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Grammatica degli aggettivi: la graduabilità

CAPITOLO 5: La nominalizzazione degli aggettivi

1. Gli aggettivi

1.2. Grammatica degli aggettivi: la graduabilità

Nella sezione precedente si è fatto cenno al fatto che gli aggettivi del cinese mostrano comportamenti sintattici vicini a quelli dei verbi. La caratteristica più evidente, in questo senso, è che gli aggettivi possono svolgere funzione predicativa diretta, non mediata dalla copula; tipicamente, nella struttura della predicazione aggettivale compare un avverbio di grado. Il valore normale del predicato è realizzato dall’avverbio 很 hěn ‘molto’, che nelle frasi affermative risulta desemantizzato:

(1) 我 很 自私

wǒ hěn zìsī io molto egoista ‘Sono egoista’ (zhTenTen).

In assenza dell’avverbio di grado la predicazione aggettivale assume un valore intrinsecamente contrastivo:

(2) 我 自私, 他 大方

wǒ zìsī, tā dàfang io egoista, lui generoso ‘Io sono egoista, lui è generoso’ (zhTenTen).

Oltre a 很 hěn ‘molto’, che come detto esprime il grado normale, tra gli avverbi di grado che normalmente accompagnano i predicati aggettivali vi sono 比较 bǐjiào ‘relativamente’, 挺 tǐng ‘molto’, 非常 fēicháng ‘estremamente’104, come si vede

nell’esempio che segue:

(3) 你 能 回来 看 弟弟, 我 挺 高兴

nǐ néng huìlai kàn dìdi, wǒ tǐng gāoxìng tu potere tornare.venire vedere fratello, io molto felice ‘Se potrai tornare a trovare tuo fratello, sarò molto felice’

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Gli aggettivi del cinese possono inoltre assumere il grado comparativo, tramite l’esplicitazione del secondo termine di paragone, introdotto dalla particella 比 bǐ COMP nella struttura [N1 + 比 bǐ COMP + N2 + AGG]:

(4) 总 比 买 的 好看 吧

zǒng bǐ mǎi de hǎokàn ba

sempre COMP comprare DE bello ESC

‘È sempre più bello di quello comprato!’ (zhTenTen).

In (4) il soggetto sottinteso è descritto come più bello del secondo termine di paragone, a sua volta realizzato dalla nominalizzazione marcata 买的 mǎi de ‘quello comprato’.

Gli aggettivi possono inoltre esprimere il grado superlativo, realizzato dal prefisso 最 zuì SUP:

(5) 这 是 最 重要 的

zhè shì zuì zhòngyào de questo essere SUP importante DE

‘Questa è la cosa più importante’ (lett. questo è il più importante).

In (5) l’aggettivo 重要 zhòngyào ‘importante’, modificato dal prefisso 最 zuì per esprimere il grado superlativo, risulta nominalizzato (cfr. la presenza della marca di nominazzazione de) e funge da rema della copulativa il cui tema è il dimostrativo 这 zhè ‘questo’.

Tutti i comportamenti grammaticali caratteristici degli aggettivi, presentati finora, dipendono dalla loro proprietà semantica più tipica, ossia la graduabilità. È per via del fatto che è graduabile che un aggettivo è compatibile con gli avverbi di grado e può assumere i gradi comparativo e superlativo. La graduabilità è la più importante caratteristica semantica delle proprietà, che si riflette nei comportamenti grammaticali ma si radica al livello concettuale-cognitivo. Infatti, le conseguenze grammaticali della graduabilità caratterizzano gli aggettivi a livello tipologico, e non solo in cinese.

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La graduabilità non è tuttavia propria di tutti gli aggettivi. In molte lingue si individua infatti un gruppo di aggettivi denominali detti relazionali, che indicano la relazione tra il nome a cui si riferiscono e un’altra entità, e che sono tipicamente non graduabili (Bosque & Picallo 1996). Come esempi di aggettivi relazionali dell’italiano si possono citare nervoso in sistema nervoso, italiano in governo italiano, reale in palazzo reale (Ramaglia 2011). Questi aggettivi escludono totalmente la graduabilità: se, in un’espressione forse poco convenzionale, un palazzo può essere definito molto reale, si tratta di altra cosa rispetto a un palazzo reale. Inoltre, per loro intrinseca natura, questi aggettivi non sono predicativi: dicendo che un palazzo è reale, probabilmente non ci si riferisce affatto a un palazzo reale.

Gli aggettivi relazionali non sono tuttavia individuabili in tutte le lingue. A un’analisi intuitiva, sembra che la frequenza nel lessico degli aggettivi relazionali si correli con la strategia di formazione di parola prediletta dalla singola lingua. In lingue che presentano, rispetto all’italiano, una maggiore tendenza alla composizione105,

quelli che in italiano sono aggettivi relazionali vengono resi tramite nomi che compaiono in composizione, o in rapporto di modificazione sintattica, con il nome modificato. Questo è evidente nel confronto tra l’italiano e l’inglese: si vedano esempi come riserva idrica, che è reso in inglese con il composto water supply, o rappresentante sindacale, che è tradotto con union representative.

