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I PRIMI PROCESSI AL VALIMIENTO

III. 1 «MAS QUIERO MI POBREZA QUE LA HACIENDA DE FRANQUEZA»

III.4- DIFENDERE UN FAVORITO DEL VALIDO

Una volta formulatigli i 165 cargos a carico, ad Alonso Ramírez de Prado fu permesso di lasciare l’inospitale fortezza della Brihuega e di spostare la propria prigionia prima presso la

villa di Uceda, e poi a Móstoles, alle porte di Madrid.108 Avvicinandosi alla corte, l’imputato vedeva così facilitato il compito di preparare i propri descargos, in ciò affidandosi alla perizia del suo secondogenito Lorenzo, anch’egli, come il padre, laureatosi in diritto presso l’università di Salamanca.109

L’operato del giovane letrado si concentrò in un primo momento sul tentativo di garantire al suo assistito migliori condizioni di prigionia e la garanzia di un processo equo, in cui fossero date alla difesa le stesse possibilità dell’accusa.110 Le proteste per la rigida detenzione dell’imputato, costretto in una cella prima, e in una casa poi, troppo piccole persino per potervi celebrare le minime funzioni religiose, si sommavano così alle richieste di visite avanzate dai parenti, agli appelli al re per un aiuto economico ad una famiglia ritrovatasi improvvisamente povera, alla pretesa di poter visionare tutte le carte su cui si basavano le accuse e di avere libera comunicazione tra avvocato e assistito, senza l’indiscreta presenza degli onnipresenti carcerieri. Ancora più significative furono le richieste di recusación inviate contro gli uomini che avevano condotto l’indagine, in particolare il

108 Ivi, leg. 2794, VI pieza, f. 346r; Cabrera de Córdoba, Relaciones, cit., p. 333.

109 Su Lorenzo, nato nel 1583 e dunque appena ventiquattrenne nel 1607, cfr. Entrambasaguas, Una familia de ingenios,

cit., pp. 40-126. Dello stesso autore si veda anche lo studio sull’alto profilo intellettuale del secondo figlio di Alonso: La

biblioteca de Ramírez de Prado, Madrid 1943.

licenciado Pérez de Lara111 e lo stesso fiscal Fernando Carrillo, accusato apertamente di non essere equidistante, di avere estorto con varie minaccie le dichiarazioni dei testimoni e di aver anteposto l’interesse personale alla ricerca della verità.112

La richiesta di recusación venne respinta dalla junta nel frattempo formatasi per emettere la sentenza del processo. Allo stesso modo, vennero rigettate quasi tutte le proteste e gli appelli presentati dalla difesa, ad eccezione della proroga del periodo, solitamente cinquanta giorni, concesso per presentare i descargos. Sin dalla presentazione alla junta di nuove carte da annettere agli atti del processo e di nuovi testimoni da ascoltare, emersero le due principali argomentazioni su cui si sarebbe costruita la strategia difensiva di Lorenzo Ramírez: giustificare l’operato del padre alla luce della disperata situazione in cui si trovava la Real Hacienda e minare la credibilità delle persone chiamate a deporre dall’accusa.

Nell’aprile 1608, Lorenzo Ramírez presentò la lista dei 165 descargos, in risposta ad ognuna delle accuse mosse al suo assistito.113 Come premessa alle sue argomentazioni, l’avvocato ricordò il lungo e glorioso cursus honorum percorso dal padre sotto Filippo II e Filippo III, in modo da cancellare il sospetto che il suo potere e la sua ricchezza fossero frutto unicamente degli ultimi anni e della protezione del favorito del re. La manifesta iniquità del processo avrebbe inoltre dovuto costituire condizione sufficiente per il suo annullamento:

