, ma anche linguistiche e filosofico-giuridiche. Pertanto, all'utente deve essere consentito controllare il rapporto tra il linguaggio dell'utente e la traduzione formale effettuata dal sistema. Se cosi non fosse, la "comprensione" automatica del linguaggio naturale si tradurrebbe in un aumento dell'imprevedibilità del sistema, anziché in un aumento della facilità d'uso e della trasparenza.