Anche il cinese ricorre alla composizione come principale strategia di formazione di parola106, al punto da essere stato definito “una lingua di parole composte”

(Packard 2000: 2, cfr. discussione in Arcodia 2007 e anche qui in cap. 1). In misura ancora più consistente che in inglese, il cinese traduce quindi quelli che in italiano sono aggettivi relazionali con composti formati da due nomi, o con coppie di nomi in rapporto di modificazione sintattica non marcata. Si vedano gli esempi seguenti:

王宫 wánggōng ‘palazzo imperiale’ < 王 wáng ‘re’, 宫 gōng ‘palazzo’; 牛肉 niúròu ‘carne bovina’ < 牛 niú ‘bue’, 肉 ròu ‘carne ’;

中国政府 Zhōngguó zhèngfǔ ‘governo cinese’ < 中国 Zhōngguó ‘Cina’, 政府 zhèngfǔ ‘governo’;

105 Ossia tipicamente le lingue caratterizzate da struttura sintattica rigida (Sapir 1921).

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神经系统 shénjīng xìtǒng ‘sistema nervoso’ < 神经 shénjīng ‘nervo’, 系统 xìtǒng ‘sistema’.

Quelli appena visti sono chiari esempi di come in cinese i nomi possano fungere da modificatori nominali non marcati, collocandosi in una dimensione intermedia tra morfologia e sintassi. Non è infatti chiaro se nel lessico mentale dei parlanti gli esempi appena citati siano parole uniche – composti – o sintagmi in cui il primo nome modifica il secondo. Senza voler entrare nel merito della questione107, ci si limiterà a

osservare che, agli scopi del discorso presente, il gruppo “anomalo” degli aggettivi relazionali sembra avere in cinese un minimo impatto sul lessico – probabilmente a causa delle strategie di formazione di parola che questa lingua predilige –. Gli esempi di aggettivi relazionali sono infatti pochissimi, cfr. ad es. 国营 guóyíng ‘statale’.

Se gli aggettivi relazionali costituiscono un segmento minimo e quasi eccezionale del lessico, in cinese esiste invece un altro gruppo di aggettivi che si caratterizza per la non graduabilità. La questione della graduabilità è cruciale in generale nel discorso sugli aggettivi, e in particolare per quanto riguarda gli aggettivi del cinese. Infatti, è proprio nel problema degli aggettivi non graduabili che il dibattito relativo all’opportunità di distinguere le due parti del discorso trova la sua chiave di volta. Alcuni sostenitori dell’esistenza di una distinzione le due parti del discorso, come Paul (2010), osservano che esiste un’ampia classe di aggettivi non predicativi (o assoluti), che non possono comparire in funzione predicativa non marcata. Non potendo fungere da predicati, questi aggettivi non sarebbero assimilabili ai verbi, e fornirebbero quindi la ragione per mantenere distinte le due parti del discorso. La caratteristica grammaticale della non-predicatività sarebbe legata all’incompatibilità semantica con gli avverbi di grado, che come visto compaiono regolarmente nella predicazione aggettivale non marcata.

Tra i componenti del gruppo degli aggettivi non predicativi vengono tipicamente elencati aggettivi che esprimono colori o forme, come 红 hóng ‘rosso’ o 方 fāng ‘quadrato’, e coppie antonimiche, come 旧 jiù ‘vecchio’ e 新 xīn ‘nuovo’, 对 duì ‘giusto’ e 错 cuò ‘sbagliato’, accanto a forme semanticamente non graduabili come 绝

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密 juémì ‘top-secret’ (cfr. Paris 1979: 59 e ss. e Abbiati 1998: 107). Non potendo svolgere funzione predicativa diretta, questi aggettivi modificherebbero i soggetti solo tramite la struttura predicativa shì... de (cfr. cap. 4 §4.2.1), e sarebbero pertanto tutt’altra cosa rispetto ai verbi. Semanticamente, il ragionamento si basa sulla considerazione che un’entità può essere quadrata o non quadrata, ma non molto quadrata. Analogamente, un oggetto o è rosso o non lo è: non può esserlo molto, o un po’, e una questione può essere giusta o sbagliata, ma non molto giusta o molto sbagliata, e nulla nel mezzo.

In realtà, i dati paiono smentire queste considerazioni. Nel web, come riflesso scritto del parlato colloquiale, si assiste con frequenza notevole all’uso dei cosiddetti aggettivi assoluti modificati da avverbi di grado. Negli esempi che seguono, si vedano gli aggettivi 红 hóng ‘rosso’, 旧 jiù ‘vecchio’ e 圆 yuán ‘rotondo’ modificati dall’avverbio 很 hěn ‘molto’. In tutti i casi, non è chiaro se l’avverbio mantenga il suo originale significato accrescitivo o risulti desemantizzato:

(6) 早晨 起床 眼睛 很 红!

zǎochen qǐchuáng yǎnjing hěn hóng! alba alzarsi.letto occhi molto rosso ‘Quando mi alzo all’alba ho gli occhi (molto) rossi!’.