Porque en los dichos cargos se a procedido yrregularmente quitando a mi parte la libre comunicacion y comenzando antes de hazerlos por detenerle la persona y secrestarle los bienes y hazienda y tomarle todos sus papeles cossa repugnante a todo el termino juridico y no visto ni oydo en estos reynos en semejantes casos sin dalle traslado de lo proçessado aunque se le an tomado diferentes confessiones como en juicio avierto ni aver dado traslado a mi parte de sus papeles mismos en que consiste su defenssa por dezir que estan puestos en el processo y assi mi parte tiene protestado y de nuevo protesta que si en alguna cossa paresciere diminuta su defenssa se a de atribuir mas a la imposivilidad de hazerla que al defeto de justicia y esta protestacion se entienda que va repetida en todos los actos que hiziere para que en qualquier tiempo y ocassion sirva de testigos y testimonio de su inocencia.114

Al primo gruppo di cargos, incentrati sull’attività della Junta del Desempeño general e sugli illeciti ad essa connessi, Lorenzo Ramírez dedicò una specifica riflessione sullo stato della Real Hacienda a partire dagli ultimi anni di Filippo II sino alla nascita della suddetta

Junta, nel 1603.115 Di fronte ad una situazione finanziaria che faceva definire il tesoro reale come un enfermo convaleciente,116 l’imputato non solo lavorò con somma diligencia y

cuidado, facendo orari impossibili e non lasciando nulla di intentato per portare a termine i

111

La richiesta di recusación venne avanzata non solo contro Pérez de Lara, ma anche contro il suo scrivano Gabriel García, por tenellos por odiosos y sospechosos: ivi, f. 400.

112 Ivi, ff. 379-382. 113 Ivi, ff. 2-140. 114 Ivi, f. 2r. 115 Ivi, ff. 3r-13v, descargo 2. 116 Ivi, ff. 31r-v, descargo 25.

compiti affidatigli, ma raggiunse effettivamente i risultati promessi, come d’altronde provavano le carte ufficiali prodotte dalla Junta del Desempeño general. La discussa cédula del 26 gennaio 1606 riportava punto per punto tutte le operazioni svolte in merito al raggiungimento del sospirato obiettivo, e se qualcuna fra di esse avesse presentato errori o incongruenze, l’imputato sarebbe stato felice di rispondere se gli fosse stata data la possibilità di consultare quelle carte:

A este cargo omitiendo para ora el sentimiento a que obliga la gravedad de palabras de que esta compuesto se responde que lo que se afirmo a su Magestad en las consultas contenidas en el cargo fue con suma verdad y sençilleza y para certificar a su Magestad desto hizo otra consulta toda la junta en que intervinieron el presidente de Hazienda y frai Diego de Mardones confessor de su Magestad y el dicho mi parte y el conde de Villalonga su fecha en 26 de henero de 1606 que es la que contiene toda la verdad del desempeño y todas las demas consultas hechas antes o despues de la dicha consulta grande se reducen a ella porque en la dicha consulta grande se pusso por menor todo el desempeño desde su principio partida por partida como esta dicho en el segundo cargo de donde se pudiera tomar luz para no formar cargo general sin especificar las partidas que fuessen inciertas en la quenta que esta en la dicha consulta a las quales quando se declarassen como es necessario dar a mi parte entera satisfazion y en lo que no la diere en tanto menos quedara hecho el desempeño y este es el camino juridico y verdadero y la dicha generalidad no sirve mas que de aumentar cargos que lo parezcan y no lo sean y de respuestas que lo sean y lo parezcan.117

In merito all’accusa di aver perpetrato in ben quattro occasioni il presunto inganno del

desempeño raggiunto, Lorenzo Ramírez rispose con le medesime argomentazioni:

