CAPITOLO 4: La nominalizzazione marcata
3. Diatesi della nominalizzazione: argomento interno o argomento esterno
Si sono visti finora nomi verbali di partecipante realizzati tramite nominalizzazione sintattica che hanno come base di partenza una predicazione, sia essa contenuta in un verbo isolato oppure in una frase intera. In tutti questi esempi, il nome che risulta dal processo di nominalizzazione coincide con uno degli argomenti del verbo di partenza.
Il caso più semplice è quello dei verbi monoargomentali, in cui la nominalizzazione si riferisce necessariamente all’argomento esterno. Lo stesso è vero dei verbi che incorporano l’oggetto, come ad esempio in (16), in cui compare il
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verbo 应考 yìngkǎo ‘sostenere l’esame’ (lett. 应 yìng ‘rispondere’, 考 kǎo ‘esaminare’):
(16) 今天 [应考 的] 估计 有 一百 多 人。
jīntiān [yìngkǎo de] gūjì yǒu yībǎi duō rén oggi [sostenere l’esame DE] sembrare avere uno.cento molto persona ‘Oggi coloro che sostengono l’esame sembrano essere più di cento’
(Flowers in the cloud).
La nominalizzazione del verbo 应考 yìngkǎo ‘sostenere l’esame’ indica l’unico argomento disponibile, ossia chi fa l’esame, l’agente.
Quando la base di partenza dell’elemento nominalizzato è invece un verbo biargomentale, vi sono due opzioni teoricamente disponibili: la nominalizzazione può infatti riferirsi all’oggetto interno (il paziente o il tema) o all’oggetto esterno (l’agente o l’esperiente). Ad esempio, 吃的 chīde ‘mangiare DE’, visto in vari ess. in §1 e in (5), potrebbe in linea teorica riferirsi sia alle cose da mangiare sia a chi mangia. In (5), la nominalizzazione si riferisce chiaramente all’argomento interno, ossia a ciò che viene mangiato, anche perché l’altro argomento (chi mangia) è esplicitato. In altri casi, invece, 吃的 chīde può riferirsi all’argomento esterno:
(17) 我 准备 去 餐馆 了,
wǒ zhǔnbèi qù cānguǎn le,
io preparare andare ristorante CS,
[吃 的] 跟 我 走, [不 吃 的] 在 家。
[chī de] gēn wǒ zǒu, [bù chī de] zài jiā mangiare DE con io andare, NEG mangiare DE stare casa ‘Io sto per andare al ristorante, chi mangia viene con me, chi non mangia resta a casa’
(Conversazione reale).
Nell’esempio appena presentato, 吃的 chīde si riferisce non a cosa viene mangiato, ma a chi mangia. Questa doppia possibilità crea alcuni interessanti casi di ambiguità, come nei due esempi seguenti:
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(18) 年轻人 [喜欢 的] 是 摇滚乐
niánqīngrén [xǐhuan de] shì yáogǔnyuè
giovane.persona piacere DE essere rock’n roll ‘I giovani, ciò che piace è il rock ’n roll’
(zhTenTen).
(19) 年轻人 [喜欢 的] 不 少 呢!
niánqīngrén [xǐhuan de] bù shǎo ne giovane.persona piacere DE NEG poco MOD ‘I giovani, quelli a cui piace non sono pochi!’
(zhTenTen).
Le parti tematiche di (18) e di (19) sono assolutamente identiche. Tuttavia, nella prima frase ciò che viene selezionato nella nominalizzazione è l’argomento interno del verbo piacere, ossia ciò che piace, che viene specificato nella parte rematica della frase. Nella seconda, invece, viene selezionato l’argomento esterno: quelli a cui piace (qualcosa che evidentemente è già presente nell’universo del discorso)93
Per quanto questi esempi di ambiguità mostrino che nel caso dei verbi transitivi la nominalizzazione può realizzare entrambi gli argomenti, si osserva che l’argomento interno è quello che viene selezionato più di frequente (Li & Thompson 1981: 577). Questo significa che, avulso dal contesto, 吃的 chīde ‘mangiare DE’ viene normalmente interpretato con il significato di le cose da mangiare e non di chi mangia, e 喜欢的 xǐhuan de ‘piacere DE’ come ciò che piace e non quelli a cui piace. La selezione preferenzale dell’argomento interno è evidente nei casi in cui il contesto e la semantica sono ambigui, e la nominalizzazione potrebbe logicamente riferirsi a entrambi gli argomenti, come ad es. in (20):
93 In merito a quanto discusso in §2, si può aggiungere che in (19) l’oggetto della nominalizzazione è
necessariamente il solo verbo, mentre 年轻人 niánqīngrén ‘i giovani’ funge da topic. La
nominalizzazione in (18), invece, può essere interpretata come estesa solo sul verbo, come mostrato
dalle parentesi quadre, oppure estesa sul complesso soggetto-predicato 年轻人喜欢 niánqīngrén
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(20) 李光头 扬言
Lǐ Guāngtóu yángyán Li Testapelata annunciare
下 一 个 [挨揍 的] 是 赵 诗人
xià yī ge [áizòu de] shì Zhào shīrén prossimo uno CLS picchiare DE essere Zhao poeta
‘Li Testapelata annunciò che il prossimo ad essere picchiato sarebbe stato Zhao il poeta’
(Brothers).
In (20) risulta nominalizzato il verbo 挨揍 áizòu ‘picchiare’, transitivo biargomentale. Nella frase citata non sono espressi nè l’agente nè il paziente, e anche da un punto di vista logico la nominalizzazione potrebbe riferirsi tanto a il prossimo che verrà picchiato quanto a il prossimo che picchierà. L’ambiguità sussiste tuttavia solo a livello teorico: non vi sono dubbi che la nominalizzazione si riferisca al paziente.
Da quanto appena detto, si evince che la nominalizzazione veicola una stretta connessione con la categoria diatetica del passivo. In (20), 挨揍 áizòu ‘picchiare’ assume, tramite la nominalizzazione, il senso passivo di essere picchiato, senza che sia richiesta alcuna marca verbale.
Il legame formale tra nominalizzazione e passivo è evidente come tendenza interlinguistica, e rende conto della contiguità funzionale delle due operazioni. Il passivo, infatti, svolge le funzioni di stativizzare l’evento e tematizzare il paziente (Givón 1981), che sono le stesse della nominalizzazione (cfr. cap. 2 §2). Questa vicinanza funzionale ha chiari riscontri in fenomeni osservabili nelle varie lingue. Ad esempio, si è visto che in un tipo di action nominal attestato in diverse lingue (e nella fattispecie nel tipo di AN detto misto, cfr. cap. 3 §2.3) la marca dell’agente coincide con la marca del passivo. Tra gli esempi più specifici, vale la pena di menzionare il fatto che nel primo cinese medio il suffisso di nominalizzazione derivazionale 所 suǒ coincideva con la marca di passivo (Yap & Jing 2011: 92).
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