(7) 为何 美国 影视 剧中 车 都 很 旧?

wèihé Měiguó yǐng-shì jùzhōng chē dōu hěn jiù? perché America film.tv spettacolo.in macchina tutti molto vecchio ‘Perché negli spettacoli cinematografici e televisivi americani le macchine sono sempre (molto) vecchie?’

(8) 我 现在 12 岁 脸 很 圆 是 因为 婴儿 肥 吗?

wǒ xiànzài 12 suì liǎn hěn yuán shì yīnwèi yīng'ér féi ma? io ora 12 anni viso molto rotondo essere perché neonato grasso INT ‘A dodici anni ho il viso (molto) rotondo, è perché da neonata ero grassa?’

Da un punto di vista semantico, inoltre, quasi tutti gli aggettivi definiti come non graduabili non sembrano presentare alcun ostacolo semantico alla graduabilità. Questo è evidente soprattutto per i colori, che sono per loro natura concetti

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estremamente sfumabili: la netta opposizione tra bianco e nero comprende in realtà un’infinità di sfumature. Lo stesso è vero anche per concetti che sono effettivamente polari, ma non per questo escludono possibili gradi intermedi: un oggetto può essere nuovissimo o un po’ vecchio, una risposta sbagliatissima o non del tutto corretta. In senso non necessariamente figurato, si può essere mezzi morti, o più morti che vivi. Anche gli aggettivi che descrivono le forme possono presentare dei gradi intermedi: è vero che un’entità, a rigore, o è rotonda o non lo è, ma il linguaggio è pieno di figure quasi rotonde o perfettamente rotonde.

Viste le effettive attestazioni della lingua, sembra di poter affermare che la facoltà di predicare direttamente sia propria di tutti gli aggettivi del cinese, caratteristica che naturalmente li avvicinerebbe ai verbi. Cionostante, esiste una differenza sostanziale tra la possibilità di predicare e il fatto di predicare effettivamente. Uno studio di Thompson & Tao (2010) ha mostrato come le posizioni attributiva e predicativa attraggano aggettivi diversi, al punto che questi possono essere divisi in due liste di frequenza distinte: quella degli aggettivi che fungono normalmente da attributi (ad es. 对 duì ‘giusto’, 少 shǎo ‘pochi’, 好 hǎo ‘buono, bene’), e quella degli aggettivi che fungono normalmente da predicati (ad es. 年轻 niánqīng ‘giovane’, 新 xīn ‘nuovo’, 重 要 zhòngyào ‘importante’). Un altro dato interessante che emerge è che, per quanto riguarda gli aggettivi, i corpora di cinese presentano solitamente un basso rapporto type-token; questo significa che esiste un piccolo gruppo di aggettivi molto frequenti rispetto alla vasta maggioranza di aggettivi che risultano relativamente poco usati.

Secondo Huang et al. (2009: 22) la differenza tra verbi e aggettivi consisterebbe nel fatto che lo stesso contenuto semantico è realizzato come grammaticalmente transitivo nei verbi, e come grammaticalmente intransitivo negli aggettivi. Si veda ad es. la coppia 合适 héshì ‘adatto’ e 适合 shìhé ‘adattarsi’108: la prima parola è

considerata un aggettivo perché richiede la preposizione 对 duì ‘verso’, mentre la seconda funziona come verbo transitivo, reggendo direttamente la cosa o persona a cui il soggetto è adatto. Cfr., rispettivamente, gli es. seguenti:

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(9) 什么样 的 人, 对 你 最 合适?

shénmeyàng de rén, duì nǐ zuì héshì?

che tipo DE persona, verso tu SUP appropriato ‘Qual è il tipo di persona più adatto a te?

(zhTenTen).

(10) 这 个 城市 很 适合 他

zhè ge chéngshì hěn shìhé tā

questo CLS città molto adattarsi lui ‘Questa città si adatta molto a lui’

(zhTenTen).

La schematizzazione appena introdotta ha il difetto di rendere conto di un numero limitato di coppie aggettivo-verbo, in cui il significato è lo stesso e cambia solo la strategia grammaticale relativa alla reggenza del secondo argomento. Più in generale, la transitività grammaticale non è assolutamente una caratteristica obbligatoria dei verbi, nemmeno di quelli biargomentali, né in cinese né nel panorama tipologico. Si pensi ai casi di accusativo preposizionale, frequenti nelle lingue romanze ma anche nei dialetti cinesi (Arcodia & Iemmolo, 2014). Più in generale, nelle lingue non sono rari i verbi biargomentali semanticamente intransitivi (ex. 打电话 dǎ diànhuà ‘telefonare’, che regge 给 gěi ‘a’). Il criterio della transitività grammaticale non è quindi sufficiente a distinguere le parti del discorso degli aggettivi e dei verbi.