A este cargo se responde que va con presupuesto de que el desempeño propuesto por la junta a su Magestad no se cumplio y devaxo deste asunto se discurre que mi parte para dar a entender lo contenido se valio de don Pedro Messia de Tovar en la forma que apunta el cargo y el dicho asunto no es cierto porque lo que propusso la junta tocante al desempeño se cumplio no solo puntualmente sino con muchas ventaxas y estando la verdad en favor desta pretenssion el fin del interes no se puede ni deve atribuhir a lo que el cargo lo aplica sino a la remunerazion que mi parte y los de la dicha junta podian esperar por tan gran serviçio y particularizando mas el hecho se responde que no es considerazion aver precedido quantro consultas ni que huvieran sido muchas mas pues todas se hazian para enterar a su Magestad del dicho desempeño y se reducen a la consulta grande de veynte y seis de henero de seiscientos y seis señalada de los dichos Presidente padre confesor conde de Villalonga y mi parte y la forma de hazella fue sacando certificacion de los libros de la razon y particularmente el contador Antonio Gonçalez delegarda dio relacion de lo que constava por sus libros de los assientos y provissiones que se hizieron los años del desempeño y tambien la huvo de los libros de relaciones en quanto a los millones porque se mandaron poner en ellos como si fueran renta y estos solos contadores tenian correspondenzia con la junta porque los hefetos de que en ella se tratava perteneçian a estos libros y no a los de los demas contadores a quien tocavan las quentas del hazienda vieja de que no tratava la dicha junta sino que desde la creazion della quedaron al consejo de hazienda y assi mismo se tomo la dicha relazion de los libros reales de los thesoreros don Pedro Mesia Garzimazo de la Vega y Jorxe de Tovar que la dieron del tiempo que lo fueron en los dichos años del desempeño […]118

117

Ivi, ff. 20r-v, descargo 11. I cargos 1, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 vennero giudicati dalla difesa troppo generici e indefiniti per potervi rispondere.

Il desempeño registrato alla fine del 1605, cioè alla fine del triennio programmato quale durata dell’apposita junta, poteva non esserci più nel momento in cui si celebrava il processo, ma ciò doveva essere imputato alle spese straordinarie e impreviste che la Monarchia aveva dovuto nel frattempo affrontare e a mancati introiti: y si oy tiene la Real hazienda diferente

estado abra nascido de nuevo enpeño y de la falta que uvo en los crecimientos de las rentas o otras consignaciones que se dieron por ciertas.119

Se a talune accuse l’avvocato difensore si proclamava incapace di rispondere, data l’impossibilità di accedere agli atti del processo, per le altre Ramírez sollevò altrettante obiezioni ed elementi che ne mettevano in dubbio la validità. La mancanza di prove venne spesso chiamata in causa, come quando, in risposta al cargo 5, la difesa giudicò infondata l’affermazione che Alonso Ramírez de Prado svolgesse all’interno della Junta del Desempeño

general un ruolo preminente rispetto agli altri membri.120 In alcuni casi, quelle che furono individuate come responsabilità personali dell’imputato avrebbero dovuto essere parimenti attribuite, sempre secondo la difesa, a tutti i membri delle varie juntas alle quali questi aveva partecipato: così, ad esempio, in risposta al cargo 23, a sostegno del presunto trattamento di favore concesso al portoghese Pedro Gómez Reynel, vi era in realtà il voto di tutta la junta incaricata di giudicarne l’operato, e non solo del licenciado Alonso Ramírez.121 Alcune accuse, poi, vennero giudicate ridicole o assai poco credibili,122 oppure tali da prevedere una condotta che l’imputato non avrebbe mai osato tenere con ministri del re, come il minacciare ed insultare i consejeros de Hacienda123 o costringere il confessore del re e il presidente de

Hacienda Juan de Acuña a firmare determinate consultas.124 Per supportare tali accuse, il

fiscal e i suoi collaboratori avevano utilizzato deposizioni di testimoni carichi di invidia e di

rancori personali,125 deposizioni che contribuirono a suggerire l’esistenza di un’amicizia e di una sorta di patto stipulato a danno della Real Hacienda tra Ramírez e Pedro Franqueza, mentre, per la difesa, tra i due non vi fu mai un rapporto che andasse al di là del semplice dialogo tra colleghi stimati e competenti.126

119 Ivi, f. 32r, descargo 26. 120 Ivi, ff. 15v-16r, descargo 5. 121

Ivi, ff. 29r-v , descargo 23.

122 Si veda ad esempio la risposta al cargo 4, dove si giudica ridicola l’accusa secondo cui Ramírez, per tenere lontani

gli altri membri della Junta del Desempeño dalle riunioni della stessa Junta, faceva loro credere che in realtà si trattasse, di volta in volta, di commissioni e organismi diversi: ivi, ff. 15r-v, descargo 4.

123

Ivi, f. 86v, descargo 120.

124 Ivi, ff. 23v-24r, descargo 17.

125 Ivi, f. 24v, descargo 18: la difesa argomentò che Juan de Acuña e il confessore Mardones firmarono la consulta che

attestava il desempeño con cognizione di causa, dopo averla a lungo letta e studiata, e se in seguito dichiararono il contrario fu solo per l’invidia e l’inimicizia che avevano sempre mostrato verso Ramírez.

L’argomentazione su cui la difesa fece maggiormente perno per rispondere non solo a questo primo gruppo di accuse, ma a tutti i cargos, fu però un’altra: tutto ciò che Ramírez fece nell’ambito delle juntas e dei Consejos di cui fu membro, era stato autorizzato dal re e dal suo favorito. Era Filippo III a firmare la varie cédulas e consultas,127 a riprendere il Consejo de

Hacienda per la sua scarsa collaborazione al progetto del desempeño,128 o ad approvare l’affitto di varie rendite reali.129

Né era ammissibile pensare che il sovrano avesse firmato documenti ufficiali senza prima averli letti e sapere con precisione ciò che essi contenevano: y

no se deve deçir del gran cuydado con que el Rey nuestro señor govierna sus reynos y asiste a los negocios respondiendo a todas las consultas de su real mano que no vee los papeles que con ellas se le enbian porque seria este mayor excesso que el que se opone a mi parte.130 Le

mercedes e le ayudas de costa ricevute da Ramírez erano pienamente legittime perché volute

dal re, y hazer cargo desto es querer restringuir la mano de su Magestad a que no pueda hazer

la merced que quissiere a los que entendiere que son benemeritos.131 Anche il duca di Lerma conosceva tutto ciò che si decideva nelle varie juntas, e non risultava credibile alla difesa che il potente valido si fosse fatto raggirare da Ramírez apponendo la sua firma su documenti che attestavano cose non vere:

[…] y quanto a dezir que mi parte hazia firmar al duque de Lerma los villetes y ordenes de su Magestad no es menester mas respuesta que la retitud del dicho duque y noticia que tiene destas materias con la qual por ninguna traza e industria pudiera ser engañado ni torçiera el animo de la verdad y demas desto lo çierto es que mi parte ni le ablo ni le escrivio por si ni por interpuesta persona en semexante materia sino que la junta le escrivia la relacion de lo que se avia acordado y aun algunas ordenes no firmava y ponia de su letra que su Magestad no venia en ellas y este orden y manera de proçeder se a tenido en el consejo de Estado y Guerra.132

Il re e il valido erano al corrente di tutto, perché lo stesso meccanismo burocratico era costruito in modo tale che nulla potesse essere approvato senza il loro assenso. Anche per gli accordi con gli hombres de negocios non si poteva pensare, secondo la difesa, che Alonso Ramírez de Prado avesse agito alle spalle del sovrano e del favorito per fare i suoi interessi:

[…] se a de presupponer que todo lo que se hazia en la junta avia de passar por los libros reales y no podia despacharse de otra manera y para esto lo que alli se acordava se enviava a su Magestad y al duque de Lerma en su nombre para que siendo servido y conviniendo en ellos mandasse que se cunpliesse y executasse y porque no alterandose ni mudandosse la sustancia de lo concertado hera forçosso que para que el hombre de negocios diesse su dinero se hiziessen los despachos a su satisfazion no solo en este caso sino en otros muchos mas graves como en el asiento grande de Octavio Centurion ellos mismos ponian lo que se le parezia que

127

Cfr. ad esempio il descargo 19, incentrato sulla cédula de prorogación della Junta del Desempeño general: ivi, ff. 24v-25r. 128 Ivi, ff. 20v-21r, descargo 12. 129 Ivi, ff. 30r-31r, descargo 24. 130 Ivi, ff. 124r-v, descargo 131. 131 Ivi, ff. 32v-33r, descargo 28. 132 Ivi, f. 17v, descargo 7.

les convenia para su buen despacho y lo davan por memoria, y de aquello se trasladava lo que parezia a la junta y por ella se enviava a su Mag.d y al dicho Duque de Lerma en su nombre, y esto siempre se a acostumbrado y si V.Al.a fuere servido podra mandar que los secretarios antiguos de Hazienda y los ofiziales mayores digan como los mismos hombres de negocios que hazen los assientos los forman no para que se passe por ello si tuviere cossa que no convenga sino para que se quite y ponga asta ajustar las clausulas en lo assentado con las partes […] es cierto que mi parte nunca envio a su Mag.d ni al dicho duque en su nombre villete alguno porque todos fueron enviados por ordenes particulares de la junta y aunque hivan señalados de todos los de la junta como por ellos constara algunos no volvian firmados y otros bolvian con renglones de letra del duque en que dezia que su Mag.d no avia convenido en aquello y en los papeles de mi parte se hallaran con estas respuestas de los quales desde luego siendo necessario ago pressentazion y lo dicho no a sido para mas de que se entienda el hecho de la verdad que es el referido pero lo acordado en la junta y las ordenes de su Magestad y del dicho duque en su nombre conforme a las precissas necessidades que corrian heran justas y buenas y digasse contra alguna orden de las que su Mag.d dio por esta via y el dicho duque en su nombre cosa en particular y no por generalidades y mi parte aunque no tiene mas obligacion que los demas de la dicha junta respondera con demostrazion evidente porque todo ello va fundado en justizia y verdad.133

Per rispondere invece all’enorme numero di accuse legate alle somme di denaro e ai vari tipi di doni ricevuti da hombres de negocios e non solo, ma anche per rispondere ai cargos che riferivano dell’operato di Ramírez in merito alla causa tra Hernando Velázquez e Cosme Masi e agli asientos stipulati con Juan Núñez Correa, le argomentazioni usate dalla difesa furono più o meno le stesse: l’impossibilità di discolparsi a causa della mancata consegna di alcuni atti processuali, la mancanza di prove, la genericità delle accuse, l’assenza di testimoni disinteressati e imparziali e non spinti alla deposizione sotto minaccia di carcere e tortura,134 le responsabilità di re e valido, la perfetta regolarità di atti ingiustamente considerati illeciti, l’attribuzione di questi ultimi non agli effettivi artefici ma al capro espiatorio Ramírez.135

Oltre che con l’elenco dei descargos, la difesa espose i capisaldi della sua strategia attraverso altri due strumenti: il controinterrogatorio preparato da Lorenzo Ramírez de Prado cui furono sottoposti nuovi testimoni appositamente selezionati e un memoriale a firma dello stesso avvocato difensore. Il controinterrogatorio, presentato anch’esso nell’aprile 1608, fu strutturato in due parti, una di carattere generale, l’altra composta da domande specifiche in relazione a determinati cargos, inerenti per lo più alle donazioni ricevute da Alonso Ramírez e agli accordi di questi con Juan Núñez Correa.136 Nella parte generale, la difesa si preoccupò di

133

Ivi, ff. 43r-44v, descargo 38.

134 Si veda, ad esempio, il descargo 44, in cui la difesa argomentò che il genovese Giambattista Giustiniani, oltre che

essere notoriamente avverso a Ramírez, lo accusò anche perché spinto dalla speranza di venir così liberato dal carcere. Altri hombres de negocios indicati come nemici personali dell’imputato erano Ottavio Centurione, Battista Serra e Pedro de Baeza: descargos 49 e 61.

135 La difesa insistette sul fatto che molti dei presunti illeciti attribuiti ad Alonso Ramírez fossero in realtà stati

commessi dalla moglie e dal figlio Antonio, e che non fosse affatto provato che questi agissero per conto del marito e padre. Ad Antonio Ramírez, ad esempio, non sarebbe stato vietato comprare un juro, perché, a differenza di Alonso, egli non era mai stato parte del Consejo de Hacienda.